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Altri eventi birrari per completare il calendario di maggio

430269_10200829235842271_1444868635_nAnche questo venerdì, come di consueto, è dedicato ai prossimi eventi birrari. Dopo la scorpacciata di grandi appuntamenti dell’ultimo post a tema, oggi ve ne segnalo alcuni di spessore meno ampio, ma non per questo poco interessanti. Gli anniversari saranno una costante: ci sarà il decimo compleanno del veneto Red Bear (celebrato con un evento dedicato alle IPA) e il terzo del birrificio Dada (con una festa in sede). Tra le province di Milano e Varese andrà in scena l’edizione 2013 di Barbabirra (con Extraomnes protagonista), mentre la formula delle degustazioni a sfide stavolta prenderà la forma di una battaglia tra Menaresta e Gambolò al Todo Mundo di Garlasco. Qui sotto trovate i dettagli di queste iniziative, per quando mi riguarda mi attende un lungo week end caratterizzato dall’IBF di Roma.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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34 Commenti

  1. Fox beer Italy

    ci vediamo stasera al barbabirra!

  2. cena con abbinamenti a tema guidata appunto da Schigi D’Amelio, il mastro birraio di Extraomnes.

    Qualcuno mi spiega perché in Italia basta far birra per essere definito mastro birraio, mentre nel resto del mondo serve una laurea? L’esempio sopra è solo uno dei mille mila casi che si leggono in internet.

    • Sì, ma che tu faccia questo appunto quando questo termine viene ingiustamente accostato a me, fa ridere.
      Io ho sempre stigmatizzato questa usanza.
      Resta il fatto che in Italia un sacco di persone, senza avere un titolo, fanno birra migliore del piscio che molti laureati producono,ad esempio, in Germania.

      • Non era rivolta a te l’appunto, ma spacciare, confondere, affermare una professione che prevede una laurea, con una simile che non la prevede, serve solo a confondere le acque e creare confusione. Sarebbe come confondere uno che ha fatto un corso di pronto soccorso, con un chirurgo che fa trapianti.

        Concordo sul fatto che molte birre fatte da birrai, siano meglio di marchi commerciali prodotti da laureati, ma qui non si tratta di mancanza di capacità, ma di mancanza di volontà. Entrano in gioco fattori economici e di marketing, come ben sai. E sai anche benissimo che quei mastri birrai che producono piscio, potrebbero fare birre fantastiche, migliori e più stabili di quelle di qualsiasi birraio. Non confondiamo tra capacità e altrui imposizioni, come non confondiamo birraio con mastro birraio, c’è un abisso.

        • L’esempio non calza minimamente, non mi risulta che uno che fa una birra di merda possa uccidere una persona.

        • PatrickBateman

          Io la penso così: il pezzo di carta non lo si nega (quasi) a nessuno, la capacità di produrre buona birra non la si distribuisce, né la si compra.

    • per la stessa ragione per cui mio padre faceva il panettiere senza avere una laurea in panetteria. immagino non ce l’abbia manco Bonci

      • L’esempio non calza minimamente, non mi risulta che la panificazione preveda una laurea. Non penso che tuo padre si spacci o che qualcuno lo definisca laureato, quando non lo è. Il senso del mio intervento è teso a far notare come i due termini, birraio e mastro birraio, vengano spesso confusi, ma non mi risulta che si confondano pittori, con imbianchini, tutto qua, senza polemica alcuna, sbaglio?

        • Ti meriti l’ordine dei giornalisti.

          • In pratica stai sostenendo che la laurea non serve?
            Quindi quelli che frequentano le scuole birrarie perdono il loro tempo?
            Pensa a tutti quelle generazioni di veri mastri birrai, usciti dalle quelle scuole ed a quanti anni hanno perso inutilmente.
            Tanto mica si muore di birra cattiva, pertanto un azzeccagarbugli qualsiasi ha lo stesso valore di un avvocato?
            Interessante tesi.

          • Pure Mastro Titta non era laureato. Non mi risulta che uno che faccia il boia possa uccidere qualcuno.

