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Tutti i riconoscimenti ai birrifici della Guida alle Birre d’Italia 2013 di Slow Food

Il prossimo 16 maggio sarà il giorno del lancio ufficiale della Guida alle Birre d’Italia di Slow Food, una pubblicazione che in poche edizioni è diventata punto di riferimento nel settore. Come sempre la guida offre un’ampia panoramica di tantissimi birrifici italiani e delle loro produzioni, permettendo di calarsi in una realtà sempre più affascinante. Negli scorsi anni gran parte dell’attesa si concentrava sulle “stelle” assegnate ad ogni produzione e alle “etichette”, con le quali venivano indicate le migliori birre in assoluto. Quest’anno le cose sono cambiate: addio al vecchio sistema e largo a nuovi riconoscimenti, sia per le aziende che per le relative creazioni. Immagino sarete curiosi di conoscere i premi conferiti, quindi sarete felici di sapere che Cronache di Birra è in grado di pubblicarli praticamente in anteprima. Oggi tocca ai premi per i birrifici, domani a quelli per le birre. Procediamo…

I riconoscimenti ai birrifici sono divisi in tre tipologie. Con il premio “Bottiglia” si identificano quei birrifici che si esprimono ad alti livelli principalmente nella gamma in bottiglia. Il premio “Spina”, come immaginerete, è assegnato invece alle aziende che emergono in particolar modo per la produzione in fusto. Il premio “Chiocciola”, infine, è assegnato a quei produttori che più di altri si distinguono per l’attenzione al territorio (non solo per l’uso di ingredienti locali, ma anche per il sostegno all’agricoltura e al sociale) e per giocare un ruolo di primo piano nel settore, contribuendo alla sua crescita.

Birrifici con riconoscimento “Bottiglia”

32 Via dei Birrai
Almond ’22
B94
Birra Pasturana
Birrificio Aosta
Birrificio del Ducato
Bruton
Civale
Dada
Extraomnes
La Birra di Meni
La Gastaldia
Maiella
Maltovivo
Maltus Faber
Opperbacco
San Paolo
Via Priula

Birrifici con riconoscimento “Spina”

Bi-Du
Birrificio Lariano
Birrificio Pinerolese
Birrificio Rurale
Birrificio Torino
BirrOne
BrewFist
CitaBiunda
Doppio Malto
Grado Plato
L’Orso Verde
La Piazza
Menaresta
Mostodolce
Officina della Birra
Rubiu
Valcavallina

Birrifici con riconoscimento “Chiocciola”

Baladin
Barley
Beba
Birra del Borgo
Birra del Carrobiolo
Birrificio Italiano
Foglie d’Erba
Horo
Il Chiostro
La Petrognola
Lambrate
LoverBeer
Montegioco
Pausa Café
Torrechiara
Troll

I riconoscimenti ai birrifici lasciano il campo ad alcune riflessioni. Innanzitutto accanto a tantissimi nomi storici appaiono anche prestigiosi “giovanotti”, come Extraomnes e Brewfist. Le regioni più rappresentate sono a pari merito Piemonte e Lombardia con 14 produttori ciascuna (insieme ben oltre il 50% del totale dei premi assegnati), staccatissime tutte le altre. Il Sud piazza due campani (Il Chiostro e Maltovivo) e un pugliese (B94), mentre sorprende il discreto exploit della Sardegna, con tre birrifici (Barley, Horo e Rubiu). Infine fa leggero scalpore l’assenza di alcuni produttori, come Toccalmatto e L’Olmaia.

Ringrazio Eugenio Signoroni per avermi comunicato in anteprima i risultati. Domani andremo alla scoperta di quelli relativi alle birre. Per il momento cosa ne pensate?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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207 Commenti

  1. una cavolata. si può dire?

