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Nuove aperture a Roma: No Au, Beer Style, Luppolo 12 e non solo

E’ da parecchio tempo che non pubblico un post sui nuovi posti birrari aperti in giro per Roma – città della quale, abitandoci, ho sempre il polso della situazione – quindi direi che è il momento di correre ai ripari. In realtà l’occasione deriva da una serie di inaugurazioni che si sono succedute negli ultimi tempi, tra cui la più clamorosa è senza dubbio quella di Eataly. Così come la controparte americana, anche la versione capitolina della creatura di Farinetti è fortemente imperniata sulla birra artigianale. L’Ikea delle eccellenze enogastronomiche ospita infatti addirittura un brewpub, che, allo stesso modo di New York, è stato battezzato col nome di Birreria. Oltre alle produzioni della casa, c’è poi un’ampia selezione di birre italiane e straniere, comprese quelle dei due soci Teo Musso (Baladin) e Leonardo Di Vincenzo (Birra del Borgo).

Per un resoconto approfondito su Eataly dovrete aspettare una mia visita più tranquilla, poiché ci ho messo piede solo in un’occasione e più precisamente la domenica successiva all’apertura. Potete immaginare la confusione! Sono riuscito solo a girare distrattamente tra gli ampi spazi dell’ex Air Terminal Ostiense, prima di scappare a casa di mio fratello per la visione di Italia – Inghilterra. L’impatto comunque è davvero impressionante: era la prima volta che entravo in un Eataly e devo ammettere che mi ha fatto un certo effetto. La selezione delle birre in bottiglia mi è sembrata molto ampia e più assortita del previsto, ma anche in questo caso ogni considerazione finale la lascio a un futuro post.

In contemporanea con Eataly apriva nel centro di Roma un’altra creatura del duo Musso – Di Vincenzo. A due passi da Piazza Navona, infatti, è da qualche giorno partita l’avventura del No Au, piccolo locale incentrato sulle eccellenze enogastronomiche. La birra c’è, ma non è protagonista unica: la cucina è a cura di un certo Gabriele Bonci, mentre trova spazio anche una valida selezione di vini naturali. Originali gli interni e molto pittoresca la piazzetta su cui affaccia il locale. Per gli amanti della bevanda di Cerere, le birre sono principalmente in cask, oltre che ovviamente in bottiglia. Il No Au si trova a Piazza di Montevecchio e per il momento è aperto tutti i giorni dalle 18,00 all’1,00. L’inaugurazione ufficiale si terrà proprio stasera.

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Recentissima è anche la nascita del Beer Style, ennesimo beershop di Roma che però ha aperti i battenti in una zona (Centocelle) relativamente poco fornita di birra artigianale. Dietro al progetto ci sono alcuni dei ragazzi del Maltese Pub e di ADB Lazio, quindi competenza e simpatia sono sicuramente garantite. Neanche a dirlo, la birra giocherà un ruolo di primo piano, ma non esclusivo: troverete anche prodotti gastronomici di piccole aziende, rum, distillati alla birra, kit e accessori per l’homebrewing, gadget a tema, t-shirt e tanto altro. Sul fronte prettamente birrario, la selezione è in grado di far convivere quantità e qualità ad altissimi livelli, mentre non mancheranno chicche particolari a diversificare l’offerta di volta in volta. Il locale si trova in via degli Olivi 70, per dettagli e aggiornamenti seguite la relativa pagina Facebook.

Tornando ai pub, c’è da segnalare l’apertura da qualche mese di Luppolo 12, in zona San Lorenzo. Il quartiere è pieno di locali notturni, eppure ad eccezione dello storico (e ottimo) Il Serpente, in giro non c’era niente di particolarmente interessante per gli appassionati. Ora l’offerta si è impreziosita con questo pub situato appena fuori dalla zona ZTL, in via dei Marrucini 12. Il locale si sviluppa in lunghezza, con il banco posizionato curiosamente in fondo, che ospita circa una decina di spine. Quando vi ho fatto visita, la selezione era eccellente, ben assortita e con alcuni grandi classici che ormai – sfortunatamente – è sempre più difficile trovare. La cucina è quantomai essenziale, ma molto gradite sono alcune promozioni che si susseguono nell’arco della settimana. Ulteriori informazioni sulla pagina Facebook del locale.

