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Il racconto della Birra: la mia recensione

il racconto della birra_cop.inddSe in previsione delle vacanze siete alla ricerca della classica lettura sotto l’ombrellone, tra i vari candidati ai vostri acquisti dovete considerare anche Il racconto della Birra, libro pubblicato recentemente da Vallardi. Autore è Matteo Zamorani Alzetta, giornalista e sceneggiatore con una lunga esperienza radiofonica e una spiccata passione per la nostra bevanda: ad esempio su Radio Popolare conduce regolarmente una rubrica sui rapporti tra birra e letteratura e tra birra e cinema. Ma, aspetto ben più importante, è un appassionato piuttosto sfegatato: a Milano frequenta con costanza il Bere Buona Birra, a Roma non si fa mai mancare una visita al Macche e visita spesso i siti web a tema. Il risultato delle conoscenze acquisite in tanti anni di militanza si è dunque concretizzato in questa fatica editoriale, che, come riporta il sottotitolo, vuole raccontare “storia e segreti della bevanda che da sempre nutre e conforta l’umanità”. Una bella definizione, che ci prepara nel migliore dei modi alla lettura…

Il racconto della Birra è strutturato in quattro grandi capitoli, ai quali si accompagnano altri contenuti collaterali. Il primo è propedeutico a introdurre il concetto di birra, spiegando cos’è (con un primo accenno alle principali famiglie di fermentazione), con quali materie prime è realizzata e come si produce. L’esposizione è chiara e denota una decisa padronanza della disciplina e dei suoi concetti da parte dell’autore, se non una vera e propria passione. Questo aspetto è confermato procedendo nella lettura ed è confortante verificare che chi scrive è un appassionato autentico, capace di riversare questo suo amore per la birra in ogni singola pagina. Il rovescio della medaglia è l’impressione che – forse proprio per troppa passione – l’esposizione talvolta tenda a lasciare la via maestra per divagare su questioni marginali, disorientando il lettore meno esperto. Ma su questa caratteristica tornerò più avanti.

Il secondo capitolo è dedicato a ricostruire la storia della birra, partendo dal Neolitico per approdare fino ai giorni nostri. È una sezione godibile e che scorre via piacevolmente, con il valore aggiunto di puntualizzare alcuni passaggi provenienti da credenze o opinioni generali che è giusto confutare. Il terzo capitolo è invece una lunga sezione incentrata sugli stili birrari, che l’autore ha deciso di raggruppare per macroregione di appartenenza (belga, tedesca e anglosassone) e quindi per famiglia di fermentazione. A fronte di una elevata completezza delle informazioni, si avverte un’adesione fin troppo fedele alle linee guida del BJCP, finendo per scendere nel dettaglio di sottocategorie o pseudo-stili piuttosto inutili. Così se per il lettore meno esperto è già difficile memorizzare stili e categorie, questa impostazione contribuisce a riversagli contro una marea di informazioni a volte persino ridondanti. Coraggiosa poi la scelta di dare un taglio completamente “narrativo” a questa parte, evitando tabelle e specchietti ma inserendo tutti i dati caratteristici di ogni stile nel testo principale. Qui la valutazione è del tutto soggettiva, sebbene la schematizzazione di alcuni concetti forse avrebbe aiutato la lettura.

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Come avrete capito fin qui gli appassionati più incalliti troveranno poche nozioni che già non possiedono. Diverso è il discorso per il quarto capitolo, che prova a ripercorrere la storia della birra artigianale in Italia. Per onor di cronaca non siamo al cospetto della prima trattazione del genere in un libro birrario, però Il racconto della Birra vi dedica davvero molto spazio. Il risultato è altalenante, con alcuni passaggi completi e attendibili e altri ignorati o trattati con troppa superficialità. Ad esempio sono riportati con autorevolezza gli esordi del movimento, ma nell’evoluzione dello stesso non si capisce perché vengano tralasciati alcuni momenti fondamentali, come – per dirne uno – l’ingresso di Assobirra nel settore. Il ritratto che ne consegue procede quindi a singhiozzo, sebbene nel complesso sia in grado di restituire il modo in cui si è sviluppata l’idea di birra artigianale in Italia e le sue peculiarità.

