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Birre sotto l’albero 2013: il mio resoconto

Un momento "tranquillo" in via Benedetta
Un momento “tranquillo” di Birre sotto l’albero in via Benedetta

Poter scrivere un resoconto su Birre sotto l’albero è sempre un privilegio, farlo a distanza di poche ore dalla sua conclusione (al netto degli eventi di chiusura di oggi) è un modo di rivivere la manifestazione con i ricordi ancora belli freschi – almeno con quelli che sono sopravvissuti nella mia mente provata 🙂 . Anche quest’anno Birre sotto l’albero è stato un appuntamento imperdibile, con un’atmosfera di festa alla quale hanno contribuito tanti amici: birrai, esperti, appassionati e “semplici” clienti. L’affluenza in via Benedetta ha superato ogni previsione: se ieri è stata tutto sommato tranquilla, sabato ha lasciato di stucco anche i più ottimisti, con conseguenze fatali per le scorte del Ma che siete. Parlare di birra in occasioni come queste è quasi superfluo, ma in un resoconto non può mancare anche la parte dedicata agli assaggi.

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Assaggi che per me sono cominciati già dal venerdì sera con l’anteprima organizzata in un Barley Wine strabordante di avventori. Qui ho segnato tre birre come le mie preferite della serata: Spaghetti Western, un’Imperial Stout molto caffettosa, nata dalla collaborazione tra Brewfist e Prairie; Old Freddy Walker di Moor, una Old Ale estremamente british e ancor più beverina; Kerst Reserva di Extraomnes, paragonabile alle migliori Strong Ale del Belgio. Per il resto segnalo una buona Moneuse de Noel (Blaugies) e l’esperimento fuori di testa della Blueberry Nightmare (Ducato), tendente però all’acetico spinto. È stata la degna anteprima di Birre sotto l’albero, con un’atmosfera goliardica che poi sarebbe stata confermata nei giorni seguenti – a tal proposito meritano una menzione il Monarca del Lambrate e Luca Parisi di Stavio, due tra le anime più importanti di questa edizione.

Il mio sabato a Birre sotto l’albero è cominciato nel pomeriggio, dopo un’abbondante pranzo con gli amici Leo e Jeff in uno dei templi della cucina tradizionale romana. Al nostro arrivo la situazione in via Benedetta era già abbondantemente rodata, anzi già si potevano contare alcune defezioni tra le spine del Ma che siete. Qui ho bevuto una fantastica Jarl di Fyne Ales, una piacevolissima Azzurro Zaffira di Gaenstaller, una splendida 4C di Kernel, un’entusiasmante Mörke di Närke e un’interessante 4Elf di Dark Horse. La Keller di Gaenstaller mi è corsa in soccorso quando necessitavo di un’ottima session, mentre la delusione della manifestazione è stata la Stille Nacht (2012) di De Dolle, assolutamente irriconoscibile. E poi chissà quante altre cose ho assaggiato che ora non ricordo…

Sul fronte italiano invece ho gradito molto la Brown Bunny di Stavio (ribattezzata Bacon per l’English Breakfast di domenica mattina), la Freewheelin’ IPA di Foglie d’Erba e la Malalingua di Retorno (un po’ giovane, ma molto buona). Su tutte però eleggo la Garbagnina di Montegioco, complessa ma anche semplice da bere (alla faccia dei suoi nove gradi), e la Beerbrugna di Loverbeer, grande esempio delle abilità brassicole di Valter. Segnalo anche la nuova Orange Poison di Pontino, una Pumpkin Ale diversa dai canoni della tipologia e con un profilo aromatico molto complesso, e la particolarissima 13/14 di Birrone, un’alta fermentazione con malto “peated”. Chiaramente queste birre erano divise tra il Bir&fud e l’Open Baladin.

