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Nuove birre da Canediguerra, Brasseria della Fonte, Pontino, Picobrew e Golden Pot

Ieri abbiamo passato in rassegna alcune birre inedite dei birrifici italiani, che tuttavia si sono rivelate essere dei semplici pesci d’aprile. Così oggi per riprenderci dalla delusione – ammesso che vi piaccia l’idea di bere una birra alla carbonara! – torniamo a occuparci delle vere novità dei nostri produttori, che come sempre non mancano. E partiamo come ormai consuetudine da una collaboration brew: quella tra il piemontese Canediguerra (sito web) e lo sloveno Reservoir Dogs (sito web). Se siete attenti lettori di Cronache di Birra ricorderete che il sodalizio tra i due birrifici si era già concretizzato in occasione della Beware of Dogs, una Gose con mosto d’uva; ora invece è la volta della Styrian Imperial Pils (7,2%), una sorta di upgrade delle classiche basse fermentazioni boeme, per la quale è stato utilizzato solo luppolo coltivato nella regione della Bassa Stiria. Aspettiamoci dunque una birra elegante ma anche di carattere, disponibile in bottiglia e in fusto.

Due sono le novità provenienti dalla Brasseria della Fonte (sito web), che per queste sue ultime creazioni ha seguito filosofie produttive assai diverse tra loro. La prima è ispirata alla tradizione e si chiama Best Bitter (3,9%): siamo quindi al cospetto dell’omonimo antico stile anglosassone, che punta alla valorizzazione della parte maltata (bilanciata da una delicata luppolatura) e alla facilità di bevuto. Il birraio Samuele Cesaroni ha predisposto un grist con malti Maris Otter, Monaco e Crystal, oltre a una percentuale di avena in fiocchi e Roasted Barley. I luppoli invece rappresentano un mix tra classico e moderno: Cascade per l’amaro e Fuggle per l’aroma. L’idea è di mantenere la Best Bitter in produzione costante durante tutto il corso dell’anno.

La seconda novità dell’azienda toscana è invece Assassin Fog (4,2%), ispirata nel nome a uno dei capolavori del regista John Carpenter e nella ricetta dalle moderne New England IPA, qui nella loro incarnazione “session”. La base fermentescibile è composta da malto Pils, avena maltata e un 20% di malto Monaco, mentre la fermentazione è a opera del lievito Ateflow London III, perfetto per amplificare il profilo fruttato di queste birre. Interessante il lavoro sui luppoli (varietà Citra e Galaxy), impiegati sia in pellet che in formato cryo e aggiunti anche in dry hopping, ma senza perseguire inutili eccessi (“appena” 5 g/L). L’idea è di spingere sul luppolo, protagonista dell’Assassin Fog, ma lasciando spazio anche alla parte maltata. Se siete curiosi di assaggiarla potrete farlo in anteprima all’evento Hoppy Days in partenza nel fine settimana al So Good di Roma.

Si chiama invece Acid Queen (4,5%) ed è stata presentata solo qualche giorno fa la nuovissima creazione a firma Birrificio Pontino (sito web). In questo caso entriamo nel dominio delle Catharina Sour, specie di Berliner Weisse che prevedono l’aggiunta di frutta (solitamente esotica). La ricetta si dipana lungo tre tappe principali: un’acidificazione del mosto prima della bollitura tramite fermenti lattici, un’aggiunta di purea di fragole e kiwi giallo (IGP) durante la fermentazione, un dry hopping di Citra per esaltare gli aromi di frutta. Il risultato è quindi una birra molto profumata e tendenzialmente acida, che ben si presta alle calde giornate all’orizzonte. Tra gli ingredienti compare anche l’inevitabile frumento, nonché una più insospettabile vaniglia. Il kiwi giallo è invece protagonista di un’altra storica produzione del Pontino, sapere dirmi quale?

Due anche le novità lanciate recentemente dal meneghino Picobrew (sito web). La prima di chiama PiCompleanno 2019 (8%) e come immaginerete è stata brassata per il terzo compleanno del pub itinerante di Milano. Il birraio Pietro Tognoni accarezzava da tempo l’idea di produrre una Hoppy Tripel e per l’occasione ha creato una ricetta da zero. I luppoli sono tedeschi di nuova generazione (Mandarina Bavaria, Hallertau Melon, Aurora) e americani (Citra, Amarillo) e sono stati usati sia in bollitura che in dry hopping, ma nel secondo caso evitando inutili eccessi. È una birra forte, ma anche facile da bere e ben equilibrata tra le varie componenti (malto, luppolo, lievito).

La seconda inedita di Picobrew di chiama semplicemente Navigli (5,8%) ed è stata realizzata appositamente per il locale Navigli Craft Beer di Milano. La ricetta si ispira alle Kölsch poiché si presenta di colore dorato cristallino e con un buon profilo maltato, ma soprattutto è il frutto della fermentazione di un lievito ad alta lasciato lavorare a temperature più basse del normale (15° C). L’amaro comunque è ben definito da un’attenta luppolatura (varietà Mandarina Bavaria e Hallertau Melon), mentre la bevuta è facilitata da un decisa secchezza. La Navigli vuole essere un inno alla rinascita birraria di una zona della città da sempre devota al vino e ai cocktail: speriamo che questo prodotto velocizzi l’inversione di tendenza!

E concludiamo la panoramica di oggi con la Dublin Brown Porter (4%), la “scura” che il Golden Pot (sito web) di Guidonia (RM) ha realizzato per il recente San Patrizio. La ricetta è molto interessante, perché il grist è costituito da sei diversi malti, tra cui una percentuale affumicata in casa ricorrendo a torba scozzese e a tre legni differenti (melo, ciliegio e hickory). Una birra molto old style per tutti gli amanti delle tradizioni brassicole – compreso il sottoscritto – creata anche in questo caso in collaborazione con Nicola “Nix” Grande. La Dublin Brown Porter è naturalmente disponibile presso il locale situato alle porte di Roma.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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2 Commenti

  1. “Il kiwi giallo è invece protagonista di un’altra storica produzione del Pontino, sapere dirmi quale?”

    Ovviamente della 41° parallelo che è una farmhouse ale con il kiwi giallo di Latina come ingrediente caratterizzante.
    Di questa birra vi è inoltre la versione “barrel aged” nella quale, rispetto alla prima, è presente una delicata aciditá che, personalmente, ho trovato molto gradevole.

    • Esatto! Tra l’altro la versione in legno fu presentata nell’ultima edizione di Fermentazioni e fu una bellissima sorpresa

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