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Fermentazioni 2015: il mio (non) resoconto

Con oggi riprendiamo il naturale susseguirsi degli aggiornamenti su Cronache di Birra, dopo alcuni giorni di pausa che sono coincisi con lo svolgimento Fermentazioni 2015. E chiaramente non possiamo farlo senza tracciare un bilancio della terza edizione del grande festival birrario della Capitale, che è assolutamente positivo: a conti fatti possiamo affermare che è stata la migliore di sempre, praticamente perfetta. Abbiamo aumentato la vivibilità esterna grazie a una riorganizzazione degli spazi, abbiamo allestito un’area food  splendida sia dal punto di vista visivo che gustativo, abbiamo proposto un programma di workshop e degustazioni da urlo. E last but no least, mai come quest’anno il livello medio delle birre alla spina è stato così elevato: lì chiaramente il merito è però dei birrai 🙂 . Come sempre sono stati tre giorni fantastici, alla fine dei quali siamo arrivati esausti ma col cuore pieno di gioia.

E allora per i ringraziamenti di rito vorrei partire proprio dai birrai, che hanno deciso ancora una volta di sposare il nostro progetto. Hanno animato Fermentazioni non solo con il loro talento brassicolo, ma anche con simpatia e una totale disponibilità verso le tante domande che sono state rivolte loro. Le risate non sono mancate ed è questo uno degli aspetti che producono un grande valore aggiunto in una manifestazione del genere.

Poi chiaramente non posso non ringraziare Simone Franco, Dario Conchione e tutto lo staff di Sfero, con i quali ormai da tre anni porto avanti questa fantastica avventura. Un pensiero a Francesco Bellia, il nostro art director, a Claudia Cantonetti, che come sempre ha curato le relazioni con la stampa, a Manrica Rotili e a On The Road Again, risorse aggiuntive indispensabili per la buona riuscita dell’evento. Un grazie a Giorgia e Silvia di D’emblée Film e ad Annalisa e Federica per il supporto media e social e in particolar modo a Bob Noto per i suoi splendidi scatti che hanno costituito la mostra Altefermentazioni.

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Come saprete personalmente mi sono occupato non solo della selezione dei birrifici, ma anche della reazione dei workshop. E qui le persone da ringraziare sono una marea. Inizierei dal nostro ospite d’onore Roger Protz, che ha voluto partecipare a Fermentazioni con un entusiasmo incredibile. Ancora mi emoziono quando ripenso al momento in cui accettò il mio invito e alle ore passate insieme a chiacchierare sul movimento italiano della birra artigianale. Il suo laboratorio sulle IPA di sabato ha registrato il tutto esaurito – e non avrebbe potuto essere altrimenti! – ed è stato a dir poco spettacolare. La sua presenza è stata una delle più grandi soddisfazioni che mi ha regalato questo mondo in tanti anni di militanza.

Un ringraziamento particolare va poi a Sergio Daniele del Birrificio Tre Fontane, che ha permesso che si realizzasse uno dei miei sogni: ospitare a Fermentazioni la prima uscita ufficiale (in anteprima mondiale, voglio precisarlo) della nuova birra trappista italiana. E lo stesso vale per Agostino Arioli del Birrificio Italiano, che dopo neanche 24 ore dalla sua festa di compleanno è sceso appositamente a Roma per condurre un laboratorio sulle sue birre meno conosciute. Inutile sottolineare che è stato un successo di pubblico indescrivibile.

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E ancora grazie mille a Unionbirrai per la discussione dell’ultima versione del suo Report in collaborazione con Altis, ad Alfonso Del Forno per la presentazione del suo progetto sulla birre gluten free e ovviamente a Eugenio Signoroni e Roberto Muzi per il loro supporto che è andato ben oltre l’organizzazione dei due laboratori in collaborazione con Slow Food. Come dimenticarsi poi dei ragazzi di Brewing Bad con il loro Brewing Game e di Davide Foschi e gli altri homebrewer per la cotta pubblica di sabato. Tuttavia il ringraziamento più grande va a chi ha semplicemente reso possibile che i laboratori si tenessero: cioè a Piergiorgio Bianchini, Roberto Gavini, Ferdinando Del Prete e Andrea Berardi, capitanati alla grande dal mitico Barone Birra, Andrea Romani.

Il successo di un evento come Fermentazioni dipende anche dai tanti partner, preziosissimi grazie al loro supporto: Dimensione Suono Roma, Eataly, VD Glass, Instagramers Italia, Euroimpianti, Yelp, Tonki, Becool e le associazioni che hanno organizzato i laboratori per i bambini. Personalmente devo poi ringraziare Niccolò Costanzo che è stato l’inviato speciale a Fermentazioni per Cronache di Birra: se i canali social del sito hanno offerto un aggiornamento in tempo reale di ciò che stava accadendo a Officine Farneto, beh il merito è suo. E attenzione perché ha anche prodotto diversi contenuti che pubblicheremo nei prossimi giorni.

