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Enyò 2009 e BB Evò: nuovi prodotti firmati Birra Boero e Barley

enyò-2009Anche quest’anno l’azienda Birra Boero lancerà la versione 2009 della sua Enyò. Questa birra, creata per la prima volta due anni fa, nasce da un splendido progetto di solidarietà, finalizzato al supporto degli abitanti dei villaggi del Togo. Tutto il ricavato sarà infatti devoluto all’associazione Onlus Mama Africa, che dal 2005, grazie all’esperienza di volontariato laico del prof. Enzo Liguoro, persegue una serie di micro-progetti di solidarietà, che riguardano operazioni chirurgiche, scolarizzazione, finanziamenti a realtà culturali, sovvenzioni ad imprese agricole e via dicendo.

La Enyò è una pils scura da 5,2% vol. prodotta con malti pils moravia e luppoli Saaz. Sarà imbottigliata nel formato da 50cl. e disponibile da domani mercoledì 2 dicembre. Il ricavato sarà destinato soprattutto ai bambini della casa famiglia di Togoville per i seguenti scopi: nutrizione, salute, scolarizzazione e formazione professionale. La Enyò sarà quindi una particolarissima birra di Natale, sicuramente lontana dalle caratteristiche di queste produzioni, ma senz’altro capace di incarnare lo spirito della ricorrenza. Si tratta di una nuova dimostrazione di quanto birra artigianale e solidarietà vadano a braccetto.

Per chi fosse interessato a sostenere questo progetto, riporto di seguito le informazioni basilari: le spedizioni avverranno tramite corriere espresso dal 9 dicembre; la birra sarà acquistabile in confezioni da 6 bottiglie (20 euro) o da 12 bottiglie (40 euro); le spese di spedizioni ammontano a 10 euro, indipendentemente dal numero di cartoni ordinati; è possibile pagare tramite bonifico bancario, carta di credito, Paypal o Postepay. Per ulteriori informazioni vi consiglio di consultare il pdf allegato o di contattare direttamente il birrificio.

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bb-evoPassiamo al rinomato produttore sardo Barley, che ha in rampa di lancio una nuovissima birra. Si chiama BB Evò e prosegue sulla strada battuta dal prodotto più famoso dell’azienda, la BB10. Come il nome suggerisce, si tratta proprio di un’evoluzione di quest’ultima, per la quale, come molti sapranno,  è impiegato mosto cotto (sapa) di Cannonau. La BB Evò invece prevede l’utilizzo di sapa di uve Nasco di Maracalagonis (CA), dalle quali si ottiene un antichissimo vino liquoroso.

La birra, che sarà disponibile da giovedì 3 dicembre, è lavorata per 3 mesi in tini d’acciaio, ai quali segue un periodo di maturazione e affinamento in bottiglia di oltre un anno. Il risultato è un Barley Wine atipico da 10% vol. che in questa prima versione sarà quasi totalmente privo di carbonazione… una sorta di “passito di birra”. Il secondo lotto di BB Evò, disponibile tra qualche mese, sarò invece normalmente gasato, più beverino e più luppolato.

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Questa la scheda di Kuaska sulla BB Evò:

Olfatto pulito e molto fine nel quale si colgono punte di uva bianca e di frutta amarognola, mandorla amara e una chiara avvisaglia di sano calore, creata da nette note di marasca sotto spirito. Nel palato conferma in pieno le caratteristiche di finezza e gentilezza e conferma altresì le note fruttate di uva e marasca e mandorla amara arricchite da punte erbacee e pepate oltre che a prevedibili note di frutta secca e toffee.

Barley wine “gentile”,  più secco del normale ma ricco di calore, più vicino come fruizione ad un fine cognac che ad un passito. Classica birra da meditazione, calmante e digestiva. Perfetta per un rilassante fine serata davanti al caminetto, godendosi un buon film in dolce compagnia, può comunque dare ampie soddisfazioni al palato anche a tavola  con grandi formaggi erborinati nonché con dessert a base di cioccolato, creme e confetture ma soprattutto con gli irresistibili e svariati dolcetti a base di mandorle, vanto della pasticceria artigianale sarda.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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12 Commenti

  1. I grandi Nasco passiti hanno anche una nota affumicata e di idrocarburo netta.
    Chissà se si sente anche nella Evò…sono curioso.

