Riprendiamoci dall’inizio uggioso di questa settimana con una bella panoramica sulle nuove birre italiane. Partiamo allora con la Belle Gose, una novità che unisce due trend duri a morire: da un parte quello delle collaboration brew, dall’altro quello della riscoperta delle Gose. Per la cronaca le Gose sono le antiche birre di Lipsia e dintorni – anzi, originariamente di Goslar – realizzate con una percentuale di frumento e l’aggiunta di sale, coriandolo e lattobacilli. Sono quindi birre di non facile approccio, ma molto interessanti ed estremamente intriganti. I birrifici coinvolti sono stati i piemontesi Civale, Montegioco e Croce di Malto, uniti grazie all’idea dell’associazione Rock’n’Beer in Love. La birra è stata prodotta lo scorso 7 giugno e una parte dei proventi serviranno a finanziare progetti di solidarietà per bambini disagiati. La Belle Gose sarà disponibile da fine luglio.
Continuiamo con le collaborazioni per presentare una ricetta ancora più “allargata” della precedente e tutta pugliese (anche nel nome). A inizio giugno, infatti, è nata la Staut in Puglia, realizzata dai birrai di Eataly Bari, Birranova, B94 e Svevo presso l’impianto della filiale barese di Eataly. Il nome gioca con il vernacolo locale per sottolineare la sua appartenenza allo stile delle Stout: in realtà è un incrocio tra una Sweet Stout e una Coffee Stout poiché la ricetta prevede l’impiego sia di lattosio che di caffè. Per il resto c’è una percentuale relativamente generosa di malti tostati, mentre per i luppoli si è preferito rimanere su qualità inglesi. Ovviamente la Staut in Puglia sarà disponibile presso Eataly Bari.
Dal Sud Italia spostiamoci in Sardegna, per l’ultima nata dal birrificio Barley. Il birraio Nicola Perra è stato uno dei pionieri italiani nell’incontro tra birra e vino e ha voluto confermare la sua “predisposizione” anche nella sua ultima creazione, brassata per i dieci anni di attività dell’enoteca Baccusardus. Il nome è semplicemente Baccusardus Beer (7% alc.) ed è una Double Blanche alla sapa di Nasco – ricordo che la sapa è il mosto di vino cotto. Il risultato finale è – come precisa Kuaska – una birra eclettica, dove la tipica anima di birra di frumento belga si sposa con la caratterizzazione del vino. Ovviamente le aspettative sono alte, ma purtroppo la reperibilità non sarà certo il punto forte di questo prodotto. Incrociamo le dita e stiamo a vedere…
Torniamo sul “continente” e parliamo di un altro anniversario: quello dei 5 anni del Birrificio Rurale. La festa di compleanno tenutasi a inizio mese ha segnato il debutto dell’ultima produzione dell’azienda di Desio (MI), battezzata Rebelot. Si tratta di una Belgian IPA, definizione che indica l’interpretazione belga del classico stile angloamericano. Oltre al luppolo americano, previsto in quantità generose, anche il lievito è grande protagonista: il risultato è quindi una birra decisa e complessa, che tuttavia non sacrifica né l’equilibrio, né la bevibilità, anche grazie a una gradazione alcolica tutto sommato contenuta (5,6%). Se non sbaglio la Rebelot dovrebbe entrare in gamma in modo costante.
E concludiamo con un’altra ricorrenza, quella cioè del centenario del comune di Forte dei Marmi. Come forse saprete lì opera il Birrificio del Forte, che ha partecipato alle numerose iniziative delle attività locali con una birra, battezzata Cento Volte Forte. Per un’occasione del genere la ricetta non poteva non legarsi al territorio e proprio per questa ragione si è fatto ricorso ad alcune varietà di frumenti antichi che venivano coltivate in zona a inizio secolo. Il risultato è dunque una Witbier in stile belga, che presumibilmente dovrebbe prevedere anche la classica speziatura con coriandolo e bucce d’arancia. In pratica una birra fresca e rinfrescante, perfetta per queste giornate nonostante la pioggia, che sarà disponibile anche nel formato magnum.
Avete provato qualcuna delle birre qui presentate? Impressioni in anteprima?
Nessuna provata, e nessuna a breve nel mio frigo. ma vogliamo parlare di quanto spicca la creatività dei birrifici – e relativi birrai – italiani, nel trovare i nomi delle loro creature? “che Belle Gose” e “Staut in Puglia” spaccano!
A me “Staut in Puglia” non piace per niente, e lo dico da pugliese.
Spero cmq che la birra sia buona.
Bevuto la Cento Volte Forte al C’è Fermento di Saluzzo dove Francesco l’ha portata in anteprima. Una ottima interpretazione di una WitBier, fresca e profumata e citrica al punto giusto.