Il Bruxellensis da poco concluso è stato un evento memorabile, non solo per la manifestazione in sè, che attualmente si configura come uno dei due o tre appuntamenti imperdibili per gli appassionati del vecchio continente, ma anche perché ha registrato l’incredibile successo delle birre italiane. Premetto che non sono stato presente al festival, ma me ne sono fatto un’idea leggendo qua e là alcuni resoconti e ascoltando le opinioni di alcuni amici. La sensazione è che quella appena conclusa è stata un’esperienza birraria da segnare negli annali.
Che l’Italia avrebbe fatto la sua porca figura in Belgio era nell’aria, visto il fenomale trio di portabandiera a capitanare la nostra spedizione: Kuaska, Giacu e Schigi. Con tre esperti di questo calibro – la cui forza non è solo nella competenza personale, ma anche nella capacità di comunicare conoscenze e passione – la trasferta al Bruxellensis partiva sotto i migliori auspici, ma mai si sarebbe raggiunto un tale successo senza l’abilità dei nostri birrai.
Come mi ha raccontato un entusiasta Leonardo Di Vincenzo (Birra del Borgo), la zona delle birre italiane è stata letteralmente presa d’assalto dai visitatori, trasformandosi in breve da un elemento di “contorno” a vero punto focale della manifestazione. Sempre Leonardo mi ha detto che per la prima volta si è trovato in un festival a rispondere a domande sempre competenti, segno di un pubblico composto da veri appassionati, nonostante l’affluenza non fosse limitata ai semplici “irriducibili” della birra artigianale. A valorizzare ancora di più la splendida atmosfera c’era il contatto con i birrai (locali e stranieri), ai quali porre quesiti più o meno tecnici e con i quali – perché no – intrattenersi in lunghe chiacchierate.
Per cercare di rendere le sensazioni del Bruxellensis così come mi sono arrivate, riporto qualche passaggio importante di resoconti apparsi on-line. Inizio con quello di Tyrser su it.hobby.birra, che prima di tutti ha raccontato il fantastico esito dell’evento:
Ho visto la gente chiamare le nostre birre per nome, sforzarsi per dire “Maltus Faber”, farmi imparare a versare bene la Extra e a ripetere “Cascade, Styrian & Amarillo” all’infinito, chiedere una Baladin perchè “mi piace la Super”, bere un sacco di New Morning perchè “this saison has really something”, annusare una Scires con attenzione stupiti dalla particolarità, asciugare casse di Divina a un metro da Cantillon, chiedere bis di BB10 alle due del pomeriggio e imparare cos’è la sapa e ricordarsi per sempre quella bottiglia blu… ho visto cose che voi umani potete solo immaginare.
Manuele Colonna ha lasciato sul nostro forum dei Domozimurghi Romani un lungo resoconto del Bruxellensis, l’atmosfera del quale è comparata alla scena danese (Manuele prima di arrivare in Belgio ha fatto una “capatina” allo European Beer Festival di Copenhagen). Ecco un estratto interessante:
Il catapultarsi nel Bruxellensis dopo i fasti e “l’apparire” danese, è stato come entrare nel vero cuore della birra, non solo per i prodotti presentati e per l’atmosfera da centro sociale, ma soprattutto per la passione con cui potevi facilmente dialogare con i birrai (e che birrai… due su tutti Gregory della Rulles e Jean di Cantillon!) che si intrattenevano con la gente come fossero dei vecchi amici… Ecco la differenza fra le due realtà è proprio quella: il cuore.
Queste righe sono state in grado di trasmettermi l’entusiasmo dell’edizione appena passata del Bruxellensis. Inutile specificare il livello di rosicamento che ho raggiunto per non essere partito 😉 . Uno splendido festival che ha visto l’Italia primeggiare, grazie anche all’apporto dei nostri illustri esperti. Ricordandosi tuttavia un elemento fondamentale del meccanismo, come tiene a precisare Schigi:
Successone dunque… ma senza i birrai che hanno fatto quei capolavori, noi saremmo stati inutili.
P.S. L’immagine di Leo che si “stura a canna” una boccia di Xyauyù è stata scattata da Tyrser. Spero che non si arrabbi per questa appropriazione indebita 🙂 . Favolose le sue altre foto del Bruxellensis!
Grandissima foto!!! Ha la stessa valenza di un’istantanea che avrebbe colto in flagrante Bill Clinton mentre subiva una “fugace fellatio” da Monica Lewinsky!!!
Un saluto a Tyrser con la speranza di ritrovarlo a Roma il prima possibile!
Mah, bere alla goccia una Xyauyù come qualsiasi Pils non le dà tanto onore! 😀
….Foto epica……me la stampo e l’attacco……..Grande Leo…..Grande Teo……..
Per quanto riguarda la foto… no comment!
Comunque a Bruxelles ce li siamo bevuti tutti!
Sicuramente verrò a Roma appena possibile, soprattutto dopo la lunga chiaccherata nella notte di B. con il Colonna su filosofia e poesia birraria! Poi vi siete messi a parlare di calcio…;-)