  2. io le note vinose non le ho mai sentite sulla bb10 ma non mi reputo un grande esperto dal fine olfatto.
    la produzione della sapa che in passato avveniva soprattutto con prodotti spontanei e poveri della campagna (es. fichi d’india), da quel che ne so io caramelizza la parte zuccherina del prodotto originale, in poche parole si sente ben poco del prodotto originale, se non un delicato caramello senza il sapore di bruciato del caramel ottenuto dallo zucchero.
    in Sardegna è famosa la Sapa di mosto, ma anche quella di fico d’india e di fichi, purtroppo ormai rarissime da trovare
    la sapa di mosto inoltre è usata nelle fasi di produzione del aceto tradizionale di modena.

  3. @Schigi
    L’uso della sapa di Nasco non è il trait d’union tra il vino Nasco e la birra con la sapa di Nasco, in quanto come ben sai, il lievito fa il suo lavoro e spariglia le carte.
    Da sperimentazioni precedenti sempre su base maltata Barley Wine e sapa di Nasco di Maracalagonis (che prese piede diversi anni fa per la prima volta) il risultato costante,tra gli altri, è sempre stato la ciliegia sotto spirito evidente…e anche questa volta, fino a che non è venuta fuori bene non l’ho messa in vendita 🙂
    A titolo di curiosità…l’uva Nasco utilizzata per la Evò è di Maracalagonis ed è la stessa che viene conferita anche agli Argiolas per il loro “Angialis”; la vigna è curata da mio cugino (vigna ereditata da mio nonno) e ovviamente non è l’unico conferitore.
    Altro termine di confronto vinicololo lo si può prendere dal Nasco della Cantina di Quartu S’Elena, in quanto vinificato soprattutto da uve Nasco di Maracalagonis…nella cantina giù di casa mia (la cantina sociale a Quartu non esite più da tempo).

    Ciao

    Nicola

  4. Grazie Nicola per le precisazioni.
    E’ che siccome nella BB10 ci sento nette le note di cacao e frutta rossa sotto spirito tipiche dei grandi Cannonau (in realtà più avvertibili nei liquorosi a base Cannonau/Grenache tipo Banyuls o Anghelu Ruju), pensavo (speravo) che lo stesso giochino di riproducesse per il Nasco.
    Certo che per togliere approvvigionamenti all’Angialis deve essere più che straordinaria!

  5. @Schigi
    Mio cugino Gianluca è come un fratello per me e tenermi 2 filari da parte per vendemmiarli quando ritengo opportuno (maturazione spinta, alto grado zuccherino per avere alla fine una sapa più densa)per lui non è un problema…o almeno spero 😉
    La sua vigna non è grossa, ma gli Argiolas mandano sempre un esperto per sincerarsi di persona della bontà dell’uva, per stabilire l’acquisto e la data esatta della vendemmia.

  6. @Schigi
    per rispondere in modo più completo alla tua più che lecita curiosità, posso dirti che in base alla sperimentazione fatta in un centro di ricerca sulla BB10, dopo 12mesi di lavoro (e su campioni di BB10 diversi a partire dal 2006) è risultato praticamente lo stesso profilo sensoriale che tu avverti con i tuoi sensi.
    La stessa analisi sensoriale l’abbiamo avviata anche sulla BB Evò ed è ventuo fuori dalle macchine (normalmente utilizzate e tarate per i vini passiti) un profilo aromatico più vicino ancora al vino rispetto alla BB10, ossia sono stati riscontrati ad es. l’acido malico, il tartarico, i polifenoli e vari esteri di fermentazione tipicamente riscontrabili nei vini.
    La conclusione che mi sento di dare per ora (ma siamo solo agli inizi di questo studio che durerà anni) è che il profilo “vinoso” più marcato nella BB Evò rispetto alla BB10 è forse (ma prendilo con le pinze per ora…) dato dal fatto che nella prima uso 3 malti mentre nella BB 10 ne uso 6. Quindi mi vien da pensare che la sapa abbia più possibilità di lasciare la sua impronta in un ambiente dove l’interazione lieviti-malti è meno marcata.
    Ora sulla BB10 sappiamo già tanto e i risultati di un anno di studi (su 3 anni di produzione) saranno presentati nel centro di ricerca proprio l’11 dicembre, ma sulla BB Evò abbiamo “solo” 1.5 anni di storico su questa birra…quindi siamo proprio agli inizi.
    I ricercatori sono molto fiduciosi sulla riuscita di questa sperimentazione e io più di loro 😉

  7. @paolomazzola

    Ciao Paolo,
    sulla BB10:
    pH=4,25, dopo 180gg. di affinamento in bottiglia (con andamento oscillante di poco, ma mediamente sempre su questo valore)
    Acidità espressa in ml di NaOH, dopo 180gg. :36,63 (24h dopo l’inoculo del lievito=36,00)

    Ciao

    Nicola

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