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Decisamente meno recente è l’apertura di un altro beerhop romano, situato nella fattispecie in zona Vescovio. Si chiama Birrarium e sorge in via Alfonso Rendano 37/39. Le etichette presenti sono circa 200 e provengono principalmente da due distributori capitolini: Domus Birrae e Impexbeer. Se, come immagino, li conoscete, saprete anche quali (ottime) produzioni potete trovare al Birrarium.

Spostandoci in provincia, infine, è senza dubbio interessante è l’apertura della Bottega della Birra a Colleferro, primo beershop in assoluto per il comune a sud-est della Capitale. Gestito con passione da Gianmarco Camilli, il negozio tratta circa 200 etichette di birra artigianale italiana e straniera, capaci di coprire in modo soddisfacente l’intera produzione brassicola internazionale. Nel punto vendita si possono acquistare anche i kit di birrificazione di Mr Malt e altre sorprese. Lo trovate in via Sobrero 3, mentre potete seguire gli aggiornamenti sulla pagina Facebook.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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42 Commenti

  1. ciao, mi è giunta voce dell’apertura di un beershop in zona Piazza Bologna/Via Livorno ma non ho trovato nulla: ne sai qualcosa?

  2. Posso esprimermi solo su Birreria di Eataly in quanto è l’unico che ho visitato (mi hanno parlato benissimo di beer style).
    Concordo con te Andrea sulla varietà delle birre in bottiglia. Mi ha fatto particolarmente piacere trovare i prodotti dei birrifici laziali praticamente al completo. Sono rimasto un po’ perplesso nel vedere Menabrea e Forst, ma è una scelta commerciale che vista la location ci può stare.
    L’unica pecca sono le dimensioni della Birreria. Non mi aspettavo gli spazi di NY, ma allo stato attuale è davvero troppo piccola.
    E’ vero che le birre possono essere consumate in qualsiasi spazio di Eataly, ma la calca che si forma è spaventosa.
    Per quanto riguarda le birre ho provato la Golden Ale (piacevolissima) e Urma (un’ambrata con speziatura da “Blanche” niente male). Bisogna tornarci ovviamente.

  3. Ciao. Do un mio pare su Eataly, in generale, non essendo di Roma, ma di Torino. Leggerò con curiosità il post che pubblicherai per entrare più nel dettaglio dell’offerta del vostro Eataly. Quando hai scritto che l’impatto è stato impressionante, riesco a comprenderlo. A me sono venute le lacrime agli occhi, la prima volta che sono sceso nella sezione Birre dell’Eataly di Torino. Oltretutto per quanto ci riguarda Torino sta messa male per quanto riguarda i beer shop: pochi pochini. Molto validi, ma davvero pochi, giusto un paio al momento. Ma sai il problema quale è, con Eataly? è che è statico. Sono almeno un paio d’anni che i birrifici venduti sono sempre gli stessi, e di conseguenza le birre. C’è stata un evoluzione giusto due/tre anni fa, quando è partito il progetto Open e sono arrivate Birra del Borgo e altre cose molto sporadiche. Ma altrimenti ci sono solo birrifici piemontesi. Per carità, abbiamo degli ottimi birrifici in piemonte, ma non ti nascondo che mi piacerebbe trovare birre da tutta Italia. Quanto all’estero, diciamo che ci sono diverse cose, ma è un’offerta, che per quanto ampia, è più o meno l’offerta base di cui può usufruire chi è appena all’inizio del discorso sulla birra artigianale. I vostri beershop (da cui compro abitualmente facendomi spedire qui le birre) sono un’altra cosa, in quanto a ricercatezza. Tanto per fare un esempio: a me interessa la birra americana. Beh, da Eataly trovo due o tre cose di Sierra Nevada, due o tre cose di Brooklyn e stop. Ben venga Eataly, ma sinceramente sempre più stesso mi capita di andarci e di non comprare nulla. La maggior parte sono birre che conosco già, e per quanto valide, credo che un vero appassionato debba provare sempre cose nuove. Anche io ho i miei capisaldi, bottiglie che sono sempre nella mia cantina (De Dolle tanto per citarne uno, che per altro da Eataly non trovi di certo, almeno non qui), ma per il resto sono sempre alla ricerca di nuovi assaggi e da Eataly le novità sono estremamente rare.