        • Cerevisia, il senso del tuo intervento è come sempre sfondare le balle sulle menate da con ammorbi il web da anni

          nemmeno la birrificazione prevede una laurea, non in Italia, non in UK, non in USA e non mi risulta si venga incriminati manco in Germania o Rep. Ceca producendo birra senza una laurea

          peraltro, ci sono birrai che in Italia possono ben donde definirsi laureati, ad es Arioli (agraria) e Campari (tecnologie alimentari)

          in Italia la laurea in birrificazione NON ESISTE, l’ordine dei birrai NON ESISTE e il titolo di Mastro Birraio NON E’ RICONOSCIUTO NE’ TUTELATO. esiste il reato di abuso di professione medica, non di abuso di professione birraria. chiaro?

          per quanto mi riguarda Mastro è un titolo che può tranquillamente essere depennato, per me non ha nessun valore, vale solamente quello che uno produce, se è buono. se il laureato in birrificazione grazie alle sue maggiori competenze produce prodotti migliori buon per lui, vuol dire che i suoi studi hanno dato frutti

          la birrificazione non è professione più nobile e complessa della produzione del pane, o della liuteria, o della sartoria. e non ha un’importanza sociale tale da prevedere l’obbligo di laurea e un’ordine (molti dei quali andrebbero abbattuti) per poter essere esercitata

        • ps: faccio notare che un pittore non si confonde con un imbianchino nonostante per fare il pittore non occorra una laurea e nonostante non ogni laureato di Belle Arti sia un pittore…

          • La mia non era polemica, era solo il far notare come in Italia, si dia così poca importanza al corretto uso dei termini e si confondano lucciole con lanterne, punto. Se tu lo trovi giusto o poco importante è una tua opinione legittima, io sono di diverso avviso.

            Sul fatto di ammorbare il web, io fossi in te mi farei un po d’introspettiva, comunque……
            Mi chiedo perché un intervento che ha un senso logico innegabile, debba sfociare sempre e comunque in polemica, se l’avesse detto qualcun’altro probabilmente gli avresti dato ragione, invece giri la frittata.

            Io mica ho detto che è reato, ho solo detto che è bene non confondere le due professioni con tanta leggerezza. Se tu fossi laureato in una materia, non ti andrebbe di essere equiparato a chi svolge la stessa attività, senza aver fatto anni di studio, non mi sembra ci voglia una laurea per capirlo.

            Fai notare che in Italia un pittore non si confonde con un imbianchino, nonostante non occorra una laurea per fare il pittore, però accetti che un birraio, si possa confondere con un mastro birraio, dove invece la laurea è prevista. Io ho espresso la mia posizione e tu la tua chiudiamola così, ognuno si faccia la propria idea.

          • ti concedo il mio ammorbamento, tu mi concederai di avere una varietà di argomenti un filino più ampia della tua… le pils… il mastro birraio… ogni cosa abbia a che fare con la repubblica ceca, la professionalità del birrificio e stop…

            in Italia, per poter distinguere due professioni (birraio e mastro birraio), sarebbe anche necessario che le due professioni esistano e siano riconosciute. ahimé in Italia, come in tanti altri paesi, la professione ed il titolo di mastro birraio non esiste. stop. come ben sai è un titolo che si consegue all’estero, è un titolo che ha sicuramente un valore, ma che non ha riconoscimento. non ti dà accesso a professioni riservate e non è richiesto dalla legge per alcunché. lo fai se lo ritieni utile per il tuo lavoro e amen. non è tutelato come non è tutelato il termine “pittore”: lo può usare un appassionato che fa croste, un laureato in Belle Arti che fa croste, uno che lo fa di mestiere senza aver alcuna laurea

            io sono laureato in una materia e il mio lavoro si può svolgere con diversi tipi di laurea. e anche senza laurea per quanto mi riguarda, l’importante sono i risultati. certo, stimare modelli stato-spazio o ottimizzare portafogli equalizzando il Conditional VaR è un po’ più complicare, con tutto il rispetto, che ammostare, o quantomeno richiede tempi e difficoltà di apprendimento maggiori e una laurea (magari un Master o un PhD) può aiutare…

  3. Facciamo anche un NO IPA beer festival? Festival delle birre maltate, o addirittura 😀

  4. addirittura equilibrate 😀

  5. per come la vedo io il birraio o mastro birraio che dir si voglia è un artista e per essere artisti non serve una laurea. serve passione, competenza e amore per il proprio lavoro.

  6. Ciao Andrea!
    Aggiungo l’evento “Birrai Eretici”, il 25/26 maggio a Bologna:
    http://www.brewlab.it/2013/05/08/iii-festival-dei-birrai-eretici-2013/

    Ciao!