    • A dire si può dire, tocca capire che intendi però 🙂

      • lasciando perdere la dietrologia che accompagna il mondo slow food, le distinzioni sono abbastanza forzate (la terza ha qualche senso poi?) e in pratica vengono premiati troppi birrifici. Le (poche) eccezioni sono poi clamorose che non solo fanno più clamore di un premio, ma fanno anche dubitare sulle capacità di giudizio (o di scelta).
        tutto IMO 😀

  2. Sinceramente,che ne dite del birrificio KARMA?

  3. Hanno scelto di uniformare il criterio di valutazione e premiazione a quello della guida Slow Wine ma le stelle a mio avviso erano più efficaci, si poteva “dosare” meglio la valutazione.

  4. così a naso pare di capire che si può appartenere ad una sola delle tre categorie contemporaneamente

    se così fosse, la cosa non ha molto senso e non se ne capisce il motivo

  5. Qualcuno dei premiati non mi sembra eccellere né alla spina né in fusto (le chiocciole mi sembrano quanto di più vago possibile). Per non parlare della “notevole costanza produttiva”.

    • Ovviamente intendevo né in bottiglia né in fusto.

    • Alessio…devi fare i nomi!

      • Mi piace fare il misterioso. Diciamo che mi riferisco a qualche birrificio che ho avuto occasione di provare con una certa frequenza nel corso degli ultimi mesi, e a cui avrei difficoltà ad associare i termini costanza e/o eccellenza.

        • Ottimo metodo (italianissimo), possono essere tutti.
          Almeno questi una responsabilità sanno prendersela…

          • Già una volta mi hanno telefonato per querelarmi quando ho parlato in pubblico (BQTV) di una guida, un annetto e mezzo fa. I nomi li farò alla prima occasione a chiunque me lo chieda.
            Un aneddoto: qualche settimana fa ho bevuto una birra di uno dei birrifici premiati per le spine con un collaboratore della guida ed era letteralmente disgustato. In effetti era imbevibile (e non era la prima volta che mi succedeva, con quel birrificio, nel corso dell’anno solare). Però viene premiato per costanza ed eccellenza.
            Di un altro birrificio (premiato per le spine) ho lavandinato 6 bottiglie su 8 comprate presso di loro.
            Vuoi provare a indovinare chi sono i birrifici in questione?

          • sì, bravo…così querelano me… 😉

  6. A parte che manca qualche produttore meritevole, non ho capito perchè non si possa essere classificati in più categorie.
    Poi la terza francamente non l’ho capita, non mi sembra possa essere utile come metro di giudizio qualitativo.

  7. Mah, come ogni guida direi che non è la bibbia, ma un’indicazione. Magari con qualche anno di esperienza si tareranno meglio. Al momento mi convince poco

  8. Se non erro questa edizione era stata annunciata come nuova rispetto alle altre…figuriamoci.
    Sinceramente non capisco se poi i successivi premi alle birre saranno esclusivamente appartenenti a questi birrifici premiati.
    Se sì, scartando alcuni birrifici se ne sono perse diverse di birre interessanti a questo giro…
    Se no…perderebbe di senso la distinzione tra la categoria birrifici e la categoria birre, secondo logica.

    • penso senz’altro che sia “la seconda che hai detto”… ci sono probabilmente diverse birre premiate che non appartengono ai birrifici premiati, e non mi sembra illogico… puo’esserci un birrificio che ha solo una o due birre ottime, ma che nel cmplesso della gamma non mantiene questo livello. (se ho capito il senso del tuo dubbio)

    • Non posso rivelare niente sui premi alle birre (almeno non prima di qualche ora), ma anticipo che non necessariamente i birrifici non premiati non possono ricevere riconoscimenti per le loro birre

  9. Beh…appena rientrato da Cibus non posso non osservare che certe prese di posizione critiche nei confronti di Slow Food e della cosidetta Triade alla fine hanno pagato……..
    E’ una conferma della deriva politica del mondo birrario italiano …però vi assicuro che continuerò la mia attività con sempre maggiore determinazione ed indipendenza.
    Chevullimmofà……i grillini danno fastidio anche nella birra.

  10. Be per come fa le birre baladin ultimamente e non solo non l’avrei premiata e avrei invece aggiunto toccalmatto appunto o altri.

