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Le nuove birre dei produttori internazionali

dupontCome capita di tanto in tanto, diamo un’occhiata alle nuove birre che presto invaderanno (o hanno da poco invaso) il mercato internazionale. Partiamo da una notizia fresca fresca, che arriva direttamente dal blog Thirsty Pilgrim, secondo il quale la belga Dupont avrebbe in serbo per il prossimo aprile una versione speciale della sua celeberrima Saison, realizzata con il metodo del dry-hopping – a grandi linee questa tecnica consiste nell’aggiungere luppolo fresco direttamente durante la fermentazione. Sarà prodotta una sola volta all’anno e disponibile in numero limitato: si parla di circa 250 fusti e dalle 300 alle 500 bottiglie formato Magnum. Se saranno fortunati, i non pochi amanti di questa birra potranno provare un’interessante variazione sul tema.

terrapin-beer-logoRestiamo parzialmente in Belgio per parlare di una nuova collaborazione, che coinvolge il birrificio De Proef (non nuovo a iniziative del genere) e l’americana Terrapin. Occhio perché la moda di “imperializzare” gli stili classici ha raggiunto un nuovo, esilarante confine: il prodotto finale sarà infatti una Imperial Flanders Red Ale, con buona pace di chi si è ampiamente stufato di questa triste moda. Presumibilmente la primizia in questione sarà disponibile a inizio agosto, come riportato da Beernews.

glissadeVisto che abbiamo citato un birrificio statunitense, voliamo negli USA, dove i produttori difficilmente rimangono con le mani in mano. Allora ecco una rapida rassegna di novità pubblicate dal blog The Beer Spot News. Hoppin’ Frog fa fede al suo nome e ha pronta una nuova bomba di luppolo: è la Fresh Frog Raw Hop, una Imperial Pale Ale realizzata con luppoli americani freschissimi, che dovrebbe fare dell’equilibrio il suo punto forte. La Flying Dog ha invece ufficializzato la sua nuova Raging Bitch, una IPA in stile belga nata per celebrare il 20mo anniversario del birrificio. E’ prodotta con lieviti di origine belga, i cui esteri fruttati ben si sposano con le note citriche del luppolo. Ancora dallo stesso sito veniamo a conoscenza di un nuovo prodotto targato Sierra Nevada: si tratta della stagionale Glissade Golden Bock, una bassa fermentazione realizzata con malti tedeschi, ideale per riscaldarsi durante le giornate invernali.

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left-hand-good-jujuRapidamente altre novità dagli States. Rogue ha annunciato le nuove John John Ale (una Dead Guy Ale maturata nelle botti del whisky della casa), Chatoe Dirtoir Ale (prodotta con luppoli freschi) e Double Mocha Porter (versione “doppia” della sua rinomata Stout). Left Hand invece ha lanciato la Good Juju Ginger Ale (prodotta con zenzero) e la 400 Pound Monkey (una classica IPA in stile anglosassone).

mikkeller-1000-ibuTorniamo in Europa e più precisamente in Danimarca, per raccontare le novità che ha in serbo Mikkeller. Partiamo allora dall’ennesimo provocante esperimento, la 1000 IBU, che, come il nome suggerisce, è una birra dall’incredibile valore di 1.000 unità d’amaro (in linea teorica). Sui forum internazionali (e non) si sono subito accese polemiche sull’utilità di un simile prodotto, tanto che lo stesso produttore ha deciso di chiarire la propria posizione. Sinceramente rimango interdetto quando leggo frasi come:

Noi moderni birrai europei amiamo le innovazioni e le intuizioni particolari, triaiamo ampia ispirazione dai più importanti birrifici americani.

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mikkeller-hoppy-easterUn’altra novità di Mikkeller riguarda l’ultimo arrivo tra le Single Hop IPA, prodotta con solo luppolo East Kent Golding. Si tratta della decima birra di questa serie speciale… cosa vi aspettereste quindi da un birrificio “ad effetto” come Mikkeller? Esatto: una birra prodotta con tutti i 10 luppoli delle 10 birre della linea Single Hop. Questo ulteriore esperimento si chiama Mikkeller 10 ed è un’American Style India Pale Ale da 6,9% alc.

Le restanti novità del birrificio danese sono la I Beat yo U, l’ennesima “hop bomb”, e la stagionale Hoppy Easter, una (rullo di tamburi) German Style India Pale Ale. Almeno l’etichetta è simpatica…

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abstraktConcludiamo con un altro birrificio eccentrico, lo scozzese Brewdog, che ha recentemente annunciato una nuova linea di birre, chiamata Abstrakt. Sarà una serie di produzioni molto creative, ognuna delle quali rilasciata in numero limitato e rifermentata in bottiglia. Le prime quattro birre Abstrakt lasciano però ampi dubbi sulla reale creatività che dovrebbe caratterizzarle: si parla di una Quadrupel belga con bacche di vaniglia, un’Imperial Ale con fragole e pepe nero maturata in botti di rovere, una Double Imperial Red Ale e una versione della Tokyo* maturata in botti di whisky con l’aggiunta di lamponi.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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29 Commenti

  1. cmq non capisco ancora che significa 1000 ibu, quanto luppolo usano in verità?.
    ho fatto un infuso di genziana e vi posso assicurare che sembra che abbia 10.000 ibu ^^

  2. scusate l’ignoranza da principiante….ma con IMPERIAL che cosa si intende? cioè in alcune non ho sentito ste gran meraviglie di gusti che magari il blasonante nome potrebbe richiamare…
    Grazie!

