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Italian Beer Awards 2013 – I risultati finali

italian beer awards ibaCome vi sarete accorti, negli scorsi giorni ho chiuso le votazioni degli Italian Beer Awards, il primo concorso nazionale che punta a premiare i migliori protagonisti del settore. Avrei voluto pubblicare i risultati la scorsa settimana, ma poi i malanni di stagione mi hanno forzato a rimandare ad oggi: poco male, l’attesa si è protratta solo qualche giorno in più. Prima della proclamazione dei vincitori però vorrei segnalare che le graduatorie finali sono state stilate grazie alle preferenze di oltre 3.000 utenti, che hanno votato direttamente sul sito web del contest . L’iniziativa ha ottenuto un buon risalto sui mass media generalisti, consentendole di ottenere uno degli obiettivi che si era preposta: far conoscere la birra artigianale fuori dai soliti canali, incuriosendo e avvicinando nuovi potenziali consumatori. Ma bando alle ciance e passiamo a svelare i vincitori…

Birra-del-BorgoMiglior birrificio del 2013: Birra del Borgo – Borgorose (RI)

Con 452 voti validi il “popolo” ha scelto Birra del Borgo come migliore birrificio dell’anno appena concluso. L’azienda di Borgorose (RI) ha preceduto rispettivamente il Birrificio Lambrate di Milano, che ha ottenuto 402 voti, e il birrificio Extraomnes di Marnate (VA), con 327 voti. Un’affermazione piuttosto netta quindi per la creatura di Leonardo Di Vincenzo, che ha fatto evidente pesare il suo nome importante e l’ampio apprezzamento riconosciutogli nell’ambiente. Le altre posizioni nell’ordine: Ducato, Toccalmatto, Foglie d’Erba, Barley, Birrificio del Forte, Menaresta e Montegioco.

LambrateMiglior brewpub del 2013: Lambrate – Milano

Dopo la seconda posizione nella precedente categoria, il Birrificio Lambrate si migliora, dominando tra i brewpub con la bellezza di 893 preferenze ricevute. Una bella soddisfazione per l’azienda meneghina, che ha anticipato nell’ordine l’inossidabile Birrificio Italiano di Lurago Marinone (CO), con 679 voti, e il Baladin di Piozzo (CN) con 553 voti. Da notare che il podio è composto di tutti nomi storici per il settore, aspetto che conferma la bontà del loro lavoro negli anni. Quarta e quinta posizione rispettivamente per Troll e Birrificio Settimo.

BuskersMigliore beer firm del 2013: Buskers Beer – Roma

C’era grande curiosità per la categoria che premia i produttori senza impianto di proprietà. Alla fine ha avuto la meglio Buskers Beer con 667 voti, premiato sicuramente per le sue ottime soluzioni grafiche, oltre che per la qualità delle birre realizzate in diversi birrifici d’Italia. La creatura di Mirko Caretta ha preceduto nell’ordine Sorrento con 609 voti e Via Priula con 545 voti. Quarto e quinto posto per due giovani realtà laziali, rispettivamente Stavio e Cerevisia Vetus.

MaccheMiglior pub/birreria del 2013: Ma che siete venuti a fà – Roma

I votanti hanno scelto miglior pub del 2013 lo storico Ma che siete venuti a fà di Roma, vero faro nella scena della birra artigianale italiana. Il locale trasteverino si è imposto con 529 voti, precedendo rispettivamente l’Ottavonano di Atripalda (AV) con 462 voti e l’Open Baladin di Roma con 367 voti. Le altre posizioni sono state occupate nell’ordine da Taberna, The Dome, Locanda del Monaco Felice, Brasserie 4:20, Abbazia di Sherwood, Arrogant Pub e Sherwood Music Pub.

Bere-Buona-BirraMiglior beershop del 2013: Bere Buona Birra – Milano

Grande successo per il Bere Buona Birra di Milano, che dopo poco più di un anno di attività riesce nell’impresa di ottenere 553 voti e superare tutti i suoi avversari. Ottimo riscontro quindi per una realtà che è riuscita a portare una ventata di novità nel panorama del capoluogo lombardo, assolutamente assetato di proposte del genere. Il beershop meneghino ha preceduto nell’ordine il Bir Sciò di Quarto (NA) con 542 voti e il Domus Birrae di Roma con 466 voti. Quarto, quinto e sesto posto rispettivamente per il Bir&fud Beershop, il Birratrovo e Astral Beers.

Volendo commentare i risultati, si può notare come le votazioni abbiano mostrato una certa concentrazione intorno ai grandi centri: quattro premi su cinque sono stati equamente divisi tra Roma e Milano, mentre il quinto – quello di miglior birrificio – è sì finito in provincia, ma non si può ignorare che Birra del Borgo può essere considerato romano d’adozione. Chiaramente parte di questo fenomeno è da imputare alla votazione popolare, che non di rado premia le realtà più vicine, ma in tutti i casi siamo al cospetto di nomi di indubitabile qualità.

