Aprire la consueta panoramica sulle nuove birre italiane con una Weizen e una Keller sarebbe stato praticamente impensabile fino a un paio di anni fa. Tuttavia nel nostro mondo le evoluzioni si susseguono velocemente e il rinnovato interesse per gli stili tradizionali europei rappresenta al momento uno dei trend più forti nel nostro mercato. Addirittura ci sono birrifici che hanno aperto con l’idea di concentrarsi su simili tipologie brassicole, sacrificando apparentemente i calcoli commerciali: Malcantone (sito web) è uno dei nomi che rientra di diritto in questo gruppo. Così nel giro di poco più di un mese il produttore emiliano ha annunciato due creazioni inedite che confermano la sua impostazione: la Edel (5,1%) è una classica Hefeweizen brassata con una percentuale di malto di frumento, la Berg (5,1%) una Keller dorata, terrosa ed erbacea, con una chiusura lievemente amara e rustica. Se amate gli stili tedeschi (ad alta o bassa fermentazione che siano) sapete dove poggiare le labbra nei prossimi giorni.
C’è un birraio italiano che più di tutti negli ultimi anni ha indagato gli antichi stili birrari, andando spesso a scovare – anche anticipando i tempi – alcune tipologie quasi sconosciute. Il riferimento è a Angelo Ruggiero del birrificio pugliese Lieviteria (sito web), che recentemente ne ha combinata un’altra delle sue: ha deciso di riproporre una storica specialità brassicola dell’Olanda, chiamata Kuyt – ne scrivemmo su Cronache di Birra diversi anni fa. La particolarità delle Kuyt risiede nel grist, composto solo per una piccola parte da malto d’orzo (solitamente non più del 25%); il resto è costituita da frumento e soprattutto avena (fino al 50%), entrambi maltati. La birra è stata battezzata Dorp (5,1%) e prevede una luppolatura leggera con varietà East Kent Golding e Target, mentre della fermentazione è responsabile un ceppo di lievito neutro. È un birra molto attenuata, ma con una netta morbidezza data dall’avena, che conferisce anche piacevoli note fruttate e floreali. La Dorp è stata presentata durante il Villaggio della Birra dello scorso weekend.
Sono invece due le novità annunciate dal romano Rebel’s nelle ultime settimane. La prima, uscita il 24 agosto, si chiama No Rest Day (4%) e rientra nella tipologia delle birre pensate per l’attività sportiva, una nicchia in timida ascesa in Italia. È infatti una Session IPA dal basso contenuto calorico (50 kcal per 100 ml), realizzata con luppoli Citra e Sabro e soprattutto con l’aggiunta di stevia, un surrogato dello zucchero che, oltre a donare una leggera nota amara, si contraddistingue per un apporto calorico piuttosto limitato. Esattamente una settimana dopo il birrificio Rebel’s ha presentato la Nerdology (4,8%), una Session IPA in chiave hazy che racchiude tutte le ultime scoperte nel mondo della fermentazione nelle sue varie sfaccettature. La ricetta prevede l’impiego di lievito Vermont e luppoli appartenenti alle varietà Denali, Galaxy ed El Dorado, che conferiscono note di ananas, pesca e frutta a nocciolo. Considerata la velocità con cui si avvicendano le one shot di Rebel’s, vi conviene sbrigarvi ad assaggiarle.
Negli stessi giorni in cui Rebel’s ripartiva con il suo ritmo incessante di novità , il birrificio Liquida annunciava la sua inedita Italian Passenger (6%). Come il nome suggerisce, questa West Coast IPA evoluzione della Passenger è prodotta con sole materie prime nazionali: l’orzo è coltivato in Veneto, nella zona di Eraclea (VE), mentre il luppolo (cultivar Cascade e Chinook) proviene dall’azienda Luppolo Made in Italy, con base in Umbria nell’alta valle del Tevere. Il lievito infine, sebbene appartenga a un ceppo originario della costa orientale degli Stati Uniti (varietà Vermont), è stato propagato in un laboratorio trevigiano. Il risultato è una birra chiara e profumata, con note erbacee e agrumate e una notevole freschezza finale. Dopo le due medaglie d’oro a Birra dell’anno – probabilmente la prestazione migliore in assoluto per un birrificio giovane – ora Liquida è chiamato a confermarsi. Quale modo migliore di farlo se non con la Italian Passenger?
A proposito di marchi giovani, a fine agosto Shire Brewing ha annunciato la sua prima birra collaborativa. Battezzata Gelbe Strasse (5%), è una Zwickelbier brassata in partnership con l’emiliano Biren, ormai costantemente tra i migliori produttori italiani di basse fermentazioni. La Gelbe Strasse è realizzata con soli malti tedeschi (tra le varietà utilizzate si segnalano Pilsner, Munich e Melanoidin) e con varietà di luppolo assolutamente tradizionali come Tettnanger, Hallertau Tradition e Hallertau Mittelfruh. Ancora una volta Shire conferma la sua totale aderenza alle interpretazioni più classiche degli stili europei, aspetto che molti appassionati apprezzeranno sicuramente. A tal proposito la carbonazione è stata ottenuta in maniera naturale con l’antica tecnica tedesca dello spunding, che in parole povere consiste nel regolare la pressione di fermentazione attraverso una valvola (che opera al posto del gorgogliatore) quando il mosto è prossimo alla sua gravità finale.
Concludiamo con un salto in Sardegna, dove il birrificio Rubiu (sito web) ha recentemente lanciato una sua nuova linea chiamata Santa Birra e pensata appositamente per la piccola e grande distribuzione. La gamma si compone di quattro creazioni accomunate dal gusto semplice e dalla facilità di bevuta: Santa Birra Chiara (5,3%) è leggera e pulita, con note di frutta a pasta gialla e agrumi; Santa Birra Ambrata (5%) si caratterizzata per una percentuale di pane di semola di grano duro; Santa Birra Pane Liquido (4,5%), infine, è una sorta di Kvass realizzato in collaborazione con i panifici Calabrò di Sant’Antioco (SU), i quali forniscono il pane invenduto che, una volta tostato, viene aggiunto direttamente in ammostamento nella misura del 30% sulla base fermentascibile. Le birre saranno presenti sugli scaffali nella bottiglia Unionbirrai da 50 cl e mostreranno in etichetta il marchi Indipendente Artigianale. Un modo interessante di veicolare questo concetto anche fuori dal segmento degli appassionati.