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In Italia i consumi pro capite toccano nuovi record: pubblicato l’Annual Report 2016

E finalmente, quando ormai si erano perse tutte le speranze, è arrivata la nuova edizione dell’Annual Report di Assobirra, pubblicata in questi giorni sul sito dell’associazione che riunisce le industrie del settore (qui scaricabile in pdf). Ricordo che l’Annual Report è un documento molto importante, che riassume dati e numeri del mercato della birra in Italia: in altre parole funge da cartina di tornasole per verificare lo stato di salute dell’intero comparto. E i risultati sono davvero confortanti: dopo aver tenuto botta alla crisi economica che ha colpito il nostro paese e il resto del mondo, ora l’industria birraria rappresenta uno dei pochi settori a essere ripartito a vele spiegate. Segnando tra l’altro record importanti, tra cui il più significativo è sicuramente quel 31,1 litri alla voce “consumi pro capite” che non si registrava dal 2007 (all’epoca fu primato storico assoluto). Vediamo nel dettaglio tutte le statistiche.

Proprio il dato sui consumi pro capite è esemplificativo per riassumere l’andamento del mercato della birra (e non solo) negli ultimi anni. Il record del 2007 venne raggiunto proprio agli albori della Grande recessione che sarebbe iniziata l’anno successivo, tanto che dal 2008 i numeri cominciarono a mostrare una feroce contrazione. In 12 mesi scesero a 29,4 litri, poi passò un altro anno e raggiunsero il minimo di 28 litri. Da quel momento l’emorragia si bloccò, si registrò un lieve miglioramento e per diversi anni le statistiche rimasero ferme a poco più di 29 litri pro capite, lasciando all’Italia l’ultimo posto nella rispettiva classifica europea. Nel 2015 iniziarono ad arrivare i primi segnali di ripresa economica per il nostro paese e il settore birrario ripartì: nel 2015 i consumi pro capite tornarono a superare quota 30 litri, per poi conquistare il record di 31,1 litri dello scorso anno. Anche il dato generale sulla produzione coincide con un primato storico: nel 2016 sono stati prodotti in Italia 14,52 milioni di hl, con un incremento dell’1,6% rispetto al 2015.

Chiaramente non è tutto rose e fiori. Lo squilibrio tra consumi domestici e fuori casa si è accentuato: nel 2007 il rapporto era 54,5% contro 45,5%, oggi 58,8% contro 41,2%. In Italia dunque la birra sta diventando un bene consumato sempre di più tra le mura domestiche e non è una buona notizia: in altre realtà, come il Regno Unito, questo trend ha rappresentato la causa principale per la chiusura di molti pub. Curiosamente però la lettura è diametralmente opposta a quella offerta recentemente da Osservatorio Birra, in cui al contrario si sottolineava la propensione degli italiani a favorire i consumi fuori casa, compresi quelli di birra. Un altro dato non proprio confortante è il saldo commerciale, ancora decisamente in rosso (6,9 milioni di hl importati contro 2,6 milioni di hl esportati) nonostante il leggero miglioramento rispetto al 2015 (+ 300.000 hl).

Risulta interessante analizzare la segmentazione del mercato, soprattutto nell’ambito degli ultimi anni. Dal 2012 al 2016 a soffrire l’evoluzione delle abitudini nei consumi sono stati soprattutto i marchi Economy (-41,3%) e Analcolica (-21,2%), mentre la variazione più positiva arriva dalle Specialità (+23,6%). Non è sempre facile decifrare i segmenti del mercato, ma secondo Assobirra in quest’ultima categoria rientrano le birre più di nicchia, quindi presumibilmente anche quelle artigianali. Nel 2012 le Specialità rappresentavano poco più del 10% del mercato, oggi oltre il 13%: un buon risultato, sebbene il dato abbia mostrato una leggera contrazione rispetto al 2015 (14%).

Per quanto riguarda il segmento artigianale ancora una volta si sottolinea l’aumento del numero dei microbirrifici, anche se i dati non convincono pienamente. Secondo l’Annual Report nel 2016 in Italia erano presenti 943 birrifici artigianali, escluse le beer firm. Come abbiamo visto qualche giorno fa, i nuovi numeri rilevati da Unionbirrai in accordo con l’Agenzia delle Entrate invitano a rivedere le stime al ribasso: secondo questa fonte i birrifici attivi lo scorso anno erano 657 (anche in questo caso non tenendo in considerazione le beer firm). Tornando alle statistiche di Assobirra, i birrifici artigianali nel 2016 hanno prodotto 490.000 hl, cioè il 3,4% del totale nazionale, dando lavoro a 3.000 addetti (beer firm incluse).

Insomma, il 2016 è stato un anno molto positivo per la birra nel nostro paese. La ripresa è evidente, anche se non emerge in modo cristallino da tutti i dati statistici: ci sono ancora delle propensioni alla cautela che probabilmente rientrano in un contesto fisiologico. I numeri di Assobirra confermano, pur con alcune incongruenze, la continua ascesa del segmento artigianale, nonostante secondo me sarà interessante valutare i dati dell’anno che si chiuderà nei prossimi giorni. Ma per avere quelle statistiche dovremo attendere ancora un po’.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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