L’opera si conclude con un veloce contributo di Giovanni Bruno sull’homebrewing – francamente dalla dubbia utilità – e con due brevi considerazioni sulle migliori risorse del web in ambito birrario e sul futuro del settore. Stona un po’ ovunque la totale (o quasi) mancanza di riferimenti bibliografici.

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In definitiva questo libro è difficile da valutare. L’aspetto positivo è che non si tratta di una manovra commerciale che vuole cavalcare la moda della birra artigianale, ma di un’opera scritta con passione e competenza. Al di là delle lacune evidenziate in precedenza, ciò che lascia perplessi è l’impostazione data al prodotto. I capitoli infatti coprono concetti generali e non troppo tecnici, però – come già accennato – l’esposizione tende a sacrificare la sintesi per una narrazione che di tanto in tanto si avventura in digressioni per esperti. Dubito perciò che il neofita possa sentirsi a suo agio con un libro del genere, mentre l’appassionato si troverà solo a ripercorre nozioni di cui è già a conoscenza. In parole povere questo libro rischia di risultare né carne né pesce, vanificando la grande devozione birraria che traspira dalle sue pagine.

Scordatevi dunque qualcosa di paragonabile a Tasting Beers di Randy Mosher (tradotto in italiano da MoBI), che considero una pietra miliare per pubblicazioni di questo genere. Il libro del guru americano è in grado di unire perfettamente sintesi e narrazione, nozioni base con parentesi per i più esperti e in generale di stimolare sempre delle riflessioni sulla birra. Il racconto della Birra invece non solo non riesce a esprimere questa doppia anima, ma finisce per non soddisfare pienamente entrambi i tipi di lettore. È un libro bello, a tratti bellissimo, ma che ho difficoltà a consigliare proprio per questi motivi. Sembra più un testo universitario che un romanzo sulla nostra bevanda preferita e se considerato in questi termini ha tanti punti a suo favore. Ma l’idea di partenza era sicuramente ben altra, perciò sfogliatelo e valutatene l’acquisto.

Il racconto della Birra
scritto da Matteo Zamorani Alzetta Vallardi Editore
Pagine 256
Prezzo 12,90 euro

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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5 Commenti

  1. In base a cosa dire che “l’idea di partenza era sicuramente ben altra”? Che la realizzazione sia buona o meno vi assicuro che ha corrisposto completamente all’idea di partenza.

    • Ciao Matteo, beh nel senso che un libro che si intitola “Il racconto della Birra” dubito che voglia porsi come una sorta di testo universitario. Era quello l’obiettivo?

  2. Il titolo è stato scelto dalla casa editrice a posteriori, e io non ci ho messo becco. L’obiettivo era quello di fornire quante più informazioni possibili sull’oggetto “birra” nel limite di pagine che mi era stato imposto, rivolgendomi sia ai neofiti sia agli esperti, considerando che per i primi sarebbe stato tutto nuovo, per i secondi un’occasione in più per tornare su certi temi e magari rinfocolare qualche discussione. Per altro mi è capitato di parlare anche con affermati mastri birrai che non erano a conoscenza di alcuni particolari storici che ho citato nel libro, quindi forse qualcosa di non conosciuto ce lo può trovare anche uno che sia già appassionato.

    Per rispondere più brevemente: sì l’obbiettivo era più o meno quello.

    • Ok. Al di là dell’obiettivo finale del libro, a mio avviso (opinione personalissima) emergono le lacune che ho descritto. Anche io ho trovato nozioni di cui non ero a conoscenza, ma ovviamente l’analisi va fatta nel complesso e secondo me a livello di impostazione ci sono dei limiti evidenti.

  3. Ben vengano le pubblicazioni birrarie! brutte o belle che siano esprimono la voglia dell’Autore di trasferire agli altri le proprie esperienze e le emozioni che questa mitica bevanda riesce a creare.

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