    • il problema primcipale di eataly torino è l’assoluta mancanza di cultura da parte dei commessi, se non vai negli orari giusti (ossia quando c’è l’unico che ci capisca qualcosa di birra) sai quanta gente vedi guardare spaesata la scaffalata fi birre + o – di qualità? è un supermercato.
      c’è da dire che ultimamente hanno preso un paio di birre decenti in + (straniere), ma di là a diventare un buon punto di approvigionamento ce ne passa

    • Ciao Edoardo e Andrea scusa l’OT, ma mi sento tirato in causa.
      E’ vero la mia birroteca non è a Torino ma circa a 30km (Giaveno). Invito Edoardo a venire a vedere la mia selezione dove trovare anche le De Dolle (anche la Oerbier Reserve tanto per intenderci ;-).
      La situazione dei Beershop in Piemonte, nonostante i tanti birrifici presenti sul nostro territorio, è a dir poco pietosa. Anche perchè la domanda purtroppo non è così ricca come Roma. Gli appassionati ci sono, ma ormai sono smaliziati a comprare le birre tramite web ;-), a fare tour birrari e fare compere per proprio conto. Io ho aperto da tre anni con molteplici difficoltà soprattutto burocratiche e ora per ampliare il tipo di servizio oltre alla vendita posso anche far degustare insieme alle birre taglieri di ricercati formaggi e salumi; ho impostato il locale molto sul servizio, sulla selezione e sulla cultura ma il cliente piemontese/torinese di massa non si vede ancora!
      Viva la scena romana che la fa da padrona e in bocca al lupo alle nuove realtà!

  4. Io invece vorrei commentare Luppolo 12. Senza paura di sbilanciarmi, lo ritengo uno dei pub più gradevoli dove io sia mai stato. L’atmosfera è molto rilassata, c’è spazio in abbondanza e i prezzi sono davvero competitivi. Il cibo è finalmente semplice! Dico finalmente perchè ero abbastanza stufo di dover prendere per forza un filetto alla wellington in caso di brevi attacchi di fame a mezzanotte..
    La selezione mi piace parecchio (anche se non c’è traccia di Gran Bretannia!) e i proprietari, molto cordiali tra l’altro, mi dicevano che la stanno ancora incrementando.

    Unica piccola pecca, dovrebbero incrementare il sistema di aria condizionata perchè fa davvero caldo!

    In toto, lo ritengo la prima scelta per quelle sere in cui non mi va di arrivare fino a Trastevere.

    • si…potrebbe essere lo stesso che intendevo io.

      A me ne ha parlato un amico che passava in quella zona il giorno dell’inaugurazione, ma non ricordava di preciso la via (“una traversa di via Livorno) non essendo della zona

  5. Sono un paio di volte al luppolo 12 e devo dire che effettivamente la scelta e’ veramente valida. Unica pecca, sicuramente dovuta alla giovinezza e’ la parte di cibi ancora un po scarna.
    Sicuramente una buona scelta per assaggiare cose nuove e ritrovare vecchi amori..

  6. Provato ieri Luppolo 12, veramente un bel posto. Ottime la selezione alla spina (tra quelle che ricordo Tipopils, Bibock, Spaceman, Nogne IPA, IPA del Ducato, One single hop, I beat you, Mikkeller Tripel, Americaan a pompa…), forse un po’ troppo sbilanciata sul genere IPA, ma San Lorenzo aveva bisogno bisogno di un altro locale valido e quindi va bene così.
    Veniamo però alla notizia che farà felici molti di voi… Per tutta l’estate, TUTTE le birre artigianali alla spina a 3,50€ (con un tagliere 5€)!!! Avete capito bene!!!

    • Riccardo, ecco il commento che mi interessava.
      week wnd serata da san lorenzo…volevo provare Luppolo 12, le birre che hai elencato le adoro, e lo sbilanciato sulle IPA per me è uno di quei difetti in grado di rendere la destinazione solo molto più interessante!!! 😀
      con il prezzo mi hai definitamente convinto.
      nei prossimi giorni contribuirò con le mie considerazioni.
      grazie!

