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Villaggio della Birra 2011: il mio report

Terza volta per me al Villaggio della Birra e anche quest’anno le aspettative non sono state disattese. La manifestazione organizzata dal TNT Pub di Gianni Tacchini è sempre un evento grandioso, che può vantare un’atmosfera unica e del tutto particolare. Probabilmente i fattori che ne determinano la riuscita sono diversi – potrei citare la perfetta organizzazione, la presenza di tanti birrai belgi, la partecipazione di appassionati del settore, la posizione geografica invitante per molti – fatto sta che l’opinione è sempre unanime: il Villaggio è un festival dove sentirsi a proprio agio e dove condividere realmente una passione, nel quale passeresti ore nonostante si sviluppi tutto sotto un tendone. C’è un “calore” unico, che puntualmente coinvolge anche i birrai belgi, tradizionalmente non proprio inclini a lasciarsi andare… quando li vedi ballare dietro gli stand a sera inoltrata, comprendi che l’aria del Villaggio ha qualcosa di speciale.

Non sono a conoscenza delle cifre ufficiali (che immagino non tarderanno a comparire su In Birrerya), ma a sensazione direi che l’affluenza era persino superiore alle scorse edizioni. Tantissima gente sin dalle prime ore del pomeriggio, con una differenziazione in base ai momenti della giornata: fino all’ora di cena soprattutto appassionati e operatori del settore provenienti da tutta Italia, poi una marea di curiosi e neofiti arrivati dalle zone limitrofe a Bibbiano.

Se non sbaglio l’elenco dei produttori belgi era pressoché identico a quello dello scorso anno, con la piacevole aggiunta della giovane Brasserie Tilquin, blender di fermentazioni spontanee. Ho potuto riassaggiare la loro Gueuze (già provata durante Un Mare di Birra) e direi che le cose stanno procedendo alla grande. Per quanto riguarda i restanti produttori al Villaggio è sempre possibile trovare nomi straconosciuti accanto ad aziende inedite o quasi. Mi sembra che il divario tra le due realtà sia abissale e che i birrifici più famosi non siano tali per caso: De Ranke, Glazen Toren, Rulles e De La Senne vantavano diversi prodotti fuori parametro, gli altri potevano solo inseguire da lontanissimo. Compreso Boelens, che di solito apprezzo molto e che in questa occasione mi è apparso un po’ sottotono.

Se devo menzionare una birra belga su tutte, mi rimane difficile affrancarmi dai miei gusti personali e perciò dico Jan De Lichte, la “double” Blanche di Glazen Toren. Nel 2010 doveva esserci alla spina, ma fu un doloroso forfait dell’ultimo momento. Questa volta invece era lì, attaccata regolarmente all’impianto di un istrionico Jef Van den Steen: è stato uno dei miei primi assaggi, su cui mi sono gettato con bramosia e ben conscio che i suoi 7% alc. a stomaco vuoto si sarebbero fatti sentire per il resto della giornata… un sacrificio al quale non avrei rinunciato per nulla al mondo.

Ma le note probabilmente più interessanti sono arrivate dall’area italiana, dove i quattro birrifici abilmente selezionati da Gianni Tacchini e Alberto Laschi hanno fatto fuoco e fiamme. LoverBeer di Valter Loverier si conferma un birrificio con gli attributi, grazie a una linea completamente devota proprio alla tradizione del Belgio: alcune sue produzioni sono gemme birrarie uniche e non è un’iperbole ritenere che diversi birrai belgi dovrebbero studiare le proprie origini attraverso le birre di Valter. La presenza fissa de L’Olmaia è stata impreziosita dalle anteprime Karkadè e Ecstasy of Gold: la prima è per me una vecchia conoscenza dell’Open Baladin, la seconda è l’amarissima birra di debutto del progetto Buskers (di cui vi parlerò in futuro).

Credo che invece stiano rapidamente finendo gli aggettivi (positivi ovviamente) per Foglie d’Erba, un produttore davvero incredibile. La sua Babèl era senza dubbio la birra più sorprendente del festival, con un profilo aromatico che non si capisce da dove saltasse fuori: una nota di pesca clamorosa, che a tratti ricordava addirittura la Quarta Runa di Montegioco. A concludere degnamente il panorama italico, c’era infine il birrificio Extraomnes, altro produttore ampiamente ispirato dalla cultura brassicola belga e con risultati superiori a tantissimi colleghi arrivati dal Belgio.

Per il resto soliti gustosi appuntamenti collaterali, come i laboratori di Kuaska e il concorso homebrewer, vinto da Gianriccardo Corbo. E poi, su tutto, tante chiacchiere e risate con amici vecchi e nuovi, assaggi di birre autoprodotte, sessione improvvisata di spettacolari vintage dell’amico Lorenzo. Ho avuto anche la possibilità di provare sottobanco la Due Cilindri del neonato Birrificio del Forte… beh, se il buon giorno di vede dal mattino, Zurgo e Francesco possono stare tranquilli per la loro avventura.