  11. Guida che non mi è mai piaciuta. Quest’anno non sembra diversa.

  12. Ancora una volta emerge la solita distinzione tra nord e sud i fortunati che ci sono capitati e solo per conoscenze con personaggi Slow Food e poi la cosa che conta sono i giudizi dei consumatori finali…avanti tuta alla prossima…

  13. Oggi ci sono più birrifici premiati di quanto ce ne fossero in tutto nell’intera penisola qualche anno fa!

  14. Avevo detto a Bruno ( birrificio Toccalmatto)di non dare le birre, ma non mi ha dato retta.Quando mi hanno chiesto le birre per la guida ho detto di no! ( birrificio Bauscia).

  15. un chiarimento: la “chiocciola” premia i birrifici che non solo “si distinguono per l’attenzione al territorio ecc ecc” ma che abbiano in ogni caso un alto livello qualitativo, almeno lo stesso richiesto per le altre categorie.
    In pratica i birrifici “chiocciola” sono automaticamente anche “bottiglia” (o “spina”); con un quid in piu’ a cui si puo’ dare il peso che si vuole, ma la base resta quella.

    Per il resto, ogni concorso o guida che opera una selezione scatenera’ sempre qualche “dietrologia”… mi sembra che succeda sempre.

    • visto che sei l’unico finora che ci mette la faccia dei selezionatori, visto che le voci girano ed il mio radar è sempre pronto a captarle, pongo una domanda promettendo di evitare strascichi polemici ma solo per capire

      i premi di cui sopra sono dati in base alle degustazioni effettuate nelle selezioni o “alla carriera”, cioè in funzione del fatto che la giuria conosce la storia e la qualità di un birrificio e lo assegna per quello?

      • Posso rispondere limitatamente alla “fettina” della Guida a cui ho partecipato: sul “territorio” ho visitato alcuni dei liguri, poi ho partecipato alle degustazioni a Bra riguardanti i birrifici selezionati di Liguria e gran parte del Piemonte (piu’ un paio di lombardi).
        Per quanto riguarda le *birre* “premiate”, il selezionatore locale puo’ anche conoscere la “storia” di una determinata birra, ma comunque deve visitare il birrificio assaggiando in loco le birre, riassaggiarle tutte quante a casa, poi solo le birre selezionate vengono assaggiate un’ultima volta a Bra da curatori e da un gruppo dei selezionatori, con relativo punteggio. Insomma il riconoscimento dipende essenzialmente dalla qualita’ della birra in questo momento/periodo, non dalla sua “storia”. Ad esempio di certi birrifici sono state “premiate” birre diverse rispetto alle edizioni precedenti, perche’ e’ capitato che certi cavalli di battaglia di un birricio fossero un po’ appannati mentre altri suoi prodotti fossero migliorati e in particolare forma.

        I riconoscimenti ai *birrifici* sono stati assegnati dai curatori quindi non so i criteri adottati, potrei fare solo delle supposizioni. Magari quando vedremo anche i risultati delle singole birre si potranno fare le correlazioni e verifiche del caso. Oppure aspettare che esca la Guida, magari li’ e’ spiegato 😉

        • tutto molto chiaro. resta da capire se i birrifici i curatori li scelgono sulla media dei punteggi o per scelta discrezionale

          la degusta finale è alla cieca?

          • mi autorispondo dopo aver visto la classifica delle birre. mi pare abbastanza chiaro che la scelta dei premi ai birrifici sia arbitrio dei curatori

            scelta discutibile, legittima, di cui ovviamente devono assumersi tutte le responsabilità

          • si, cieca

    • Qui non si parla di dietrologie…..ma di una evidenza di fatto….
      Se vuoi è una conferma di quanto già successo nella Guida precedente…..mi sarei augurato un comportamento più “libero” dai curatori della guida.
      Io sono abituato a “parlare chiaro” e questo mi ha creato qulache problemuccio con i potenti di turno….il mondo della Birra italiana non è esente dai classici comportamenti italici di gestione del potere e di ipocrisie…..