    • Volevo scrivere anche io la figata del prezzo, ma c’è da precisare che si tratta di “pinte” da 0,37.. (figata comunque eh…)
      PS: ho provato una focaccia provola e speck e non era niente male

      • Frizz, tanto, molto spesso si tratta da pinte da 0,37…e il prezzo va dai 4 in su (spessissimo 5 o 6) per cui figata cmq! 😀
        l’importante è che le birre siano ottime, come la scelta!
        il cibo…neanche pensavo ci fosse! 😛

      • Le stesse pinte che trovi ovunque. Per la Tipopils e la Bibock una 0,4 a 3,50€ mi sembra un prezzaccio (altrovi la 0,4 se la fanno a 6€).

        • Certo certo.. volevo solo mettere l’accento sul particolare fenomeno del “restringimento della pinta” che ha ormai colpito oltre l’80% dei pub romani (stima ad occhio..). Una volta, molti molti anni fa, una pinta era un buon mezzo litro di birra, poi è stata assorbita l’usanza USA della pinta da 0,45, negli ultimi anni spacciano ormai regolarmente delle 0,35 come pinte..
          Un pò come se un geometra riducesse un metro a 70cm per farsi pagare di più la ristrutturazione della casa..
          OT chiuso.

  7. ciao, il tuo è un’ottimo articolo, come ottimi sono i posti da te citati 🙂
    alcuni li frequento, in particolare il Luppolo 12, altri grazie a te ora li conosco e non vedo l’ora di andarci…
    per il discorso Eataly io ci sono stato una volta e oggi ci torno, e devo dire che l’angolo birra è molto ben assortito, non mi lamento, anzi vorrei avere una stanza dentro casa “arredata” in quel modo 😉
    un saluto a te e a tutti gli amanti della birra!!!
    Rugantino

  8. Sperando di non essere fuori luogo vorrei chiedere: ci sono pub con beer garden dove degustare birre artigianali all’aperto a Roma?

  9. Luppolo12 effettivamente è un bel posticino. Buone birre e anche a livello estetico il locale si presenta bene. Eataly come supermercato è perfetto, si trovano quasi tutti i birrifici laziali a prezzi competitivi (le Turan costano 9,50 quando le pagai 8 direttamente dalle mani del mastro birraio) più altre birre più commercialotte a prezzi davvero bassi (le Dupont, Floreffe, qualche trappista, Schneider, Brewdog…). Ma la Birreria… Dio ce ne scampi! Hanno appena 282 bottiglie di Dogfish Head e manco un cristiano dietro al bancone che sappia cosa sono o sappia quanto meno spiegartele. E se vuoi vendere una bottiglia da 33cl a 10€come minimo devi sapere cosa vendi… e invece niente. Per non parlare del modo in cui le birre vengono spillate. Pessimi

      • sono 3 (e purtroppo non quelle che cerco da sempre io!!!), circa 280 bottiglie, una Barley Wine e Brown Ale, e una che fa parte di una serie che ispirata all’antichità, piuttosto dolce e zuccherina, miele zafferano, una decina di gradi.
        Ha ragione Rauchbierlover, 10 euro per una 33cl…devi sapere cosa vendi!

      • Sì, hanno la Raison d’Etre, la Midas Touch e la India Brown Ale (che sa solo di scotch ale e niente di brown o ipa)

          • Ecco. speriamo in meglio.
            CMQ volevo fare un apprezzamento verso Eataly e la sua selezione di tedesche 😀 Niente di raro o particolare ma ci voleva

            E il caffè di pausa café da dipendenza X_O

    • Beh certo….se selezioni il personale somministrando contratti interinali a dir poco ridicoli e ingiustificati che ti aspetti?? Ma realmente credete che a quelle condizioni potreste trovare il Kuaska o il Colonna della situazione a servirvi?? Dai siamo seri….

      • No, ma neanche persone che non sanno manco dirmi di che stile è una birra che vendono solo loro. A 10€, che è forse l’aspetto più importante. Del resto in ogni tipo di professione ci sono briefing per aggiornarsi, non vedo perché non potevano farne uno anche loro. Stiamo parlando di 3 birre, non di 10.

