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Selezione Birra 2013: il mio resoconto

RHEX1Dopo due post dedicati a Birra dell’anno, è ora il momento di raccontare come ho vissuto l’edizione 2013 di Selezione Birra, nonostante la manifestazione prosegua ancora oggi. Partiamo dalle notizie positive: come lo scorso anno l’evento ha registrato un’affluenza assolutamente confortante, soprattutto se paragonata alla desolazione che regnava sovrana nel resto del Rhex. Certo, si tratta di una magra consolazione pensando alla situazione economica italiana e al futuro della fiera riminese, tuttavia la salute della birra artigianale in Italia ci lascia moderatamente ottimisti sul suo futuro. Sempre che nel frattempo sia in grado di recepire le evoluzioni del settore e di preservare i “valori” sui quali è cresciuta in questi anni.

Tanta gente quindi tra gli stand dei microbirrifici, con una percentuale di non addetti ai lavori che mi è sembrata superiore alle ultimissime edizioni. Coerentemente con la strategia che metto in atto a Rimini negli ultimi anni, ho sfruttato l’ampia disponibilità di produttori per assaggiare novità o birre non facilmente reperibili dalle mie parti. Sono arrivato in fiera durante la premiazione di Birra dell’anno, ma essendo già a conoscenza dei risultati (grazie a Unionbirrai per la comunicazione), ho approfittato della momentanea calma in giro per dedicarmi agli assaggi di alcune produzioni medagliate.

Il primo assaggio è stato uno dei migliori della mia Selezione Birra. Sto parlando della Slurp! di Soralama, che ero curioso di riprovare dopo l’argento di quest’anno (seguito all’oro del 2012). Ho trovato una Pils davvero eccellente, con quel carattere “italiano” che ormai si riscontra in molte produzioni del genere. Molto più anonima, ma comunque corretta, la Pilsner del BAV (oro), mentre da rivedere (riassaggiare) la loro Bitter (ora anche questa).

Le novità assolute non mi hanno affatto entusiasmato, a eccezion fatta della VI del Birrone: una Lager con una parte maltata di cereale quasi masticabile e un finale lungo, secco e intenso. Pollice verso (a mio parere) per la Helles al peperoncino di Amiata e Croce di Malto, sia nella sua versione più “spinta” che in quella più “tranquilla”. Discreta l’Agua Caliente di Birra del Borgo (bell’amaro da luppolo ma poco aroma), che invece proponeva una sempre splendida Perle ai Porci. Le novità di Toccalmatto mi hanno lasciato abbastanza tiepido: apprezzabile il lavoro fatto con la Tabula Rasa (una Saison attenuata al massimo), piacevolissima al palato ma un po’ meno al naso; poco elegante la B.I.G. Lager, un’Imperial Lager con luppoli americani e neozelandesi. Discorso simile per le inedite di Brewfist: non male la Czech Norris (Imperial Pils), che tuttavia mi aspettavo meno spigolosa in molti suoi aspetti; tendente all’anonimo la Terminal Pale Ale, che comunque nasce proprio come birra disimpegnata; infine decisamente riuscita la Green Petrol (CDA), nonostante personalmente senta la necessità di staccarmi un po’ da birre del genere.

Come detto, ho approfittato di Selezione Birra anche per approfondire la mia conoscenza su birrifici che conosco meno. Una buona impressione mi ha fatto Manerba, che vanta una gamma piuttosto varia e con ispirazioni provenienti da diverse culture brassicole. Ho apprezzato in particolare La Bionda, una Helles splendidamente bilanciata, con una bella parte maltata in evidenza e un finale amaro perfetto. Gli altri assaggi mi sono piaciuti, ma non mi hanno entusiasmato come questo.