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In ultimo, ma solo perché cronologicamente posteriore a Fermentazioni, vorrei ringraziare tutti i locali di Roma e dintorni che hanno aderito al nostro dopo festival Rifermentazioni: Pork’n’Roll (che ha appena compiuto un anno di vita), Hop & Pork, La Bottega di Birra del Borgo, Malto Misto, Buskers Pub, Il Secchio e l’Olivaro, Turbacci, The Factory, Barley Wine e Kombeer. Se avete partecipato a Fermentazioni potrete usufruire delle promozioni che si terranno per alcune settimane in tutti questi locali.

Sto scordando qualcuno? Sicuramente tutti coloro che hanno viaggiato tanto per non mancare il nostro grande festival: penso a Jan Lichota, Flavio Boero, Alessandra Agrestini, Luca Gatteschi e altri ancora. Tra loro non posso non inserire Alessio Leone e Anna Managò, che hanno scelto Fermentazioni come prima tappa del loro temporaneo ritorno in Italia. In generale ringrazio tutti gli amici e lo staff di Fermentazioni, che ci hanno supportato alla grande in questi tre lunghi giorni.

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Per chiudere riporto una delle immagini più belle vissute durante l’edizione di quest’anno. Durante il laboratorio sulle nuove birre italiane – che è sempre il più intimo tra tutti quelli in programma – i birrai presenti hanno iniziato a rivolgersi vicendevolmente domande molto tecniche per confrontarsi sulle birre in assaggio. Quella nata come una degustazione informale si è ben presto trasformata in un contraddittorio, durante il quale i birrai non hanno mostrato alcun problema a rivelare ai colleghi (e al pubblico) i loro segreti produttivi. I partecipanti seduti in sala hanno così assistito a un appassionato scambio di battute e di punti di vista, intervenendo attivamente. Sebbene tutto ciò possa sembrare normale, come ho sottolineato allora dovete spiegarmi in quale altro ambito dei produttori intervengono a una degustazione e iniziano a confrontarsi pubblicamente, senza fare segreto delle loro conoscenze in materia e con uno spirito di totale cooperazione. È questo uno degli aspetti che rendono magico questo mondo e sono contento che Fermentazioni lo abbia documentato con questa e altre decine di situazioni.

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E ora l’appuntamento è al prossimo anno. L’ultimo ringraziamento va ovviamente a tutti voi che avete partecipato all’edizione 2015. In questa pagina trovate alcune foto che probabilmente aumenteranno a dismisura la vostra e la nostra nostalgia per una tre giorni indimenticabile.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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4 Commenti

  1. Non entro nel merito della riuscita dell’evento per non aprire inutili polemiche che, peraltro, non ho nessuna intenzione di fare però mi soffermerò solo sul commento relativo al cibo. Premetto che non è mia volontà giudicare Fermentazioni per il cibo, ma dirsi da soli che è tutto fantastico mi pare eccessivo.
    Purtroppo quando sono arrivato, sabato poco dopo le 18, la sala interna dove si trovava la maggior parte degli stand era invasa da fumo e da odore di carne in cottura. Per carità, non che fosse puzza, ma parlando con qualche birraio ho potuto rilevare un certo disappunto.
    Altro capitolo poi andrebbe dedicato a prezzo e qualità di alcune cose che, in entrambi i casi, andrebbe rivisto. Se vado allo stand e prendo un panino non mi aspetto che sia stato preparato millenni prima, non pretendo che sia caldo e fatto all’istante ma nemmeno che sia ghiacciato. Potrei chiacchierare ancora su quantità e qualità di quello che stava dentro ad alcuni dei panini ma credo di aver reso l’idea.
    Spero che questo commento venga visto solo come uno spunto di riflessione e nulla di più.

    Cheers!

    • Guarda Claudio, sul cibo nello specifico quando in passato sono state mosse critiche feroci non ho avuto problemi ad accettarle e in parte a trovarmi d’accordo. Questa volta la situazione credo fosse ben diversa. La zona panini era divisa tra caldi e freddi. Di caldo c’era l’hamburger, gli altri erano *appositamente* freddi, come quello ottimo con senape e arista che ho mangiato sabato a pranzo. Sulla qualità e sulla quantità nessuno si è lamentato, anzi tutti i pareri (compresi quelli dei birrai, che hai tenuto giustamente in considerazione nel tuo giudizio) sono stati entusiastici. Quindi probabilmente sei stato sfortunato e in tal caso mi dispiace.

      Sul fumo ammetto che è stato un problema in alcuni momenti a causa del vento. Era il primo anno con la griglia leggermente spostata verso l’ingresso laterale, quindi non avevamo precedenti per valutare la situazione. Forse è l’unico appunto che è stato mosso in tre giorni e se quello è stato l’unico problema (peraltro impattante solo in alcuni momenti) direi che possiamo ritenerci soddisfatti.

      Sul successo di Fermentazioni 2015 in generale c’è poco da dire 🙂 .

      Grazie per gli appunti, cercheremo di aggiustare ulteriormente questi dettagli nella prossima edizione.

  2. Vincenzo Chiavoni

    Io lo farei durare una settimana 😀

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