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Nuove birre da Alder con Brewfist ed Elvo, Lieviteria, Porta Bruciata e Cantaloop

Il birrificio Alder è sicuramente una delle novità più interessanti degli ultimi mesi nel panorama nazionale. Ancora non ha festeggiato il primo anno di attività, eppure la gamma del produttore lombardo può già vantare diverse birre decisamente interessanti. Ad esse si aggiungono ora due ulteriori creazioni, nate recentemente dalla collaborazione con altrettanti birrifici italiani. La prima si chiama Soling (6%) ed è stata messa appunto da Brewfist (sito web) proprio in collaborazione con il marchio di Marco Valeriani. Si tratta di una DDH India Pale Ale con intensi aromi di frutta tropicale provenienti dai luppoli impiegati (Citra e Centennial), ma dominata soprattutto dalle note derivanti dall’aggiunta in maturazione di quantità considerevoli di scorze di limone, con un risultato che a me ha quasi ricordato una caramella Charms. Il nome è quello dell’omonima imbarcazione con cui si può immaginare di solcare lo stretto di Messina mentre si beve la birra. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito di Brewfist.

La seconda collaboration brew di Alder è con Elvo. Se ben ricordate, la prima birra in assoluto a uscire dal futuro birrificio di Marco Valeriani – infatti all’epoca ancora non aveva inaugurato ufficialmente – fu la Obatzda, un’Italian Pils con deviazioni di stampo francone. Ora i due stessi produttori sono protagonisti di una nuova partnership, da cui è nata la Cobram (6,9%), una Bock quasi totalmente aderente allo stile di riferimento. Il “quasi” è giustificato dall’aggiunta in whirpool di una minima dose di Amarillo, luppolo estraneo alle classiche interpretazioni di Bock. Il resto della luppolatura è invece realizzato in maniera tradizionale, con varietà Northern Brewer, Mittelfruh e Spalter Select. Per il resto la ricetta prevede malti Pils, Cara e Monaco e sette settimane di lagerizzazione. Il nome nasconde un omaggio che non ha bisogno di spiegazioni, mi colpisce solo che siamo curiosamente al cospetto del secondo riferimento fantozziano in pochi giorni.

A proposito di riferimenti illustri, a metà agosto il birrificio pugliese Lieviteria (sito web) ha lanciato la sua Fucka (3,7%), definita Spelt IPA. La base fermentescibile dunque non presenta solo malto d’orzo (nello specifico proveniente dalla provincia di Foggia), ma anche abbondanti dosi di farro per fornire morbidezza ed esaltare i luppoli sloveni (Wolf, Fox, Kolibri e Dragon, tutti della famiglia Styrian), usati anche in dry hopping. Il tenore alcolico è davvero contenuto, tanto da far rientrare la Fucka nel novero delle Session IPA. Data la provenienza comune dei luppoli, il birrificio ha deciso di chiamare la birra come il leggendario pivot di origine slovena della nazionale italiana di basket, oro agli Europei del 1999 (competizione per la quale fu nominato anche mvp). Un’ottima alternativa alle Session IPA che sarà perfetta per questo scampolo di estate.

Se seguite con costanza le nostre panoramiche sulle nuove birre italiane, avrete notato che negli ultimi mesi il birrificio Porta Bruciata (sito web) ha rilasciato diverse New England IPA rientranti nella linea di one shot denominata Lighthouse Series. Dall’esperienza acquisita da quegli esperimenti è nata la Neyatt (7,2%), che possiamo considerare la NE IPA definitiva del produttore lombardo. La ricetta prevede l’impiego di una percentuale di avena maltata e di un nuovo ceppo di lievito, che conferisce morbidezza al palato e una delicata sfumatura fruttata, e un particolare mix di luppoli (tra i quali Mosaic ed Ekuanot), in grado di regalare intensi aromi di frutta tropicale (papaya, mango), agrumi (lime), mela e piccole bacche. La Nayatt, caratterizzata graficamente dall’immancabile faro, sarà presentata il prossimo fine settimana in alcuni locali selezionati e sarà una delle prime creazioni di Porta Bruciata a finire in lattina.

Chiudiamo la carrellata di oggi con un salto in Molise, dove il birrificio Cantaloop (pagina Facebook) ha appena annunciato la sua ultima novità, disponibile ufficialmente a partire da domani. La birra si chiama The End Of Everything (9,5%) ed è stata brassata nel periodo di lockdown: non sapendo quando saremmo tornati a una parvenza di normalità, Paolo Perella ed Elide Braccio hanno preferito puntare a una tipologia che avrebbe potuto maturare a lungo. Dopo una lunga attesa, ora la birra è pronta: si tratta di una potente Imperial Stout con note tostate, fruttate e delicatamente acidule, ma caratterizzata in particolare dall’impiego di smodate quantità di lamponi (130 g/L) a fine fermentazione. Il risultato è una birra complessa e piacevole, ma anche facile da bere a dispetto del tenore alcolico elevato. Anche in questo caso il nome non nasce casualmente: è un omaggio all’omonimo brano della band hardcore piemontese If I Die Today: in etichetta è presente un QR code che rimanda direttamente al loro video su Youtube.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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