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Nuove birre da Extraomnes, Birranova, Beer In, Revelation Cat e Lambrate

Come ormai consuetudine ogni due settimane circa, torniamo a dare un’occhiata alle nuove birre italiane pronte a invadere un mercato sempre attivissimo. Partiamo dalla Migdal Bavel, una birra collaborativa nata dall’incontro tra l’italiano Extraomnes e l’americano Stillwater. Come recita l’etichetta, si tratta di una “Italian Saison Ale”, ispirata naturalmente all’antico stile belga, ma con un tocco di creatività italiano dato dall’aggiunta di pepe di Sichuan e mirra. Un’aromatizzazione particolare, ottenuta dosando ad arte le quantità e tenendo bene in mente due regole di Brian Strumke (birraio di Stillwater e grande esperto in materia): 1) più il lievito attenua e più le spezie risalteranno a fine fermentazione; 2) mai aggiungere le spezie direttamente nel whirpool, o peggio in bollitura.

Con in mente questi due dettami, Schigi (birraio di Extraomnes) è passato alla creazione del giusto mix di spezie, che poi ha aggiunto al mosto prima del raffreddamento. Se conoscete il lievito Saison, saprete che regala note molto speziate: in questo caso dunque gli aromi degli esteri si aggiungono a quelli delle spezie di cui sopra, creando un bouquet decisamente intrigante. La gradazione alcolica ha raggiunto un diabolico 6,66% 🙂 .

Una curiosità a margine. La prima riguarda l’occasione in cui è nata l’idea della Migdal Bavel, e cioè la crociera Un Mare di Birra dello scorso giugno: Schigi e Brian si sono conosciuti a bordo, scoprendosi entrambi appassionati di Saison. Parola dopo parola (in un inglese maccheronico) e birra dopo birra, è balenata l’idea di una birra collaborativa. Schigi si è detto molto felice dell’esperienza, trovando in Brian un birraio molto preciso e incredibilmente modesto, ma soprattutto una grande persona. Occhio alle prossime collaborazioni di Extraomnes, perché in ballo c’è qualcosa di importante…

Spostiamoci in Puglia, dove il birrificio Birranova ha recentemente annunciato la sua Twit, definita “Social birra blanche”. L’indizio porta direttamente a Twitter, che è uno dei due strumenti (l’altro è l’immancabile Facebook) mediante il quale il birraio Donato Di Palma ha effettuato la diretta della cotta – se non sbaglio è stato il primo caso del genere in Italia. Se vi ricordate, accennai alla cosa lo scorso maggio, il giorno stesso dell’evento. Ora la birra è pronta ed è stata battezza con un nome che ne richiama sia la genesi che lo stile di riferimento: ovviamente è una Blanche (o Witbier) da 5% alc., aromatizzata con coriandolo, camomilla, bucce di arancia, di mandarino e di limone. A parte il primo, tutti gli altri sono ingredienti di produzione propria. La Twit è disponibile dallo scorso 5 luglio presso La Cantina della Birra, a Triggianello (BA) e sicuramente ben si adatta al caldo estivo di questi giorni.

Anche il birrificio Beer In ha lanciato una nuova birra, che a differenza di quelle esposte sopra entrerà stabilmente in produzione. Si chiama L Peru Pistun ed è una classica Hefeweizen da 5,5% alc., prodotta con oltre il 70% di frumento maltato. E’ naturalmente una birra dissetante, opalescente, con profumi di banana, chiodi di garofano, vaniglia e cereali e un retrogusto piacevolmente acidulo. Come tradizione del birrificio, il nome è quello di un animale della zona: nello specifico la libellula, nella sua denominazione in dialetto piemontese.

