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Benvenuta primavera: ecco come brindare secondo Birra dell’anno

Qui a Roma le temperature sono salite già da qualche giorno, ma è solo oggi che entriamo ufficialmente nella stagione primaverile. Una stagione che per tanti si carica di aspettative e lo stesso vale anche per noi appassionati di birra: nelle prossime settimane diventerà sempre più piacevole sorseggiare una birra all’aperto, che sia il cortile di una birreria, il vostro terrazzo o un prato qualunque. L’offerta di pub e beershop tenderà a cambiare velocemente, abbandonando gli stili più alcolici e impegnativi per virare su tipologie dissetanti, leggere e rinfrescanti. Personalmente ho già l’acquolina in bocca al solo pensiero, perciò nel post di oggi ho pensato di segnalare quali birre italiane potremmo ritrovarci nel bicchiere in base ai freschi risultati di Birra dell’anno, di cui abbiamo parlato abbondantemente negli scorsi giorni.

Chiare, bassa fermentazione, basso grado alcolico, “Italian Lager”

Con l’arrivo del caldo è impossibile non pensare a uno stile come quello delle Pils, che evoca la primavera come pochi altri nel panorama brassicolo mondiale. E da noi se parliamo di Pils è automatico pensare alla Tipopils del Birrificio Italiano, più che una birra un vero e proprio manifesto. Peccato però che la creatura di Agostino Arioli anche quest’anno abbia mancato la medaglia d’oro, superata stavolta da La Grigna del Lariano. In molti allora saranno probabilmente curiosi di provare la vincente di categoria, sebbene non siano pochi a conoscerla già molto bene. Sarà invece un’impresa trovare in giro la terza classificata, la Giò del giovane Birrificio Oldo, che credo abbia una distribuzione piuttosto circoscritta al suo comune di appartenenza (Cadelbosco di Sopra, nel reggiano).

Chiare, alta fermentazione, basso grado alcolico, “Golden Ale”

Se non sbaglio quello delle Golden Ale è uno stile non ancora riconosciuto dal BJCP, ma che offre incarnazioni straordinarie – penso alla Summer Lightning – e si adatta come pochi altri alla primavera. Quest’anno nella rispettiva categoria ha trionfato la Gassa d’Amante del Birrificio del Forte, che ha confermato l’ottimo livello del produttore toscano. Seconda si è piazzata la Speed di P3 Brewing, una birra che a suo tempo non mi era assolutamente dispiaciuta e che dimostra come anche la Sardegna stia crescendo qualitativamente. Terza posizione, infine, per l’Aurora di Vecchia Orsa, produttore presente sul mercato ormai da parecchi anni. Personalmente sarei molto curioso di provarle tutte e tre, ma non sono certo birre diffuse capillarmente sul territorio nazionale. Però non si sa mai che compaiano improvvisamente nel locale di fiducia…

Chiare, alta fermentazione, basso grado alcolico, “Kölsch”

Uno dei pochi stili ad alta fermentazione della Germania è anche uno di quelli che più in assoluto chiama la primavera, se non addirittura l’estate. A Birra dell’anno l’oro di categoria è andato alla Hauria di Croce di Malto, che ha preceduto nell’ordine la Cavallina di Valcavallina e l’Alaaf Kölsch del Birrificio Pontino. Su Croce di Malto c’è poco da dire: è un produttore affermatosi velocemente grazie alla Triplexxx, ma che evidentemente merita attenzione anche per il resto della sua produzione. Valcavallina ho avuto modo di assaggiarlo pochissime volte, ma gode di grande considerazione nell’ambiente, compresa la sua Cavallina. Sono invece molto contento dell’Alaaf Kölsch del Pontino, perché l’ho seguita sin dalla sua nascita, offrendo qualche consiglio per migliorare la ricetta. La qualità è cresciuta esponenzialmente di cotta in cotta e il bronzo a Birra dell’anno è il giusto premio per un approccio umile e attento come quello dei ragazzi del Pontino. Se avrete occasione di incrociare una delle tre birre – cosa non impossibile in base a dove abitate – probabilmente sarà un gran bel bere.

