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Nuove birre da Birrificio di Cagliari, Mastino, Baladin, Alder, Sièman e Mister B

L’articolo che state leggendo esce in concomitanza con le ultime ore dell’edizione 2020 di Beer&Food Attraction. Nelle scorse settimane abbiamo raccontato alcune delle nuove birre presenti alla fiera romagnola, ma chiaramente non è stato possibile citarle tutte. Visto che siamo ancora in tempo, però, integriamo quanto segnalato in passato con un’altra interessante carrellata di novità, a partire dalla Mela Pirongia (8%) del Birrificio di Cagliari (sito web). Si tratta di una Tripel di stampo belga che presenta la particolare caratteristica di essere realizzata con l’aggiunta di mela cotogna, un’antica varietà diffusa nell’area occidentale del Mediterraneo che possiamo quasi considerare un anello di congiunzione tra la mela e la pera. La birra, decisamente intrigante, è stata presentata a inizio mese in una trentina di locali italiani, ma se non avete avuto modo di assaggiarla sapete dove trovarla. Almeno ancora per qualche ora.

Una delle mie bevute più interessanti durante l’evento di Rimini ha riguardato il Birrificio Mastino, produttore che regala sempre garanzie. La manifestazione è stata l’occasione per presentare la San Zen (7,5%), una nuovissima Doppelbock forgiata seguendo fedelmente lo stile di riferimento. Il protagonista è ovviamente il malto: la San Zen è tendenzialmente abboccata, con note di crosta di pane, biscotto, caramello e sfumature fruttate che ricordano la susina, la ciliegia e l’uva passa. Le varietà di luppolo usato sono decisamente tradizionali (Mittelfruh, Tettnanger) e confermano l’adesione della birra al modello di partenza. Rispetto però a molte Doppelbock, nella San Zen ho trovato una bella chiusura secca che sicuramente bilancia e facilita la bevuta. Per la cronaca, la novità di Mastino ha subito ottenuto un bronzo a Birra dell’anno nella relativa categoria, a conferma della grande abilità del birrificio veneto di confrontarsi con i classici stili tedeschi (e non solo). Ulteriori informazioni sulla San Zen sono disponibili sul sito del produttore.

Quest’anno il piemontese Baladin ha partecipato a Beer&Food Attraction con grande entusiasmo, presentando addirittura tre novità assolute accomunate da almeno due aspetti: essere disponibili in fusto ed esibire il bollino “birra 100% italiana”. Cominciamo dalla Sud (4,5%), che parte dal modello delle Witbier belghe ma poi, come da scuola Baladin, prende direzioni proprie. Per Teo Musso è un’Italian Mediterrean Ale, nel senso che punta a omaggiare le terre del Sud Italia. Oltre al frumento (maltato e non), tra gli ingredienti speciali troviamo scorze di agrumi e spezie che rimandano ai profumi di Basilicata, Puglia, Campania, Calabria e Sicilia. La Baladin 4.8 (4,8%) reinterpreta invece lo stile delle Belgian Blond esibendo un grande equilibrio tra note di cereale, luppolo e spezie: anche in questo caso una delle fonti d’ispirazione sono i profumi del Mediterraneo. Chiudiamo infine con la novità più interessante, perché consiste nella prima IPA prodotta da Baladin in tanti anni di attività. L’IPPA (5,5%) propone il celebre stile birrario in chiave italiana, poiché le quattro varietà di luppolo impiegate (Chinook, Cascade, Comet e Magnum) sono coltivate nel nostro paese. Anche qui la chiave è nell’equilibrio grazie a un’amaricatura bilanciata. Se ne volete sapere di più sul sito dell’azienda trovate le schede di Sud, Baladin 4.8 e L’IPPA.

Se avete avuto modo di girare diversi stand di Beer&Food Attraction, avrete notato che non sono mancate le birre con luppoli sperimentali. Ed è proprio un luppolo sperimentale, in particolare l’HBC522, a essere protagonista dell’ultima novità di Alder (sito web), birrificio tuttavia non presente alla fiera romagnola. La Green Lobster #1 (6,4%) è un’American IPA che punta a valorizzare questa nuova varietà, accompagnandola però con il più rodato Mosaic. Il lievito è di provenienza inglese, mentre la base fermentescibile è ottenuta con malti Golden Promise, Pils e Cara. Quel “#1” nel nome suggerisce che il nome Green Lobster sarà utilizzato per birre sperimentali e che quindi identificherà una precisa linea di birre accomunate da questa caratteristica.

Per la particolarità del suo progetto, il birrificio Sièman non vanta certo una gamma di birre molto ampia, per usare un eufemismo. Dunque è sicuramente una notizia la presentazione in anteprima a Rimini della Funky Rose (3,8%), una sorta di Berliner Weisse alla lontana. Lo stile tipico della capitale tedesca è infatti solo il punto di partenza per un’evoluzione molto particolare, tanto che il produttore definisce questa novità una “Wild Berliner Weisse with Grapes”. La base fermentescibile presenta una percentuale di frumento, ma la particolarità della Funky Rose è nell’impiego di botti di rovere sia per la fermentazione che per la maturazione, per una durata totale di 5 mesi. Durante questo periodo entrano in gioco batteri lattici vivi in aggiunta ai lieviti indigeni presenti nella cantina di Sièman. Al termine della maturazione, infine, viene aggiunta una piccola quantità di uve Tai Rosso della casa. L’acidificazione è dunque totalmente “naturale” e il risultato è una birra dall’appariscente colore rosato, elegantemente acida e molto profumata.

E concludiamo restando nell’ambito di “giovani birrifici emergenti” per presentare due novità a firma Mister B. La prima si chiama Beetlejuice (7,7%) ed è una birra che in un colpo solo incarna alcune delle tendenze brassicole più o meno importanti degli ultimi anni. È innanzitutto una Double NEIPA, e fin qui nulla di straordinario. Ricorre però alla tecnica del “no boil” (non prevede bollitura del mosto, o comunque una bollitura molto blanda) e appartiene alla categoria delle Sour IPA, essendo acidificata con batteri lattici Helveticus. È infine una IPA con aggiunta di frutta, poiché la ricetta prevede l’impiego di ananas, frutto della passione e cocco. A margine sappiate che il dry hopping è realizzato con luppolo Idaho 7. La seconda novità di Mister B è invece la Boodino (7,5%), una Pastry Stout con una percentuale di avena nel grist e l’aggiunta a freddo di cacao, nocciole e cocco. Un budino alcolico, in definitiva, con chiudiamo degnamente la carrellata di oggi dato che la birra si è aggiudicata un oro a Birra dell’anno.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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Un commento

  1. Barbara Vernetti

    Da quanto ho appreso sul posto, la Green Lobster di Alder sarà una linea di birre che manterranno una base comune di lievito e malto, la sperimentazione sarà limitata ai luppoli. Comunque si parte già bene, la #1 è aromatica in entrata, molto secca e con un piacevole amaro persistente. In generale le ultime birre di Alder sono già sensibilmente superiori alle prime, che forse erano un po’ sotto le (elevatissime) aspettative. Del resto è abbastanza ovvio che sia così. Per esempio, la Hering potrebbe ambire alla palma di miglior pils italiana, Brunga invece necessita di una limatina per smussare una punta eccessiva di amaro nel finale

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