Qualche giorno fa Revelation Cat ha presentato la Hopaddendum, prima creatura nata dal nuovo impianto in terra inglese. Ebbene, a distanza di poco tempo sono già pronte due nuove produzioni, che saranno lanciate in anteprima durante l’inaugurazione dell’Ebrius Pub di Marino (RM). La prima si chiama Dry Hop Thriller, un’APA generosamente luppolata e di facile bevibilità. Se amate le polemicucce di quartiere, sappiate che viene definita la vera “pioniera” delle Pale Ale romane… Seconda birra è invece la Hop Animal Double Double Ipa, che farà della dolcezza la sua cifra stilistica. Ovviamente scherzo: è una birra amarissima da 13% alc., luppolata con diverse tecniche e solo con luppolo in fiore.

Concludiamo infine con il birrificio Lambrate, che per la stagione calda ha lanciato la sua Ghisa Estiva. Presentata lo scorso 6 luglio (e probabilmente già finita) è una Mild da 3,5% alc., prodotta in una sola cotta da 2.000 litri. Sarà affumicata? Ricorderà la storica Ghisa? Come al solito il Lambrate è molto avaro di informazioni, credo che l’unico modo per saperne di più è assaggiarla, sempre che sia ancora disponibile. L’avete per caso provata?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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40 Commenti

  1. Se il buongiorno si vede dal mattino dopo la STRATOSFERICA HopAddendum ci sara da divertirsi anche con le nuove Revelation Cat…

  2. Ma Extraomnes ha un coolship ;-)? Per quale motivo le spezie non posso essere aggiunte in bollitura o nel whirpool?

    • In realtà Brian non ha aggiunto nella birra nessuna spezia direttamente, ma ha fatto un “the” che poi ha aggiunto nel whirlpool.
      Pare (lui ha fatto olte birre in Belgio) che in questo modo si riescano a catturare al meglio i profumi, non portandosi dietro sostanze astringenti e vegetali.
      Io ti dico che , empiricamente, visto il risultato, mi sembra che funzioni.

  3. Scusami Andrea (e Schigi dato che passa spesso di qui), ma per birre come questa Migdal Bavel così speziate non è bene aspettare un po’ prima di berle?
    Io spesso quando ho bevuto simili birre molto “giovani” ho sempre notato dei saporti un po’ slegati.
    La parola agli esperti 🙂

    • Ciao Riccardo, in realtà non so quando sarà “rialsciata” la Migdal… sicuramente Schigi ti risponderà

      • è stata presentata sabato scorso al Porck & Beer

        a me non è parsa così speziata, e penso l’intenzione non fosse quella peraltro

    • E’ la prima birra che speziamo e non ti so dire con precisione come sarà l’evoluzione.
      Dalle esperienze di assaggio di altre birre dico “dipende”.
      Le Wit, ad esempio, danno il meglio molto fresche…
      Credo che tutto dipenda dal tipo di spezia e dal tipo di birra.
      Per ora abbiamo “rilasciato” qualche fusto, previo assaggio, perchè ci sembra buona…ma solo la tua pazienza ed gli assaggi ripetuti nel tempo che farai, dopo aver acquistato una cassa, ci daranno una risposta sicura. 😉

  4. La Migdal di Extraomnes sarà presente durante Tribirra dall’8 al 13 agosto.
    Siamo tutti molto curoisi di assaggiarla, e prevedo che – conoscendo le altre birre prodotte da Schigi – non ci deluderà.

  5. La ghisa estiva mi è sembrata semplicemente una ghisa meno alcolica (si è affumicata) non mi ha entusiasmato più di tanto. Di conseguenza come tutte le estati mi sfondo di magut e drago verde (quest’ultima da bere a secchi tutti i giorni)

    • Non concordo pienamente con il giudizio sopra espresso ed ovviamente faccio affidamento a quello che mi dicono le mie papille gustative (o quanto meno quelle che ogni tanto incrociano dei segnali diretti alle sinapsi).

      La Ghisa estiva è la conferma che i ragazzi sanno progettare le birre (sembra banale ma a volte qualcuno se lo dimentica): è un caffè schekerato che al posto di provocarti tachicardia di dona un senso di leggero stordimento dopo qualche litro ;-).
      L’affumicatura si sente quando la birra prende qualche grado e si innesta bene nel contesto generale.

