Negli scorsi giorni ha tenuto banco nell’ambiente birrario la questione dell’ingresso della birra artigianale nel mondo della ristorazione. Il post di oggi in qualche modo riprende le fila del discorso, visto che andremo a scoprire la nuova linea Birra del Buttero del birrificio Amiata, che sarà presentata ufficialmente a Roma durante l’IBF del prossimo fine settimana. Una linea composta al momento di quattro produzioni, ideate e brassate proprio nell’ottica degli abbinamenti gastronomici e che, seguendo una filosofia cara ad Amiata, fanno del legame col territorio uno dei propri punti saldi. Il buttero è infatti il cow-boy della Maremma, una terra a cavallo tra Lazio e Toscana, che ha inspirato i birrai Gennaro e Claudio Cerullo.
Dicevamo di quattro produzioni, ecco allora come si caratterizzano. La Marsilia (4,5% alc.) è una chiara estremamente dissetante, realizzata con frumento, coriandolo, sale grezzo di salina e acqua delle sorgenti del Fiora. A detta dell’azienda “profuma di salsedine e di fiori delicati che crescono sulle dune sabbiose della costa”. Ha profumi leggermente salini, sapore di malto e un finale pennellato dal floreale dei luppoli utilizzati. Da abbinare con piatti di pesce, siano essi appena cotti, arrostiti o stufati e con la zuppa di pesce.
La Marronbona (5% alc.) è una birra al frumento prodotta con farina di castagne. Sappiamo che quest’ultimo è un ingrediente caro ai fratelli Cerullo, che nella loro gamma standard propongono diverse versioni della loro Bastarda. A differenza di quest’ultima, la Marronbona è più delicata e fonde i sapori di pianura (orzo, frumento) con quelli della montagna (castagna). L’uso della castagna è inspirato alla storia della Maremma, quando i lavoratori che partivano dal monte Amiata scendevano a valle masticando le “mosciarelle” come fossero caramelle.
La Marremmamara (6,5% alc.) trae il nome da un’antica canzone e ovviamente si caratterizza per un componente amara piuttosto evidente, proveniente non solo dal luppolo, ma anche dall’impiego di erbe e spezie amaricanti locali (genziano, tarassaco, menta, rosmarino, ginepro, timo). Si abbina molto bene a piatti tipici quali le scottiglie, gli arrosti e le carni alla brace.
La Macchiaiola (6% alc.) infine è una chiara prodotta con miele di macchia maremmana, che racchiude gli aromi di tante piante aromatiche del posto. I profumi si contraddistinguono per la presenza del miele, ma al palato non risulta dolce, anzi mostra un ottimo equilibrio tra tutte le componenti organolettiche.
La Birra del Buttero sarà disponibile principalmente nel formato da 75 cl, sebbene una quantità ridotta sarà destinata a bottiglie da 33 cl, fusti da 20 – 25 l e keykeg da 30 l. Come già detto la presentazione ufficiale avverrà durante il prossimo IBF, mentre la Marronbona sarà poi disponibile a breve alla spina all’Open Baladin di Roma.
Immagino che la Macchiaiola sia anche un riferimento al movimento pittorico che aveva in Fattori il suo massimo esponente e che rappresentava spesso paesaggi maremmani. Spero che nessun critico o storico dell’arte mi legga.
Vediamo se Gennaro o Claudio soddisfano la tua curiosità … 😉
una domanda: ma la Marsilia, non può rientrare nello stile Gose citato ieri tra le birre in decadimento? si presenta acidula anche senza l’utilizzo dei Lattobacilli?
Ciao Davide, ti rispondo anche io e senza scomodare Sgarbi..ti dico che si chiama Macchiaiola solo perchè lavorata con miele di Macchia. Se poi ognuno di noi vuol trovare spunti pittorici in uno stile di birra..ben venga.
Gianmaria
Secondo noi l’ intento era quello di provare a fare una birra stile gose di Lipsia, ma leggermente adattata alle versioni che la possono rendere comprensibile anche nel mercato italiano. Comunque è leggermente acidula e senza l’ uso di Lattobacilli.
Spero che chi potrà venire a Roma all’ IBF possa dire la sua dopo l’ assaggio. Noi cerchiamo di fare del nostro meglio.
allora l’assaggerò domani!!
All’IBF verranno presentate 2 birre nuove del birrificio Bauscia . Una delle 2 sara’ dedicata ad un personaggio famoso del nostro ambiente.
Non ci tenere sulle spine, a chi è dedicata?
A Kuaska?
Mmmmm non credo, vabbè mi tocca venire come al solito per scoprirlo, mai un’anteprima però…:(
Gennaro, mi sa che è quasi arrivato il momento per tornare a trovarti sul Monte… 😉
In bocca al lupo per le nuove produzioni!!!!
ho assaggiato la maremmamara e mi ha colpito molto l’utilizzo abbondante delle spezie come agente amaricante, così inusuale che non riesco a darle un giudizio, è comunque da provare.
La proverò all’IBF 🙂
Ciao filippo, per esattezza e trasparenza, vorrei precisare che la maremmamara è una birra che contiene comunque tre luppoli americani e questi sono l’ ingrediente che determinano l’ amaro. In aggiunta abbiamo preparato un’ infuso con alcune erbe (la “responsabilità ” è di mia mamma che provvede alla raccolta e cottura) che vengono aggiunte e che a nostro avviso danno alla birra un particolare sapore erbaceo e di china che secondo noi ci stava bene. Anche se si chiama maremmamara ed è un apa, non è particolarmente amarissima come la stragrande maggioranza delle persone pretende da questo stile, diciamo che avremmo voluto che questa birra fosse apprezzata perchè è possibile assaggiare un prodotto amaro ma non troppo lasciando spazio anche ad altri ingredienti. Sappiamo che questa birra non vincerà mai un premio, ma non importa noi andiamo avanti lo stesso.
confidavo comunque in una luppolatura, la mia “sospensione del giudizio” non è dovuta alla qualità del prodotto ma al suo essere così inusuale che, nella mia scarsa esperienza, non ha molti paragoni con altri prodotti, per questo non riesco a categorizzarla.
Forse il mio commento un po’ asettico non ha fatto trasparire la natura piacevole della “sorpresa speziata”.
Mi rammarico solo di non avere assaggiato le altre ma i miei amici de Il Porco si erano già ciucciati le altre senza aspettarmi, sigh, farò ricerca privata della rimanenti birre della linea 😛
lieto di poterti aiutare, per avere notizie o info vai a http://www.birra-amiata.it
ciao
dove potrò trovare queste birre?