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Birre con poco alcol: scende in campo anche il Camra

La Pride'n'Joy di Weltons è una delle birre "leggere" che il Camra sta spingendo
La Pride'n'Joy di Weltons è una delle birre "leggere" che il Camra sta spingendo ultimamente

Negli ultimi tempi abbiamo visto come lentamente sta prendendo piede la moda di creare birre dal tenore alcolico estremamente contenuto. Le cause sono diverse: la voglia di battere una strada completamente nuova, il tentativo di restare immuni alla crescente valanga di interventi neo-proibizionisti, il desiderio di misurarsi con una sfida non semplicissima per ogni birraio. In passato abbiamo parlato della riscoperta di uno stile “leggero” come quello delle Mild, del lancio della How to disappear completely della scozzese Brewdog o delle esperienze italiane di Pausa Cafè (con la sua Dui e mes) e del Birrificio Italiano (la tecnica utilizzata per le Muse permette anche di ridurre il contenuto alcolico).

In questi primi segnali di un probabile futuro trend brassicolo si è inserito il Camra con un’idea alquanto geniale. Come si può leggere sul blog The Session Beer Project, infatti, l’associazione inglese ha proposto di azzerare le tasse per birre con un grado alcolico pari al 2,8% alc. o inferiore. La proposta avrebbe un duplice effetto: rivitalizzare un settore che recentemente è stato affossato da uno spaventoso incremento delle imposte e offrire una soluzione al problema sociale dell’abuso dell’alcol.

Oltre a rappresentare una grande sfida per i produttori, la proposta del Camra farebbe scendere di 0,60 sterline il costo di una pinta di birra “leggera”: in termini di valuta unica, una pinta verrebbe a costare poco più di 3,00 euro… direi non male. Il messaggio veicolato sarebbe duplice: da una parte viene premiato chi fa una scelta “consapevole”, dall’altra si rafforza la posizione del Camra nella tutela delle Real Ale contro le cieche politiche nazionali. Si tratta di una proposta piuttosto originale, che non tutti valuteranno allo stesso modo, ma che è interessante citare perché può concretizzarsi solo dal momento in cui esiste un certo interesse a produrre birre dal basso grado alcolico.

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Nanny StateUn trend che alla già citata Brewdog – una delle vittime più illustri dei rigurgiti neo-proibizionisti del mondo anglosassone – sembrano voler cavalcare con decisione. L’ultima birra progettata dal birrificio scozzese, infatti, spinge all’estremo questa filosofia. La futura Nanny State (il nome è tutto un programma 🙂 ) avrà un contenuto alcolico impressionante: solo 1,1% alc. Così ridotto da non poter neanche classificare il prodotto come “birra” per le norme scozzesi, rendendo immune la Nanny State dalla tassazione tipica dei prodotti brassicoli. Un escamotage non lontano dall’idea del Camra.

La nuova birra di Brewdog non si limiterà solo a questa caratteristica, visto che paraddosalmente sarà il prodotto più luppolato tra quelli dell’azienda. Sono stati usati oltre 60 chili di luppolo per l’unica cotta da 20 hl, portando teoricamente i livelli di IBU (il valore che misura l’amaro di una birra) a 225 unità. Ecco come viene presentata sul blog ufficiale:

E’ realizzata con i nostri luppoli preferiti e dai primi assaggi già appare sensazionale. La Nanny State riparte da dove la How to disappear completely si era fermata, spingendo il concetto di “bombe di luppolo” dal basso tenore alcolico a un nuovo livello e  innalzando il livello di pazzia di Brewdog di qualche tacca.

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Cosa ci riserverà il futuro? Cominceremo ad essere invasi da un’infinità di birre poco alcoliche o si rivelerà solo un fuoco di paglia? E voi come vedete questo nuovo indirizzo? Vi stuzzica o vi lascia indifferenti?

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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7 Commenti

  1. mah…se le “poco alcoliche” saran buone come quelle a tenore alcolico più elevato non mi preoccuperei…
    se invece tenderanno all’analcolica..beh…mi auguro che vengano bloccate al confine!!!!

  2. se si realizzaerà alla Brewdog, sostuendo per ogni grado alcolico l’equivalente di 100 IBU, dio ce ne scampi. per fortuna in UK birrai con altrettanto talento e indole meno provocatoria non mancano

  3. le birre a bassa gradazione sono un ottima soluzione per scongiurare i problemi legati al rischio patente, purtroppo da parte mia non ho mai bevuto una birra veramente buona del tipo alcool free.
    per mia esperienza l’amaro oltre un oltre un certo livello di IBU è praticamente indistinguibile, ho il sospetto che sia solo la solita trovata pubblicitaria.

  4. Per una volta che una brewdog magari poteva costicchiare di meno c’hanno messo il carico di luppolo come si dice a roma “a buffo” 😀
    Assaggeremo anche questa nonostante la mia preferenza per l’acool, altrimenti mi bevo altro 😀
    Mirko

  5. io sono fiducioso,la creazione precedente della brewdog l’ho apprezzata molto,se è vero che l’alcol carica è vero anche che può coprire,assaggiare un prodotto cosi luppolato e scoperto è stata un esperienza positiva,quindi sperò bene per la creazione successiva

  6. mah, perdonalmente non vedo di buon occhio tutto questo interesse a diminuire il tasso alcolico! la birra è un fermentato e ogni birraio deve essere libero (e spensierato) nel decidere di creare un prodotto più o meno alcolico o luppolato! in gran bretagna si stanno commettendo degli enormi errori a mio parere, distruggere la tradizione per un manipolo di coglioni ubriaconi! la soluzione-tassazione fa molto “stile italy”, abbatte indistintamente tutto! personalmente se il problema è talmente grave credo che bisognerebbe intervenire con un pò di mirato pugno duro! qualche giorno in cella ma ancor più la fedina penale sporca mi scoraggerebbero sicuramente più di una tassa esorbitante che invece mi fa soltanto incazzare, in quanto da modesto consumatore miro soltanto a godermi saltuariamente una buona birra, da solo o ben venga in compagnia!

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