      Ammemièpiaciuta!

  6. ” 2) mai aggiungere le spezie direttamente nel whirpool, o peggio in bollitura.”
    E poi Schigi dice che le hanno messe nel whirlpool.
    Poneisì de accordiu (mettetevi d’ accordo) 🙂

    • Ripeto, pensavo fosse chiaro:quel mai sta per le spezie (oh, poi spezie è la parola più generica del mondo) tal quali.

  7. Ah si, m’ero perso la parola “the” nel tuo primo commento 🙂
    Per la genericità della parola spezie, mi hai tolto le parole dalla tastiera!

  8. Mah….la Hopaddendum non è male ma definirla addirittura stratosferica mi pare un pochino troppo, poi il giorno che Alex farà una cotta (con un suo impianto e una sua ricetta) e non imbottiglierà birre prodotte da altri per lui su commissione saremo tutti estremamente contenti.
    Sono estremamente curioso di assaggiare la saison di Schigi e Brian, due birrai che stimo e che negli ultimi anni hanno sfornato alcune vere e proprie perle….almeno poi capiremo di che sa ‘sta mirra

    • Per la verità adesso ha un suo impianto. A me la hopaddendum è piaciuta parecchio, amarissima (cit.) ma sostenuta da un buon corpo; non la solita spremuta insomma.

    • Bhè nella Nora Baladin utilizza la mirra da un decennio…
      Nella Migdal Bavel è, imho, molto evidente il lievito saison (Dupontesco) e al naso ha note balsamiche per fortissime, quasi di salvia, attribuibili al “pepe” (detto da chi il pepe di Sichuan sapeva cosa fosse, mica da me…). Consiglio anche io l’acquisto di una cassa e di sessioni ripetute di assaggi per vedere se la speziatura “cambia” e come.

      • @Indastria Che abbia un impianto non vuol dire che sia un birraio….poi se chi gli fa le ricette è bravo tanto meglio per lui, io non amo le bordate di luppolo perciò magari per me era un pochino troppo (detto tra noi mi aspettavo qualcosa di più vicino alla Green Flash west coast ipa, che pure piuttosto amara è secondo me più fresca al palato) sopratutto d’estate.

        @Tyrser la Nora la conosco bene sin dalla nascita però l’avevo rimossa. Sarà che non amo particolarmente Teo e Baladin (mio limite).

        • Io invece vado controcorrente a me stesso, stavolta apprezzo la scelta di Alex di puntare tutto sulle Revelation Cat, scelta commercialmente azzeccatissima che magari avrebbe potuto fare già da prima…

          Anche se rimango coerente nel dire che non apprezzo questo tipo di mercato e ovviamente non potrò “sposarle” commercialmente (oddio, con la vecchiaia potrebbe cambiare tutto…), sono comunque certo che ha azzeccato la mossa! Le assaggerò volentieri alla prima occasione…Comunque con la storia della “pioniera” sei sempre un ca**one 🙂

          • Sulla scelta commerciale non discuto, era ora, anche se mi par di ricordare che il progetto includesse sin dall’inizio un impianto di produzione di proprietà. Auguro ad Alex le migliori fortune, tuttavia per me i birrai sono altri. Anche perché se utilizzassimo come metro di misura il mero possesso di un impianto potremmo definire birraio pure Farinetti.
            Assaggiare si assaggia sempre tutto, anche ciò che va contro i nostri gusti, diversamente non potremmo parlare di una determinata birra o birrificio se non per sentito dire.

        • Veramente da quello che mi risulta le ricette se le fa dal primo all’ultimo ingrediente e passaggio tutte lui…studiando tutto nei minimi dettagli per arrivare al risultato atteso…
          stratosferica credo si addica pienamente invece ad una IPA come la HopAddendum…bevuta parallelamente alle altre offerte “romane” risultava davvero di un alto livello..stratosferica quindi;)..poi chiaro i gusti so gusti..
          e sinceramente ste storie di chi “nasce” BIRRAIO e di chi “diventa” birraio lasciano il tempo che trovano ormai..su…..

