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Nuove birre da Porta Bruciata, Foglie d’Erba, Boia, Birrificio del Forte e Terre di Faul

Nell’edizione 2017 di Birra dell’anno il birrificio Porta Bruciata, aperto solo due anni prima, conquistò una prestigiosa medaglia d’oro nella categoria delle American IPA grazie alla sua Orifiamma. Fu un risultato che fu accolto con sorpresa, perché all’epoca il marchio era quasi sconosciuto nell’ambiente e ciononostante era riuscito a superare nomi molto quotati sullo stile, come Hammer e Crak. Senza neanche aver assaggiato le birre di Porta Bruciata, molti commentarono il risultato con sarcasmo, riducendolo al semplice colpo di fortuna o alla svista di qualche giudice. A distanza di qualche anno possiamo dire che quel riconoscimento fu meritato: non solo il produttore della Franciacorta è oggi uno dei migliori esponenti del nostro movimento, ma è anche un’azienda molto attiva e predisposta alla sperimentazione. Tra le tante birre che ha sfornato negli ultimi tempi si aggiunge ora la 1971 Take 6 (7%), una Hazy IPA prodotta dal birraio Marco Sabatti per celebrare il suo anno di nascita e quello della moglie Chiara (sono entrambi classe 1971). Il double dry hopping è ottenuto con luppoli Mosaic e Belma: il secondo in particolare è molto difficile da reperire e fornisce alla birra note agrumate, di frutti di bosco e una sfumatura di melone. La 1971 Take 6 è molto intensa in termini aromatici, ma anche snella, vivace e facilissima da bere.

A conferma di quanto spiegato poco sopra, c’è lo zampino di Porta Bruciata anche in un’altra birra lanciata sul mercato nelle scorse settimane. A metà gennaio, infatti, ha cominciato a rendersi disponibile in tutta Italia la Neidan (7,5%), un’American IPA realizzata presso l’impianto del birrificio Foglie d’Erba (sito web). Oltre a essere ispirata dallo stesso modello produttivo – quello cioè delle IPA di stampo moderno – la Neidan condivide con la 1971 Take 6 il ricorso a una varietà di luppolo poco diffusa: in questo caso protagonista è l’Elixir, originario dell’Alsazia e contraddistinto da distintive note di cognac, cuoio e tabacco supportate da pennellate di agrumi dolci, rosa e zenzero. L’Elixir tuttavia non è la sola varietà impiegata, poiché la luppolatura è ottenuta anche con i più conosciuti Centennial e Citra.

Se avete buona memoria ricorderete che circa un anno fa il Birrificio del Forte presentò la sua Parayso, una New England IPA realizzata con luppolo Solero. Quell’esperimento ricevette un ottimo riscontro, tanto che il produttore toscano ha deciso di lanciare una nuova linea battezzata Itineranti e partita idealmente proprio con quella birra. Ora è giunto il tempo della seconda incarnazione, annunciata negli scorsi giorni e capace di muoversi a cavallo tra le culture brassicole di Belgio e Stati Uniti. La Nouveau Houblon (9,5%) è infatti una sorta di Belgian IPA: l’anima belga è rappresentata dalla base modellata sullo stile delle Tripel, mentre la spinta americana deriva dall’uso di moderni luppoli a stelle e strisce. Il risultato è una birra potente, in cui gli aromi fruttati di origine fermentativa si uniscono a quelli derivanti dai luppoli formando un complesso bouquet, in cui si ritrovano note di pasta frolla, miele, pera, frutta esotica, vaniglia, eucalipto e fiori di zagara. Come nelle migliori Tripel c’è un netto finale amaricante, una benevola nota alcolica e una chiusura pulita e asciutta, con tutto ciò che ne consegue in termini di pericolosità di bevuta. Le Itineranti rappresentano per il Birrificio del Forte una novità nella novità: tutte le relative birre saranno infatti confezionate in lattina.

Restiamo nel regno dei luppoli con l’ultima creazione di Boia Brewing, costola produttiva del birrificio Balabiott di Domodossola (VB). In questo caso siamo al cospetto di una Double IPA di stampo “juicy”, battezzata Spacca Cranio (8%) coerentemente con il filone narrativo individuato dall’azienda. Come il nome suggerisce, è una birra forte, decisa e di carattere, ma anche “dangerously drinkable” grazie alla sua capacità di lasciarsi bere abbastanza facilmente. L’amaro è relativamente contenuto e i luppoli utilizzati (El Dorado, Galaxy e Idaho 7) servono soprattutto per conferire aromi di frutta a pasta bianca, frutta tropicale e agrumi. Come tutte le produzioni di Boia Brewing, anche la Spacca Cranio è disponibile in lattina da 44 cl, un formato che rende la bevuta decisamente appagante.

Concludiamo uscendo dall’universo delle IPA moderne ma rimanendo in tema di birre generosamente luppolate. Nelle scorse settimane il birrificio Terre di Faul (sito web) ha infatti rilasciato la sua Dorothy (5%): si tratta di un’American Lager brassata con abbondanti quantità di luppoli Sabro, Mosaic e Spalter Select e lagerizzata a freddo come richiesto dalle basse fermentazioni. Oltre a omaggiare il Mago di Oz, la Dorothy rappresenta una novità assoluta per Terre di Faul: per la prima volta dopo sette anni la sua ricetta non è stata ideata da Filippo Miele, ma dalla birraia (e compagna) Arianna Forte. La birra è disponibile in fusto e nell’ormai immancabile lattina.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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