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Nuove birre dall’Italia: è il momento delle natalizie

Prima o poi questo momento doveva arrivare. A poco meno di un mese dal Natale era prevedibile che l’ormai consueto post sulle novità dai birrifici nostrani si concentrasse sulle produzioni natalizie. La consuetudine di realizzare ricette a tema è tipica della cultura brassicola belga, ma i birrai italiani l’hanno adottata a tal punto che sono ormai pochissimi i birrifici che ne rimangono immuni. Buon per gli amanti delle birre alcoliche, calde ed avvolgenti, con cui potranno riscaldarsi durante le fredde giornate che ci attendono nelle prossime settimane. Partiamo allora dalle novità assolute e in particolare dalla Rusca, nuovissima natalizia del birrificio Siebter Himmel.

La Rusca è una classica kerstbier di stampo belga, molto alcolica (9,5 %) e decisamente speziata, che prevede l’impiego di zenzero e del particolarissimo pepe giamaicano. Una nota tecnica: il birraio Nicola Grande ha fatto fermentare la birra con due lieviti belgi in momenti diversi (prima e seconda fermentazione) per migliorare l’attenuazione. La Rusca sarà protagonista nei principali eventi a tema dei prossimi giorni, compreso il capitolino Birre sotto l’albero. Probabilmente ve ne parlerò in modo diffuso più avanti.

Rimaniamo in Nord Italia con la natalizia di Loverbeer, battezzata A Renna Glüh (8% alc.). Così come altre produzioni di Valter Loverier, anche qui il nome è un misto tra dialetto piemontese e fiammingo – il cui significato mi è stato spiegato ma ammetto di non aver capito 😛 . Un indizio però ci arriva dalle bevande da cui trae ispirazione la birra, e cioè dalle glühkriek e dal glühwein (vin brulé). La ricetta di base è quella della D’uvaBeer, a cui sono aggiunte le quattro spezie tipiche di queste specialità invernali: cannella, chiodi di garofano, anice stellato e scorze d’arancia dolce. Un nota curiosa: la A Renna Glüh può essere servita a temperatura normale (8-12° C) oppure calda a 70° C.

Anche se è stata avvistata lo scorso inverno in versione sperimentale, ora la birra è diventata ufficialmente la natalizia di Loverbeer (con qualche aggiustamento sulle spezie) e sarà disponibile nei formati da 33 cl, 75 cl e Magnum.

Spostiamoci solo di qualche chilometro per annunciare il lancio della natalizia di SorA’laMA’.  Si chiama Halley – per fortuna nella fattispecie è stata abbandonata la consuetudine dei nomi onomatopeici – ed è una birra calda e avvolgente (7,5% alc.) di colore ambrato limpido, con intensi profumi e note di frutta candida, in particolare fico. Sarà disponibile in una serie limitata di sole 500 bottiglie e nell’unico formato Magnum da 1,5 litri.

Ultima novità assoluta di oggi per il Natale 2012 è la kerst del romano Stavio. Come ormai tradizione per questa giovane beer firm, nome ed etichetta sono quantomeno irriverenti. La birra è stata infatti battezzata Addobbata, con riferimento ai classici addobbi natalizi. Nello slang romano però “addobbarsi” significa anche cadere rovinosamente, ed ecco infatti che in etichetta campeggia un bel Babbo Natale (presumibilmente ubriaco) appena schiantatosi contro un muro. Luca Parisi e Marco Meneghin hanno voluto produrre una natalizia rotonda ma facile da bere, tanto che tra gli ingredienti non compaiono spezie. Il grado alcolico arriva a 7,5% e la birra di riferimento è stata la famosa Duvel.

Non è raro poi che ogni anno i birrifici modifichino leggermente la ricetta della loro natalizia, con il conseguente interesse da parte degli appassionati nel vedere come si modificherà quella birra che avevano tanto apprezzato lo scorso natale. È il caso ad esempio della NatAle di Hibu, un’ambrata da 7,6% alc. che nella sua edizione 2012 prevede l’aggiunta di zucca e fave di Tonka.

Ricetta rivista anche per la Befana Chinata dell’associazione Malti da Legare, prodotta presso il birrificio Geco in collaborazione con la Pazzeria di Milano. Dopo il successo ottenuto dalla prima edizione del 2011, i Malti da Legare ci sono ricascati e hanno riproposto la loro natalizia, modificandola leggermente. La corteccia di china è chiaramente sempre presente, ma quest’anno è stato effettuato un dry hopping di luppolo Chinook (usato anche in bollitura) e dimezzata la quantità di Nelson Sauvin. È stata presentata in anteprima proprio ieri in Pazzeria, unico luogo in cui sarà disponibile alla spina o in bottiglia da 75 cl.

Finita la panoramica “natalizia” di oggi, probabilmente che il prossimo post sulle novità italiane torni ad occuparsi di birre “normali”. Avete già avuto modo di assaggiare qualcuna delle birre sopra descritte?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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7 Commenti

  1. Per prima cosa grazie ad Andrea per averci citato 🙂

    Due precisazioni, per chiarezza: la differenza tra le due versioni sta nel fatto che quest’anno è stato utilizzato il Chinook e la china anche in bollitura, mentre l’anno scorso questi due ingredienti sono stati utilizzati solo a freddo.

    La seconda è che solo in Pazzeria trovate la Befana Chinata alla spina, mentre le bottiglie saranno disponibili soprattutto presso la nostra Associazione e i nostri soci sostenitori che ne hanno fatta richiesta.

    Ah, se volete vedere l’etichetta, eccola qui: https://dl.dropbox.com/u/6201355/befana%20chinata%202012.jpg

  2. No, però ho provato la San Niccolò di Amiata di quest’anno ed è spettacolare.

  3. Nicola Grande lo è di nome e di fatto!
    Un Mastro Birraio giovane ma molto attento scrupoloso e sempre indirizzato a migliorare le ricette.
    Conosciuti quest anno all IBF di Roma mi hanno conquistato.

  4. assaggiata la “A Renna Glüh”: anice troppo prominente che va a coprie in breve tempo quasi tutto

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