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Nuovi birrifici italiani: Rebel’s, Beertola, Birrificio degli Ostuni e altri

A distanza di un paio di mesi dall’ultimo aggiornamento torniamo a occuparci dei nuovi produttori italiani, con una panoramica che come sempre offre uno spaccato delle diverse realtà che si stanno affacciando sul nostro mondo. E partiamo da Roma, dove è recentemente partita l’avventura del birrificio Rebel’s, situato all’interno di un casale rimodernato di via Ardeatina, praticamente nel punto in cui la strada incrocia il Grande Raccordo Anulare. I fondatori sono quattro giovani amici, che hanno iniziato a confrontarsi seriamente con l’homebrewing circa 5 anni fa: Riccardo Di Profio (birraio), Raffaele Lucadamo, Andrea Martorano e Andrea Casini. La filosofia produttiva è di spaziare tra i principali stili birrari, onorando le tradizioni brassicole ma senza rinunciare a infondere un’anima ben precisa a ogni ricetta. L’impianto è da 10 hl.

Le birre attualmente prodotte sono 5. La Honey è una Cream Ale sui generis, prodotta con malti Pale e Pilsner, luppoli americani e tedeschi (Cascade e Hallertau) e miele di Sulla; la Tricky è una Saison con una percentuale di frumento e soli luppoli europei (Styrian Golding); la Tropical Bomb (8%) un’Imperial Ipa con 6 diversi luppoli americani e australiani; la White Fusion (3,8%) una Session Ipa (o meglio una White Ipa) con una percentuale di fiocchi di frumento, luppoli “moderni” da tre diversi continenti e lievito K-97 German Ale (solitamente usato per birre di frumento in stile belga, ma con un apporto di esteri più contenuto); la Mr. Peat infine è una Smoked Cream Ale realizzata in collaborazione con Ritual Lab con malti torbati. Bella idea quella di riportare sul sito una breve spiegazione per la scelta degli ingredienti di ogni birra. Un progetto che sembra partito col piede giusto.

beertola

Dovrebbero mancare pochi giorni all’inaugurazione di Beertola, prossimo brewpub di Cuneo che troverà spazio nell’ex cappella del Sacro Cuore. Ai più attenti di voi non sfuggirà l’assonanza tra il nome dell’azienda e quella di uno storico birraio italiano: non è una coincidenza, visto che nel progetto è coinvolto proprio Andrea Bertola, che gli appassionati hanno imparato a conoscere grazie al birrificio sociale Pausa Cafè. In realtà Beertola dovrebbe essere l’evoluzione della beer firm Beerfulness, di cui parlammo a inizio anno, poiché simile è lo stile delle etichette e identico il nome delle birre. Come riporta La Stampa, i soci di Beertola sono ben 12, tra cui chef ed esperti del mondo della ristorazione. La cultura brassicola di riferimento rimane quella belga, mentre importante sarà la proposta gastronomica, con piatti legati alla tradizione piemontese e a carni di qualità.

ostuni

Nell’affollata e confusa scena pugliese sembra molto promettente la strada intrapresa dal Birrificio degli Ostuni, che ha inaugurato ufficialmente appena un mese fa. Il nome non si riferisce al comune di Ostuni in provincia di Brindisi (dove già opera un microbirrificio, Birrapulia), poiché la sede è a Poggiorsini (BA), nel cuore della Murgia. Anche se debuttanti, i ragazzi sembrano decisamente attivi e al momento hanno in gamma tre birre dagli stili piuttosto “standard”: la Comare (6%) è una Saison, la Controra (4,8%) una Pils e la Baluff (5,5%) una Pale Ale. Vediamo nei prossimi mesi come evolverà questa ennesima realtà della Puglia.

THE-JOLLY-JOKER-BEER

Ben diversa è la genesi delle birre della linea The Jolly Joker, nate dall’iniziativa di Locanda Italia (una startup che distribuisce prodotti enogastronomici italiani) tramite un accordo con Dal Negro, l’azienda famosa per le sue carte da gioco. Il nome della linea è infatti ispirata al celebre giullare dei jolly di Dal Negro, che chiunque di noi avrà incontrato in partite a Machiavelli, Scala quaranta o Canasta. L’operazione però non è puramente commerciale, perché a mettere a punto le ricette è stato chiamato un importante birraio italiano: Bruno Carilli di Toccalmatto. Le birre sono 4 come i semi delle carte francesi: Belgian Ale, Pilsner, Blache e Tripel. Il momento migliore per consumarle? Ovviamente durante una partita a carte 😛 .

lulu

E concludiamo con un’altra linea speciale, nata dall’idea degli chef trentini Luigi e Luca Sforzellini di creare birre pensate appositamente per l’abbinamento col cibo. Per la realizzazione della Birra Lulu è stato coinvolto Domenico Francescon de La Birra di Meni, che ha studiato una gamma composta di 10 prodotti e suddivisa in “classiche” e “stagionali”. I nomi sono ispirati ai metalli preziosi e ai loro simboli chimici: AL 13 è una luppolata abbastanza robusta, PT 78 una Blanche, CU 29 un’ambrata maltata e amara, SE 34 una Ipa, PB 82 una (presumo) Robust Porter, CO 27 una Pumpkin Ale, TI 22 una chiara alle mele, FE 26 una birra con castagne arrostite e miele di castagno, CR 24 una birra alle ciliegie, AU 79 un Barley Wine. A queste si aggiunge la natalizia brassata per le passate festività.

Avete già assaggiato alcune delle novità presentate oggi?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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3 Commenti

  1. Giancarlo Magarotto

    A quanto mi risulta Bertola ha sì lavorato in un birrificio a scopo sociale, ma era il Pausa Cafè di Saluzzo.

  2. Ottima mossa quella di Birra Lulu di affibbiare alle birre nomi che nessuno ricorderà mai

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