La scorsa settimana ho fatto il punto delle nuove apertura brassicole in Italia con un post specifico, che perĂ² non ha esaurito l’argomento. Con oggi riprendiamo allora il discorso e diamo un’occhiata ad altri tre birrifici artigianali che hanno recentemente aperto i battenti. La regione di partenza è quella con il piĂ¹ alto consumo pro capite di birra e cioè la Sardegna: è qui che da pochi mesi è partita l’avventura di P3 Brewing Company, primo birrificio della cittĂ di Sassari. Dietro a questo nome si nascondono i due soci trentacinquenni: Giacomo Petretto (birraio) e Pierpaolo Peigottu (responsabile commerciale), amici praticamente da sempre. Dopo anni di homebrewing, corsi di degustazione e militanza in due associazioni di riferimento sarde (HBS e Fermento Sardo), Giacomo e Pierpaolo hanno deciso di compiere il grande salto.
Il P3 produce al momento tre birre tutte rifermentate e disponibili nel formato da 75 cl. L’obiettivo nel breve-medio termine non è di ampliare la gamma, ma di perfezionare continuamente le ricette – strategia che condivido in toto. L’anima del birrificio è un impianto BBC inox da 5 hl con 3 fermentatori da 1.200 litri. Le birre realizzate sono la Speed (Golden Ale da 5% alc.), la 50 Nodi (IPA da 5,8% alc.) e la Turkunara (un’Imperial Stout da 7% alc.). Da notare la curata identitĂ visiva dell’azienda: bello sia il logo che le etichette, che ricordano quelle (splendide) del Lambrate di Milano. Per saperne di piĂ¹ potete fare riferimento alla pagina Facebook del birrificio.
Da un birrificio passiamo a una beer firm, cioè a un’azienda brassicola senza impianto di proprietĂ . Si tratta de I Birrogastrofonici, progetto che vede protagonisti Francesco Caprioli e – squillo di trombe (in ogni senso đŸ™‚ ) – nientemeno che Roy Paci. La passione del musicista siciliano per la birra artigianale non è un mistero ed è con questo marchio che ha deciso di lanciarsi nella produzione. Anche Francesco è un grande appassionato, con alle spalle un’ampia esperienza: è il fondatore del primo beershop del Salento (il BirsciĂ²p), ha affiancato per anni Luigi Serpe di Maltovivo (contribuendo alla nascita della Noscia), sperimenta continuamente su un suo impianto da 100 litri.
Attualmente I Birrogastrofonici producono due birre, una delle quali proposta in tre diverse versioni. In riferimento a quest’ultimo prodotto, si tratta della Plectrum, un Barley Wine realizzato presso il Gruit di Brindisi e invecchiato in tre tipi di botti diverse (quindi ogni versione nasce da un affinamento differente). L’altra birra è invece una piĂ¹ consueta APA, brassata nell’impianto di Maltovivo. Se ne volete sapere di piĂ¹, vi rimando a questo articolo di Repubblica Bari, che parlĂ² di un mini tour organizzato nel 2011.
Non è giovanissimo neanche il birrificio Anbra, che ha iniziato ufficialmente la sua attivitĂ a giugno 2011. Il nome è l’abbreviazione di Anonima Brasseria Aquilana e ha sede a Fossa, in provincia di L’Aquila (primo birrificio della zona). Della produzione si occupa Luca Marcotullio, mentre la supervisione è in mano a Lorenzo Pilotto – noto birraio del Nord Italia. Tutte le birre sono non filtrate e non pastorizzate e la catena del freddo è garantita durante le fasi di maturazione e conservazione.
L’Anbra vanta una gamma discretamente ampia. La prima birra prodotta è stata la Lager (5,2% alc.), una classica chiara a bassa fermentazione di stampo bavarese (quindi presuppongo stile Helles). Ad essa si sono successivamente aggiunte la Special Red (Dunkel da 5,6% alc.), la Black Diamond (Schwarz da 5,4% alc.), la Weizen (indovinate un po’?), la Golden (una Strong Ale da 8,2% alc.) e l’ultima nata, la Pils (4,7% alc.) che sta ottenendo ottimi riscontri. Per saperne di piĂ¹ sull’azienda vi rimando al sito ufficiale.
Sono curioso di assaggiare il barley wine di I Birrogastrofonici.
Tra l’altro figuravano anche tra i birrifici che hanno partecipato allo scorso BdA 2013.
Leggo anche di una loro nuova birra in arrivo sul loro profilo FB, dal nome Beerock.
Grande Andrea…speravo che menzionassi il P3 Brewing della mia amata Sardegna(le birre sono ottime)…grande anche Roy Paci…mi ha colpito molto il suo modo di vedere il movimento birrario italiano in un intervista su birradio di Tony Manzi
http://www.birradio.it/birradio-estate-2012/
L’Anbra vanta una gamma discretamente ampia. La prima birra prodotta è stata la Lager (5,2% alc.), una classica chiara a bassa fermentazione di stampo bavarese (quindi presuppongo stile Helles). Ad essa si sono successivamente aggiunte la Special Red (Dunkel da 5,6% alc.), la Black Diamond (Schwarz da 5,4% alc.), la Weizen (indovinate un po’?), la Golden (unica alta fermentazione, una Strong Ale da 8,2% alc.) e l’ultima nata, la Pils (4,7% alc.) che sta ottenendo ottimi riscontri.
Finalmente un modello diverso, che si toglie dal solito.
@Andrea: perché la Golden unica ad alta fermentazione e la Weizen?
Sì non avevo considerato la Weizen, correggo