  7. Fox Beer Italy

    Io sono laureato in scienze alimentari ma non mi sento ne mastrobirraio ne tantomeno bravo un millionesimo di quanto è Schigi

    • Se sei laureato in scienze alimentari, che c’azzecca la sola birra? Ma penso non ti andrebbe di essere equiparato al Kebbabaro sotto casa?

  8. @SR
    Su questo siamo pienamente d’accordo, le cose che dici sono molto più complicate che fare la birra come la fa un birraio. Mentre stabilizzare il malto prima dell’uso e determinarne la percentuale d’estratto secco, ovvero la resa dello stesso e produrre birre stabili e non che variano da cotta a cotta e senza i difetti della birra cosiddetta “non apposto”, fontane, acidità, birra piatta, ecc, ecc. è invece altrettanto complicato.

    Tant’è che nessun birraio sembra riuscirci, a dimostrazione che serve una laurea. Non è invece vero che gli studi in materia non abbiano sbocchi professionali. Se vuoi farti assumere da una qualsiasi fabbrica di birra, t’assicuro che un corso MOBI o ADB non basta.

    • nessun birraio sembra riuscirsi e intanto molti di questi birrai che non ci riescono producono birre eccellenti mentre qualcuno di quelli che ci riesce producono birre che fanno pietà, pietà stabilmente da cotta a cotta. bel risultato

      credo che l’ultima intenzione di chi segue un corso MoBI, ADB o UB sia quella di farsi assumere da una fabbrica di birra

      • Perché continui ad attribuirmi affermazioni che non ho scritto? Non ho scritto che non fanno buone birre, ho scritto che non riescono ad essere costanti e prova ad affermare che non è vero. Mentre per quanto riguarda la pietà di alcuni prodotti industriali, è dovuta ad imposizioni, di risparmio, di procedure, di conservabilità, che non è frutto dell’incapacità dei professionisti, ma di questioni di marketing, quindi il tuo paragone è doppiamente sbagliato.

        Come non ho scritto che chi frequenta i corsi, ha come scopo il farsi assumere dall’industria, ma che i corsi citati non bastano, se lo scopo fosse quello, serve invece una scuola che tu reputi inutile. Può girarla come vuoi, ma una laurea non è acqua. Va bene voler aver ragione, ma non sostenere l’insostenibile.

        • studia un po’ di italiano e poi rileggi. non ti ho attribuito nulla, se tu che attribuisci a me piuttosto. ti ho segnalato che tanta tecnica non serve a un tubo se poi porti sul mercato della porcheria. le motivazioni non mi interessano, mi interessano i risultati. la realtà dei fatti è che se voglio bere bene faccio meglio ad andare da un non laureato che conosce il suo mestiere piuttosto che da un esperto intergalattico di stabilizzazione del malto che produce piscio, a meno che tu non tragga piacere dalla stabilità e ripetibilità del piscio più che dal suo sapore

          allo stesso modo, ti ho segnalato che l’affermazione per la quale chi frequenta i corsi non ha possibilità di accedere alle posizione dell’industria mi pare una banalità, io ho frequentato corsi e ne tengo, e l’ultimo desiderio mio e delle persone che li frequentano è lavorare nell’industria

          tantomeno ho detto che una laurea non serve a niente, come si evince facilmente leggendomi se uno avesse la licenza elementare. il problema è che non basta padroneggiare il processo di produzione, bisogna anche capire qualcosa di Birra ed essere dotati di un minimo di gusto e senso estetico. forse un giorno qualche industria piena di laureati si metterà a fare birre decenti e spaccherà il culo a tutti, non ho dubbi. chiamami quando accade, nel frattempo mi accontento degli ignoranti che fanno birre buone e di carattere

          • Guarda che accade già da secoli; ci sono industrie che fanno birre migliori di quelle artigianali Italiane, non fermarti all’Italia, guardati intorno nel mondo e senza andare troppo lontano vedrai che le trovi, assaggia e poi mi saprai dire.

            Ma a parte tutte le amenità scritte ed il fatto che dubiti che io abbia conseguito la licenza elementare, cosa c’è di sbagliato nel sottolineare che in Italia si confonde facilmente un mastro birraio laureato, con un birraio, magari bravissimo, ma che laureato non è?

