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Nix e Brewberry: i nuovi progetti brassicoli di Nicola Grande e Riccardo Berenato

Riccardo Berenato (a sinistra) e Nicola Grande (a destra)

Quello delle beer firm è un fenomeno complesso e dibattuto, rispetto al quale esistono diverse prese di posizione: c’è chi le considera alla stregua di un qualsiasi produttore dotato di impianto, chi traccia dei distinguo, chi le guarda con perplessità e chi le ripudia totalmente, senza alcuna eccezione. La verità è che in questa “forma brassicola” rientrano realtà molto diverse tra loro, le cui caratteristiche spesso fanno la differenza. Così a un estremo troviamo iniziative promosse da chi non conosce minimamente l’ambiente e commissiona al primo birrificio che trova una birra “bionda” a proprio marchio. All’estremo opposto, però, si collocano beer firm nate da chi ha profonde competenze in materia brassicola, che magari ha lavorati anni in birrifici nazionali o stranieri, che segue la produzione dall’ideazione della ricetta fino al confezionamento e che crea con il contoterzista un profondo legame umano e professionale. In questa seconda fattispecie rientrano due progetti di cui vi parlo oggi e che sono destinati a crescere nei prossimi mesi: Nix Beer di Nicola Grande e Brewberry di Riccardo Berenato.

Per chi di voi non conoscesse Nicola “Nix” Grande sappia che stiamo parlando di uno dei migliori birrai italiani per le tipologie di stampo belga. Se non ricordo male la sua avventura nel mondo pro cominciò nel 2011 presso il birrificio Siebter Himmel (oggi Birrificio Settimo), prima di passare nel 2015 al neonato birrificio Etnia. Qualche mese fa ha affiancato all’attività in sala cotte quella da publican, con l’apertura del suo locale Nix Beer nel centro di Pavia che a posteriori possiamo considerare come una fase di passaggio per la sua ulteriore evoluzione professionale: Nix infatti ha recentemente lasciato Etnia per dedicarsi totalmente alla sua nuova avventura, una beer firm battezzata esattamente come il suo nickname. Le birre sono comparse sul mercato proprio in questi giorni.

L’impianto dove Nix realizza le sue birre è quello del birrificio The Wall (provincia di Varese), con il quale aveva già stretto qualche collaborazione in passato. Chiaramente segue tutto il processo produttivo dall’inizio alla fine, ponendo particolare attenzione alle fasi successive alla cotta vera e propria, cioè a quelle della fermentazione e della maturazione del prodotto. Da questo punto di vista è fondamentale l’affiatamento sviluppato con i ragazzi di The Wall, che considera imprescindibili per il suo progetto e parte integrante dello stesso. Inutile specificare che le ricette si ispirano alla scuola belga e ai suoi stili e che avranno immancabilmente dei punti in contatto con alcune delle birre realizzate da Nix in questi anni. Una scelta coraggiosa e radicale come il suo creatore, che ha il vantaggio di distinguersi da tante giovani realtà del momento.

Le birre a marchio Nix sono attualmente cinque. La Xelles è una Blond Ale intensamente luppolata, che ipoteticamente si pone a metà strada tra due mostri sacri della tipologia: Taras Boulba di De La Senne e XXBitter di De Ranke. La Malle è una Tripel piuttosto in stile, con un maestoso bouquet aromatico e un finale secchissimo e delicatamente amaro. La Dangar è una Belgian Pale Ale con luppoli australiani, forse la meno ortodossa del lotto, mentre la Hellerbos una Quadrupel, tipologia raramente proposta dai birrifici italiani. La Witwit, infine, è una Double Blanche, sottostile con cui Nix è stato uno dei pochissimi birrai europei a essersi confrontato. Ovviamente le birre sono disponibili presso il Nix Beer di Pavia, ma stanno anche cominciando a comparire in diversi locali italiani.

Dobbiamo spostarci a Milano per parlare del secondo progetto, il cui cuore è una beer firm ma i cui confini si spingono ben oltre. Il suo creatore è Riccardo Berenato, che qualche mese fa ha chiuso il suo rapporto con il birrificio meneghino La Ribalta, che aveva fondato e contribuito a far conoscere in tutta l’Italia birraria. La sua nuova avventura si chiama Brewberry ed è un marchio che si avvarrà di una linea standard formata da (probabilmente) tre birre e affiancata da un gran numero di collaboration brew. In entrambi i casi però i criteri che animeranno il progetto saranno gli stessi: ricerca delle materie prime, cura dell’intero processo produttivo e freschezza del prodotto finale. Le ricette base saranno ideate da Riccardo in persona e ispirate a stili piuttosto iconici (presumibilmente Pils, IPA e Tripel), mentre tra le collaborazioni è possibile citare la Bianconiglio, una White IPA creata giusto qualche giorno fa insieme al Birrificio Rurale e di cui vi parlerò meglio nei prossimi giorni. Altre ne seguiranno, coinvolgendo anche nomi importanti del settore.

Dicevano della distribuzione locale delle birre a marchio Brewberry. Non è un caso che in cima alle priorità ci sia la prossima apertura di una birreria ufficiale, che presumibilmente aprirà in zona San Siro. Sarà un pub di dimensioni contenute, con un numero ragionato di spine, dedicata tanto agli appassionati quanto ai neofiti. Avrà un’anima sportiva e in particolare votata al basket – dettaglio che non posso che apprezzare 🙂 – mentre la cucina sarà incentrata su specialità pescaresi. Non mancherà una cantina con vintage e chicche e uno spazio dedicato a corsi ed eventi. In ottemperanza alla stella polare della freschezza, è nel locale di Brewberry che finirà gran parte della produzione della beer firm, ma non è da escludere che le birre saranno talvolta disponibili in altri locali di Milano e dintorni.

Quindi Brewberry sarà una beer firm e anche un locale, ma non solo. Interessante è l’idea di Riccardo di produrre malto d’orzo in proprio da destinare in primis alle sue birre. Il discorso è ancora in fase embrionale, ma l’intenzione è di sfruttare delle coltivazioni d’orzo su terreni di proprietà e di inviare in Germania il cereale per ottenere il prezioso ingrediente. Un obiettivo che chiaramente rientra nel concetto di cura sui dettagli della produzione e sulle materie prime.

Insomma, il panorama italiano delle beer firm continua a crescere, ma almeno questa volta possiamo essere sicuri di essere al cospetto di due ottimi progetti che possono portare un valore aggiunto al mercato. In bocca al lupo a Nicola e Riccardo.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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