Cimec

Nuovi birrifici italiani: Yalkys, Panta Rei, Daniel’s, Birrificio del Sannio e Lorenzetto

L’ultima panoramica dell’anno sui nuovi birrifici italiani parte da Yalkys, beer firm operativa da aprile 2016 in quel di Pesaro. Il birraio è Massimo Fabbri, homebrewer dal lontano 1998, che recentemente ha deciso di compiere il grande salto e misurarsi nel mondo dei professionisti, magari riuscendo in un prossimo futuro a utilizzare un impianto di proprietà. Le birre al momento prodotte due: Kappadueo e Sesto Senso. La Kappadueo (5,2%) è ispirata alle Kölsch di Colonia e impiega una percentuale di frumento oltre al classico malto Pilsner; i luppoli invece sono delle varietà Magnum e Spalt Select. La Sesto Senso (6,2%) è invece realizzata sul modello delle American Pale Ale, con luppoli Cascade e Mosaic e malti Maris Otter, Vienna e Crystal. Se ne volete sapere di più su Yalkys, vi rimando al relativo sito web.

La Sicilia si conferma regione meridionale molto attiva con la nascita di Panta Rei, birrificio artigianale “solidale” nato da una cooperativa che, come in altri casi presenti nel mondo della birra artigianale, cerca con la nostra bevanda di offrire opportunità lavorative a persone svantaggiate. Le birre attualmente prodotte sono tre: la My Rei (4,8%) è una Blonde Ale che nasce da una ricetta piuttosto classica e che rappresenta la “chiara base” del birrificio; la Hopportunity (6%) è invece un’American Pale Ale con una percentuale di frumento maltato che gioca sul contrasto tra note caramellate e aromi di agrumi e frutta esotica; l’Experience, infine, è una Blanche piuttosto standard, che oltre ai tradizionali coriandolo e bucce d’arancia amara, prevede anche una speziatura con pepe bianco. Panta Rei ha sede a Canicattì (SI) e per saperne di più potete consultare Facebook.

Se la caratteristica di Panta Rei non è una novità nel nostro settore, lo stesso vale per coppie che hanno aperto insieme un proprio birrificio. È il caso di Daniel’s di Daniele e Anna Romano, nuovo produttore della provincia di Taranto (la sede è a Manduria) che ha iniziato la propria avventura lo scorso luglio. Anche qui abbiamo una lunga esperienza di produzione casalinga alle spalle (9 anni) e la voglia di trasformare la passione in un lavoro grazie a un impianto Simatec da 12 ettolitri con due fermentatori di analoga capacità. Le birre attualmente commercializzate sono tre: la Galetta è una bassa fermentazione (presumibilmente una Pils) realizzata con luppoli nobili inglesi e cechi; la De Vinz un’alta fermentazione aromatizzata con carrube, con note di caramello e miele; la Cesyt, infine, dovrebbe essere un’interpretazione moderna di IPA, con luppoli inglesi e neozelandesi e toni biscottati e di liquirizia. Altre due birre dovrebbero aggiungersi a breve. Ulteriori informazioni sono disponibili su Facebook.

Restiamo nel sud Italia con il Birrificio del Sannio, nuova realtà della provincia di Benevento (Frasso Telesino), che ha aperto i battenti circa due mesi fa. L’iter per arrivare a lanciare i primi prodotti è stato molto lungo – purtroppo una costante per il nostro paese – e la creazione della relativa società risale addirittura a metà 2014. L’impianto è collocato all’interno di un ex oleificio del nonno di uno dei soci, che quindi ha curiosamente mantenuto il suo legame con creazioni artigianali. Al momento è prodotta una sola birra, scelta interessante perché non facile da riscontrare anche in birrifici di nuova apertura: si tratta della Malies Pale Ale, realizzata con acqua di sorgenti montane e dal sapore maltato ben bilanciato dal luppolo. Per saperne di più potete consultare il sito web del Birrificio del Sannio.

E concludiamo spostandoci finalmente nel nord Italia e più precisamente a Conegliano (TV). Come riportato dal Corriere Adriatico, a fine settembre è partita l’avventura del Birrificio Lorenzetto, nato in piena terra del Prosecco dalla scelta di Jacopo Lorenzetto di cambiare vita: non più tra i tribunali con una laurea in giurisprudenza, ma in sala cotte per creare le sue birre. L’azienda è una realtà agricola che coltiva l’orzo con cui sono realizzate le proprie produzioni, appartenenti a diverse tipologie: la Cima è una Golden Ale leggermente amara e luppolata con varietà tedesche e inglesi; la Riot Ale una California Common (Steam Beer) caratterizzata da un amaro deciso; la Wet Hop un’altra Golden Ale, ma realizzata con luppolo fresco appena raccolto; la Candice una Blanche con aromatizzazione sui generis (coriandolo, acetosella, ginepro, buccia d’arancia e fiori di camomilla); infine la Baal è una Red Ale. Dettagli sono disponibili su Facebook.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

Leggi anche

Nuovi birrifici e beer firm: Bandiga, Due Fusti e Lab25

A distanza di un paio di mesi dall’ultimo aggiornamento, torniamo a occuparci di nuovi marchi …

Recenti cambi di nome: i casi Hoppycrat (ex Passion Brewery), Nebula (ex Rattabrew) ed Exuvia (ex 2+)

Qualche settimana fa abbiamo riportato qualche considerazione su Beer Attraction, la fiera di settore che …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *