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Nuove birre da Extraomnes, Lieviteria, Amerino, Agrilab e Oxiana

Avete presente quei film o quegli album musicali infarciti di citazioni, per i quali all’indiscusso valore intrinseco si aggiunge il merito di richiamare (talvolta superandoli) celebri riferimenti nella stessa materia? È una soluzione stilistica che ritroviamo anche nella birra e di cui è maestro il birrificio Extraomnes, che spesso si ispira a grandi classici brassicoli o a prodotti gastronomici del passato. E tante citazioni troviamo anche nell’ultima creazione del produttore lombardo, battezzata Engels (11,7%): si tratta di un Barley Wine brassato secondo il modello anglosassone, caldo, corposo, bilanciato e con un profilo aromatico complesso e sontuoso (datteri, uva sultanina, marmellata, noci e un sottostrato speziato). E le citazioni? Il primo indizio arriva dal nome, un termine fiammingo che significa “inglese”. Il secondo dal contenuto alcolico, esattamente uguale a quello della sua musa ispiratrice. A questo punto dovreste aver capito quale storico Barley Wine inglese omaggia la creatura di Extraomnes, ma per avere la certezza provate a digitarne il nome in Google Immagini e vedete se non salta fuori un’immagine molto simile a questa qui della Engels (con tanto di N°0000 in etichetta). In realtà Schigi afferma che sia il nome che il grado alcolometrico si basano anche su un altro riferimento. Ma qui l’enigma diventa complicato anche per il sottoscritto…

Restiamo nel sempre apprezzabile campo degli antichi stili europei per introdurre l’ultima novità a firma Lieviteria (sito web), birrificio pugliese da sempre attento alle tradizioni brassicole. La nuovissima Schumi (4,9%) è realizzata seguendo il modello delle Altbier, antiche birre ad alta fermentazione tipiche della città di Dusseldorf. Gli ingredienti sono piuttosto classici: base fermentescibile composta dai malti Pils, Monaco e Caramonaco, luppolatura con varietà Perle e Tradition. La particolarità, come da copione, è relativa al lievito: è usato uno specifico ceppo ad alta fermentazione, ma viene trattato come se fosse a bassa fermentazione, con una lagerizzazione di 4 settimane a temperature prossime allo zero. Il risultato è una birra ambrata con sfumature ramate, schiuma abbondante e ventaglio aromatico che abbraccia note di caramello, cacao e frutta secca. Probabilmente l’aspetto più sconvolgente di queste birre è la facilità di bevuta, davvero a livelli altissimi. Riuscirà la Schumi – a proposito, l’omaggio del nome è piuttosto chiaro, no? – nell’ardua impresa di raggiungere le vette delle vere Altbier di Dusseldorf? Staremo a vedere (o meglio, a bere).

Sono invece due le recenti novità provenienti dal Birrificio Amerino, produttore umbro sempre molto attivo. Già dal nome la Easy (5,5%) punta forte sulla facilità di approccio, volendo proporsi come una birra semplice, buona per tutte le occasioni. È una bassa fermentazione ma il birrificio la definisce una “Fake Lager”, sottolineando l’idea di non rinunciare a infondere carattere a un prodotto comunque molto essenziale: niente dry hopping, zero spezie o ingredienti aggiuntivi e solo il contributo di lievito, malto e luppolo (l’amaro finale è discretamente presente e aiuta ad asciugare il palato). Coerentemente anche l’etichetta è semplice ma d’impatto e a tal riguardo segnaliamo il restyling grafico effettuato dal birrificio su tutte le sue referenze. La seconda novità del Birrificio Amerino appartiene invece alla linea “da cantina”. Battezzata BA03 (6,7%) per seguire la successione numerata di queste produzioni speciali, è una Saison prodotta con l’impiego di fiori d’ibisco e ginepro, aggiunti a fine bollitura per esaltarne i profumi. È una creazione sicuramente particolare, con un bouquet floreale unico del suo genere.

Se con i primi freddi vi siete già stancati di tracannare Barley Wine e Imperial Stout, sappiate che tra le creazioni inedite ce ne sono molte che puntano comunque sulla freschezza. E si chiama proprio Fresca (3,8%) l’ultima nata dal birrificio Agrilab di Campagnano Romano (RM), una birra di frumento “gentilmente acida” sullo stile delle Berliner Weisse, a cui però sono stati aggiunti in fase di fermentazione 60 kg di fichi rigorosamente coltivati con metodi naturali nel frutteto di proprietà. Dovreste infatti sapere che Agrilab non è solo un birrificio, ma anche un’azienda agricola. La Fresca, leggera e dal profilo gustativo articolato, si candida a diventare una birra stagionale, ma chiaramente la sua disponibilità dipenderà dalla resa dei fichi. Inutile specificare per l’ennesima volta che le Berliner Weisse con frutta dovrebbero essere definite Catharina Sour, sempre che siate concordi con le ultime novità provenienti dal BJCP. Altrimenti continuate pure a chiamarle Berliner Weisse con frutta e nessuno si offenderà.

E restiamo nei dintorni della Capitale con una birra strettamente legata a Roma. Grazie alla partnership col birrificio Oxiana, recentemente è stata annunciata la Birra Egeria (5%), prodotta con l’acqua omonima. Si tratta di un marchio storico per la città, la cui fonte di via dell’Almone è considerata un luogo sacro sin dall’antichità. Oxiana ha deciso di partire dalle caratteristiche dell’acqua – ricca di sali minerali, tra cui bicarbonati, e dunque non facile da impiegare nel processo brassicolo – per produrre una Keller di colore aranciato in cui si distinguono note di panificazione e malti cotti. Una sfida non certo semplice, che potrete testare sul campo sabato 16 novembre quando Birra Egeria sarà presentata al pubblico in un evento che si terrà da mattina a tardo pomeriggio.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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