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Di ritorno da Pianeta Birra

Anche se Pianeta Birra è in corso fino a domani, la mia esperienza in quel di Rimini si è già conclusa, visto che in questo momento sto scrivendo da Roma. Nella mia giornata e mezzo passata in fiera ho raccolto notizie interessanti, che per forza di cose monopolizzeranno i post di questa settimana. A detta di quasi tutti i presenti, Pianeta Birra quest’anno si è mostrato in una veste un po’ dimessa, senza alcuni protagonisti (soprattutto a livello industriale) e con un’affluenza decisamente ridotta: segno che la sbandierata crisi economica si sta riversando in tutti i settori.

La zona della birra artigianale comunque ha mostrato il solito brulicare di passione tra gli stand, molti dei quali erano occupati da birrifici di recentissima apertura. Elemento che, insieme al lancio di nuovi prodotti e nuove iniziative, mostra una certa salute del segmento artigianale in Italia.

Rimandando ai prossimi giorni l’analisi delle novità più interessanti della fiera, sfrutto queste righe per segnalare alcune birre che ho trovato decisamente interessanti. Guest star assoluta è stato il nuovissimo birrificio Toccalmatto dell’ex-homebrewer Cinghio, al secolo Andrea Paini: una serie di birre ottime, pulite e che già mostrano un elevato livello qualitativo. Evidente la predilezione per le diverse incarnazioni dello stile India Pale Ale (su tutte ho apprezzato la Surfing Hop), senza dimenticare una Saison sui generis (con speziatura da Blanche) e una gradevole affumicata.

Assolutamente fuori di testa è poi la nuovissima Saltinmalto di BI-DU, realizzata con l’incredibile aggiunta di sale nero delle Hawaii, oltre che coriandolo. Che dire, è una birra che si ama o si odia, a me ha fatto impazzire, con quell’impronta salina già facilmente distinguibile al naso e con quel gusto tutto particolare. Una birra assurda, sicuramente geniale, forse non vendibilissima a causa di quel tratto salato che permane a distanza di minuti, ma che berrei e berrei ancora. Un’altra dimostrazione delle eccellenti abilità brassicole di Beppe Vento.

Rimanendo tra i prodotti inusuali, mi ha molto colpito la Truffa del birrificio La Buttiga, in provincia di Piacenza. Il nome richiama il termine inglese che indica il tartufo, cioè l’ingrediente caratteristico di questo prodotto. Chi già sta pensando che siamo di fronte a una nuova puntata della folle rincorsa alla birra con l’ingrediente più strano, si ricrederà assaggiandola: l’aroma di tartufo è assente al naso, mentre in bocca si avverte solo nel finale, con i suoi tipici sentori terrosi. Diversamente da quanto si potrebbe pensare, è davvero gradevole ed elegante.

Come accennato, su altre novità (la Open di Baladin, la nuova linea made in Birra del Borgo, ecc.) tornerò nei prossimi giorni, così come su altre notizie di primaria importanza (chi ha detto MoBI?). Anche se in tono ridotto, Pianeta Birra è sempre una manifestazione interessante, occasione per scoprire idee inedite e, soprattutto, per incontrare tanti amici. Che per inciso saluto, non avendo modo di farlo come avrei voluto in fiera (sì sono scappato in quattro e quattr’otto per affrontare le 4 ore di viaggio di ritorno).

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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3 Commenti

  1. Purtroppo le birre di Beppe sono difficili da trovare qui a Roma!

  2. Purtroppo è vero! Un paio di anni va si trovavano più facilmente, ora è diverso… chissà, forse al Mama Tequila: ogni tanto attacca qualche fusto italiano del nord

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