  3. @cla
    bella domanda 🙂 solitamente l’aggettivo Imperial sta ormai a indicare una variazione più forte di uno stile classico. L’origine credo che derivi dalle Imperial Russian Stout, create inizialmente in UK per lo zar di Russia. Erano una variante più alcolica delle classiche stout, visto che occorreva trovare un modo per preservare la birra durante il viaggio (esattamente come per le IPA). Essendo versioni più forti delle stout, l’aggettivo Imperial è stato loro “rubato” nel senso che ho descritto. Mettici poi che il termine “Imperial” ha anche delle connotazioni particolari, che ben si adattano a birre muscolari, e il gioco è fatto.

    Così inizialmente si sono diffusi sottostili come le Imperial IPA (IPA più alcoliche e super luppolate), fino a raggiungere limiti ridicoli con veri e propri controsensi (Imperial Mild, Imperial Pils…), tutto in nome del marketing e del “fa fico”.

  4. …e se il 2012 rappresentasse invece l’ecatombe per il mondo birrario??? Forse già i Maya sapevano…Del resto le mode hanno lo spazio di un paio d’anni, soprattutto quando di Imperial molte cose hanno soltanto il prezzo.

    A parte la considerazione nostalgica, noto qualche produzione veramente interessante da bere, l’Imperial Flanders red ale sono molto curioso di assaggiarla.

  5. Non so, personalmente mi hanno un po’ stancato certi esperimenti estremi…un giorno esce una birra da 27 gradi, un’altro esce una birra da 1000 ibu (a me piacciono le birre amare, ma se facesse davvero 1000 ibu comincio a chiedermi se sia potabile!), un altro una imperial mild.
    Non vorrei sembrare retrogrado, va bene la sperimentazione, però personalmente apprezzo sempre di più birre equilibrate e che si lasciano bere, e sempre meno birre estreme che escono con il proposito di spaccare il mercato.
    Visto che è stato citato Brew Dog: pochi giorni fa ho bevuto una Nanny State, mentre stasera una 77 Lager. So per certo che non berrò mai più la prima (anche se sul momento può essere stuzzichevole provare una bomba atomica di luppolo come questa), così come so per certo che berrò ancora tante e tante volte la seconda.

  6. Mmm..Magnum di Dupont..Dentro c’è anche la grassona del baretto in piazza a Tourpes?
    I giocolieri nordici si levino almeno il cappello.

  7. @ SR: Stefano quel Giuda di Dupont ha iniziato anche lui a fare le birre in edizione limitata! ma ci pensi? non c’è più religione, non ti senti come una coltellata nel fegato? 😛

  8. @Bienk

    ti ho risposto su MoBI. certo che se una botta di dry hopping è mikkellerismo, quello conservatore mi sa che sei tu… cmq io vado oltre il Colonna d’Ercole e giungo ad auspicare una diffusione virale di birre-pagliacciata, con una propria identità, nicchia di mercato e consumatore dal portafoglio gonfio. i peones come me dovranno rifugiarsi al Macche della situazione a stappare Westvleteren Blonde a 3 euri la bottiglia, da smaltire che una blonde da 6° se la bevono solo gli sfigati

  9. >i peones come me dovranno rifugiarsi al Macche della situazione a stappare Westvleteren Blonde a 3 euri la bottiglia, da smaltire che una blonde da 6° se la bevono solo gli sfigati

    ma magari a 3 € , vengo anch’io , ieri sera ho bevuto una tappo blu.

    non mi riferivo al dry hopping (sia benedetto) , mi riferivo alla cosa dell’edizione limitata che di conseguenza ne alzerà l’appeal tra i cosidetti beergeeks che ne alzeranno la domanda ed il prezzo si adeguerà di conseguenza come per tutte le cose difficili da trovare, poi di là ho capito il tuo punto di vista.

    io non la vedo sta catastrofe , per me c’è posto per tutti , se Dio vuole abbiamo il libero arbitrio che permette di scegliere cosa comprare e cosa lasciare sugli scaffali, la stessa sera mi posso bere una Witkap Stimulo e dopo una gran reserva batch 0001 de stoca… 🙂

    se alle edizioni limitate per pochi si continuano a portare avanti le gloriose birre base è tutto ok

  10. >SR: pfui! io una Imperial Bock nel Deserto della Morte. attendo con terrore l’avvento delle Imperial Weisse

    Toccalmatto fa la double blanche o una roba del genere 😀

  11. @Bienk

    son d’accordo sul libero arbitrio soprattutto c’è la possibilità di fare movimento di opinione, di dare elementi al consumatore per decidere e di responsabilità del consumo in generale (non etica, culturale e di portafoglio). siamo giusto a qualche anno luce, in generale, perché credo sia contrario alla natura umana applicate alle masse (soprattutto quelle che pensano di saperla lunga). e su questo ci marciano. quando vedrò tutti i fusti marci di Bashsh in circolazione (mi risulta anche tu fortunello ci sia inciampato) venire recapitati da un B-52 al mittente potremo incominciare a parlarne… anche perché mi devi ancora convincere che si beva meglio oggi rispetto a 10 anni fa (prima non c’ero e non parlo dell’Italia ovviamente). sai quanto mi sarebbe piaciuto vedere un movimento di vintage, non nel senso di annata o invecchiamento, ma in quello del recupero (anche storico e di immagine) di tradizioni a l’ancienne? abbi pazienza, quando avranno grattato il fondo del barile del nonno morto, si inventeranno anche quello

    io cmq parlavo di Imperial Weisse: più alcool, più corpo, più fenoli e magari, perché no, una bella spazzolata di luppoli americani… arriveranno, dai tempo al tempo…

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