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Nuove birre da Pontino, Hilltop + Amiata, Birradamare, PicoBrew e Menaresta

Appare ormai evidente che l’interesse per le New England Ipa si sia trasformato in una vera e propria moda, ripresa da tutti i principali movimenti birrari del mondo. In Italia non siamo da meno e accanto alle tante “juicy” lanciate negli ultimi mesi ora bisogna registrare anche la Brain Damage (6,5%) del Birrificio Pontino. Chiaramente la peculiarità principale è nell’aspetto, decisamente torbido, ottenuto aggiungendo una percentuale non indifferente di avena e frumento al classico malto d’orzo. Il luppolo è utilizzato esclusivamente in aroma (14 IBU) per enfatizzare le note di frutta tropicale, agrumi e fiori, accentuate ulteriormente dall’impiego di un lievito di origine britannica. La notizia è che l’approccio del Pontino con questo sotto stile ha portato alla nascita in contemporanea di due varianti della Brain Damage, aromatizzate con frutta.

Parlare di varianti non è totalmente corretto, perché le due creazioni non sono torbide, hanno un amaro più spiccato e, come accennato, prevedono l’aggiunta di frutta. Per la Brain Damage Goiaba (6,5%) è stato utilizzato l’omonimo frutto considerato miracoloso dalle popolazioni dell’Amazzonia, la cui polpa richiama toni sia di fragola che di arancia. La Brain Damage Cajù & Caja (6,5%) utilizza invece i due frutti tipici brasiliani, con il primo più secco e il secondo più tendente all’agrodolce. Le tre birre saranno presentate in contemporanea venerdì 12 maggio in diversi locali italiani, la lista dei quali è disponibile su Facebook.

Avverrà invece oggi 11 maggio la presentazione in anteprima assoluta della Stalking Hops presso il Barley Wine di Roma. È una collaboration brew tra il laziale Hilltop e il toscano Amiata, che si ispira allo stile delle Double Ipa. Aspettiamoci quindi una birra muscolare, dalla gradazione elevata (8%) e dalla grande potenza dei luppoli. Il nome deriva dagli insistenti tentativi che i birrai Conor e Gennaro hanno rivolto ai fornitori per ottenere la quantità (ingente) di luppolo richiesto dalla ricetta. Ci saranno riusciti? I nostri palati potranno rispondere questa sera nell’evento realizzato appositamente dal locale capitolino, durante il quale saranno presenti altre birre dei due produttori. C’è anche un dress code per l’occasione: felpa nera e occhiali da sole!

Restiamo nel Lazio per annunciare la creazione inedita che Birradamare ha realizzato per l’estate 2017. Si chiama Kino Kisi (4,5%) e la ricetta ricalca per gran parte quella della Weisse della casa, a eccezione di un dettaglio non certo secondario: è infatti prevista un’aromatizzazione tramite chinotto. L’idea è nata dall’incontro con Simone Neri, proprietario del marchio Chinottissimo e nipote di quel Pietro che – secondo alcune ipotesi – inventò la bevanda a base del medesimo frutto nel 1949. La Kino Kisi è dunque una classica birra di frumento di stampo tedesco, dove però emerge nell’aroma una netta sfumatura agrumata derivante dall’impiego del chinotto. Fresca e profumata, in effetti si adatta benissimo alle calde giornate all’orizzonte.

Dopo stili americani e tedeschi, spostiamoci mentalmente in Belgio per introdurre la Trip, sesta creazione della beer firm meneghina PicoBrew. Il birraio Pietro Tognoni ha voluto creare una Tripel molto fedele allo stile di riferimento, con un contenuto alcolico alto (9,5%), una grande valorizzazione del lievito belga (esteri fruttatti a go go) e una buona secchezza in chiusura. Se siete amanti delle tipologie d’abbazia vi sarà già venuta l’acquolina in bocca, come al sottoscritto. Spendo due righe per sottolineare l’ottimo lavoro compiuto da PicoBrew per le sue retroetichette: sono riportate tante informazioni utili, compresi i valori nutrizionali. Inoltre è esplicitato chiaramente il birrificio presso cui è prodotta la birra, con tanto di logo. Un lodevole esempio di trasparenza per il consumatore finale, che rappresenta sempre un valore aggiunto. La Trip sarà presente in anteprima al Tripel Pride del prossimo fine settimana.

 

 

E concludiamo la panoramica di oggi con un’altra Double Ipa, proveniente dal birrificio Menaresta. Il nome, Otto e mezzo, è sia un riferimento alla gradazione alcolica (8,5%, per l’appunto), sia un omaggio a uno dei più grandi capolavori del regista Federico Fellini. Molto vario il mix di luppoli impiegato: abbiamo Columbus, Simcoe, Cascade, Centennial e Saaz, mentre per il dry hopping sono state impiegate le varietà Hallertau blanc, Hull Melon, Chinook e Cascade. A proposito di dry hopping, indovinate quanti grammi di luppolo per litro sono stati usati? Esatto, 8,5. Che per la cronaca è una quantità ragguardevole. L’etichetta recita un bel “Ciak, si beve!” e noi non possiamo che seguire le indicazioni del regista.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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2 Commenti

  1. Il sito di PicoBrew è errato 😉

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