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Nuove birre da Extraomnes + Ritual Lab, Lambrate, Picobrew e altri

Fino a qualche anno fa capitava di tornare dai viaggi birrari con una certezza: all’estero la qualità della birra artigianale era enormemente superiore a quella italiana. Oggi non so se la situazione è migliorata considerando il livello medio nazionale, ma di sicuro le nostre eccellenze hanno compiuto un ulteriore salto di qualità. Attualmente i migliori birrifici italiani non sfigurano di fronte alla crème de la crème degli altri paesi e sono sempre di più i nomi che possiamo orgogliosamente opporre ai produttori del resto del mondo. Tutta questa premessa per introdurre la prima birra inedita della panoramica odierna, creata in collaborazione tra due dei più quotate aziende brassicole italiane: Extraomnes e Ritual Lab. An Enigmatic Side Of a Belgian Mind (7,5%) fonde le specializzazioni dei rispettivi birrifici: è una Belgian Strong Ale dorata, fermentata con lievito Trappist e luppolata con varietà Enigma. Dovrebbe essere disponibile proprio in questi giorni, ma occhio che potrebbe finire velocemente.

Rimanendo sulla stretta attualità, è da qualche ora disponibile alle spine del Birrificio Lambrate di Milano la Cucumbeer (5,9%), creata dal produttore meneghino in collaborazione con il Craftzentrum di Berlino – in realtà su Facebook si legge che alla cotta hanno partecipato anche Fyne Ales e il Brewdog della capitale tedesca. A ogni modo la ricetta è quella di una IPA molto sui generis, che prevede una percentuale di avena maltata e luppoli Chinook, Simcoe e Mosaic (quest’ultimo in dry hopping). Ma soprattutto contempla l’aggiunta di 22 kg di purea di cetriolo, che chiaramente contribuisce a caratterizzare il profilo aromatico in maniera molto peculiare. Se il risultato confermerà le aspettative a cui ci ha abituato il Lambrate, allora ci troveremo al cospetto di una perfetta ammazza-sete per questo scampolo finale di estate.

Restiamo a Milano per segnalare l’ultima nata in casa Picobrew, che rispetta la filosofia produttiva dell’azienda: concentrarsi su basse fermentazioni o su stili ispirati al patrimonio del Belgio. Nella fattispecie siamo nel secondo gruppo, in quanto la nuovissima Twaaf (10,2%) è modellata sullo stile delle Quadrupel, non molto diffuso in Italia – ma per la verità neanche all’estero. Il nome significa “dodici” in fiammingo, un riferimento non tanto al grado alcolico, quando al numero di birre che hanno fatto da “muse” per il birraio Pietro Tognoni – compresa la mitica Rochefort 10. La ricetta è molto fedele all’originale: nessuna aromatizzazione e aggiunta di zucchero candito. Color tonaca di frate, è una birra ricca e avvolgente, ma con una chiusura secca. La prima cotta ha riposato 4 mesi in bottiglia e sarà presentata ufficialmente venerdì 21 settembre al pub itinerante sul Naviglio Grande.

Da uno stile belga poco battuto passiamo a uno regionale tedesco, rappresentato dalla Kloe (5%) del Birrificio della Granda, produttore sempre più attivo e spesso presente nelle nostre ultime carrellate. La ricetta è ispirata alle Kölsch, le birre ad alta fermentazioni tipiche di Colonia, in cui convivono splendidamente elementi di eleganza, rusticità, carattere e bevibilità. A un palato inesperto possono sembrare facili tanto da bere quanto da produrre, in realtà sappiamo bene che la sfida è nella loro apparente semplicità: destreggiarsi con le Kölsch è un vero rompicapo per ogni birraio. Il Birrificio della Granda ci ha provato anche per proporre sul mercato una birra con la quale avvicinare nuovi consumatori in cerca di prodotti dal gusto immediato. Un obiettivo che speriamo riesca a perseguire con successo.

E concludiamo con un’immancabile New England IPA, realizzata dal birrificio Altotevere di San Giustino (PG) e disponibile dalla scorsa settimana. Il nome è semplicemente DDH NEIPA (6,5%), dove il primo acronimo significa “double dry hopping”, cioè una versione rinforzata della classica luppolatura a freddo. A proposito di luppoli, sono state impiegate le varietà Amarillo e Mosaic, provenienti dall’Oregon, ed Enigma, originario dell’Australia. Sì, è proprio la stessa tipologia della birra di apertura; così chiudiamo il cerchio e ci prepariamo a ricominciare la stagione assaggiando queste interessanti novità.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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