        • Dove l’hai assaggiata una green flash fresca?

          • Fortunatamente ho qualche amico negli US…poi se la vuoi bere fresca davvero devi andare al birrificio, anche perché per la tipologia di cui parliamo l’ossidazione è piuttosto rapida.

  9. Alcune cose sono opinioni…altre sono dati di fatto…
    Sparare sentenze,non sapendo evidentemente le cose,è di fatto una cosa poco rispettosa.
    Stop

    • Caro Nazucao, conosco questo movimento da ben prima che tu smettessi le braghette…ti invito a riascoltare la massima di Eastwood riguardo le opinioni, tu puoi avere le tue ma non puoi impedire a me di avere le mie.

      • ” poi il giorno che Alex farà una cotta (con un suo impianto e una sua ricetta) e non imbottiglierà birre prodotte da altri per lui su commissione saremo tutti estremamente contenti.”
        “poi se chi gli fa le ricette è bravo tanto meglio per lui,”

        non vedo da nessuna parte un “secondo me”…”credo che”..o un più moderno e accattivante “IMHO”….quindi si evince con difficoltà la differenza tra OPINIONE e SENTENZA SPARATA A CASO…

        l’italiano permette mille sfumature..usiamole,senza tirare in ballo inutili braghette o amenità varie:)
        poi chiaro ognuno si tiene le sue CONVINZIONI..giuste..o purtroppo ERRATE che siano.

        • Che ad Alex, prima dell’acquisizione del birrificio, diversi birrifici abbiano fatto diverse birre su commissione (cosa che peraltro non è prerogativa del solo Revelation Cat) è cosa non solo nota ma, credo, difficilmente contestabile.
          Cosa contesti: la forma verbale? L’assenza del periodo ipotetico?

          • Ah…gia cosi suona diverso non credi?
            PRIMA dell’acquisizione del birrificio etcetc…perfetto è molto differente,
            detta cosi puo andare bene ma i tuoi interventi che ti ho riportato non dicevano cosi,e si collegavano ad una birra nuova, piu volte specificato prodotta nel suo nuovo birrificio acquisito in UK…
            ..ci siamo capiti direi dai:)

          • Contento tu

  10. @Colonna
    Grazie mille per i complimenti Manuele. So che sono di cuore e li apprezzo perché vengono da te, ormai famoso per le tue critiche ai gipsy e progetti simili. Chapeau.
    Cmq che è sta storia di “pioniera” ?? =)
    Vieni sta sera da Ebrius?

    @Andrea
    Mi permetto di correggerti solo per fare chiarezza. Io non solo ho un impianto (che adesso a quanto pare sia il minimo), ma le ricette sono mie e le mie birre le vado a brassarle quando posso. Vedi la fresh hop che farò a fine mese.
    Mi fa comunque felice sapere che adesso sei estremamente contento che produco ed imbottiglio le mie birre, e spero che riuscirai a berle con un occhio critico pulito. Senza pregiudizi.
    Per approfondire ti voglio far riflettere che tanto per fare un’esempio, Tomme non fa tutte le birre di Lost Abbey, Menno non fa le birre del De Molen, Chuck non fa tutte le birre del Green Flash e così via. Ci mancherebbe! Ma sono comunque 3 ottimi birrai!
    Dubito che Farinetti abbia una conoscenza approfondita di produzione brassicola. Dubito che proprio gli interessi =)
    Perché mai un birraio di questi o uno qualsiasi che ha già le ricette e tutto il know how in tasca dovrebbe dedicarsi a farle per me od un’altro e non tenersi tutti i frutti per se?? Sarebbe un’idiozia totale. A volte sembra proprio che l’ovvio sfugga.
    A proposito di Green Flash, ma tu ti riferisci alla Green Flash bevuta a San Diego o a quella bevuta in Europa? Sono ovviamente due birre differenti ed io non ho nessun intenzione di farne una copia. Mi pare chiaro.