Come annunciai a suo tempo questa è stata una sorta di edizione zero per il concorso, nato senza la pretesa di essere perfetto sin dal suo debutto. Ringrazio tutti coloro che costruttivamente hanno mosso delle critiche al meccanismo o alle fasi di votazione, offrendomi materiale prezioso per i prossimi aggiustamenti. In particolare credo che sarà importante aumentare il numero degli esperti, magari anche sacrificando il concetto assoluto di conflitto d’interesse: basterà non far votare un giudice nella categoria (o nelle categorie) in cui possiede un’attività per rimanere al di sopra di ogni logico sospetto. Si potrebbe anche procedere a un’individuazione degli esperti su base regionale, vedremo…

Aumentando il numero degli esperti ho di conseguenza intenzione dare maggior peso al loro voto, stabilendo che in ogni categoria siano assegnati un premio popolare e uno “tecnico”. Chiaramente la votazione popolare rimarrà, ma la sua importanza sarà quantomeno livellata con quella degli esperti, considerando anche le poche ma antipatiche aberrazioni (in un senso o nell’altro) che l’attuale meccanismo comporta. Il numero di categorie quasi sicuramente aumenterà, per aumentare i riconoscimenti nel settore. Questa è solo una serie di riflessioni a caldo, quindi nei prossimi mesi vedrò se prenderle effettivamente in considerazione e se integrarle con altre correzioni.

Grazie a tutti coloro che hanno votato per gli Italian Beer Awards e complimenti ai vincitori. Con il concorso ci risentiamo il prossimo anno.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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29 Commenti

  1. propongo per gli esperti il nome di “Giuria di qualità”, il televoto, la categoria “Birrai giovani” e il duetto di ogni birraio con un ospite straniero. Ovviamente conduce Fabio Fazio 😀

  2. Oh….un commenta nessuno?? gnamo…

  3. Come fa Birrificio sorrento a essere
    meglio di Stavio !!!! Ma le avete mai assaggiate birre di sorrento???? ma dai su!!!

  4. va be come si fa a stabilire il miglior birrificio con un sondaggio web?
    chi spinge di più tra gli amici vinci…no?

    • Chi ha vinto è proprio chi ha spinto di meno, figurati…

      • Si ma è arrivato secondo qualcuno che probabilmente non meritava neanche la nomination…solo perchè ha spinto di più! Daccordo con Paolo, Stavio forever!

      • Bhe magari per i birrifici non è applicabile ma beershop, bup e brewpub avevano la possibilità di fare “pubblicità” vis a vis, no?
        Che ci sta pure, ovviamente, ma invalida la tesi del dire che chi ha vinto è chi ha spinto di meno.
        Se poi invece limiti il discorso a facebook allora sono già più d’accordo.

        • No, in realtà la tesi era che vince chi spinge di più.
          Comunque mi immagino quanto questa comunicazione vis a vis possa aver influenzato le cose: “Signor cliente, grazie dell’acquisto. Quando tornerà a casa si ricordi di collegarsi a Internet e di votare il nostro locale sul concorso Italian Beer Awards. Ecco lo scontrino, arrivederci”.

          • Bha che discorsi.
            Ma un “oh bella ci stanno i beer awards, se ti capita votami”, no?
            che poi non è che siamo nel ’90 che per votare devi tornare a casa e metterti davanti al PC….

            A sto punto mi viene di piu da chiedermi perche questa strenua difesa nel sostenere che chi ha vinto è chi ha spinto di meno..
            Ce n’è bisogno?
            Era vietato usare qualunque mezzo per farsi pubblicità?
            I risultati rispecchiano i valori in campo?

          • No io mi chiedo perché questa strenua ostinazione a voler dimostrare qualcosa contraria all’evidenza. Hai pienamente ragione quando scrivi “bah che discorsi”, è ciò che ho pensato a ogni tua obiezione.

          • Ultima considerazione: l’unica cosa contraria all’evidenza (che poi è la ragione dei miei commenti) mi sembra sia sostenere che “Chi ha vinto è proprio chi ha spinto di meno”.

            Cmq i commenti ci sono proprio per commentare (sia pro che CONTRO).
            Non capisco quindi perchè ti accalori tanto 🙂

          • E chi si accalora, sto semplicemente discutendo con te, i commenti esistono apposta 🙂

            Quella frase può chiaramente essere considerata un’iperbole, in risposta a una tesi di partenza (contraria)

          • Sì, era una delle aberrazioni che citavo nell’articolo. E anche in questo caso non ha inciso rispetto all’andamento precedente delle votazioni.

  5. Il problema dei contest via web è che c’è sempre il “simpatizzante sfegatato” che va su delle community che non c’entrano nulla e scrive “aiutate il mio amico che ha bisogno di voti”.
    Non so se è successo in questo specifico caso, però è un punto debole di questo genere di concorso.
    Per quest’anno io non ho esercitato il mio diritto di voto, spero che Andrea non me ne voglia 🙂

  6. Secondo me il problema principale è stato presentare la lista già selezionata dei finalisti in lizza per la votazione finale.
    Per quanto sarebbero emersi ulteriori problemi di gestione o votazione, era meglio permettere a tutti i votanti di scegliere chi votare, e a tutti i locali, birrifici, brewpub ecc di essere candidati (sicuramente un lavorone non facile e dispersivo), perlomeno non si sarebbero escluse realtà importanti e storiche.
    Mi metto nei panni degli assenti di rilievo: ci sarei rimasto quasi male, quasi offensivo non essere presente.
    Sarebbe stato meglio lasciar svolgere il lavoro dei giudici nella prima scrematura, già ai votanti tramite facebook.
    Ripeto che cionostante non sarebbe stata comunque perfetta, ma questa è stata la più grande pecca del concorso secondo me.
    Magari il prox anno si potrà sicuramente migliorare visto che era solo la prima edizione.
    Ciao

    • Discorso già affrontato in passato, sul quale non ho molta voglia di tornare. L’apertura totale avrebbe creato deformazioni aberranti, tra cui la più palese sarebbe stata la partecipazione (e probabilmente la vittoria) di Guinness Pub vari, solo per restare alla categoria di riferimento.

      • Forse effettivamente l’apertura totale no, ma la lista in mano ai giudici, quella penso sarebbe stata fattibile.
        Lì sicuramente avevate un bel elenco.
        Comunque neanche a me va di ritirare fuori queste cose, volevo farti sapere il mio pensiero che ancora non avevo espresso.
        Ciao!

        • Ti ringrazio Gabriele, ma cosa intendi con “lista in mano ai giudici”?

          • E di che, è ovviamente un’opinione per contribuire a migliorare le prossime edizioni…

            Mi son spiegato male con “lista in mano ai giudici”, intendo il voto che hanno espresso i giudici per stilare una lista/elenco dei protagonisti della birra italiana che a loro modo di vedere si sono meglio distinti nell’anno solare 2013.
            Ecco questo passo, dove loro scelgono i “finalisti”, secondo me sarebbe meglio che lo facesse la gente votante.

            Quindi ai giudici lascerei stilare, sempre a loro discrezione, un’ampia lista dei protagonisti della scena birraia, dove il loro compito sarà quello di non includere Guinness ecc, e cercare con criterio di comprendere tutte o molte delle realtà attive e valide. Successivamente, dopo questa prima scrematura, sarà tutto nelle mani della gente votante.
            Poi se un birrificio spingerà più degli altri per scalare la vetta, quello fa parte del gioco…è inevitabile…

            Invece in parallelo farei una votazione dei protagonisti del settore, publican, mastri birrai, blogger ecc, che rispecchierebbe un po’ la visione degli attori del movimento, che sarebbe molto interessante per noi.

            Vabbè mi sono chiuso e ho iniziato a scrivere a ruota.

            Comunque sono sicuro che le prox edizioni miglioreranno molto, bisogna sempre puntare a fare le cose super partes e alla gente piacerà e parteciperà volentieri. Credo proprio che per come sei fatto tu, quadrato e preciso, tirerai fuori un bel lavoro.
            Ciao

  7. Er poeta accurturato

    Quante se ne so dette sulla spinta, da che monno è monno l’omo n’ha sempre parlato.*
    Ad esempio già ner 1999, in tempi non sospetti de bira artiggianale e quanno Teo Musso ancora era Teo Musso e nun trovavi uno che te diceva “si vabbè ma a supe’ n’è più a supe’ de na vorta mo nse po beve, cheppoi io nun maa so mai bevuta ma prima secondo me ma sarebbi pure bevuta”, dicevo già ner 99 ce stavano i Colle der Fomento che parlaveno de sceje “fra chi spinge e chi va avanti perché gli altri spingono”.**
    Alla fine secondo me tutto se riduce a questo, na questione de scelta. Er teorema nun fa na grinza, anche perché a differenza de Teo Musso nun me pare ce sia quarcheduno che a oggi dice “i Colle der Fomento non so più i Colle de na vorta”. Ancora se li sentimo tutti e abbasta così, Scienza doppia H ‘nvecchia mejo de na super cheese. Sceji, er resto so pippe de cervello.

    Riferimenti culturali:
    * http://www.youtube.com/watch?v=PYERE-Z5mqQ
    ** http://www.youtube.com/watch?v=Sx8p–5cB3o

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