      • Bruno, non ti chiedo di fare nomi, ma una cosa seria da addetto ai lavori: quanto mercato smuove la guida Slow Food Birre? perchè il punto, per voi birrifici, alla fine della fiera è quello, siete adulti e vaccinati e non penso che piagiate per avere o meno il gagliardetto in sé

        • Stefano hai ragione….infatti io non mi preoccupo di questo….e non mi metto a fare il bambino…
          Però lasciami dire che la gestione dei punteggi “politici” non mi piace e quindi lo dico. Come ho detto già altre volte non amo l’ipocrisia….
          Ho sempre sostenuto che la differenza la fà il cosidetto mercato…..però è ora di farla finita con le solite puttanate….mi sembra di conoscere da tempo la situazione che si muove dietro a Slow Food e l’evoluzione degli ultimi tempi non mi piace affatto….non solo per la guida…
          Comunque me l’aspettavo e ne avevo già parlato con alcuni amici…
          Sono stato “punito” perchè sono alternativo alla casta che ho criticato in più di una occasione….
          Io credo che con questi comportamenti il Valore della Guida si svilisca di parecchio e me ne dispiace sinceramente….
          Io non vado a leccare il deretano a nessuno!

          • guarda, io sulle dietrologie SF non ci entro perchè proprio non ne so una cippa. però non vederti in quella lista suona davvero strano… fai delle birre di qualità, non penso gli hai dato delle bottiglie con dentro i topi morti. e anche fosse, vedo in lista birrifici che secondo le mie fonti qualche inciampo lo hanno avuto in selezione, quindi qualche “ripescaggio” ci sarà stato

            sull’indipendenza, ti posso dare pienamente ragione. ma posso anche dirti che parte (parte!) dei selezionatori sono persone che conosco bene, competenti e oneste, che credo giudichino il prodotto e non le tue invettive. il meccanismo della guida invece non lo conosco

            la realtà è che a me personalmente delle guide non me ne frega una mazza nel mondo della birra. le vedo un po’ come i concorsi, un divertente giochino, solo che preferisco questi ultimi. poi siamo nel 2012: se sei un neofita e vuoi qualche info su un prodotto che non conosci, che fai prima di tutto? sfoglia la guida o scrivi il nome su google?

        • La guida Slow Food potrebbe essere una cosa seria se venisse affidata a persone “indipendenti”…..ma questo non è….e lo sappiamo tutti molto bene…però a dirlo sono solo io e pochi altri….
          E’ un peccato per Slow Food…..non ci fà poi una bella figura…
          Ripeto la gestione è del tutto “politica” e premia i Partner diretti di Slow Food e i Birrifici che si vogliono “blandire” e/o lanciare…..

      • x Bruno: l’esclusione di Toccalmatto e’ decisamente la cosa che mi stupisce di piu’, ma essendo fuori dalla mia competenza della Guida non ne so proprio nulla! Mi limitavo a osservare che ovunque ci siano selezioni, ogni esclusione (o inclusione) presa singolarmente puo’ sempre essere spiegata da un motivo “dietrologico” (infondato o magari anche vero che sia) e questo avviene regolarmente. Ma rimangono supposizioni a meno che non si individui un “trend” piu’ ampio ed evidente. Ad esempio non ricordo se nella famosa Triade sia compreso Interbrau, nel caso osservo che c’e’ una esclusione “importante” (e notata da Andrea), quella dell’Olmaia, che e’ distribuito da Interbrau. Distrazione? 😉

        Per quanto riguarda l'”indipendenza”, posso parlare solo per la mia fettina (territoriale, e riferita ai riconoscimenti alle birre) e ti assicuro che nel mio caso e’ stata assoluta, poi se il sottoscritto sia stato adeguato o meno non posso dirlo io 😉

  16. Beh, ma da slow food questo ci si può aspettare

  17. “birre ottime ma… non sanno fare le bottiglie”
    questa l’ho sentita più volte e questa guida mi sembra prosegua la polemica.
    Un grande “meh” per il premio chiocciola (che nelle scorse edizioni se non erro premio non era, ma solo indicazione accanto al nome).
    Prima di brandire i forconi e accendere le torce aspetto l’uscita della guida e pago la guida, così sono moralmente autorizzato a fomentare la folla.