Una buona mezz’ora l’ho passato anche allo stand del BiRen, incuriosito dalla Charlotte, la Weizen della casa che ogni anno raccoglie medaglie a Birra dell’anno. E in effetti bisogna ammettere che è una birra di frumento coi fiocchi, profumata a dovere, scorrevole ma consistente, con un finale acidulo perfettamente equilibrato. Così come per Manerba, le altre birre non mi sono dispiaciute, ma neanche mi hanno fatto gridare al miracolo.

Tornando alle medaglie, sono rimasto piuttosto soddisfatto dalla Streif di Trami, oro tra i Barley Wine. Il residuo zuccherino era ancora evidente e la dolcezza iniziale quasi eccessiva, ma poi in bocca diventava decisamente armoniosa, rivelando un bouquet complesso e piacevole. Riscontri positivi anche per la Miss Kartola di Statalenove, una delle tante birre piazzate dal birrificio di Crespellano all’edizione 2013 di Birra dell’anno.

Una novità che mi ha lasciato assai perplesso è stata la Teen Spirit di Retorto, ma sicuramente è stato un assaggio sfortunato. Discorso diverso invece per il pugliese Birranova, che era presente (anche) con la sua giovane gamma Why Not. La Check Point mi ha lasciato abbastanza indifferente, mentre la Smoked Revolution mi è piaciuta parecchio, proponendosi come un’affumicata fuori dai canoni della tipologia, ma non per questo meno interessante. Si confermano le sensazioni positive per il laziale Cerevisia Vetus: la XX Legio è una Robust Porter in stile e senza inutili fronzoli.

Concludo con quella che per me è stata la birra della fiera, per la quale però bisogna attraversare i confini nazionali. Allo stand della Chimay c’era infatti una clamorosa Dorée alla spina, una di quelle creazioni brassicole che sceglieresti se domani istituissero la monogamia birraria. Viva i trappisti, sempre e comunque.

Tracciando un bilancio di Selezione Birra 2013, a mio parere è stata un’edizione un po’ sotto le attese. In particolare mi hanno deluso le novità presentate in (quasi) anteprima da molti birrifici: tecnicamente non sbagliate, ma spesso prive della giusta ispirazione. Forse la rincorsa forzata all’ultima novità sta prosciugando la fantasia dei birrai – non vedo come potrebbe essere altrimenti – ed è il caso di ripensare certi approcci. Ma non nego che potrebbe rivelarsi solo una sensazione del momento… spero che i prossimi mesi mi smentiscano.

Per il resto Selezione Birra è sempre Selezione Birra: un’occasione per ritrovare tanti amici in una volta sola, chiacchierare, cazzeggiare, continuare ad alimentare la propria passione. Al prossimo anno, ho già prenotato la mia stanza al Marylise.

E voi come avete vissuto questo Selezione Birra?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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17 Commenti

  1. Francesco C. ADB Lazio

    Ho apprezzato particolarmente la Black Ipa di Brewfist (Green Petrol) e la Perle ai porci di BdB. Menzione speciale alle birre di Doppio Malto, che si caratterizza per l’alto livello qualitativo della gamma (Bitterland su tutte). Lasciando l’Italia, secondo me, merita ottimi voti il birrificio bavarese Aktien; avevo già avuto modo di apprezzare le sue birre e gli assaggi mi hanno riconfermato il giudizio positivo. Premio della critica (la mia) alle due bionde che si aggiravano nello stand di Malastrana….

  2. Ero alla mia prima esperienza al RHEX e a Selezione Birra. Confermo che, diversamente dagli altri padiglioni della Fiera, l’affluenza fa presagire il proseguimento di un forte interesse per la birra artigianale italiana. Anche a me, come ad Andrea, è capitato di apprezzare la Slurp di Soralama, una pils italiana con forte personalità!
    Da Birrone molte piacevoli sorprese, oltre alla VI, mi piace menzionare anche la Cibus (Pane Liquido) che non ha niente da invidiare alla premiata Charlotte.
    Mi sono avvicinato a lungo allo stand di Brewfist che, oltre alla capacità di adeguarsi benissimo agli stili americani, ha laforza e la tenacia di lavorare sul brand con grande caparbietà.
    Non posso non menzionare gli amici del Birrificio Rurale, a secco di premi, ma che con la loro blanche riescono sempre a ingolosirmi: va giù come la Seta!

