A inizio maggio vi parlai dell’inaugurazione del primo locale ufficiale Birra del Borgo: la birreria Taberna di Palestrina, in provincia di Roma. Come funziona un locale ufficiale di un birrificio? Beh innanzitutto propone alla spina diverse birre del produttore, questo è il minimo. Di tanto in tanto dispone di qualche prodotto speciale, non reperibile in altri lidi. Inoltre, può diventare teatro di eventi particolari, come quello al quale ho partecipato ieri sera. Una degustazione incentrata su una verticale di Reale Anniversario, comprendente le versioni dalla terza alla quinta – doveva esserci anche la sesta, brassata quest’anno, ma gli dei della birra hanno voluto diversamente – e arricchite da altre due birre in assaggio. Il tutto accompagnato dall’ottima cucina della Taberna.
Per la cronaca, la Reale Anniversario è la versione speciale della ReAle che Leonardo Di Vincenzo brassa ogni anno in occasione del compleanno del birrificio. La base di partenza è sempre la “flagship beer” della casa, modificata ogni volta in modo diverso per proporre qualcosa di inedito. Ad esempio per il 2011 è stato utilizzato un mix di quattro luppoli, provenienti da quattro diversi continenti, che ha regalato alla birra un profilo aromatico unanimemente apprezzato.
La serata, condotta da Leonardo in persona, si è però aperta con la classica ReAle, servita in cask – cask un po’ sbarazzino per la verità 🙂 . Ottima come aperitivo, fresca e fragrante, è stata abbinata a un carpaccio di petto d’oca affumicato, radicchio e riduzione di aceto balsamico alla ReAle. Tutto estremamente buono, con una citazione per l’aceto balsamico, che la Birra del Borgo dovrebbe lanciare a breve sul mercato. In occasione della prima birra Leonardo ha sottolineato l’importanza che ha avuto la ReAle nel panorama brassicolo romano e nazionale, pensiero condiviso da non pochi appassionati.
Con la seconda birra siamo partiti con la verticale, inaugurandola con un’ormai datata Reale Anniversario 2008. I tre anni di invecchiamento hanno trasformato completamente la birra, avvicinandola a qualcosa di simile a un marsala o a uno sherry. Quasi completamente scomparse le note aromatiche del luppolo, è invece emersa una nota fruttata che ricordava il nocciolo della ciliegia. Abbinata a delle fantastiche fettuccine al rosmarino con polpettine alla cacciatora, il consiglio del birraio è stato di non berla tutta, ma tenerla da parte, per assaporarla meglio a fine cena. Consiglio sacrosanto, che inoltre ha permesso alla birra di evolvere ulteriormente nel bicchiere, facendo comparire curiose note di cacao.
Successivamente siamo passati alla ReAle Anniversario realizzata per il quarto compleanno. Anche in questo caso il tempo di permanenza in bottiglia (un magnum per la precisione) ne ha modificato chiaramente le caratteristiche. Come da copione l’esplosività del luppolo era solo un ricordo lontano, mentre piuttosto distinta si è rivelata una nota di albicocca, percepibile al palato prima dell’attacco del lungo finale amaro. Interessante l’abbinamento con degli ottimi ravioli di ragù bianco sfumato alla Reale, guanciale, cipolla rossa di Tropea e provola di bufala, che Leonardo ha trovato molto congeniale.
La verticale si è chiusa con la Reale Anniversario dello scorso anno, leggermente diversa – e dopo un anno di invecchiamento ci mancherebbe! – rispetto a come ce la ricordavamo. Il luppolo era sempre protagonista assoluto, ma nel frattempo era emerso un insolito tocco minerale e leggermente salmastro, capace di donare alla birra nuove intriganti sfumature. Perfetta in abbinamento a uno dei piatti forti della Taberna: il galletto marinato nella ReAle, imperdibile.
La serata si è conclusa con una godibilissima Trentatre Bruna, la “scura” della linea Birra del Borgo destinata esclusivamente al formato da 33 cl. Ancora una volta ritengo che questa gamma sia colpevolmente snobbata, visto che risulta composta di ottimi prodotti. Dopo che in tempi non sospetti decantai le lodi della Trentatre Dorata, ieri ci siamo dovuti nuovamente inchinare di fronte alla Bruna, brassata ispirandosi allo stile belga delle Dubbel. Ben ideato l’abbinamento con cheesecake con crema di 25dodici e spolverata di cioccolato al luppolo.
Insomma una serata diversa, tranquilla e piacevole. Era la prima volta che visitavo la Taberna e l’ho trovata un locale molto curato, con un’attenzione maniacale per i dettagli. I complimenti vanno a Marco Valente, che gestisce il posto con passione e dedizione, e alla sorella Irma, bravissima in cucina.
Invidia.
Ieri sera intendevo SHERRY, come vino di Jerez, non come liquore di ciliegie!!!!
Ahhh, e che ne so, mi fai il sofisticato 🙂
No a parte tutto, intendevo anche io quello, ho scritto male
Che fortuna stare a una serata del genere…
Cmq dal numero di portate sembra un matrimonio del sud! 😉
Beh diciamo che i partecipanti non sono certo andati via affamati, per usare un eufemismo 😉
Da Marco andate sempre sul sicuro…ottima pure la sua TabernAle 😛
Paolo Valente..la birreria Taberna di Palestrina..spero , in un viaggio dalle vostre parti..tutto mi sembra ben gestito e gli ingredienti di base si avvertono : passione, entusiasmo, professionalità ..Per quanto riguarda ROMA scopro con piacere che venga definita la capitale del bere bene (birra artigianale). Mi auguro che diventiate di esempio per altre realtà ..Bacioni Giovanni Mastroianni
Bello il locale e le birre..penso però che la clientela sia wine oriented
Comunque ormai chi si avvicina alla birra “artigianale” va dal coatto che tracanna fuori dal beer shop, al ristorante stellato Michelin, quello che non cambia è il prezzo 🙂