    • Sì, la cosa che non capisco infatti è chi esprime un giudizio (negativo) sulla guida solo sulla base di questi risultati, che in definitiva sono la variabile soggettiva del lavoro dei redattori. Mah…

      • Diciamo che sino a ora la guida presentava difetti che si trascinavano dalla sua nascita.
        Leggere questa lista mi da ottimi indizi per capire che la strada intrapresa è sempre quella, nel bene e nel male.
        Poi le tre classifiche con nomi che non si ripetono sembrano fatte apposta per avere più nomi possibili da accontentare, stile ripartizione poltrone di governo in una coalizione.

        • Ricordo che una guida non inizia e finisce solamente ai riconoscimenti assegnati e se hai letto le precedenti edizioni sai che tipo di lavoro c’è dietro.

          Sull’ultima frase non capisco: se il birrificio X avesse preso la bottiglia oltre alla spina, non è che il birrificio Y non sarebbe stato presente tra i riconoscimenti. La scelta, condivisibile o meno, la vedo più come un tentativo di evitare classifiche tra i birrifici

          • era così difficile, se secondo te l’intento era quello di evitare classifiche come vuoi farci intendere, fare un premio unico e segnalare nella scheda del birrificio se la produzione è prevalentemente alla spina o in boccia?

            qua si confonde un’info tecnica al consumatore con un premio. dimmi te se la cosa ha senso

            e pazienza la chiocciola che è simbolo della politica di SF e amen

          • Ho capito poco di quello che hai scritto, ma come già accennato anche io mi sarei aspettato che un birrificio potesse ottenere più di un riconoscimento… quindi non capisco di che stiamo parlando e, soprattutto, cosa “vorrei far intendere”

          • non mi pare difficile da capire ma riscrivo

            AT: La scelta [bottiglia o spina], condivisibile o meno, la vedo più come un tentativo di evitare classifiche tra i birrifici

            SR: quello che ho appena scritto

          • Stefano la mia è una supposizione, suscettibile di obiezioni. Se fosse vera, sarei il primo a muoverne. Cercavo solo di capire il motivo di una scelta del genere.

          • secondo me il senso e’ proprio quello: individuare una selezione di birrifici di alto standard senza classifiche al loro interno (del tipo: quello e’ piu’ bravo perche’ ha sia bottiglia che spina, quello anche la chiocciolina ed e’ il piu’ bravo di tutti). Il fatto che sia spina o bottiglia indica una caratteristica “prevalente” del birrificio.

          • @Andrea

            cmq se sei un uomo mi pubblichi questo commento 😛

            http://www.slowfood.it/slowine/pagine/ita/parliamodi.lasso?id_edit=1083

          • Io te lo pubblico, ma subito dopo aver pubblicato il mio post 😉

          • Sull’ultima.
            I premi assegnati sono dai 16 ai 18 per categoria. Mi fa pensare che sia una scelta tipo “premiamone un tot per cateogoria”.
            Detto questo, se ci fossero 5/8 ripetizioni, secondo me o allarghi troppo la forbice dei premi, o premi qualcuno in meno.
            Mi sembra un ragionamento abbastanza semplice e lineare.
            E sempre rimanendo sulla semplicità è ovvio che la non ripetizione sia una scelta, perchè altrimenti mi fa pensare che in Italia i birrifiici sono capaci e bravi solo in un aspetto del prodotto (che sia spina o bottiglia… )

          • Non capisco, se vuoi premiare 30 birrifici li premi, assegnando loro *almeno* un premio

      • Se capita di leggerla gratis, come ho fatto l’anno scorso, con piacere 😀 Alla fine il giudizio è stato pure pessimo.
        di certo criteri del genere non promettono niente di buono e non invogliano all’acquisto…
        ci guadagnano, mica fanno beneficenza.

        È evidente poi che questa guida interpreta il mondo della birra attraverso l’ottica di altri settori (chi ha detto “vino”?); cosa totalmente sbagliata e campata in aria.

        Ci vorrebbe un po’ di umiltà e non pretendere di reinventare la ruota.

        • Discorso giusto, se stessimo parlando della “Classifica delle Birre d’Italia”, ma questa è una guida e come tale non si esaurisce solo con i riconoscimenti.