        • Non ti passa per la mente che il personale in quel caso serva più per riempire scaffali e frigoriferi??? Del resto non è che con un briefing (tenuto da chi? forse dal selezionatore dell’agenzia interinale?) si sviluppi un palato o una conoscenza dell’argomento, bisogna viaggiare, assaggiare, conoscere birrai, luoghi, tradizioni….e tutte queste cose credi che si possano apprendere in un briefing??? Evidentemente non c’è stata la volontà di formarli e del resto non è che al centro commerciale (di questo stiamo parlando) quando ti rechi allo scaffale dei vini trovi il sommelier della situazione….

          • Ripeto, non mi serve un Kuaska della situazione. Mi bastava che mi dicessero “questa è un’ipa. questa una weizen, questa è una saison e questa è una stout” (per esempio). Anche perché non parlo di birra comprata agli scaffali, ma di uno dietro al bancone della Birreria che non sa manco cosa mi vende.

          • Guarda che non c’è bisogno di andare fino alla Garbatella per trovare personale incompetente, basta affacciarsi in qualche beershop o pub romano…poi ti ripeto viste le condizioni di reclutamento mi pare evidente che non ci sia stata la volontà di formare il personale o di puntare sulle risorse umane. Farinetti è un dio a fare soldi e con il marketing ci sa fare, ma se dipendesse da me si morirebbe di fame…fortunatamentre per lui buona parte degli Italiani sono mediamente ignoranti (anche chi fa il figo a farsi tutti i corsi SF ma poi non capisce lo stesso una beneamata fava).

          • D’accordissimo con te su tutto Andrea, ma posso comunque essere libero di muovere una critica visto che i soldi che gli ho lasciato me li ero guadagnati facendo il mio sporco lavoro al meglio? 🙂 Che da Eataly ci vada un cliente medio totalmente oscuro del mondo della birra artigianale siamo d’accordo, ma se ci va qualcuno appositamente per provare le Dogfish Head e si ritrova un servizio simile…

          • Se la va a prendere ad Open Baladin incrociando le dita e sperando di ricevere un servizio migliore….Certo che sei libero di esprimere una critica, però a mio avviso l’hai rivolta al soggetto sbagliato, non credo la formazione sia responsabilità del lavoratore ma del datore di lavoro, tutto qui.

  10. Come promesso aggiungo il mio contributo per Luppolo 12: il locale è più carino di quello che pensassi, amo luoghi più vissuti, ma è ovvio che essendo nuovo non lo sia ancora.
    Però rimane ugualmente accogliente, i ragazzi sono molto cortesi e c’è un’ottima scelta di spine, pulite…quindi la birra (motivo primario della visita!) era buona.
    Abbiamo preso parecchie Tipopils, una IPA del Ducato, la Spaceman, la Turan, assaggiate altre, tutte in forma. I prezzi di quelle in vendita non sono male (si trova di più basso altrove ma solo in un paio di posti da sempre una garanzia!) e mi sembrava ci fosse una buona selezione, parecchie Hoppin Frog, il che mi ha colpito. Ottimo il prezzo della spina a 3.50 per l’estate.
    Per giudicare bene, devo tornare 😉 il ricambio mi sembra abbastanza frequente…e poi attendo la Yellow Snow (me l’hanno promesso!)

  11. A Milano e provincia in molti punti vendita Esselunga (da buoni 10 anni) e Carrefour e’ molto spesso presente nell’area vini un sommelier con anche un banco per degustazioni che consiglia l’appassionato e il neofita.

  12. Da una breve ricerca, su circa 150 punti vendita (piu’ o meno grandi) ci sono almeno 50 postazioni col sommelier, tenendo presente pero’ che che quelle che aprono nuove o che ristrutturano le fanno con la postazione.

  13. Esperienza molto negativa al Luppolo12. Le birre sono le stesse della distribuzione romana, impex beer e domus per lo più, senza niente di nuova. Ma soprattutto il locale è veramente brutto e si mangia malissimo. Si salvano solo i prezzi bassi.

    • Le birre erano a posto? Il servizio come è stato? Mangiato male come e perchè? Chiedo perchè pensavo di fare un salto il prossimo we!!!

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