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Nuove birre italiane tra luppoli autoctoni e cotte collaborative

Se ce ne fosse stato bisogno, gli ultimi giorni hanno confermato che il movimento artigianale italiano è sempre in continuo fermento. Nel tentativo di aggiornarvi quotidianamente su tutte le novità del settore, oggi torniamo a dare un’occhiata alle nuove birre italiane, che anche a questo giro sono piuttosto numerose. Partiamo quindi a spron battuto dalla toscana, dove il Birrificio del Forte è pronto a lanciare la sua ultima creazione. Si tratta della Fior di Noppolo, stagionale ispirata allo stile delle IPA e realizzata con l’utilizzo di luppolo autoprodotto. E’ una sorta di Harvest Ale, nel senso che sarà disponibile ogni anno in coincidenza con il raccolto. Ma da dove proviene il luppolo per questa birra? E’ una storia lunga, cominciata diversi anni fa.

Quando i due birrai Zurgo e Fra del Forte (al secolo Carlo Franceschini e Francesco Mancini) erano ancora homebrewer, furono invitati per diverse edizioni a condurre la classica cotta in diretta durante il Villaggio della Birra. In tutte queste occasioni utilizzarono luppolo coltivato in proprio e, anche dopo l’apertura del birrificio, il progetto andò avanti. Quello che era partito come un gioco oggi è un piccolo luppoleto, con circa 8 varietà (tedesche, inglesi e americane). Il primo raccolto c’è stato quest’anno e ha regalato 10 kg di coni freschi, interamente destinati alla prima cotta della Fior di Noppolo. Il nome richiama il termine utilizzato in Versilia proprio per riferirsi al luppolo, che tradizionalmente è impiegato per realizzare frittate. Se vi interessa, i ragazzi del Forte hanno pubblicato le foto del raccolto e quelle della cotta, mentre il lancio ufficiale è previsto per venerdì prossimo.

Chiusa la parentesi toscana, ripartiamo con un paio di collaboration brew, che in post del genere sono ormai una costante. La prima è quella che ha coinvolto il marchio ticinese Bad Attitude e i connazionali svizzeri di Bier Factory. Il risultato si chiama CH2 ed è definita come la prima birra 100% svizzera, poiché, tra gli altri ingredienti, utilizza luppoli coltivati in una fattoria del cantone di Aargau. Il risultato è una bassa fermentazione di colore arancio/ambrato, con aromi erbacei, note di menta e camomilla e un finale secco e amaro. Il design dell’etichetta è stato studiato in concerto dai due birrifici e gioca sul segno della croce, simbolo della bandiera svizzera. Sarà disponibile in fusti e bottiglie da 33 cl.

Altra produzione collaborativa, di cui abbiamo parlato diffusamente in passato, è la Birra Etrusca, nata dall’incontro tra Birra del Borgo, Baladin e Dogfish Head. Come riporta Beerpulse, l’etichetta in America ha ottenuto l’ok da parte dell’organo addetto ai controlli in materia – sì, hanno questa cosa – e quindi è ora pronta a essere commercializzata. Ricordo che Birra Etrusca nasce dall’idea di ricreare qualcosa di simile alle birre diffuse in Italia nell’antichità: ingredienti particolari e, soprattutto, fermentazione in anfora.

E visto che ci avviciniamo velocemente ai mesi freddi (anche se qui, come sempre, ottobre sembra giugno), concludiamo con una delle tante birre natalizie che verranno presentate nelle prossime settimane. Il birrificio Amiata negli scorsi giorni ha infatti rivelato alcuni dettagli della sua “nuova” San Niccolò: le virgolette sono d’obbligo visto che non si tratta di un prodotto inedito, tuttavia quest’anno la ricetta sarà completamente diversa dal passato. Si tratterà di un’Imperial Coffee Stout creata in collaborazione con gli esperti de Le Piantagioni del Caffè di Livorno. Sarà la birra ideale per rimanere svegli durante le interminabili tombolate serali con tutta la famiglia.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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8 Commenti

  1. Sono curioso di provare la novità del Birrificio del Forte, la 2 cilindri mi piacque moltissimo, ricordava molto la Old Engine Oil

  2. Segnalo anche molte novita da Revelation Cat..american barley wine,tripelbock,fresh ipa,pale ale etcetc…appena arrivate fresche fresche…ed anche in bottiglia….notevolissime…

  3. Se l’ Etrusca viene bona solo la metà della Mida’s Touch di Calagione amo fatto er botto!
    A Eataly me ce so’ chiuso con questa Ancient Ale, se me fermava la municipale oggi chiamata Polizia Roma Capitale me dava l’ ergastolo per attentato contro l’ umanità per quanto stavo ‘mbriaco…
    Mi sà che a breve un viaggetto sulla A24 me tocca…

    • Scusami, ma la tap list di Eataly da dove la vedi? Ci sei capitato per caso o sapevi ci sarebbe stata la Mida’s?

      • Sapevo.
        Andai per conto di un blog di gastronomia alla presentazione delle birre di Dogfish Head.
        Io poi mi sono dilungato sul bancone e ne sono uscito a carponi….

  4. Volevo informazioni, perché anch’io volevo fare una cosa simile in Basilicata, ma in campo enologico. Vorrei fare un bel vigneto con 8 varietà d’uva (Piemontesi, Toscane, Venete, Lombarde, Friulane, Emiliane ed altre). La domanda è come si fa per far coesistere diverse specie, di provenienza diversa, tutte assieme?
    Grazie in anticipo per le risposte.

  5. Ciao segnalo, nel tema harvest, che la nostra San Paolo Ipè Harvest è giunta quest’anno alla terza edizione, con un raccolto complessivo di circa 35 KG di luppol cascade e centennial su circa 100 piante, utilizzate come aroma con tecnica analoga a quella dei colleghi Del Forte. A quando un Fresh Hop Ale Festival anche in Italia? 🙂

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