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Assaggi di… Foglie d’Erba

logo-foglie-derba2Correva l’anno 2008 e a Forni di Sopra, in provincia di Udine, partiva l’avventura del birrificio Foglie d’Erba e del suo birraio, Gino Perissutti. Per alcuni anni il nome del produttore rimase pressoché sconosciuto nell’ambiente – un mio post del 2009 fu uno dei pochi articoli dedicati all’azienda – finché nel 2011 conquistò improvvisamente la ribalta delle cronache dopo la sua partecipazione a Selezione Birra. In quell’occasione appassionati e operatori scoprirono l’ottima qualità delle birre di Gino, capace di spaziare tra i principali stili ad alta fermentazione riuscendo sempre a mantenere ben riconoscibile la sua mano. Da allora Foglie d’Erba è diventato uno dei produttori più apprezzati nell’ambiente, tanto che ho accettato con enorme piacere l’invito di Gino quando mi propose di riassaggiare gran parte della sua produzione in bottiglia.

La prima creazione che ho stappato è stata l’Haraban (4,5% alc.), una Blond Ale pensata come birra a tutto tondo. Si presenta con una tonalità arancio (mediamente opalescente) e riflessi dorati, dotata di una bella schiuma bianca, compatta, abbondante e persistente. Al naso si notano dapprima gli esteri del lievito, con frutta gialla e rossa e un leggero tocco caramellato, poi arriva una decisa freschezza di agrumi e luppolo. L’ingresso in bocca è dolce di agrumi e frutta gialla, con un corpo scorrevole ma non sfuggente. Ottima la carbonazione, che solletica le sensazioni tattili e favorisce la bevuta. Successivamente entra in scena il luppolo, in un finale pieno, persistente, amaro e “succoso”. Qui si avvertono sfumature di pompelmo e una leggera astringenza, che invita al sorso successivo.

L’inizio è subito convincente: l’Haraban è un’ottima Blond Ale, che punta a esaltare il luppolo senza scadere in eccessi squilibrati. Ogni elemento è tarato perfettamente per creare una birra facile da bere, ma gratificante e di carattere. Una birra “entry level” esemplare come poche altre.

foglie-derba-HopfeliaL’Hopfelia (7% alc.) nasce come IPA, ma la ricetta recentemente è virata verso le Double IPA. Si presenta di colore arancio molto opalescente, con una schiuma bianca abbondante e “monolitica”, di lunga persistenza. I profumi rimandano ad agrumi (pompelmo, arancia) e a note resinose, ma si avverte anche una dolcezza di miele e una punta balsamica. In bocca parte dolce, con una bella struttura maltata. Il corpo è di media struttura, con una frizzantezza fine che lo rende scorrevole. La dolcezza procede a lungo, prima di lasciare spazio all’aromaticità del luppolo, con freschezza di agrumi e un ritorno balsamico. L’amaro non è violento, ma si insinua con piacere salendo lentamente di intensità, fino a concludersi insieme a una leggera astringenza.

L’Hopfelia è una birra dal gusto pieno, che riesce a stimolare tutte le sensazioni senza la necessità di ricorrere a effetti speciali. Piacevole l’alternanza tra parte maltata e luppolata, con una bella evoluzione nel gusto. Molto bevibile e lontana dagli eccessi dello stile. Un gran prodotto.

a-freewheelin-ipa-foglie-d-erbaRestiamo nell’ambito delle Double IPA con la A Freewhelin’ IPA (8,2% alc.), brassata con doppio ammostamento, senza zuccheri aggiunti e con 8 varietà di luppoli in coni. Si presenta di color rame, con sfumature che vanno dall’arancio al marrone chiaro. La schiuma beige presenta bolle piccole, è correttamente di discreta quantità e lunga persistenza. All’olfatto gli aromi sono molto puliti, con note resinose, piney, agrumate e di miele di castagno e mou. La complessità del bouquet arriva fino a suggerire delle sfumature di frutti di bosco. L’ingresso è di mou e caramello, con una dolcezza che permane per diversi istanti. Il corpo risulta abbastanza esile nonostante la parte maltata, con un’ottima carbonazione. Il finale è potente, molto resinoso, con un netto amaro che si accompagna ad aromi di agrumi e a un tocco speziato. Nel retrolfatto torna il caramello e l’amaro assume un carattere quasi medicinale.

Si tratta di una Double IPA che rispetta i canoni dello stile, riuscendo contemporaneamente a mantenersi facilmente bevibile pur senza rinunciare alla potenza prevista dalla tipologia. Rispetto ad altre birre si perde un po’ proprio sul finale e sembra mancare qual tocco in più tipico delle birre Foglie d’Erba. Ma ad avercene di DIPA del genere…

foglie-derba-UlyssesE finiamo con la Ulysses (5,8%), appartenente allo stile delle Cascadian Dark Ale (o Black IPA se preferite). Appena versata nel bicchiere si mostra di un colore nero quasi impenetrabile, con leggeri riflessi marroni. La schiuma è come sempre ottima: monolitica, a bolle piccole, assai persistente – la schiuma, tanto per ritornare sul discorso di ieri, nelle birre di Gino è sempre perfetta. Al naso le note di malti scuri e luppolo si fondono alla grande: si distinguono netti sentori di caffè e cacao amaro (e leggerissima vaniglia), mentre il luppolo contribuisce al ventaglio aromatico con sfumature vegetali e balsamiche. In bocca la birra si mantiene sfuggente, con una carbonazione fine ma appena troppo evidente. Nella seconda parte torna il caffè con decisione, accompagnato dal luppolo (agrumato e balsamico). Nel finale l’amaro dei malti scuri si unisce a quello del luppolo, virando un po’ sul tannico.

Pur rimanendo una valida interpretazione della tipologia, l’Ulysses mi è sembrata leggermente sbilanciata sui malti speciali, non riuscendo a trovare un perfetto equilibrio tra le due anime dello stile. È comunque un bel bere, che avrebbe bisogno solo di qualche piccolo ritocco.

In conclusione gli assaggi di Foglie d’Erba hanno confermato l’eccezionale livello di questa azienda e del suo birraio. A mio giudizio è uno dei birrifici migliori che in questo momento la scena italiana può vantare, considerando anche che i problemi di costanza qualitativa sono ormai un vecchio ricordo (legato al precedente impianto). Se trovate questo produttore in giro per fiere o beershop, non esitate ad assaggiarlo: resterete sicuramente soddisfatti.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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6 Commenti

  1. alexander_douglas

    ho bevuto parecchie birre di Gino, ma la Ulysses mi manca 🙁

  2. Davvero uno dei migliori, a Fermentazioni eravamo tutti d’ accordo che le sue birre erano eccezziunali veramente!

  3. Ulysses provata all’ IBF a Milano, quando l’ho annusata, mi sembrava di mettere
    il naso nel pacco di luppolo appena aperto ! veramente fenomenale. Ovviamente ho fatto i complimenti a tutti

  4. Haraban da standing ovation

  5. ..e tra le tante “birre sotto l’albero” ci sarà anche la Nadal.. 🙂

  6. Vero, se ne parla benissimo. Spero di avere presto modo di saggiare qualcuna di queste produzioni!

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