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Nuove birre da Loverbeer (con Moor e Lervig), Rurale, Brasseria della Fonte e altri

Il birrificio Loverbeer ha sempre rappresentato una fattispecie molto peculiare nel panorama brassicolo italiano.  Oggi con l’ascesa delle cantine brassicole e in generale delle birre acide le sue caratteristiche possono sembrare più scontate del normale, eppure quando aprì i battenti quasi 10 anni fa portò una ventata di novità (e di follia) tra i produttori italiani. Sebbene oggi le creazioni di Valter Loverier possano apparire in linea con i trend del momento, egli in realtà è sempre rimasto piuttosto impermeabile alle mode. Le collaborazioni di Loverbeer ad esempio si contano sulle dita di una mano, quindi non possiamo che accogliere con curiosità la nuovissima Sanbiki (8,6%), nata dall’incontro con due importanti birrifici europei: l’inglese Moor (sito web) e il norvegese Lervig (sito web). La ricetta racchiude i tratti distintivi delle tre aziende: il luppolo Loral è stato scelto da Mike Murphy (Lervig), i malti tradizionali suggeriti da Justin Hawke (Moor) e la tecnica di fermentazione (in tini di rovere con lieviti selvaggi della casa) proposta da Valter. Il risultato è una “wild” Pale Ale profumata e delicatamente acida, molto facile da bere.

Quest’anno cade il decimo anniversario del Birrificio Rurale (sito web) e per la ricorrenza il produttore lombardo ha in serbo una serie di novità accomunate dallo slogan Ten Years Old: tre birre inedite che presumibilmente saranno altrettante reinterpretazioni di prodotti storici dell’azienda. La prima non poteva non essere la riformulazione in chiave moderna della Terzo Miglio, battezzata per l’occasione DDH Pale Ale (6,3%). L’anima dell’ammiraglia del Rurale acquista dunque toni “hazy”: l’aspetto cristallino lascia spazio a una leggera torbidità, la secchezza si trasforma in morbidezza e il ventaglio aromatico si sposta sulla frutta tropicale. La DDH Pale Ale è stata presentata lo scorso 24 aprile in contemporanea in più di 100 locali italiani: se vi siete persi l’evento di anteprima, sappiate che a metà maggio sarà annunciata la seconda rivisitazione di Ten Years Old. Quale birra di Rurale sarà reinterpretata questa volta? Le scommesse sono aperte…

Spostiamoci in Toscana, dove la Brasseria della Fonte (sito web) ha recentemente annunciato una novità destinata a entrare regolarmente in gamma. Il nome è Traditional Mild (3,2%) e dovrebbe subito portarvi con la fantasia agli antichi pub britannici, se non addirittura all’Inghilterra del XIX secolo quando questo stile era estremamente diffuso. Il birraio Samuele Cesaroni ha costruito la ricetta seguendo pedissequamente gli ingredienti e le tecniche produttive delle Mild: i malti provengono da malterie tradizionali inglesi, il luppolo appartiene esclusivamente alla varietà Fuggle (impiegato solo in amaro) e il lievito utilizzato è il West Yorkshire. Possiamo considerarla una Session Beer ante litteram: alcol decisamente contenuto, corpo morbido e ventaglio aromatico ricco ma delicato. Da servire rigorosamente a pompa.

Da uno degli stili più tradizionali in assoluto passiamo a una tipologia estremamente giovane, quella cioè delle New England IPA. È a questo modello che si ispira la San Blas (6,3%), ultima creazione dell’umbro Birrificio Amerino (sito web). Chiaramente il protagonista assoluto è il luppolo, utilizzato in abbondanza (20 g/L) nella sola varietà Sabro e aggiunto in diverse fasi della produzione, compreso un triplo dry hopping. Il risultato è una birra dai profumi esplosivi di ananas e cocco, caratterizzata da una bevuta tendenzialmente vellutata e da un amaro distinguibile ma non aggressivo. La ricetta prevede anche l’aggiunta di una percentuale di frumento (presumibilmente impiegato anche per renderla opalescente) e di lattosio (occhio se siete intolleranti!). La San Blas si candida a birra perfetta per l’estate, ormai non così lontana.

E concludiamo la panoramica di oggi con una birra inedita proveniente da Pintagramma (sito web), una giovane beer firm della provincia di Matera di cui scrissi a luglio dello scorso anno. La novità si chiama Dixieland (5,6%) e, come le altre produzioni dell’azienda, per il suo nome trae ispirazione dal mondo della musica. È definita una New World Saison, che potremmo più semplicemente considerare una Saison di stampo moderno in cui oltre ai quattro ingredienti brassicoli standard vengono anche aggiunti frumento maltato e coriandolo. Aspettiamoci allora una birra fresca ed estremamente bevibile, ma non certo scontata né monocorde. Se siete stanchi di dissetarvi con Session IPA e Sour Beer, può essere una valida alternativa.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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3 Commenti

  1. Mike ha scelto il luppolo, Justin ha suggerito i malti e la birra l’ha brassata Valter?

  2. Come immaginavo 😀

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