            Perché il punto è quello, poi ci puoi costruire tutti i castelli di panzane che vuoi, come tuo solito fare, ma il punto rimane, confondere un laureato con un appassionato, con così tanta leggerezza è sinonimo di capirci gran poco e questo vale in qualsiasi campo, birra compresa.

            Io non parlo di risultati, io parlo d’uso corretto dei termini e di rispetto per gli studi svolti, hai travisato artatamente per confondere le acque, pur di screditare il tuo interlocutore, con minzioni da te supposte. Se ti fermavi al senso della mia nota, non avresti potuto che essere d’accordo ed evitavamo questa sterile polemica. Se sei un bravissimo birraio e fai la più buona birra del mondo, ciò ti basta per auto attribuirti una laurea ad honoris causa?

          • Cerevisia, ma nel tuo partente birrificio, il Mastro Birraio sarà laureato vero?
            So già che è così, e non vedo l’ora di assaggiare!
            Senza polemica…vedremo la Pils Nera finalmente?

          • condannato a produrre birre perfette, senza il minimo difetto, e stabilissime, dopo anni che frantuma le palle ovunque sulle solite menate. vediamo se ci riesce

  9. Vi segnaliamo: questo sabato 18 maggio dalle 11.30 COTTA PUBBLICA in centro a Torino al Birrificio La Piazza, via Durandi 13.

  10. proprio non la capisci: in Italia mastro birraio non vuol dire una mazza. è un sinonimo pomposo di birraio e in questa maniera è stato usato

    le ale industriali (bevo al 90% ale) le lascio al tuo palato sopraffino

    • Io non capisco? Mastro birraio non vuol dire una mazza?
      Spiegalo tu a un Tullio Zangrado, ad un Stefano Buiatti o ad un Gino Spath, che quello che fanno, quello che hanno studiato e quello che insegnano in Italia, non vuol dire una mazza e che loro sono solo più pomposi, dell’ultimo degli home brewer che dopo 10 cotte AG apre un micro.

      Le ale industriali? Non sai nemmeno di cosa io stia parlando, vero? D’altronde cosa si può pretendere da un figlio della cultura fast appresa da internet. Mastro birraio non vuol dire niente, in Italia esistono solo esimie personalità birrarie…….

      • non so più come spiegartelo. non ho scritto, come tu mi metti in bocca, non vale una mazza. HO SCRITTO non vuol DIRE una mazza. tradotto: non è titolo riconosciuto per alcunché. non c’è un albo. non c’è un ordine. come ti possono confermare quelli che citi. in Italia se dico Mastro Birraio, dico Birraio, fattene una ragione. se dico pittore, posso dire De Chirico come mio zio che dipinge i canali. fattene una ragione. se dico medico, avvocato, giornalista, invece no, e l’ho spiegato oramai una dozzina di volte. tanto è vero che quando si sono riferiti a me come giornalista tempo fa ho smentito. se invece si riferissero a me come “scrittore” non smentirei, perché bravo o pessimo che io sia, scrivo, non è una professione riservata e non è millantato credito. esattamente come il panettiere del mio primo esempio di questa inutile discussione

        altra cosa è dire che una formazione scientifica è inutile, cosa che mai ho detto e assolutamente non penso. certo, se mi chiedi di scegliere fra il Re della stabilizzazione del malto che produce birre modeste e chi ha conoscenze meno avanzate ma conosce il mestiere e produce birre ottime e di carattere, scelgo tutta la vita il secondo, in attesa nel futuro imminente di avere birrai con entrambe queste capacità. esattamente come scelgo il formaggio artigianale a latte crudo (buono) rispetto al prodotto industriale. esattamente come scelgo il vino “naturale” (buono) rispetto a quelli prodotti in milioni di bottiglia totalmente anonimi. ecc.

        devo spiegartelo altre dodici volte o metti in moto il cervello e la capisci?

        la tua ultima frase, a parte il solito travaso di bile, non si capisce manco cosa vuoi dire. beviti le tue birre industiali e non stracciare i maroni a chi nella birra cerca cultura, piacere, emozione, diversità. sei tu che non sai nemmeno di cosa parli: pensi di parlare di birra, ma blateri solamente di tecniche. e pensi pure di essere figo, fai te…

  11. Volevo fare una correzione riguardo un piccolo dettaglio di una delle birre presenti all’ IPA Beer Festival del Red Bear :
    Olmo Mundaka light Ipa.
    Ci vediamo al Red Bear, ottimo locale, ottima scelta di birra!

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