    @Nazucao @Indastria
    Sono contento che vi sia piaciuta!! =) Grazie per il supporto!

    @Andrea Turco
    Grazie per la menzione nell’articolo Andrea. Volevo anche precisare che in realtà sono pronte 3 nuove birre per il momento, perché c’è anche la “Take My AdWeisse”

    • Caro Alex mi impressiona che ti stia tanto a cuore il mio giudizio, ti assicuro che le tue birre (quelle che ho assaggiato) le ho bevute tutte senza alcun pregiudizio. Permettimi però di dissentire da te. Citi birrifici e birrai per sostenere la tesi che non tutti i birrai (o almeno non sempre) sono parti attive nel processo produttivo. La cosa è estremamente vera, tuttavia mi piacerebbe sapere quale parte tu abbia preso nella realizzazione delle tue birre presso De Proef, De Molen e Ghirardin (tanto per citarne qualcuno) prima che acquisissi questo impianto in terra di Albione. A me risulta avessi un birraio (e pure piuttosto valente sebbene magari non di chiara fama), così come mi risulta (informazioni da fonte diretta, cioé tu) che tu non avessi un ruolo determinante nella progettazione/preparazione delle birre di Revelation Cat. Ti fraintesi all’epoca? Non ti spiegasti bene? Ci può stare tutto, però fammi, anzi fatti e facci, un favore; dismetti i panni del Leviatano e reindossa quelli dell’onesto mercante che sei.
      In bocca al lupo
      Andrea

  11. Scusate, leggo solo adesso.

    Hello “andrea” 
    Mi dispiace che sei cosi agguerrito e sinceramente ti conosco solo come nick.
    Se insisti ti rispondo anche davanti ad un’ottimo bicchiere di Gose qui a Lipsia.
    Ecco qui tra le righe:
    “Caro Alex mi impressiona che ti stia tanto a cuore il mio giudizio, ti assicuro che le tue birre (quelle che ho assaggiato) le ho bevute tutte senza alcun pregiudizio. Permettimi però di dissentire da te. Citi birrifici e birrai per sostenere la tesi che non tutti i birrai (o almeno non sempre) sono parti attive nel processo produttivo. La cosa è estremamente vera, tuttavia mi piacerebbe sapere quale parte tu abbia preso nella realizzazione delle tue birre presso De Proef, De Molen e Ghirardin (tanto per citarne qualcuno) prima che acquisissi questo impianto in terra di Albione.”
    Tengo a precisare che ti rispondo solo perche ti piacerebbe sapere di piu come dici, e vorrei ti facessi un’opinione corretta.
    Per mettere i puntini sulle i:
    -Girardin si scrive senza h, e i lambic non li ho maturati li, se seguivi la faccenda lo capivi da subito.
    -De proef è un’azienda che produce birre su commissione. Non ricette e birre su commissione, a meno che non gli chiedi un clone di una leffe blond. Ma anche questo è ovvio, se conosci il proef
    -De molen, su 3 birre uscite dal birrificio, 1 è mia e due sono in collaborazione. C’è scritto sulle etichette. Prima delle Milk Mild e Beaches&Peaches menno due birre di 3.5% non le aveva mai fatte,  ma forse non te ne sei accorto =)