Cos’altro aggiungere? Solo che non vedo l’ora che arrivi il Villaggio 2012. Un saluto a tutti gli amici incontrati a Bibbiano e che non sono riuscito a salutare ripartendo. Ci si vede l’anno prossimo!

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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23 Commenti

  1. Grande Villaggio, rimaniamo in attesa dell’anno prossimo!!

  2. Tutto il gruppo A.D.B. Lazio ringrazia l’organizzazione e i birrai per la grande atmosfera che si è respirata al Villaggio! Ottima selezione di birre, alcune assolutamente al di sopra della media. Quello che ci ha reso molto felici è stato constatare che il divario tra produzioni belghe e italiane si sta notevolmente assottigliando e in alcuni casi, come dice Andrea, non esiste proprio più! Tanto meglio per noi..faremo meno km in futuro!
    Al prossimo Villaggio!!!

  3. Mi sa che quella di “Un mare di birra” non era proprio la Geuze 100%, ma una Geuze “tagliata” con la birra di Marzo di Boon (birra di 3 gradi che Tilquin usa per abbassarne i gradi alcolici della sua Gueuze a l’Ancienne).
    La Geuze 100% era invece alla spina al Porck ‘n Beer a Montegioco.
    Ma posso essere smentito;-)

    • anche qui al Villaggio c’erano due versioni, una (spina) aveva 4.8°, l’altra (bottiglia) denominata “oude gueuze – à l’ancienne” ne faceva circa 6°. Se la prima è quella che dici tu “tagliata”, i conti tornano. E si capisce anche come mai quella in bottiglia fosse nettamente superiore 😉

  4. La Pils di Gino di Foglie d’erba, quella del villaggio, è la miglior pils bevuta quest’anno! Complimentoni.

    p.s.
    Anche la Babel (divina e bilanciata) e l’Imperial davvero notevoli!

  5. Andre, non so perché continuo a fare dell’autolesionismo continuando a leggere i tuoi post di “debriefing” dei migliori appuntamenti birrari (e relativi commenti di altri partecipanti) a cui io puntualmente non ho potuto partecipare! mmmmmm…

  6. Evento favoloso, come consuetudine. Quest’anno l’atmosfera “giornaliera” è stata a dir poco inebriante, vuoi per le birre, vuoi soprattutto per la convivialità dei partecipanti. Ottimo livello delle birre, peccato per Boolens, specialmente col la Vikking (al sapore di un comune sgrassatore per superfici) e anche per la Mia di Foglie d’Erba, troppo lievito a mio parere. Bella atmosfera, bella gente, buona musica, ottimo cibo. L’unica cosa che non mi è particolarmente piaciuta è stato l’incontro HB, confusionario e abbastanza “campato in aria” come modalità.
    Grande Villaggio quest’anno.

    • concordo con te sull’incontro hb anche se le indicazioni dei mastribirrai sono sempre preziose,pure nella confusione.
      Forse doveva essere spostato in un luogo un pò defilato….non tanto per nascondersi ma per capirci un pochino qualcosa in più.

      • Perfetto, quello che intendevo dire. Proprio per carpire al meglio le preziose ed autorevoli indicazioni dei birrai sarebbe stato meglio avere uno spazio più tranquillo e fuori dalla ressa, un po’ come l’anno scorso (zona in cui quest’anno c’era il “beer-shop”). Oltre a questo tutto bene, atmosfera assolutamente piacevole, rilassata e conviviale…soprattutto tra homebrewers.

  7. è stata la mia seconda volta al villaggio e devo dire che le aspettative sono state addirittura superate! Grande livello qualitativo e devo dire ottima selezione dei birrifici italiani. Ho assolutamente adorato la babel di foglie d’erba (anch’io mi sono perso la pils) e anche l’imperial mi è piaciuta molto. Valter mi ha stupito con i suoi CAPOLAVORI, ottime ed in gran forma le birre di Schigi e Moreno e gli amici Buskers hanno garantito il finale amaro più lungo con la Ecstasy of Gold. Tra i Belgi piacevoli conferme, nuove conoscenze: ottima la Tilquin in versione in bottiglia e qualche inspiegabile delusione. Nell’insieme superba occasione per gustare eccellenti birre e rivedere amici! Al prossimo villaggio.

  8. grandioso, è stato un piacere conoscerti e conoscere tante altre belle persone, aspetto l’anno prossimo con bramosia!

  9. Turco, per caso stavi all’albergo di Murlo?

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