Cimec

Cercate bene, la birra più strana del mondo si trova nello sterco di elefante

ElephantDungbeerBerreste una birra prodotta con ingredienti provenienti dalle feci di elefante? Se la domanda vi sembra surreale – e nondimeno disgustosa – avete perfettamente ragione. Sappiate però che è assolutamente lecita e non poi così assurda, perché stiamo parlando di qualcosa di reale. È infatti notizia di ieri che, appena lanciata sul mercato, la Un, Kono Kuro del birrificio giapponese Sankt Gallen sia andata a ruba, e questo nonostante il suo ingrediente più importante si ottenga proprio dallo sterco di alcuni pachidermi tailandesi. Nello specifico si tratta di chicchi di caffè, che vengono fatti mangiare agli animali per poi essere recuperati (e chiaramente lavati) dai loro bisogni. Un procedimento particolare ma non così inusuale, che rende questo caffè una rarità anche per i relativi costi: per ottenere 1 kg di chicchi utilizzabili occorre farne ingerire agli elefanti 33 kg. E pensare che a me una tazzina al giorno basta e avanza…

La Un, Kono Kuro è quindi una Coffee Stout, sebbene il birrificio curiosamente la definisca una Chocolate Stout. L’etichetta è semplice e molto esplicativa, cosicché nessuno possa avere dubbi sulla reale provenienza del suo ingrediente principale. Dubito che nella birra si possano avvertire differenze rispetto a una normale Coffee Stout: immagino che le sfumature organolettiche di questa qualità di caffè siano percepibili solo da palati esperti e mi sembrerebbe strano se si mantenessero distinguibili anche dopo il processo brassicolo. A ogni modo ciò non ha impedito che le bottiglie andassero a ruba.

6126932480_2396fac61b_bOra per quanto irreale, questa notizia non sarà certo apparsa clamorosa agli appassionati più incalliti, che in passato avranno incrociato almeno un caso simile. Mi sto chiaramente riferendo alla Beer Geek Brunch Weasel del ben più famoso Mikkeller, una Oatmeal Stout prodotta col pregiato caffè Kopi Luwak. La particolarità di questo caffè è praticamente la stessa di quello usato dai colleghi giapponesi: è recuperato dalle feci di un animale dopo essere stato parzialmente digerito. Solo che invece di enormi elefanti, in questo caso entrano in gioco gli zibetti delle palme, piccoli carnivori diffusi nell’Asia sud-orientale.

RockyMtOysterStoutDopo quanto esposto, è normale pensare a queste due birre come tra le più fuori di testa in termini di ingredienti utilizzati. E non è sbagliato, tanto che la creazione di Mikkeller fu a ragione inserita nella lista delle 10 birre più strane del mondo nella classifica stilata dal sito Drink Business. A fare compagnia alla Stout danese c’è anche l’esperimento brassicolo di Rogue con lieviti provenienti dalla folta barba del birraio John Maier. Quasi peggio dei testicoli di toro utilizzati per la birra prima in graduatoria: la Rocky Mountain Oyster Stout del birrificio americano Wynkoop. Per la cronaca il nome “Rocky Mountain Oyster” è quello di un piatto della zona di Denver, che consiste per l’appunto in testicoli di toro fritti – quindi non è una Stout alle ostriche… visto che per ostriche si intende qualcos’altro 🙂 .

rogue-bacon-maple-1024x679La classifica del sito americano si compone anche di ingredienti molto meno assurdi, tipo banane o, appunto, ostriche. Possiamo dunque divertirci a integrare l’elenco con altre creazioni più o meno assurde. Una di quelle che più di tutte mi ha inquietato nella mia carriera di appassionato è stata la Voodoo Bacon Maple Ale di Rogue, che come avrete capito prevede l’impiego di bacon affumicato su legno di melo, oltre a estratto di acero. Se non ricordo male il mio amico Ken Fisher partecipò alla realizzazione della birra, rivelandomi che il bacon veniva usato “a freddo” come in caso di dry hopping, rimanendo a mollo per diverso tempo. Roba da americani, insomma…

