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Conclusa la decima edizione della Settimana della Birra Artigianale

Quella conclusasi ieri è stata sicuramente l’edizione più strana e psicologicamente lunga della Settimana della Birra Artigianale. La manifestazione ideata e organizzata da Cronache di Birra, infatti, quest’anno ha dovuto confrontarsi con l’emergenza Coronavirus, che è cresciuta via via che passavano i giorni. Sebbene ora sembri intercorsa un’eternità, ancora a cavallo tra febbraio e marzo – cioè quando si è tenuto l’evento inaugurale del Ballo delle Debuttanti – tutta la vicenda sembrava limitata a territori piuttosto circoscritti del Nord Italia; poi la situazione è andata gradualmente peggiorando fino al Decreto Ministeriale di ieri, che di fatto ha imposto serie restrizioni in tutta Italia. Paradossalmente però la Settimana della Birra Artigianale è stata toccata solo marginalmente da questa situazione: è vero che alcuni eventi sono stati annullati e non sono mancate le defezioni, ma la maggior parte delle iniziative si è tenuta regolarmente, adattandosi alle disposizioni provenienti di volta in volta dalle istituzioni competenti. Alla fine l’edizione 2020 si è chiusa con 436 aderenti, 245 eventi e 218 promozioni: numeri comprensibilmente in calo rispetto al passato, ma comunque di tutto rispetto, che hanno permesso di celebrare degnamente la birra artigianale italiana e straniera.

Ripercorrendo l’edizione 2020 della Settimana della Birra Artigianale possiamo accorgerci della velocità con cui sta evolvendo la questione Coronavirus, anche a causa dei repentini cambi di registro mostrati dai mass media nazionali – a tal proposito vi consiglio la lettura di questo attento pezzo di Vera Gheno sul sito della Treccani. Nel weekend in cui si è tenuto il già citato Ballo delle Debuttanti – iniziativa che ha presentato 18 birre inedite da altrettanti birrifici italiani e che come sempre è stata ospitata all’interno della Festa delle Birre Artigianali di Eataly Roma – eravamo nella fase in cui si chiedeva da più parti di abbassare i toni e di riportare il discorso intorno al Coronavirus alla corretta dimensione, cioè quella di un’emergenza sì importante, ma ancora confinata a località ben precise del Nord Italia. La richiesta partiva proprio da quelle stesse testate che nei giorni precedenti, grazie a titoli esagerati e ad articoli “acchiappa click”, avevano favorito la diffusione di paranoie e di allarmismi sovradimensionati. Nelle regioni più lontane dalle zone rosse si sentiva la necessità di riportare il sentire comune sui binari della ragionevolezza, continuando a fare la vita di sempre pur mantenendo alcune accortezze in più.

Ed è proprio con questo spirito che lunedì 2 si è aperta la Settimana della Birra Artigianale 2020: parliamo di appena sette giorni fa, quando in tutta Italia la vita scorreva ancora in maniera sostanzialmente normale, a esclusione della Lombardia e di alcune zone piuttosto circoscritte. Per questa ragione la manifestazione a firma Cronache di Birra è proseguita per diversi giorni senza fondamentali stravolgimenti, grazie alla natura stessa degli eventi proposti dai vari aderenti. È stato infatti facile, laddove necessario, adattare degustazioni, cene con abbinamenti, visite agli impianti e altre iniziative alle disposizioni provenienti dalle istituzioni preposte. La manifestazione ha subito un arresto evidente solo nell’ultimo giorno, cioè ieri, quando in ottemperanza al DPCM di domenica 8 marzo diversi soggetti hanno preferito (giustamente!) mantenere le serrande abbassate. Insomma, pur tra mille difficoltà siamo riusciti a portare a casa l’edizione 2020 della Settimana della Birra Artigianale senza che la situazione in corso ne intaccasse lo spirito più profondo.

Ma chiaramente queste considerazioni non sono e non possono essere una celebrazione di quanto accaduto. La settimana che si apre oggi, infatti, rappresenta una sfida durissima per l’interno comparto della birra artigianale, dal quale tutti speriamo di uscire indenni. Nel momento in cui si chiede di ridurre al minimo i rapporti sociali tra la popolazione, è chiaro che a risentirne sono innanzitutto i luoghi che creano aggregazione. La terminologia adottata dal Decreto Ministeriale non aiuta il settore – il riferimento ai “pub” è fuorviante e deleterio – ma è stato redatto in tutta fretta per motivi ben conosciuti e quindi la momento non si può pretendere di più. La speranza è che nei prossimi giorni si faccia chiarezza su quali attività possono effettivamente restare aperte e con quali modalità, fermo restando che non sono da escludere misure ancor più drastiche se la situazione non migliorerà in tempi ragionevoli. Su questi discorsi torneremo nei prossimi giorni, intanto mi preme ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la Settimana della Birra Artigianale 2020: gli aderenti, chiaramente, ma anche gli sponsor e i partner.

Sebbene questo articolo non possa essere un pezzo di auto-celebrazione per l’edizione appena conclusa – ripeto, è un discorso di sensibilità che va oltre i numeri della manifestazione, comunque egregi – possiamo quanto meno tracciare un bilancio della Settimana della Birra Artigianale dopo 10 anni di attività. Ebbene parliamo di un’iniziativa che dal 2011 a oggi ha riunito 5.264 tra birrifici, pub, beershop, birrerie, enoteche, associazioni, e-commerce e altri soggetti, i quali hanno proposto 3.746 eventi e 2.815 promozioni a tema (purtroppo per queste ultime due voci non posseggo i dati della prima edizione). È chiaro che si tratta di cifre stratosferiche e per me è un grande orgoglio pensare di aver ideato una manifestazione in grado di unire, sotto lo stesso tetto, tante realtà diverse tra loro ma tutte devote (chi totalmente, chi solo parzialmente) alla birra artigianale.

Purtroppo ora stiamo respirando quella stessa unione di intenti in un contesto molto diverso, caratterizzato da confusione e difficoltà invece che da gioia e brindisi festanti. Dobbiamo stringere i denti tutti insieme: mi ci metto dentro anche io, ma è chiaro che gli effetti dei provvedimenti in atto si ripercuotono principalmente sugli esercenti e subito dopo sui birrifici. La speranza è che torni ovunque la normalità nel più breve tempo possibile e che recarsi al pub di fiducia sia di nuovo un atto quotidiano semplice e immediato. La prossima edizione della Settimana della Birra Artigianale porterà con sé molte novità e occorre subito mettersi al lavoro per pianificarla al meglio, tuttavia in questo momento ogni pensiero è rivolto al momento difficile e quasi surreale che stiamo vivendo, sia come cittadini, sia come operatori del settore.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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2 Commenti

  1. Ottima iniziativa. Quest’anno ho visitato un birrificio del trevigiano, che ha aperto gratuitamente (complimenti) a chi voleva avere un’idea sul processo produttivo della birra.
    Perché non pensare anche a un’edizione autunnale?

    • Grazie René. L’edizione autunnale non è percorribile in condizioni normali, molti ci hanno chiesto quest’anno una replica per chi non ha potuto partecipate (per i motivi che conosciamo). Valutiamo l’idea di qualcosa in piccolo…

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