  3. Abbiamo assaggiato e commentato praticamente le stesse cose.
    E’ confortante ritrovarmi con la maggior parte dei tuoi assaggi, sposo in pieno il parere su Miss Kartola, Slurp!, le birre del BAV e le novità di Brewfist.
    Ottima anche la versione di gratzer light di Amiata, sconvolgente soprattutto se si tratta del primo assaggio assoluto di questo stile.
    In grande spolvero anche Seta di Rurale e Perle ai Porci del Borgo, così come 6sonIPA di Opperbacco.
    Enigmatica la “wheat stout” Pallas del molisano Kashmir, mentre la mia birra della fiera è stata senza dubbio la Vieille Ville Saison del Ducato, di cui ho apprezzato tantissimo anche la Victoria IPA.
    E comunque, felice di averti beccato in fiera!
    Cheers!

    • Anch’io contento di averti conosciuto. Grazie di avermi ricordato della Pallas, che in realtà mi ha lasciato un po’ perplesso (acidità frumento + acidità malti scuri… mmmmmmh)

  4. Gli assaggi migliori li ho fatti da Menaresta , Verguenze sugli scudi come sempre.
    Quotissimo per la VI del Birrone e la Chimay , che forse per soggezione psicologica mi ha fatto quasi commuovere.
    La Perle ai Porci mi è sembrata l’ombra di quella bevuta lo scorso anno a pompa , il servirla molto fredda e parecchio carbonata non le rende giustizia.
    Infine…dopo aver rischiato il linciaggio pubblico per il mio disamore per la Ghisa…voglio ricordarti il mio personale pollice verso per questa edizione…IL RADICCHIO!!!!
    Bella Andre , se ci sei ci si vede a Roma sotto Pasqua!

  5. Sono molto deluso nell’apprendere che mi sono perso Chimay, avrei voluto assaggiarla!
    Concordo con il giudizio positivo dato ad Aktien: ho avuto la fortuna di lavorarla e vi assicuro che sono tutte buone.
    Per quanto riguarda il panorama italiano TROPPO LUPPOLO!!!
    Sembra che non si possa fare più una birra con meno di 40 IBU e luppoli aromatici (a me danno fastidio le persone che si mettono troppo profumo e per le birre non è molto diverso); adoro le iperluppolate e gli aromi dei luppoli americani, neozelandesi ecc. ma l’abuso che ho sentito nelle birre di quest’anno (e questa tendenza dura ormai da anni in Italia) mi ha infastidito. Anche se le variazioni sul tema ci sono state, e belle, a mio parere il luppolo è diventato “troppo” l’unico protagonista delle birre di casa nostra; a questo punto i nostri Mastri dovrebbero essere pronti ad una evoluzione che non sia solo stupire con lo stile estremo.
    Vi siete accordi che non c’era una “birra da bere”? Una birra semplice e fatta bene che ti invogli a bere e non ti distrugga le papille gustative. Adora Cantillon ma non berrei 3 litri di Iris non ce la farei ed invece berrei tranquillamente 3 litri di Pilsner Urquell (credo che nessuno possa metterei n dubbio la qualità di questi due prodotti) a volte l’esagerazione è fine a se stessa e nasconde le sfumature di un prodotto con una tavolazza di profumi e sapori infiniti quale è la birra.
    Birra della fiere per me è la Dark Metal di Elav, bel birrificio davvero, mi sono piaciute tutte le birre che mi hanno fatto assaggiare. Incredibile anche la Streif di Fratelli Trami