    ” A me risulta avessi un birraio (e pure piuttosto valente sebbene magari non di chiara fama), così come mi risulta (informazioni da fonte diretta, cioé tu) che tu non avessi un ruolo determinante nella progettazione/preparazione delle birre di Revelation Cat.”
    Mi dispiace ma le birre di Marco Meneghin (a parte la rotten father) erano prodotte su un impianto pilota da 30lt e  non sono mai uscite al pubblico. Nulla nemmeno di simile (con grande rispetto alle birre di marco). A marco non piacevano alcune mie creazioni e alcune divergenze sono nate proprio da li. Non ha mai preso parte nelle birre prodotte e vendute questi anni. Chi ci conosce lo sa, sono fatti che non abbiamo mai nascosto, Marco mi è testimone. Chiediglielo.
    “Ti fraintesi all’epoca?” 
    Mi pare ovvio =)
    “Non ti spiegasti bene?”
    Forse bevesti (o bevemmo) un pochino troppo =D
    “Ci può stare tutto, però fammi, anzi fatti e facci, un favore; dismetti i panni del Leviatano e reindossa quelli dell’onesto mercante che sei.
    In bocca al lupo
    Andrea”
    Grazie innanzitutto del complimento combinato “onesto mercante” cosa che ho sempre tenuto ad essere. Mi dispiace soltanto che tu sia cosi inasprito dalla situazione. Sinceramente fa un po strano che ti stia (o anche a quelli che dici,  chiunque siano =D ) cosi a cuore questa situazione. Cioe se davvero hai tutti questi issues non risolti basta fare una bella googolata o se proprio vuoi andare a fondo, parla (da sobrio) con le persone che veramente stanno sul campo.
    Scusa l’ignoranza, ho dovuto goolare leviatano (creatura bibbliaca quasi onnipotente!!)  e sinceramente sono solo un birraio, leviatano mi pare un po troppo! (ma grazie ancora per il complimento).
    Per creare un’altro flame (=)), sono contento che hai la possibilità di assaggiarti birre che i tuoi amici ti portano dall’altra parte del mondo, ma bevute li sono un’altra cosa 😉 le hai mai provate? Fallo!!
    Cheers!

    • Caro Alex, scusa se ti rispondo solo ora.
      Mi sembra che chi è inasprito non sia io, peraltro posso pure comprendere le ragioni che ti spingono ad insistere tanto sul fatto che fossi ubriaco quando discorremmo di certi temi (per un narcisista, quale tu sei, non essere riconosciutonel proprio ambito professionale, sebbene da un signor nessuno, è un colpo ferale).
      Tralasciando gli errori ortografici vorrei ribattere ad alcune tue puntualizzazioni.
      1) Che tu ti faccia spedire il mosto da Girardin facendolo maturare qui in Italia, magari buttandoci manciate di luppolo in dry hopping, non ti rende (almeno ai miei occhi) un birraio o un produttore di Lambic (ah LE Lambic sono birre perciò si declinano al femminile)
      2) Che De Proef non faccia birre e ricette su commissione è una balla spaziale (tanto che vi è stata recentemente una grossa polemica a riguardo), se conosci De Proef lo sai
      3) Delle birre da 3.5 gradi di Menno non sentivo particolarmente la necessità, anche perché la percentuale di birre infette che escono dal birrificio è piuttosto elevata e (personalmente) se voglio bere una session beer ve ne sono di molto buone in commercio con un miglior rapporto qualità/prezzo, ciò non toglie che apprezzi le sue imperial stout (che sono peraltro le birre che produce con maggior cura e piacere, cosa che peraltro immagino tu sappia)
      4) I miei amici purtroppo non vengono tutti i mesi (cosa che mi dispiace assai, sia per le birre che per la piacevolissima compagnia), vorrà dire che la prossima volta per festeggiare il loro arrivo verremo a bere al 4:20.

      Nuovamente, in bocca al lupo.
      Andrea

  12. Perdonate il lessico ma è una certa e sto con il cell quindi mi partono pollici su tastini inesistenti.
    Cheers!

  13. Ecco ora si è chiarito il tutto…ora sono stati messi sul tavolo dati certi e precisi..e non mere “opinioni” o “credenze” spacciate per sentenze…

    IMHO sono proprio queste che inaspriscono e arrivano anche a rovinare questo mondo….

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