A rischio di farlo diventare un appuntamento settimanale (o anche più frequente), oggi torniamo ad occuparci delle novità dei microbirrifici italiani. Le festività all’orizzonte hanno infatti riportato a pieno regime la creatività dei nostri produttori, obbligandomi ad aggiornamenti costanti per non rimanere indietro. Partiamo allora dal Birrificio Fermentum (Carrobiolo) che proprio in questi giorni ha annunciato due creazioni inedite. La prima è l’edizione speciale della Brown Ale O.G. 1048, battezzata Pedrhum Cuveè. È la quarta birra dell’azienda a subire un passaggio in legno: in questo caso ha maturato per tre mesi in barriquee di Rhum Agricole della Maison Clement (Martinica), fornite dal Gruppo Meregalli Vini. Chiaramente ci aspettiamo un profilo aromatico molto profondo, mentre il birrificio assicura che la birra stupirà tutti per il suo lunghissimo retrolfatto.
L’altra novità si chiama Coffee-Brett e affiancherà la O.G. 1111 durante le giornate invernali. La prima birra “nera” del Carrobiolo è stata prodotta all’inizio del 2013 (quindi ha subito un lungo affinamento in bottiglia) ed è caratterizzata dall’impiego di due ingredienti abbastanza insoliti: il caffè (della Torrefazione Indipendente Malatesta di Galbiate) e i lieviti Brettanomiceti. Si tratta quindi di un’Imperial Stout (il contenuto alcolico è importante, 10,5%) con nette note di caffè e cacao e profumi floreali molto originali e con l’inconfondibile tocco del Brett. Sarà disponibile solo nel formato da 37,5 cl. Non vorrei andare errato, ma credo che sia la prima produzione del Carrobiolo che abbandona la nomenclatura per original gravity.
Una stagionale per l’inverno è anche l’ultima nata in casa Birrificio del Forte. Si chiama Cintura d’Orione ed è definita come una Winter Ale da 9,5% alc. La ricetta è stata sviluppata partendo dalle solide basi della Mancina XL, che il produttore di Forte dei Marmi aveva presentato lo scorso inverno e che presumibilmente la Cintura d’Orione andrà a sostituire. Si caratterizza per una decisa complessità aromatica: si percepisce morbidezza, rotondità, dolcezza di frutta caramellata, uvetta, candidi e miele. Il nome ovviamente richiama l’omonima costellazione, che in passato i marinai utilizzavano come punto di riferimento nelle freddi notte invernali. È disponibile da lunedì scorso nel classico formato da 75 cl e in magnum da 150 cl, oltre che in keykeg.
Spostandoci in Puglia, da ormai tre anni il giorno di San Martino (11 novembre) è per il birrificio Birranova l’occasione di creare una birra celebrativa. Come già nel 2012, quest’anno Donato Di Palma ha voluto tornare a giocare con l’uva Moscato, che ha usato per una ricetta battezzata allo stesso modo (Moscata), ma completamente nuova. Il risultato è una creazione piuttosto alcolica (10%) ma anche di grande scorrevolezza, fresca, fruttata (pera e frutta gialla), calda ma non pesante. E che va giù con estrema naturalezza (è dangerous drinkable!). Se ne volete sapere di più, Angelo su Bere Birra ha raccontato del suo assaggio in anteprima.
Non è invece una birra invernale l’American Hops Mountains (5,6% alc.), lanciata recentemente dal Birrificio Aurelio. Si tratta di una “semplice” American Pale Ale, che come immaginerete impiega solo luppoli americani. È disponibile da inizio novembre in diversi locali di Roma e dintorni.
Tra le birre presentate ce n’è qualcuna che vi intriga particolarmente? O magari qualcuna che avete già assaggiato?
molta curiosità ispira la pedrhum cuveè, visto che le mie bevute sono principalmente di birra e rum, tenendo conto del fatto che clement è un nome bello che importante… sai se per caso è reperibile su roma in qualche beer shop?
Se non erro Domus Birrae tratta Carrobiolo con costanza
grazie! ammetto l’ignoranza ma il birrificio non lo conoscevo, forse attratto da altri nomi non le ho mai notate! 🙂
La Moscata 2013 è decisamente più intensa e godibile rispetto a quella dello scorso anno. Questo dimostra una volta di più la grande capacità di Donato Di Palma di far sua una ricetta e saperla migliorare, anche notevolmente, da una cotta all’altra.
la hops mountain….bella apa 😀
quanto al discorso del carobbiolo in realtà ci sono la pedro fontenez e la ” una botte e via” che hanno parzialmente abbandonato la nomenclatura OG ( dico parzialmente perchè sono le due sperimentazioni in botte della 1085)
Beh anche questa si chiama Pedrhum Cuvee, ma, come hai fatto notare, è una rivisitazione della 1048, il cui nome è ben visibile in etichetta. Invece per la Coffee-Brett non c’è alcuna base rivisitata, è semplicemente una nuova birra senza il solito OG XXXX
strana combinazione comunque una coffee imperial stout brettata 😀