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Nuove birre da Carrobiolo, Tank Project, Dada, Babylon e Balabiott

Il Birrificio Carrobiolo è un produttore a mio parere troppo spesso sottovalutato, che negli ultimi anni ha rinnovato la sua produzione lanciandosi in sperimentazioni talvolta ardite, ma sempre supportate dal profondo studio del birraio Pietro Fontana. Sulla scia di questa tendenza recentemente ha lanciato due nuove birre con cui apriamo la carrellata di oggi sulle novità dei birrifici italiani. La prima si chiama Wheat Not? (4,7%) ed è costruita sul modello di uno stile immaginato ad hoc, che potremmo definire American Wheat Lager. E’ dunque una bassa fermentazione realizzata con un 25% di frumento crudo dell’antica varietà Perciasacchi, che conferisce note di camomilla e mandorla e morbidezza al palato. Queste sfumature aromatiche incontrano quelle di cocco, melone e lime provenienti dalle varietà di luppolo utilizzate (Sorachi Ace e Mandarina Bavaria). La Wheat Not? è frutto della collaborazione con il Rise Live Bistrot di Vimercate (MB).

La seconda inedita a firma Carrobiolo si chiama invece Nøipa (4,7%) e si inserisce di diritto nel fenomeno della riscoperta del Kveik in chiave moderna. Questo lievito ancestrale originario della Norvegia – anche se dovremmo parlare di diversi ceppi di lievito – è alla base delle omonime birre locali, tradizionalmente prodotte all’interno delle fattorie. Per le sue straordinarie peculiarità (in particolare la capacità di fermentare tranquillamente a temperature anche superiori ai 40° C) il Kveik è oggi sperimentato per altre tipologie brassicole, come Pale Ale torbide. E rientra proprio nella categoria delle Juicy Pale Ale la Nøipa di Carrobiolo, che oltre al particolare lievito prevede l’impiego di luppoli Galaxy e Huell Melon e una percentuale di avena e malto Chit. Il Kveik regala intriganti note di arancia, che si fondono con quelle agrumate e tropicali derivanti dal luppolo.

Dalla Brianza ci spostiamo a Roma, dove dobbiamo segnalare la nascita di Tank Project, “contenitore” di collaborazioni brassicole ideato da cinque ragazze attive nel panorama birrario della Capitale: Deborah Natale (Brewdog Bar), Serena Corrado (Birra+), Federica Vecchietti (Jungle Juice), Lucrezia Truzzi (social media manager) e Julia Rasmussen (Jungle Juice). Il primo frutto di questo progetto è la Ukiyo-E (4,3%), una Session IPA facilissima da bere, caratterizzata da un aroma resinoso, erbaceo e floreale e decisamente amara nel finale. Sarà presentata sabato 4 maggio in un evento itinerante che si svolgerà durante tutto il corso della giornata e che toccherà tre ovvie tappe: Brewdog Bar, Birra+ e Jungle Juice. La Ukiyo-E è il modo migliore per far conoscere Tank Project, che tuttavia non limiterà la sua attività solo alla creazione di birre collaborative: per saperne di più vi rimando ai rispettivi profili Facebook e Instagram.

A proposito di collaborazioni interessanti, se siete amanti delle tradizionali birre europee sarete sicuramente attirati dall’ultima creazione del Birrificio Dada di Correggio (RE), realizzata insieme a Spezial di Bamberga e alla Brauhaus Nittenau (Alto Palatinato). La birra si chiama Roggen Rauch Seidla (5,3%) ed è una bassa fermentazione delicatamente affumicata e “pericolosamente” facile da bere. E’ stata realizzata con il famoso malto affumicato di Spezial, il lievito di casa Nittenau e malto Pils affumicato artigianalmente da Dada su legno di melo e frassino. Inoltre dal nome si intuisce la presenza di una percentuale di segale. Presentata in anteprima durante il Frankenbierfest di Roma, dovrebbe ancora essere disponibile presso la tap room di Dada e nei prossimi eventi a cui parteciperà il produttore emiliano.

Restiamo nell’ambito degli stili di stampo tedesco con l’ultima nata in casa Babylon (sito web), giovane birrificio della provincia di Ascoli. La Thug Life (6,5%) è una classica Bock brassata con il tradizionale metodo dell’ammostamento per decozione e poi sottoposta a una lunga maturazione a freddo (lagerizzazione). Il processo produttivo rende il profilo aromatico estremamente pulito, valorizzando i toni biscottati e caramellati provenienti dai malti. Dal corpo medio, è una birra sostanzialmente dolce ma anche piuttosto equilibrata grazie al finale secco. E’ stata presentata ufficialmente lo scorso 12 aprile preso la tap room del birrificio, spillata direttamente a caduta. Un altro omaggio all’arte brassicola tedesca da parte di un produttore che ha velocemente scalato diverse posizioni nel panorama nazionale.

E chiudiamo con un’Italian Grape Ale e nello specifico con quella lanciata recentemente dal birrificio Balabiott (sito web) in collaborazione con la Cantina Garrone. La Moma (7%) è prodotta con un 30% di mosto di uve Nebbiolo e non prevede inoculo del lievito per la fermentazione primaria: in altre parole quest’ultima è attivata spontaneamente dai microrganismi (lieviti e batteri) presenti sulle bucce delle uve non trattate. La maturazione avviene in acciaio, mentre è prevista una rifermentazione in bottiglia. Contraddistinta da un particolare color rosato, la Moma risulta fresca e leggermente acidula, con il contributo della frutta che ovviamente domina il profilo aromatico. Come riporta La Stampa, lo studio grafico dell’etichetta è stato affidato all’azienda Chimbo.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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