Mi accorgo mentre scrivo che in tutti i casi citati entrano sempre in gioco ingredienti provenienti da animali (compreso l’uomo). Non posso allora non citare l’esperimento che il birraio di Narke portò con sé nella prima edizione di Un Mare di Birra: era una birra realizzata addirittura con estratto di ghiandole di castoro. Me ne bastò un sorso e quell’idea sconvolse persino un certo Kuaska, che di stranezze nella sua vita ne ha bevute parecchie!

E in Italia? Beh qui si potrebbe dire che la stranezza sia all’ordine del giorno, vista la costanza con la quale i birrai ricorrono a ingredienti del territorio. In realtà non sono trovate assurde come quelle sopra descritte, bensì il desiderio di valorizzare la varietà alimentare del nostro paese e di sperimentare con prodotti locali. Certo, ogni tanto si incrociano birre con ingredienti davvero insoliti, ma niente a che vedere con testicoli di animali o lieviti cresciuti sulla barba umana.

Oppure no? Secondo voi dimentico qualche produzione italiana con ingredienti davvero fuori di testa? E tra quelle estere ne segnalereste altre?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

Leggi anche

Intelligenza artificiale e gusto della birra: arriva dal Belgio uno studio innovativo

L’intelligenza artificiale (IA) si sta rapidamente affermando come un potente strumento per l’innovazione in diversi …

Nuove birre da LZO, Birrificio della Granda, Old Copper, Birra XO e altri

Se all’inizio dell’anno vi avessimo chiesto quale sarebbe stata una delle tipologie brassicole più in …

19 Commenti

  1. AlchemikalGabri

    Embè, e della Beer Geek Brunch di Mikkeller, con il caffé digerito dagli zibetti? Ma ‘sta gente…PERCHE’???

    Qui ci limitiamo a brassare birre con la cicerchia.

  2. per una qualità di caffè molto pregiata si usa lo stesso procedimento (se non ricordo male non veniva da feci di pachidermi ma da scimmie)

  3. Ricordo quello shot di Voodoo Bacon bevuto col Colonna come una delle cose più brutte della mia vita..

  4. Si usano gli elefanti forse perchè sono erbivori e le loro feci contengono un elevato contenuto di fibre, se non ricordo male in india con la pupù di elefante si ricava una carta biologica non pregiatissima come schoeller ma resistente, quindi per quanto strano non è strampalato, ha una logica, non puoi prelevare resti da un animale carnivoro od onnivoro, sarebbe troppo contaminata da altri elementi.
    Kono kuro=questa nera
    Kuro è nero e sono sicuro infatti come ho letto il nome ho detto una stout, anfatti…

    • i miei asini sono erbivori, ma se gli porto la carne sbafano anche quella..anzi una volta bucando la rete..mi hanno mangiato pure le ciabatte… Questi elefanti avranno anche delle qualità ma insomma…non sarebbe meglio fare le birre con ingredienti convenzionali? Poi mi domando, la loro ASL che dice…

    • E quindi come si spiega il Kopi Luwak “prodotto” da carnivori?

  5. Fox beer Italy

    Io sapevo che esisteva un caffè derivante da semi defecati da una civetta particolare, che vendevano in un cafè a Legnano a 5 euro la tazzina (cose da pazzi), potremmo chiedere a EXTRAOMNES se alla sua coffee stout potrebbe aggiungere caffè-cacca, ma penso che ci mandi tutti a quel paese!

