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Nuove birre da Rurale, Argo, PLB, Crak, Turbacci e Gilda dei Nani Birrai

Le birre collaborative sono una costante delle nostre panoramiche sulle novità dei birrifici italiani. Quasi sempre riguardano due produttori che uniscono le loro forze per creare qualcosa di inedito, ma talvolta l’iniziativa può coinvolgere molti altri attori, non necessariamente birrifici. È il caso della Big Boy (8,2%) annunciata qualche giorno fa dal brianzolo Rurale e realizzata con il supporto di 6 locali: Beer Counter, Beer Show, Beerstrò, Old Distillery e i due The Kitchen di Galliate e Casorezzo. La birra è definita una Double Rye IPA, quindi una versione più muscolare delle classiche India Pale Ale di ispirazione americana, che prevede una percentuale di segale a integrare il classico malto d’orzo. Non è una collaborazione completamente inedita: la scorsa primavera un sodalizio tra Rurale e gli stessi pub (a esclusione di Old Distillery) aveva dato vita alla Rye Gang, sorella maggiore della Big Boy. L’evento di presentazione si è tenuto venerdì scorso, quindi la birra dovrebbe essere ancora disponibile proprio in questi giorni.

È “big” anche la novità proveniente dal birrificio Argo, battezzata non a caso Big Forty (14%). Quaranta sono infatti gli anni del birraio Stefano Di Stefano, che si è voluto togliere lo sfizio di celebrare il suo recente compleanno con una birra importante, con la quale omaggiare anche la sua passione per i distillati. La Big Forty è un potente Barley Wine maturato in botti originali di whisky scozzese delle Highlands – l’azienda non è stata rivelata, ma sappiamo che opera nello Speyside – e che si caratterizza per un profilo complesso e strutturato, nel quale vi si ritrovano note di caldarroste, ciliege sotto spirito, carrube, crema di nocciola e, ovviamente, una sfumatura torbata proveniente dalla maturazione. Morbida e calda al palato, non disdegna un finale secco tipico del whisky. Ulteriori informazioni sul sito di Argo.

Dall’Emilia spostiamoci in Romagna, dove Podere La Berta ha da poco lanciato sul mercato la sua Tèra (7,5%), che rientra nello stile delle Italian Grape Ale. La ricetta prevede infatti l’impiego di un 20% di mosto di uva Sangiovese aggiunto a fine fermentazione, in grado di ampliare il ventaglio aromatico grazie alle sue peculiarità organolettiche. Il contributo del vino di avverte anche al gusto, donando freschezza e una leggera acidità al carattere pur sempre “brassicolo” della Tèra. Di colore rosa antico, questa birra si contraddistingue per profumi di frutta rosa, viola e, più in lontananza, spezie. Si abbina molto bene con dolci di pasta frolla e crema pasticcera, ma ha una sua dignità anche da sola, come aperitivo. La Tèra sarà prodotta una volta l’anno, nel periodo di vendemmia. Per saperne di più potete consultare il blog e il sito di PLB.

Vista la stagione in corso non è insolito aver incontrato finora solo birre molto forti, ma sappiamo che esiste sempre l’eccezione alla regola. E in questo caso l’eccezione è rappresentata dalla After Sauna Pils (5,2%) del birrificio Crak, realizzata in collaborazione con i norvegesi di Sleeping Village. Nata dall’amicizia con il birraio Stephen Andrews (ex Nogne O), è una Pils perfetta come bevuta defaticante tra una birra natalizia e l’altra. La particolarità della ricetta risiede nell’impiego di solo orzo locale, coltivato in autonomia e poi fatto maltare a Bamberga. Una Pils fuori stagione, e quindi ancora più interessante.

E concludiamo con due Tripel, stile di origine belga ben più adatto all’inverno. La prima arriva dallo storico birrificio Turbacci di Mentana (RM) ed è stata battezzata semplicemente Triple (8,5%). Di colore oro intenso e leggermente velata, presenta un bouquet piuttosto complesso, nel quale si rintracciano sentori di cereale, crosta di pane, miele, fiori di campo e, soprattutto, frutta matura proveniente dagli esteri del lievito. Come da copione in bocca è dolce all’attacco ed elegantemente amara sul finale, con una discreta secchezza a chiudere. La nota etilica si percepisce come un caldo abbraccio, tutt’altro che sconveniente durante le fredde serate del periodo.

Chiaramente molto simile è la Clerus (7,5%) de La Gilda dei Nani Birrai, produttore toscano attivo da fine 2013. In questo caso il colore vira più sull’ambrato chiaro, ma a differenziarla dalla Triple di Turbacci (e quindi dal modello classico di riferimento) è l’aggiunta di miele di erica e di acacia durante il processo produttivo. L’ingrediente speciale caratterizza il profilo aromatico, dove si fonde con i toni decisi di frutta matura. Al tatto regala rotondità e accompagna la calda nota alcolica, senza compromettere il finale abbastanza secco tipico dello stile. Un sicuro antidoto contro il freddo, come quello che sembra preparare il chierico disegnato sull’etichetta della Clerus.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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