
Partiamo allora proprio dai contenuti. Sul fronte gastronomico la novità più eclatante è l’ingresso nella squadra di Cristina Bowerman, chef stellato salita agli onori della cronaca con la sua Glass Hostaria (situata non distante dal Bir&fud). Il menu resterà sempre improntato su proposte semplici e immediate, ma c’è da scommettere che l’estro creativo della Bowerman influenzerà diversi piatti. Le pizze ad esempio non scompariranno, anzi beneficeranno di un forno tutto nuovo e della consulenza di Bonci, che dovrebbe proseguire come in passato. Per il resto troverete alcuni dei piatti classici del Bir&fud, come il tris di supplì, e altre preparazioni inedite (costine d’agnello in salsa bbq, polpette al sugo, calzone al metro). A detta della stessa Bowerman, la cucina sarà comunque a completo servizio della birra, offrendole quindi una sfida nuova e intrigante. È interessante notare come un numero di chef stellati si stia avvicinando alla birra artigianale: risale a pochi mesi fa, ad esempio, l’apertura del Bibere Bistrot con il supporto di Anthony Genovese.
Per riassumere questa nuova impostazione, vi riporto quella che sarà la tap list di aprile 2014:
Resident
1 Reale
2 Via Emilia
3 Seta
4 Ligera
5 Tripel
6 Indian Brown Ale
7 Hoppycat
8 Quarantot
9 Saint Ambroeus
10 Perle ai PorciBelgio
11 Bink Blonde
12 Saison Dupont
13 Darbyste
14 PannepeutBotti
15 Wild Solera
16 Old Antonia
17 1111 Liscia P
18 Imperiale PSour
19 Cantillon Lambic P
20 Cuvee de Ranke
21 Beerbera
22 Birrozzo
23 Rodenbach Grand Cru
24 GoseInghilterra
25 Orkney Cornkcrake
26 HopHead
27 Hoppiness
28 MadnessFranconia
29 Pils Gaenstaller
30 Keller Gaenstaller
31 Affumicator Gaenstaller
32 WeizenIngredienti Locali
33 Duchessa
34 Garbagnina
35 Bastarda Rossa
36 Parallelo
Il rovescio della medaglia è a mio avviso un eccessivo ridimensionamento dello spazio utile nella prima sala, poiché in gran parte occupata dal suddetto bancone. La struttura del locale non permetteva di muoversi agevolmente neanche prima, ma ora ogni manovra è ancora più complicata, rendendo quasi impossibile rimanere in piedi per bere o fare due chiacchiere senza bloccare il passaggio. La prima sala si è trasformata in pratica in un corridoio con una decina di posti a sedere al banco, anche considerando che ha sfruttato una parte – piccola ma preziosa – del vecchio pre-dehors, se così lo si può chiamare. Ovviamente questi dubbi saranno sciolti dalla “prova su strada”, ormai prossima: l’apertura al pubblico del nuovo Bir&fud avverrà lunedì 7 aprile.
La seconda sala è invece rimasta strutturalmente invariata, sebbene anche qui siano stati effettuati importanti interventi a livello estetico. In generale il nuovo corso del Bir&fud cercherà di riportare dignità alla vita mondana del quartiere Trastevere, ormai in balia di ristoranti dal dubbio gusto, classiche trappole per turisti e supermarket che offrono alcool di bassa lega a prezzi contenuti. Il bello è che in questa lotta la birra di qualità sarà l’elemento centrale e forse riuscirà a far capire all’opinione pubblica che il consumo aberrante di bevande alcoliche è una questione essenzialmente culturale. In prima linea ci saranno combattenti come Leonardo e Manuele, quindi possiamo dormire sonni tranquilli, chiaramente dopo aver cenato al Bir&fud 🙂 . In bocca al lupo al nuovo corso di questo splendido progetto.
con tutto il bene che voglio a Colonna e col fatto che il B&F 1.0 era un locale fantastico, in base a cosa è stato “un locale che avrebbe influenzato pesantemente l’intero movimento italiano della birra artigianale”?!?
se proprio, il Macche piuttosto
Beh lo vedo un po’ come un prototipo dei ristopub che ora vanno tanto per la maggiore.
