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Amiata al Mondial de la Bière: giorno 2

Continua il diario di viaggio al Mondial de la Bière firmato da Claudio e Gennaro Cerullo del birrificio Amiata. Dopo una prima giornata interlocutoria, utilizzata soprattutto per ambientarsi nella grande manifestazione in corso a Strasburgo, si entra nel vivo dell’evento con la proclamazione dei vincitori. Come raccontato ieri, l’Italia ha ottenuto un grande risultato con la medaglia di platino della Chocarrubica di Grado Plato. Ma scopriamo come è stata vissuta la giornata da chi era tra i partecipanti al concorso e scopriamo insieme le altre medaglie del assegnate…

La seconda giornata del Mondiale si apre con una nota grigia data dalla cappa nuvolosa che grava su Strasburgo, ma anche dalla frizzante consapevolezza che è sabato, il giorno della grande folla e dell’annuncio dei vincitori. Prima mossa tattica, vista l’esperienza del venerdì, un ritocco verso il basso dei prezzi delle degustazioni delle birre italiane. Infatti è il Mondiale che fissa i prezzi in base al costo di ogni birra. Le birre italiane andavano su una media di 5-6 coupon, contro i 2-3 della maggior parte delle altre birre. Gia’ alle 11 una buona affluenza, nei momenti di pausa si assaggia qualche birra tra di noi o si controlla la disponibilità’ delle proprie birre tra i frigo e gli scaffali della boutique.

Alle 14 iniziano gli annunci dello speaker: la premiazione sta per cominciare. In realtà il tutto inizia alle 14 e 30.  Dalla breve introduzione si comprende come il giudizio avvenga non su criteri di aderenza ad un preciso stile, ma proprio l’opposto, viene premiata la fantasia, la capacita’ di innovare e di creare un nuovo solco che non sia una barriera, bensì un opportunità specie per i giovani birrifici. Certamente una scelta coraggiosa e meritevole, anche se non da tutti condivisa.

Pioggia di medaglie d’oro: invece che 9 diventano 14 a causa di numerosi ex-aequo.

1) Microbrasserie La Chouape: La Chouape Norie a l’avoine.
2) Cervejaria Bamberg: Bamberg Rauchbier.
3) Cervejaria Bamberg: Bamberg Schwarzbier.
4) La Gastaldia: Shila (fatta con la collaborazione del birraio Matthias Mueller).
5) Brasserie Dunham: la Boere de l’Ours.
6) Smuttynose: Wheat Wine.
7) Smuttynose: Robust Porter.
8) Braserei Dieu du Ciel: Aphroidisiaque.
9) Braserei Dieu du Ciel: Peche Mortal.
10) Brasserie de Saint-Pierre : Biere Brune de Saint Pierre.
11) Les Trois Brasseurs: Brune.
12) Braserei de la Perle: La Mondiale.
13) Brasserie de la Bretagne: Britt Blanche.
14) Brasserie de la Bretagne: Celtica 88.

A questo punto il bilancio non era così favorevole per gli italiani e nessuno era disposto a credere che per il secondo anno di seguito il massimo riconoscimento tornasse nuovamente in Italia. Con grande sorpresa e gioia dunque abbiamo appreso che la medaglia di platino andava al caro Sergio Ormea per la Chocarrubica. Di lì a poco risuonavano nella mente le parole introduttive e si comprendeva il perché di questa scelta: una birra innanzitutto molto buona, frutto dell’esperienza e dell’inventiva di uno dei più competenti birrai italiani, tra i primi a cercare di produrre una birra esclusivamente italiana (ricordo una Sticher prodotta con malti piemontesi) o una via, un modo tutto italiano di produrre birra. Ancora una volta vincitori. Una grande gioia che il platino resti in Italia.

Sicuramente si scateneranno i commenti di quanto sia prestigioso o meno questo Mondiale. Dal nostro punto di osservazione la manifestazione ha delle eccellenze tecniche tra gli organizzatori, i collaboratori ed i giudici, non per nulla lo scorso anno c’era in giuria Leonardo Di Vincenzo e quest’anno Giovanni Campari (che quindi come Ducato era fuori concorso), quindi a mio avviso una manifestazione già di ottimo livello tecnico, che crescerà ulteriormente nel tempo, quindi da non snobbare assolutamente.

Tornando alla pura cronaca, dalla premiazione in poi e’ stato il delirio. Sarà che l’affluenza stava crescendo come un fiume in piena, sarà che la vittoria italiana aveva riacceso la curiosità verso il movimento birrario nostrano, in ogni modo siamo stati presi di assalto dal pubblico tecnico o generale e da lì c’è voluto un attimo ad arrivare a fine serata, con le scorte praticamente decimate.

Un encomio a Nancy Rossi dell’organizzazione, la madrina degli italiani, che allo stesso tempo faceva degustare le birre di birrifici assenti (Borgo, Karma, Lambrate ed Olmaia) e faceva da traduttrice per tutti dal francese all’italiano. Moltissimi i complimenti alle birre italiane, che più persone hanno definito le migliori di tutto il Mondiale. Difficile capire se era veramente così. Certo che oltre alla Chococarruba c’erano ben 9 birre del Ducato, una selezione delle birre del Borgo, quelle del Lambrate, la ormai ex detentrice, la Triplexx, sempre ottima, come del resto l’intera produzione dei ragazzi di Croce di Malto, Karma, Olmaia.

Il Mondiale è un grande appuntamento anche per la degustazione e il confronto. Trovi birrifici che da noi sono sconosciuti. Eravamo lì in due proprio per darci il cambio ed avere l’opportunità di assaggiare mostri sacri e new entry.

Tra le numerose birre premiate che abbiamo provato c’erano delle conferme come le birre del Dieu du Ciel e delle sorprese interessanti come le Birre Bretoni. Si capisce l’impostazione un po’ teutoneggiante della presidenza della giuria, perché erano tutte birre molto pulite e beverine. Da notare come su 14 ori, 6 birre fossero scure e 5 rosse.

Concludo questa cronaca della seconda giornata con una menzione speciale per un piccolo/grandissimo birrificio, che produce semplici, ma straordinarie birre: La Grihète, Brasserie Artisanale du Sud. Un grande birraio e dei prodotti veramente ottimi. Detto questo, passo e chiudo.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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