          • Non è tanto il problema di chi vince cosa (più i criteri, se volgiamo), ma di come si vuol “guidare” l’appassionato nel mondo della birra. IMO lo fanno male.

          • Se l’appassionato si lascia guidare solo da 5 pagine (ipotizzo, comunque quelle dedicate ai premi) e tralascia le altre 300 (ipotizzo di nuovo), secondo me sbaglia approccio

          • beh, spero che non sia scritta in modo randomico e che sia coerente in tutte le sue parti.

            Infatti l’edizione scorsa era tutta pessima 😀

          • Hai ragione Andrea, è pur vero che sono i premi e non le recensioni in genere a muovere le vendite; diversamente non si spiegherebbe come mai tane aziende tengano tanto a grappoli/bicchieri/chiocciole (che sono premi dati nel mondo del vino ma ritengo sia un esempio calzante, sopratutto alla luce della progressiva “vinificazione” del pianeta birra anche in Italia che va di pari passo con il concetto di “territorialità” che nel mondo della birra non ha molto senso, sopratutto se parliamo di realtà birraie piuttosto recenti come la nostra).

          • “diversamente non si spiegherebbe come mai tane aziende tengano tanto a grappoli/bicchieri/chiocciole”

            guarda di motivi se ne trovano tanti, volendo nessuno collegato a concetti puramente economici

          • Forse sono io troppo cinico, spero di sbagliarmi e che tu abbia ragione, ma sai come si dice “a pensar male si fa peccato….”

          • Ricordo che quella bellissima frase è di un senatore a vita italiano riconosciuto colpevole del reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Eviterei di prenderla a modello per sostenere le proprie tesi.

          • Beh sulla condanna del personaggio non posso che concordare, che quella frase sia una sintesi perfetta del concetto “essere più realisti del re” spero me lo passerai

          • No secondo me è una cazzata, buona solo per giustificarsi mentre si semina zizzania gratuitamente.

          • Perdonami Andrea ma non credevo che esprimere un opinione fosse “seminare zizzania gratuitamente”. Che non io non ami SF non lo nascondo, ho un’opinione molto critica nei loro confronti e non ne faccio mistero. questo non vuol dire che abbia un pregiudizio nei confronti di chi si è fatto un sacco di chilometri partendo da Roma per andare a Marnate da Schigi (per fare un esempio). Parecchi di noi che stiamo qui a parlare dell’argomento conosciamo parecchi di quelli che hanno assaggiato le birre e sulla loro competenza non credo ci sia da discutere, sulla discrezionalità (che fino ad ora nessuno ha negato a meno che non mi sia perso qualche passaggio, nel qual caso chiedo scusa) con cui sono stati assegnati i premi credo si possa discutere serenamente senza essere necessariamente tacciati di parzialità.

          • Chiaramente non mi riferivo a te nello specifico, né alla fattispecie, ma a questa usanza che abbiamo in Italia per cui una delle citazioni più amate proviene da uno dei più grandi collusi con la mafia. E che, per inciso, è una cazzata senza limiti, pure se a partorirla fosse stata Madre Teresa di Calcutta.

  18. Andrea…per quello che mi riguarda io stò chiaramente criticando le classifiche….
    e conoscendo qualcosina del settore mi permetto di concordare con Davide……
    è assolutamente una gestione politica della classifica…come del resto la Guida precedente…..

    • Sì, ma infatti non mi riferivo a te. A Davide sì invece 🙂 che infatti mi ha risposto. Secondo me esprimere il concetto che la guida non piace solo per questo post mi sembra assurdo. IMO naturalmente.

    • valà Bruno che 3 spillette da appendere sul bavero le hanno date anche a te 😛

      • Infatti…
        Re Hop: ho appena cambiato la ricetta perchè non mi piaceva più…..
        Sibilla: ….non discuto….
        Grand Cru: come Re Hop…cambierò a breve la ricetta…..
        Probabilmente al giudice dell’Emilia Romagna …..con tutta la giuria..non piace il luppolo di Toccalmatto e le cannoniere di Toccalmatto……questo mi lascia basito…..le birre più di successo sono altre come Zona Cesarini (la birra artigianale italiana di maggiore successo negli ultimi due anni..), la B Space, la Surfing Hop, Stray Dog….la Russian Imperial Stout…..etc….
        Mah….chissà…..
        Poi leggo delle birre….da brividi….brrrrrrrrr…..

