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Nuovi birrifici: Cascina Motta, La Collina, Birra Di Caprio e Augusta Taurinorum

Se siete attenti alle evoluzioni della birra artigianale italiana, vi sarete accorti come negli ultimi tempi stia crescendo un certo interesse per le materie prime locali. Prendiamo la coltivazione del luppolo: in pochi anni è passato da argomento quasi fantascientifico a tema centrale in eventi e conferenze. Ma lo stesso si può affermare per la maltazione dei cereali: dopo decenni in cui siamo rimasti fermi alle pochissime storiche realtà, ora stanno timidamente comparendo soluzioni alternative e nuovi maltifici. È in questo contesto che si inserisce perfettamente il primo dei nuovi birrifici che presentiamo oggi, inaugurato lo scorso 17 gennaio a Sale (AL): si chiama Cascina Motta ed è l’unico produttore italiano – se non vado errato – a incorporare l’intera filiera produttiva. L’azienda infatti coltiva sia il luppolo che i cereali, lavorando i coni provenienti dal primo e maltando i secondi, e poi li impiega per le sue birre. Per questa ragione Massimo Prandi, il fondatore, definisce la sua azienda un “birrificio contadino”.

Cascina Motta ha debuttato con due basse fermentazioni: la Cavagna, ispirata alle Vienna Lager, e la Sloira (5,5%), brassata sul modello delle German Pils. Chiaramente le scelte in fase di produzione sono influenzate dalle materie prime disponibili in loco: ecco che allora per il futuro c’è l’idea di realizzare una Blanche e una Saison, rispettivamente con il frumento e la segale coltivati direttamente dall’azienda. Il birraio è Alessandro Beltrame, formato presso il corso biennale dell’ITS agroalimentare di Torino. Il progetto nel complesso è molto interessante – considerate che i primi passi con la parte agricola sono stati compiuti circa 10 anni fa – e nei prossimi mesi il birrificio si avvarrà anche di una tap room, che dovrebbe essere pronta entro l’estate. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito di Cascina Motta.

Sebbene molto diverso come impostazione, anche il birrificio La Collina è nato all’interno di un’attività operativa già da anni. In questo caso siamo al cospetto dell’omonima trattoria situata a Pescaglia, in provincia di Lucca, dove Alessandro Ridolfi e soci hanno recentemente installato un piccolo impianto produttivo. Si tratta di una fattispecie con pochi eguali in Italia – l’unico ristorante-birrificio che mi viene in mente è lo storico Atlas Coelestis di Roma – ma al quale potrebbero seguire altri esempi in futuro. Le birre a firma La Collina sono attualmente quattro: Beuwoz (7%) è presumibilmente una Maibock realizzata con soli luppoli tedeschi, Hildegard (7%) una Belgian Strong Ale piuttosto complessa, Accademia degli Oscuri (5%) una Brown Ale decisamente in stile, Duca (5%) una “Vienna Ale”: presumibile che l’errore sia voluto per identificare un’alta fermentazione che è effettivamente prodotta con malto Vienna. Per saperne di più potete consultare la pagina Facebook dell’azienda.

È stata inaugurata poco meno di un mese fa la beer firm veronese Birra Di Caprio, che produce presso l’impianto del birrificio Mastro Matto. L’ideatore è Giuseppe Di Caprio, homebrewer di lunga data, che nelle sue ricette ha voluto imprimere due valori che considera di importanza cruciale per gli esseri umani: il coraggio e la perseveranza. Entrambi si ritrovano nelle due birre di debutto, ispirate agli stili tradizionali del Regno Unito: la Milleuno (4,2%) è una Bitter facile da bere e focalizzata sulla parte maltata; la Cordadoppia (4,4%) una Porter brassata con solo luppolo EKG, dal gusto intenso ma anche perfetta per ogni occasione. Per approfondimenti e maggiori informazioni potete consultare il sito di Birra di Caprio.

E concludiamo con una novità torinese, non molto recente per la verità ma meritevole comunque di menzione. Si chiama Brasseria Augusta Taurinorum, è brewpub sito in Corso Regina Margherita e aperto da tre amici che a un certo punto della loro vita hanno deciso di abbandonare tutto e inseguire il loro sogno. La gamma delle birre disponibili è già discretamente numerosa: la Janis (5,2%) è una Blanche realizzata con miele di melata, la Campus (5,5%) una Scotch Ale non particolarmente “scura”, la Vanchiglia (6,5%) una Doppelbock che non disegna la facilità di bevuta, la Runa (5%) un’immancabile IPA con dry hopping, la Ratavoloira (9,3%) un’Imperial Stout robusta e avvolgente, la Ponteregina (5,5%) infine una classica Helles. Peccato per i nomi delle birre, non particolarmente originali (3 su 6 già sono stati usati per i prodotti della concorrenza). Ampio il locale, con impianto e tank a vista, legno in abbondanza e la bellezza di dieci spine con tutti i prodotti della casa. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito del birrificio.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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