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Oro e argento per Croce di Malto agli Australian International Beer Awards

nonameDi tanto in tanto su Cronache di Birra riporto i risultati dei maggiori concorsi internazionali, eppure non mi è mai capitato di parlare degli Australian International Beer Awards. Il pretesto allora arriva dall’ottima performance del nostro Croce di Malto, che è riuscito nell’impresa di conquistare un oro e un argento, rispettivamente con la Magnus e la Vecchia Ramlin. La prima birra si è imposta nella categoria delle Dark Strong, la seconda ha ottenuto il riconoscimento in quella delle produzioni affinate in legno. Due ottimi risultati dunque per Alessio Selvaggio e Federico Casari, con i quali confermano la grande propensione della loro creatura brassicola nei confronti dei concorsi internazionali – ricordo che Croce di Malto ottenne celebrità nell’ambiente grazie alla vittoria della sua Triplexxx al Mondial de la Bière del 2009.

Il bottino italiano inoltre consta inoltre di una medaglia di bronzo, ottenuta da Doppio Malto con la sua Zingibeer nella categoria delle birre con erbe e spezie. Anche il birrificio di Erba (CO) consolida quindi la sua attitudine verso i premi birrari. Ci sarebbero anche da citare le due medaglie di Heineken Italia con Moretti Baffo D’oro e La Rossa, ma chiaramente a noi interessa solo la birra artigianale.

Ecco le dichiarazioni di Alessio e Federico dopo l’exploit australiano:

«Un risultato stratosferico – afferma Alessio Selvaggio – del tutto inaspettato che ci da una grande carica per il futuro». E Federico Casari aggiunge: «Siamo contenti anche per i nostri connazionali che continuano a mandarci grandi attestazioni di stima, forse ora saranno più orgogliosi delle loro origini italiane».

La particolarità dell’Australian International Beer Awards è di prevedere la possibilità di più medaglie dello stesso metallo in una medesima categoria. Questa eventualità è prevista anche negli altri concorsi internazionali in caso di ex aequo, ma se in quei casi si tratta di semplici eccezioni, qui è quasi sempre la regola. La categoria nel quale la Zingibeer è arrivata terza, ad esempio, ha visto l’assegnazione di altri 9 bronzi, oltre a 3 argenti (e nessun oro). Un meccanismo curioso e particolare, che non può non sollevare qualche perplessità sul suo funzionamento.

Oltre ai piazzamenti in ogni categoria, il contest ha anche definito i vincitori generali. Migliore birra australiana è stata votata l’Alpha Pale Ale di Matilda Bay, birrificio di proprietà di SABMiller, mentre il premio come migliore birra internazionale è andato all’Oude Geuze di Oud Beersel, birra che gli amanti delle creazioni acide sicuramente conosceranno. Procedendo oltre troviamo riconoscimenti per Carlton & United (miglior grande birrificio australiano), Weihenstephan (miglior grande birrificio internazionale), Feral (miglior medio birrificio australiano), Nogne O (miglior medio birrificio internazionale), Renaissance (miglior piccolo birrificio australiano) e Schlossbrauerei (miglior piccolo birrificio internazionale).

Una seconda lista elenca invece i trofei maggiori assegnati alle birre, da intendersi come medaglia intercategoria per le migliori birre di ogni podio. Qui troviamo una marea di produzioni australiane e neozelandesi, oltre a qualche vincitore straniero. Tra questi ultimi segnalo l’Altbier del brasiliano Bamberg, la celebre Vitus di Weihenstephan, la Norse Legend di Samuel Adams, la già citata Oude Geuze di Oud Berseel.

In conclusione alcuni numeri: quest’anno hanno partecipato 1.490 birre da 277 birrifici, quasi equamente divise tra produzioni australiane e del resto del mondo. I giudici sono stati oltre 60 e hanno impiegato circa 20 giorni per tutte le valutazioni alla cieca. Nel pdf dei risultati (non di facile lettura) sono nominate tutte le birre iscritte, anche quelle non insignite di un trofeo: per l’Italia ad esempio c’erano anche Birra del Borgo e ANIMA.

Complimenti dunque a Croce di Malto e Doppio Malto per l’ottimo riscontro avuto in Australia, ora attendiamo altri riconoscimenti nei prossimi concorsi internazionali.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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5 Commenti

  1. Croce di malto ha sfiorato recentemente un altro successone internazionale al Mondiale de la biere (edizione canadese): nella competizione dedicata (se non sbaglio) ai vincitori delle edizioni precedenti è arrivato un secondo posto dietro a una birra di Sam Calagione.
    Purtroppo quella competizione prevedeva solo il premio per il primo… 🙁

    La birra di Croce di malto che ha sfiorato la vittoria è la Piedi neri.

    • Verissimo! 20.000 dollaracci che andranno nelle tasche di Sam Calagione mentre al secondo niente..Anche questo lascia perplessi! Peraltro ho saputo che la decisione è stata presa dopo lunghissime discussioni tra i giudici dove alcuni volevano un aex equo, ma alla fine forse si è voluto andare sulla conferma di un birrificio più blasonato. Per me, piedi neri prima senza soldi! Chiudo dicendo che comunque ale e fede si distinguono sempre con le loro birre e non voglio fare il ruffiano dicendo che..ve l’ avevo detto io!! Complimenti!!

      • con colpevole ritardo ma… ti ricordo che anche la giuria del Mondial de la Biére, come ogni concorso che si rispetti, non sa di che birre sta discutendo, tutte le degustazioni e anche l’eventuale discussione finale sono alla cieca 😉
        Detto questo la Piedi Neri è davvero una grande birra e mi è dispiaciuto che non abbia vinto

  2. Orgoglioso e molto felice per due cari amici! Complimenti.

  3. Complimenti! Sono curioso di provare la Vecchia Ramlin e la Zingibeer.

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