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Nuove birre da Alder, Bonavena + Brasseria della Fonte, Altotevere e altri

Concluse le feste natalizie i nostri birrifici sono subito ripartiti alla carica annunciando diverse birre inedite. Da questo punto di vista il 2020 si è aperto sulla stessa falsariga del 2019, se non addirittura oltre: facile allora immaginare che le novità arriveranno con frequenza costante durante i prossimi mesi. Apriamo la panoramica di oggi con l’ultima creazione di Marco Valeriani e del suo birrificio Alder (sito web), battezzata Windmill (7,5%). È identificata con l’appellativo Farmhouse IPA, una definizione che la pone a cavallo tra stili diversi. La chiave è nel lievito, poiché è stato impiegato un mix di ceppi diversi: possiamo ipotizzare da un lato un lievito neutro, dall’altro uno riconducibile alle Saison, se non addirittura un Kveik. A ogni modo non è prevista acidità – non è una Sour IPA per intenderci – mentre la base è solo malto Pils e i luppoli impiegati sono Citra, Chinook e Mosaic. Secca, speziata e fruttata, la Windmill è disponibile presso la taproom di Seregno (MB) e in altri locali italiani.

Anche col nuovo anno non mancano le collaborazioni nelle nostre consuete rassegne sulle nuove birre italiane. Quella da cui nasce la Hitte (10,3%) coinvolge due nomi molto in voga al momento: da una parte Bonavena (sito web), in odore di vittoria tra gli emergenti al prossimo Birraio dell’anno, dall’altra Brasseria della Fonte (sito web), birrificio toscano spesso sotto i riflettori. La birra è una Belgian Golden Strong Ale e anche in questo caso è stato usato un blend di lieviti diversi, ma tutti di origine belga. Per il resto la ricetta prevede solo malto Pilsner (da orzo coltivato a Pienza), l’aggiunta di zucchero candito e una lunga bollitura. Il risultato è una birra forte ma anche secca, con un profilo aromatico complesso in cui si ritrovano suggestioni di miele d’arancio, zucchero filato, marzapane e frutta candita. La Hitte incarna dunque abbastanza fedelmente lo stile di partenza, che è alla base della cultura brassicola del Belgio ma che spesso viene trascurata dai birrifici stranieri.

A proposito della categoria emergenti di Birraio dell’anno, lo scorso anno a trionfare fu Luca Tassinati dell’umbro Altotevere (sito web). Luca nel frattempo ha lasciato l’azienda, ma chiaramente il birrificio sta continuando per la sua ottima strada e recentemente ha annunciato due interessanti novità sul fronte luppolato. La prima si chiama Mercy (4,1%) e rientra nella tipologia delle Session IPA: è facile da bere e si contraddistingue per intriganti note esotiche date dai luppoli Citra, Mosaic, Ekuanot e Centennial. La seconda novità è invece la Bagarre (8%), una ricca Double IPA con un bouquet composto da classici luppoli made in USA e un’avvolgente base maltata. Entrambe le birre sono state presentate a fine dicembre al Barley Wine di Roma e sono regolarmente disponibili nel portfolio di Altotevere.

Il 2019 in Italia è stato l’anno delle Quadrupel: non che ne siano state create a decine, sia chiaro, ma rispetto allo zero assoluto (o quasi) del passato è stato un bel passo avanti. Tra quelle annunciate nelle ultime settimane bisogna inserire anche la Bruin Bear (8,4%) del birrificio Vetra (sito web), che reinterpreta l’antico stile trappista con una certa adesione al modello di riferimento. È una birra tendenzialmente scura, con una sontuosa base maltata in cui emergono i malti caramellati e un finale secco, capace di mantenere agevole la bevuta nonostante la complessità del ventaglio aromatico, il corpo pieno e l’elevato tenore alcolico. Stile invernale se ce n’è uno, direi perfettamente in linea con le rigide temperature del periodo.

E concludiamo l’odierna carrellata con la recentissima Honey Ale del birrificio B2O, realtà operante da più di un lustro in provincia di Venezia, prima a Bibione e dal 2017 in Brussa. Come il nome suggerisce, l’ultima nata è una birra prodotta con miele, tipologia da sempre presente nella cultura brassicola internazionale. Tuttavia in questo caso la particolarità risiede nella varietà impiegata: miele di barena, tipicità del litorale veneto e presidio Slow Food che è stato fornito a B2O dall’azienda jesolana Luciano Pierobon. La Honey Ale riesce a mantenere equilibrio tra le sue componenti, evitando di risultare stucchevolmente dolce grazie alla capacità di esaltare il contributo balsamico e amarognolo del particolare miele utilizzato. La birra è per il momento disponibile alla spina, ma a brevissimo saranno immesse sul mercato le prime bottiglie.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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