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Nuove app italiane sulla birra: Combivino, dBeer e BirraMiApp

Il mercato delle app dedicate al settore birrario offre infinite potenzialità, in gran parte ancora inesplorate. Casi di successo come quello di Untappd dimostrano che la tecnologia degli smartphone può adattarsi benissimo al nostro mondo: non evita sicuramente il proliferare di usi aberranti tipici dei social, ma di contro offre strumenti preziosi che gli appassionati tendono a premiare. Come sempre in Italia recepiamo con cautela le nuove tendenze, eppure in anni recenti sono comparsi alcuni progetti interessanti legati alla birra artigianale: impossibile ad esempio non citare Whatabeer, l’app “ludica” a firma Cronache di Birra, o la sempre attivissima Yhop. Oltre a queste esperienze, negli ultimi mesi sono nati nuovi prodotti che aumentano l’offerta nel nostro ambiente e forniscono modi alternativi per utilizzare gli smartphone a servizio della birra. Alcune delle seguenti app sono piuttosto giovani e si consolideranno nel prossimo futuro, ma già al momento risultano meritevoli di menzione per il pregio di sviluppare idee molto interessanti.

Combivino

Combivino è un app nata a fine 2019 per l’abbinamento tra vino e cibo. Forte degli oltre 10.000 download ottenuti dopo un solo anno di vita, lo scorso giugno ha esteso il suo funzionamento al mondo della birra. Oggi l’app è in grado di trovare il giusto accostamento a circa 1.500 alimenti, effettuando un match intelligente con le caratteristiche organolettiche di 76 diversi stili birrari. Il funzionamento di questa parte di Combivino è stato elaborato con il supporto di Salvatore Cosenza e dell’Unione Degustatori Birre. È proprio Salvatore a spiegare il modus operandi che è stato seguito nella fase di progettazione degli abbinamenti:

Il primo passo è stata la selezione degli stili birrai, che sono stati classificati per gusti dominanti. Poi abbiamo abbinato ogni portata con i vari stili, valutandone l’affinità e il contrasto e tenendo conto delle note aromatiche e gustative prevalenti, oltre alle caratteristiche tattili. Non mancano però gli accostamenti più sorprendenti, volti a creare sensazioni terze, frutto appunto dell’unione tra cibo e birra. Siamo ancora poco avvezzi a pasteggiare con le birre, specie al ristorante, ma dal punto di vista organolettico presentano una grande versatilità. Per noi degustatori di birre non esistono cibi tabù; i vari stili birrari riescono a coprire la gamma completa dei sapori, mentre quella degli aromi è estremamente ampia e variegata.

Il funzionamento di Combivino è molto semplice: si parte specificando il piatto da abbinare (o un intero menu composto da più portate), quindi l’app indica alcuni stili birrari suggeriti per l’accostamento. Sono inoltre presenti le singole schede tecniche per ognuno dei 76 stili presenti nel database.

dBeer

Una delle funzionalità più apprezzate nelle app per smartphone è la possibilità di fotografare un prodotto per ottenere informazioni aggiuntive al riguardo. È il meccanismo su cui si basa ad esempio Vivino, marchio leader nel settore vinicolo, e da cui parte dBeer, giovane realtà completamente dedicata alla birra artigianale. dBeer è un’app davvero ben realizzata: ha una grafica pulita, un’interfaccia chiara e moderna e un’impostazione decisamente al passo coi tempi. Il suo funzionamento si basa su un database di migliaia di birre divise per stile e nazione di appartenenza, ognuna delle quali fornita di una scheda tecnica alla quale si può accedere utilizzando il motore di ricerca interno oppure, come spiegato, fotografando la relativa etichetta.

L’obiettivo di dBeer è di proporsi come uno strumento al supporto alla propria passione per la birra. Numerose infatti sono le funzionalità collaterali, come una mappa interattiva con pub e birrifici, la sezione cantina per annotare e valutare le proprie bevute e la tab “birre simili” che suggerisce prodotti affini per stile e tipologia. Le potenzialità di crescita sono davvero ampie.

BirraMiApp

In tempi recenti in Italia si è diffuso l’uso di growler e crowler: un’abitudine importata dagli Stati Uniti e da alcuni paesi europei, ma che da noi ha attecchito con difficoltà. La svolta è avvenuta durante l’emergenza Coronavirus, a causa dell’impennata dei consumi casalinghi e della diffusione dei servizi a domicilio. Per chi non lo sapesse con growler e crowler si indicano recipienti di diverse forme e dimensioni – nel primo caso assomigliano a una damigiana di vetro o di alluminio, nel secondo a una grande lattina – che vengono riempiti nei pub con birra regolarmente disponibile alla spina. Questa sorta di vendita di birra sfusa si adatta perfettamente a determinate situazioni (consumo a casa, piccole feste, barbecue), ma espone il prodotto a diversi problemi. In particolare le proprietà organolettiche tendono a decadere rapidamente e la birra va consumata nell’arco di 24 ore o poco più. Per prolungare la vita del prodotto, sono disponibili sul mercato dei rubinetti speciali che permettono di riempire i growler in contropressione con anidride carbonica, aumentando considerevolmente l’efficienza di questo metodo di servizio.

Tutta questa premessa è indispensabile per presentare BirraMiApp, sviluppata dal distributore Beergate che, tra le altre cose, è rivenditore in esclusiva dei rubinetti Evolution dell’azienda Pegas. L’idea alla base dell’app è dunque fornire uno strumento in grado di elencare tutti i locali e pub italiani che dispongono di questi strumenti di spillatura, permettendo dunque agli utenti di conoscere le realtà italiane in cui è disponibile birra in growler imbottigliata in contropressione. BirraMiApp però non si limita al funzionamento appena descritto, ma presenta sezioni aggiuntive (news birrarie, community, eventi a tema, galleria fotografica) e strumenti utili per pub e birrifici (è prevista un abbonamento per i professionisti del settore). L’app risulta ancora acerba in alcuni aspetti, ma sulla carta fornisce un servizio molto interessante e probabilmente migliorerà nei prossimi mesi.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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