E soprattutto la scelta di puntare su sole spine italiane all’epoca fu pionieristica e a mio modo di vedere ha influenzato le tap list di tanti locali italiani negli anni successivi.
Mia opinione, come sempre.
può darsi che sia stato un prototipo, non ho né la memoria né la conoscenza di ciò che è accaduto in tutto il Paese (ma direi che il Birrificio Italiano non è così distante come modello), ma influenzare vuol dire imporre un modello che viene replicato. al di fuori di Roma locali/bistrot birrari con quelle ambizioni semplicemente non si sono mai visti nelle grandi città, né come numero di spine né come elaborazione della proposta gastronomica, in provincia dove non so quanto sarebbe sostenibile men che meno. le scelta di puntare sulle spine italiane giù al Nord, dove sta la maggioranza dei birrifici di punta, è in atto da parecchi anni senza che molti locali nemmeno sappiano dell’esistenza del B&F
probabilmente ha influenzato pesantemente Roma…
Sì forse hai ragione, più Roma che Italia
Mi**hia!! Quelle spine e la cucina della Bowerman! Non vedo l’ora!!
Beati voi che vi trovato un locale così (quasi) sotto casa! =D
a Roma, tra eventi e locali, non si sa più dove andare a sbattere la testa..
per carità, la cosa fa piacere assai.. però qui tocca darsi una calmata.. :-))
Per carità, la Bowerman sarà (è) un fenomeno… Ma ormai a Roma senza Bonci o la Bowerman non se magna?!
Considerazione sacrosanta, anche a me lascia pensare…solo che con Bonci ci collaboro da 10 anni, da quando ci aiutava alle degustazioni al Bierkeller, e il Bir&Fud è stato aperto con lui.
La Bowermann è la moglie del nostro socio, quindi spero che almeno in questo caso, la considerazione (giusta) abbia almeno una valida giustificazione 😉
Figurati Manuele, non era una critica specifica, volevo solo sottolineare che questi 2 nomi ormai su Roma sono veramente inflazionati. Parliamo di eccellenze assolute, quindi non c’è problema, ma è curioso come abbiano quasi monopolizzato la scena!
Bonci è sempre stato un grande appassionato e bevitore di birra, famosi erano i suoi incontri con Mike Murphy allo Starbess una dozzina d’anni fa. Per me è sempre stato un gran compagno di bevute, facile quindi il suo collaborare con diverse realtà della birra artigianale romana, anche prima di diventare così famoso.
Manu,
Giura che non rifarai mai i cessi del Macche..
Ormai siamo vecchi, troppi cambiamenti fanno anche male al cuore.
Cmq quello del Bir&fud spero sia stato rinnovato adeguatamente…
Mai…se quelle tazze potessero parlare 🙂
Per il Bir&Fud ovviamente sono stati degnamente rinnovati, ho però in ballo una scommessa su una delle due porte che ha una chiusura fin troppo cerebrale per il trasteverino del sabato sera…per me dura lo spazio di un weekend…
quando salgo nella Capitale passare a magnare na pizza o anche solo i fritti al bir&fud è d’obbligo…non vedo l’ora di tornarci e vedere il new look. sono contento che sia stata ampliata la selezione di spine anche con birre internazionali perchè per me era quello un pò il punto dolente…vero anche che se volevo cantillon potevo andare di fronte.
fortunati (ancora una volta) i romani ad avere un locale simile…tra l’altro di fronte alla mecca della birra…in bocca al lupo al nuovo progetto.
Sicuramente piu carino ora che è stato rinnovato. L’ho provato ieri sera e purtroppo ancora non erano pronte tutte e 36 le spine. La delusione vera è stata quella di pagare per le spine 6 euro… ero e sono abituato ai 5 euro che ormai è quasi prezzo fisso ma inizio a non sostenere piu importi oltre i 5 euro. Peccato davvero!
6 euro per che bicchiere?