Per il resto grande successo hanno ottenuto i due laboratori condotti da Kuaska, così come l’English Breakfast di domenica, al quale in molti non hanno voluto mancare nonostante le poche ore di sonno alle spalle. Personalmente è stata forse l’edizione di Birre sotto l’albero in cui ho bevuto meno Kerstbier in percentuale: magari è stata solo una coincidenza o forse il segnale che le proposte dei locali vogliono differenziarsi anche con diversi prodotti fuori tema.

Credo che ci sia poco da aggiungere, cercare di trasmettere l’atmosfera dell’evento con le parole scritte è pressoché impossibile. Rimane di nuovo la nostalgia per un appuntamento che ha regalato tante risate e divertimento e che mi ha permesso di rivedere amici che si incontrato poche volte nel corso dell’anno. Per fortuna oggi ci saranno ancora i due eventi di chiusura al Birra + e in Taberna.

Complimenti a tutti coloro che hanno reso possibile Birre sotto l’albero anche quest’anno. È ovvio però che il ringraziamento più grande va a Manuele Colonna, l’anima dell’evento. Al prossimo anno.

 

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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13 Commenti

  1. le migliori che ho assaggiato personalmente sono state la orange poison, la d-tox, la orebro bitter e la carsent di montegioco 😀

  2. ho provato la Stille Nacht sabato, incuriosito da quanto avevo letto in un tuo precedente post, ma non posso fare un raffronto in quanto è stata la prima volta. “assolutamente irriconoscibile” perchè?
    ho goduto con la Zinnebir Xmas di De La Senne e adorato la 13/14 de Il Birrone (per me una garanzia assoluta!).
    comunque, evento straordianario, da non perdere… MAI!!

    • La Stille era spenta, ossidata e con una sgradevole acidità finale. Occhio che quella del Macche era la 2012, quindi credo che fosse invecchiata non benissimo…

  3. Bellissima atmosfera, peccato per le birre migliori che non arrivano alla domenica.

    La mia miglior birra è stata la Draco, poi la Keller di Gaenstaller, non malvagia anche la 4Elf di Dark Horse e piacevolissima Canaster. Invece non mi trovo d’accordo con la Spaghetti Western, intrigantissimo caffè ma che dopo due sorsi stufa per quanto troppo sovrasta il resto.
    Grandi birre anche al laboratorio di domenica pomeriggio, Ducato Chrysopolis regina del pomeriggio e subito dopo una BBevò a dir poco perfetta , mentre Orange Poison non mi ha conquistato seppur originale e non estrema come poteva sembrare.

    Alla fine parli, scherzi e bevi e tutto il resto scivola via, per fortuna!

  4. Un commento sulla Stille Nacht 2012 spillata al Macche.
    Secondo me era straordinaria, a patto di non pensare che fosse una 2012(nel qual caso hai ragione a ritenerla ossidata) ma una 2005.
    Tolto il pregiudizio temporale secondo me era godibilissima, con un alcool molto integrato al frutto e sentori che spaziavano dalla mela cotogna alla vaniglia fino al cuoio.
    Io me ne sono tracannate un paio.

        • Dominus noster Kris te absolvat; et ego auctoritate ipsius te absolvo ab omni vinculo excommunicationis (suspensionis) et interdicti in quantum possum et tu indiges. Deinde, ego te absolvo a peccatis tuis in nomine Kuaska, et Giacu, et Camaschellae. Amen.

          • Confiteor Kris omnipotenti, beatæ Stille Nacht semper Virgini, beato Kuaska Archangelo, beato Giacu Baptistæ, sanctis Apostolis Cama et Schella, omnibus Sanctis, et vobis, fratres (et tibi pater), quia peccavi nimis cogitatione, verbo et opere: mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa. Ideo precor beatam Stille Nacht semper Virginem, beatum Kuaska Archangelum, beatum Giacu Baptistam, sanctos Apostolos Cama et Schella, omnes Sanctos, et vos, fratres (et te, pater), orare pro me ad Dominum Kris nostrum. Amen.

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