  6. Quella dei testicoli l avevo sentita, c’è anche un video che gira su internet con le fasi della cotta. La birra del bacon mi ha incuriosito perché personalmente avevo pensato, tornando dalla settimana bianca in Trentino, di usare un po’ di speck affumicato. Poi ci ho fatto il sugo e non la birra ma non sapete che sugo….bello rauch

  7. Rauchbierlover

    E’ proprio caso di dirlo: Che birre di merd…. 😛

  8. La prima volta che ne sento parlare. Sono combattuto tra lo stupore nei confronti dei prodigi dell’inventiva umana e la follia intrinseca. Chissà in quali “illuminati” contesti sono state partorite queste ricette =D

  9. Voglio sperare che non venga mai fuori la notizia di una stout brassata con chicchi di caffè defecati dal birraio. Mi sconvolgerebbe non poco 😀

  10. mi chiedo che differenza ci possa essere tra il caffè defecato da un elefante o scimmia e un semplice Lavazza, una volta inserito in una cotta di birra.

  11. Ma allora ci sono riusciti 🙂
    Nel 2001 girò la notizia della “birra al letame”

    LONDRA (CNN) – La responsabilità è degli storici della birra: grazie a loro,
    infatti, è attualmente in vendita un nuovo prodotto del ramo, ricreato
    secondo una ricetta a base di letame che risale a 5.000 anni fa. Per chi
    fosse così appassionato della bevanda da voler assaggiare un boccale di
    “bionda” allo sterco, la meta è l’arcipelago delle Orkney islands, nel mare
    di fronte alla Scozia del nord.
    La scoperta della birra, già ribattezzata “Età della pietra”, deriva dagli
    studi condotti da Merryn Dineley, storica dell’Università di Manchester e
    capo infusore diplomato dell’antica bevanda alcolica.
    Dineley ha raccontato al settimanale “The Observer on Sunday” che ha
    scoperto sul remoto arcipelago quella che secondo lei e il gruppo di
    studiosi che con lei ha lavorato era una fabbrica di birra di 5.000 anni fa,
    con annesso il pub per il consumo.
    Gli storici hanno esaminato i canali di scolo di pietra che corrono sotto
    delle antiche costruzioni del villaggio neolitico di Skara Brae e hanno
    scoperto un forno per fare grano di malto, oltre a tracce di alcol
    fermentato fatto con cereali.
    La ricetta ricostruita da Merry Dineley è un’infusione in pignatte di creta
    con letame cotto al forno.
    Secondo la studiosa, che ha assaggiato il frutto delle sue ricerche, si
    tratta di una birra chiara “deliziosa”.

    https://groups.google.com/forum/#!msg/it.hobby.birra/3gby-mYej5w/3VUUAS6SPOQJ

    …ma poi si scoprì che il giornalista della CNN semplicemente non aveva capito niente della spiegazione dell’archeologa, il letame era usato si per fare la birra ma come combustibile.

  12. dicevi che usano i chicchi di caffè. giusto? allora la spiegazione va ricercata nel processo di estrazione del chicco di caffè dal baccello: essiccazione, lavaggio o semilavaggio. essiccazione in etiopia (etiopia sidamo), lavaggio in centro america (costa rica, guatemalae, etc) e semilavaggio in brasile (Brasile Santos) -sono esempi-; l’ultimo sistema è quello del kopi luwak, un simpatico animaletto che mangia i baccelli di caffè defecandone i preziosi chicchi. in tal modo la pulizia del chicco è perfetta ed è considerata la qualità di caffè più costosa e più pregiata. il nostro amico elefante della thailandia fa lo stesso mestier del kopi luwak, solo che invece di finire in una torrefazione, lo usano per fare la birra. alcuni birrifici italiani già usano il caffè (theresianer, karma, etc); l’unica differenza è il moo di estrazione del chicco dal baccello di caffè…in passato ho lavorato nel settore del caffè, quindi conosco il processo, altrimenti sarei rimasto ugualmente schifato all’idea di mangiarmi la birra alla merda di elefante (peraltro ricca di vitamina E, tanto che i cuccioli di elefante mangiano la cacca della mamma per crescere sani e merdosi 😀 )

  13. Lunga vita al Reinheitsgebot…..

Rispondi a psycho Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *