Negli ultimi anni l’ascesa internazionale della birra artigianale ha favorito la diffusione di app pensate appositamente per il settore. La più conosciuta è probabilmente Untappd, ma ce ne sono tantissime altre dedicate all’homebrewing, agli abbinamenti gastronomici o ad altre sfaccettature della nostra bevanda. A breve all’elenco si aggiungerà anche una piattaforma tutta italiana, dotata di alcune caratteristiche peculiari che potrebbero trasformarla rapidamente in un caso di successo. Si chiama YHOP ed è stata sviluppata da un team giovane e molto variegato, composto dai tre fondatori Niccolò De Carlo (CEO), Marco Pennacchietti (publican) e Andrea Capogrosso (publican), a cui successivamente si sono aggiunti Martino Bellincampi (CMO) e il partner tecnologico Alan Advantage. Personalmente ritengo che l’idea alla base di YHOP sia molto “cool”, motivo per cui ho deciso di approfondire il discorso rivolgendo loro alcune domande.
Prima di passare all’intervista, nella quale ho coinvolto in particolare a Niccolò De Carlo e Andrea Capogrosso, provo a riassumere a grandi linee il funzionamento di YHOP. La piattaforma mira a monitorare l’intera filiera della birra artigianale, tracciando il prodotto dal momento in cui lascia il birrificio a quello in cui finisce nel bicchiere del cliente. In questo percorso sono coinvolti tutti gli attori, che partecipano direttamente al monitoraggio ottenendo in cambio il controllo su ogni singolo aspetto del processo. Così ad esempio il birrificio può sapere dove e quando sono stati attaccati i fusti della sua ultima cotta, il distributore può gestire facilmente le birre in termini di freschezza, il publican ricevere info direttamente dal produttore e aggiornare la sua tap list, il consumatore finale sapere quando sono state infustate le birre presenti alla spina nel pub di turno. Ma le funzionalità non finiscono qui, perché si può accedere a statistiche di consumo, ricevere notifiche sulle birre preferite e molto altro. Come potete immaginare, il tracciamento dell’intera filiera apre possibilità applicative praticamente infinite.
Tuttavia, come accennato, per conoscere meglio il progetto ho rivolto alcuni quesiti ai diretti interessati. Non sono domande relative solo al funzionamento dell’app, ma anche all’efficacia di strumenti digitali all’interno del settore e all’importanza stessa di un concetto così contraddittorio come quello della “freschezza”.
Ciao ragazzi. Prima di tutto potete spiegare in parole povere in cosa consiste il sistema YHOP?
Niccolò – YHOP è la prima startup tecnologica italiana dedicata alla birra artigianale. Grazie alle tecnologie RFID e QR-Code, YHOP è in grado di monitorare qualità, freschezza e trend di vendita della birra infustata. YHOP è però prima di tutto anche un’app per gli appassionati di birra artigianale per almeno tre motivi: offre alla community la possibilità di monitorare birrifici e pub preferiti; mette in contatto birrifici, pub e appassionati; mostra informazioni certe e dettagliate sulla birra e sulla sua storia. Le parole d’ordine di YHOP sono: monitoraggio di filiera, trend di vendita e preferenze, tracciabilità del prodotto. Tutto ciò al servizio della comunità di appassionati di birra artigianale.
A chi è rivolta la piattaforma? Quali vantaggi comporta?
Andrea – La piattaforma coinvolge tutta la filiera della birra, partendo dal birrificio fino al beerlover passando anche per chi si occupa della distribuzione. Ognuno ne trae vantaggi differenti, chi più sul lato social, chi più sul lato analytics. La piattaforma, però, ha il compito di garantire corretta conservazione, qualità del prodotto e informazioni certe.
In questo momento il concetto di “freschezza” della birra sta ricevendo sempre maggiore attenzione. Perché è importante? Non rischia di eclissare altri parametri ugualmente fondamentali per la qualità del prodotto finale?
Andrea – Il concetto di “freschezza” è di sicuro importante, ma non è di certo l’unico parametro per giudicare una birra. È chiaro che la birra debba prima essere tecnicamente ineccepibile; materie prime di qualità e corretta conservazione giocano un ruolo fondamentale. Proprio per questo motivo è stata concepita YHOP ed il suo obiettivo è porsi come l’ingranaggio mancante del sistema.
Quali sono le maggiori difficoltà che avete incontrato nello sviluppo dell’app e della relativa piattaforma? Individuate degli ostacoli per come è strutturato attualmente il mercato della birra artigianale?
Niccolò – Eh eh, devo dire che la vera difficoltà è stata quella relativa alla scelta delle funzionalità da mettere da subito a disposizione della comunità. Ne abbiamo pensate tantissime e tante altre ci sono state suggerite dalla comunità stessa. Essendo io l’anima tecnologica del progetto, mi sono trovato spesso nella posizione scomoda di dover frenare il continuo brainstorming. Per il resto abbiamo un team di sviluppo affiatato e con molti anni di esperienza e siamo molto contenti di quello che è stato fatto. Siamo consapevoli di quanto il mercato sia altamente frammentato e in continua evoluzione e il primo ostacolo da affrontare sarà quello relativo alla rapidità di diffusione. Abbiamo bisogno del supporto della comunità e finora i riscontri sono ottimi.
Siete soliti utilizzare app birrarie? Le ritenete utili e in grado di migliorare il mercato della birra artigianale?
Andrea – Sì e le utilizziamo sia lato business come publican che lato utente come beerlover. A essere sinceri le riteniamo davvero incomplete perché sviluppano solo ed esclusivamente il lato social tralasciando un sacco di informazioni. Non so dire se e quanto abbiano migliorato il mercato della birra artigianale, di certo hanno contribuito ad avvicinare molti utenti a
questo mondo, aspetto positivo, se non avessero introdotto un sistema di rating supportato dalla possibilità di far descrivere a chiunque (anche ai palati “fucilati”) la birra appena bevuta.
Sicuramente avrete già in testa future evoluzioni della vostra piattaforma. Quali sviluppi avete immaginato?
Niccolò – Ne abbiamo tantissime, come dicevo il problema è stato mettere un freno a tutto quello che ci passava per la mente e per il quale abbiamo ricevuto feedback positivi. Abbiamo in roadmap diverse evoluzioni a medio e lungo periodo. Vorremmo migliorare ed estendere il sistema di intelligenza artificiale che attualmente consiglia al beer lover quale birra provare in base al suo profilo di gusto, l’integrazione con altre applicazioni di settore e l’interazione tra i beer lovers. Ciò che sicuramente guiderà l’evoluzione del prodotto saranno le idee della comunità. Ne facciamo parte da diversi anni e YHOP è nata proprio con l’idea di poter offrire un sistema tecnologicamente evoluto, che fosse al suo servizio.
Ultima domanda: quando YHOP sarà effettivamente disponibile?
Niccolò e Andrea – A maggio cominceremo il beta testing, durante il quale tutti coloro che si sono registrati sul sito potranno cominciare a prendere “ufficiosamente” confidenza con l’app. Dopo l’estate contiamo di essere ufficialmente sul mercato.
Non rimane che augurare un grande in bocca al lupo a questo interessante progetto e attendere qualche mese per provarlo direttamente su strada. Cosa ne pensate?
tracciare ogni fusto sarebbe un bel aiuto per l’agenzia delle entrate 🙂
E’ interessante peccato che non mi pare ci sia un modo per votare le birre bevute, la trovo una cosa utile se non fondamentale poter sapere quale birra mi è piaciuta o non ho mai provato in passato.
E speriamo che molti publican la prendano in considerazione e l’aggiornino costantemente ma chissà quanto tempo porta via loro… ed è questa l’incognita fondamentale legata alla sua diffusione
Ok, non avevo visto il video associato e la possibilità di mettere i 3 smile legati all’apprezzamento della birra… si può fare allora.
Esatto, oltre a inserire una birra tra quelle preferite se non ricordo male