Chiare e ambrate, alta fermentazione, basso/medio grado alcolico, luppolate, d’ispirazione americana (APA)

Nelle prossime settimane dissetarsi con la migliore APA italiana del 2014 non sarà difficile: il Lambrate è uno dei birrifici più reperibili sul mercato, anche grazie a volumi produttivi tra i più alti in Italia. Facile quindi che la Gaina finisca nei nostri bicchieri, permettendoci di verificare l’autorevolezza di un concorso come Birra dell’anno. Personalmente poi mi ha reso molto felice l’argento alla Magnifica di Birra dell’Eremo, un produttore giovane ma che merita assoluta attenzione. Il bronzo è invece andato alla Fior di Noppolo del Birrificio del Forte, una delle poche “Harvest Ale” che abbiamo in Italia. Quest’ultima non sarà facile da trovare in giro – se non sbaglio è prodotta in quantità limitate – mentre Birra dell’Eremo sta cominciando a uscire dall’Umbria, quindi non è detto che non vi capiti di assaggiare la Magnifica.

Birre con frumento maltato, di ispirazione tedesca

Le Weizen hanno visto trionfare la Cibus del Birrone, uno dei migliori birrifici italiani per le basse fermentazioni (e non solo). Recentemente non è difficile trovare le sue produzioni in giro per l’Italia, quindi se vi piacciono le classiche birre di frumento non vi sarà troppo difficile assaggiare la medaglia d’oro 2014. Sicuramente reperibile è invece la Vudù del Birrificio Italiano, che si conferma una delle migliori Dunkelweizen prodotte in Italia. Credo invece che sarà quasi impossibile provare la Gjulia Est del birrificio (agricolo) Gjulia, almeno per chi non vive nei pressi dell’azienda.

Chiare, alta fermentazione, basso grado alcolico, di ispirazione belga

Non ricordo se questa categoria coincideva con le Blanche, ma sono state proprio tre Blanche a salire sul podio. In prima posizione è arrivata la Seta del Rurale, una delle Witbier più diffuse in Italia, nonché tra le migliori in assoluto. Oro sacrosanto direi, che ha permesso al Rurale di precedere rispettivamente Le Fate e Brùton. La Lunilia di Le Fate non la conoscevo, ma ho avuto modo di assaggiarla nelle tasting session di sabato con il birraio. In effetti è davvero una grande Blanche, elegante, senza eccessi nelle spezie, acidula al punto giusto. Il problema è che non è esattamente reperibile, come il resto della gamma di Le Fate. Più facile incrociare la Bianca, che è sicuramente una delle migliori produzioni di Brùton, produttore che ultimamente sta crescendo a ritmi vertiginosi. I risultati di Birra dell’anno confermano questa convinzione.

Le altre

Ci sono poi categorie “trasversali”, dove sul podio sono salite birre perfettamente adatte alla primavera. Penso ad esempio alla Rubus (oro nelle birre alla frutta) e alla Duchessic (bronzo nelle acide) di Birra del Borgo, alla Fleur Sofronia di MC-77 (oro nelle speziate), alla Chrysopolis del Ducato (oro nelle acide). Tutti birrifici ampiamente distribuiti in Italia, eccezion fatta per MC-77 a causa di ovvi motivi anagrafici. Insomma anche qui la vostra primavera potrebbe regalarvi qualche medagliata di Birra dell’anno.

Siete particolarmente curiosi di provare una di queste birre “primaverili”. E al di fuori di Birra dell’anno, non vedete l’ora di tornare a bere una birra in particolare?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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4 Commenti

  1. Non ho dubbi. Fremo dalla voglia di bere la APA a bassa fermentazione del Lambrate 😀

    • Andrea Cozzaglio

      Se é una Ale per forza di cose é ad alta fermentazione 😉
      Io son stato al Lambrate ieri sera: Gaina e Robb De Matt ottime come sempre!!!
      Poi ho provato la Bricòla, che da quest’anno é una Belgian Dark IPA, e devo dire che é fantastica. Al Lambrate non sbagliano mai una birra, in particolar modo le stagionali e le one shot sono sempre strabuone!!!

  2. Anche io, curiosissimo di assaggiare la Gaina. Stesso discorso vale per la Chrysopolis. Del resto tra Lambrate e Ducato la goduria è assicurata!

  3. Per il sottoscritto, dopo lo scorso anno dedicato alle weizen tedesche, questa sarà l’estate delle birre straluppolate. E vi dirò: le sour iniziano a “solleticarmi” il palato! =D

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