  6. Come commento generale sulla fiera, debbo dire che abbiamo apprezzato la maggior presenza di produttori di materie prime (malti, lieviti e luppoli) e notato come vi sia stato un incremento esponenziale di costruttori di impianti: forse colpa della crisi anche nel comparto inox?
    Ottimi alcuni assaggi del Birrone già citati in precedenza (e, aggiungo, mi piace assai anche la nuova linea grafica), apprezzate session beer da Civale (Lumina e Ulula, ma mi è piaciuta anche la neonata Moonrise) e, purtroppo, abbiamo poi trovato diverse birre con ben più di qualche diffettuccio.
    Personalmente ho anche trovato interessanti i due laboratori proposti da MOBI, (session beer + birre&glutine).

  7. In merito alle mie “prime volte”:
    credo che le BAV alla spina non erano al massimo come invece, a quanto pare, erano le bottiglie portate al concorso. Mi è piaciuta la Perle e la Dannata del Borgo, no la session-saison del Bad. Si per le Toccalmatto (praticamente tutte) mentre, a malincuore vista la mia passione, no per la Runner Ale (birrificio?). Il birrificio Emiliano, all’inizio, non mi è dispiaciuto e.., ah ecco, la prima bevuta: la IPA bionda del Civale, piaciuta parecchio! Delle restanti, un pò per il tasso alcolico un pò per il mio poco applicarmi, vatti a ricordare il nome..

    Un saluto virtuale a te Andre e a chi non sono riuscito ad incrociare!

    ps. Unica lamentela: il costo del parcheggio: 11€ per 5 ore! (ok quello del biglietto di ingresso ma solo grazie, come sempre, a Mobi!)

  8. Io ho trovato questo RHEX lievemente meno interessante dello scorso anno, concordo sulla agua caliente, non mi ha fatto sobbalzare dal bancone, vero pure che stavo già avanti nel delirio…
    Ho gradito la Tabula Rasa, la Charlotte di BiRen fa mandare a nascondere pure la vitus che è la mia Weizen(bock) preferita.
    La mia birra è stata la confusa di Lariano, birra al mosto di traminer buonissima.
    Domenica grande mancanza, il monarca (ci rifacciamo domenica al birri), cosa buona ho conosciuto il Turco di persona, scavalca do la rete…

  9. Io l’ho trovato molto interessante, hai ragione tu la Dorée alla spina della Chimay è qualcosa di fantastico e spero di vederla presto sui miei scaffali… Quest’anno mi sono dedicato a birrifici che restano un po nell’ombra pur avendo dei prodotti fantastici e ho avuto le riconferme del Birrificio le Fate e del Birrificio San Giovanni poi ho scoperto il Birrificio il Mastio con una Route 77 davvero interessante…
    Tutto sommato è stato veramente un bell’evento in crescita e speriamo che ogni anno sia sempre meglio…

  10. 3 giorni di fila in fiera si fanno sentire, ma almeno si ha la possibilità di assaggiare molto… 😉
    I birrifici che mi hanno più soddisfatto come linea di birre sono stati, in ordine sparso: Birrone, Menaresta, Siebter Himmel e Opperbacco.
    Per il resto molti birrifici con 1 o 2 bei prodotti e il resto un po’ meno.
    Concordo sull’esagerata presenza di American IPA e APA e luppoli americani in ogni tipo di birra, ma dopotutto la “colpa” è dei consumatori, che le chiedono sempre di più…
    Mi ha stupito e mi è molto piaciuta (anche se non so se ne berrei più di un bicchiere) la Stout al rosmarino del Birrificio Pontino.

    • I consumatori chiedono quello che si abituano a bere… Siamo arrivati al punto che nei pub trovare una non luppolata è un’impresa, l’avventore si assuefà a quei sapori e il circolo diventa vizioso.

  11. Salve a tutti,
    che ne pensate invece della Imperium del Birrificio Emiliano? Io ne sono rimasto estasiato!!!

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