  19. Slow Food ormai è abbastanza screditato tra gli addetti ai lavori (basti pensare al Fontana Candida recensito come vino Slow nella guida dello scorso anno), però muove una bella fetta di mercato (non a caso alcuni mastri birrai italiani sono anche docenti Slow Food e sempre non a caso SW è legata a doppio filo a Eataly e a Porthos), il che vuol dire tanti tanti euro. Sulla competenza di chi ha assaggiato le birre ho pochi dubbi (oltre a Max ne conosco almeno un altro paio che sono poi volti noti di questo mondo), tuttavia mi sembra di capire che i premi non siano affidati solo al loro giudizio e perciò c’è una quota di discrezionalità non indifferente, che porta a vedere premiarti alcuni birrifici che sinceramente hanno livelli qualitativi piuttosto opinabili. Ovviamente è una mia opinione e come tale non ha valore di verità assoluta.

    Bruce

    • Eugenio Signoroni

      In grandissimo ritardo ma mi tocca… il Fontana Candida vino Slow mi dici a che pagina l’hai trovato? perché nella mia edizione non c’è…. e poi tanti birrai birrai italiani sono docenti slow food, oltre a Schigi che è incazzato come una biscia con noi (e quindi inventa conflitti di interesse inesistenti e complotti di chissà quale tipo) perché non gli abbiamo premiato tutte le birre che produce, ma abbiamo solo segnalato che tutta la sua produzione è di altissimo livello mi dici chi altro? e ancora… legata a doppio filo con Eataly vogliamo una volta per tutte dire cosa significa? a me risulta che Slow Food abbia fornito una consulenza a Eataly all’atto dell’apertura e non mi risulta che tutti i vini di Farinetti siano premiati su Slow Wine (e permettimi ma il giro economico legato al vino è en più importante di quello delle birre) o siamo così furbi e meschini da fargli i favori con il mondo delle birre così passa più inosservato? (ve l’ho già bruciata io mi dispiace)… e Porthos? ma sai che sono stati tra i più forti critici di Slow Wine o la notizia a te non è pervenuta?

  20. Chi ha degustato le birre?

    • un bel po’ di gente in tutto… ci saranno i credits nella guida

      • Bella risposta! i nomi grazie

        • ma a chi stai chiedendo?

          • Un paio te li posso fare io, anche se non credo sia corretto dato che non sono presenti nella discussione.

          • Ma se mi rispondi così ( un bel po’ di gente in tutto… ci saranno i credits nella guida) è naturale che l’ho chiesto a te.

          • allora forse hai frainteso la mia risposta sintetica (e in effetti forse era piu’ giusto se non rispondevo 😉 ): intendevo dire che i partecipanti alle selezioni sono diverse decine, contando le selezioni locali, inoltre a Bra sono state fatte non una ma diverse sessioni, sempre con persone diverse; quindi non sono proprio in grado di darti informazioni attendibili e complete, e dirti un paio di nomi su 30, oltre a esser forse poco corretto (come dice Andrea) non aiuterebbe molto. Per questo suggerivo di rivolgersi a chi questa informazione ce l’ha, cioe’ i curatori. Spero che ora la risposta ti sembri piu’ bella 😉

  21. altre due precisazioni per confrontare i riconoscimenti a birre e birrifici.
    Primo, non contano solo le birre premiate (equivalenti alle vecchie 5 stelle) ma tutta la produzione. Quindi un birrificio che abbia solo una o due birre premiate (o al limite nessuna) ma che abbia tutto il resto della produzione a livello (tanto per intenderci) delle vecchie 4 stelle potrebbe essere premiato.
    Secondo: le birre che affrontano tutto il processo di selezione che ho descritto sono ovviamente solo quelle in bottiglia, e solo quelle ricevono un punteggio e (se ho ben capito) l’eventuale riconoscimento. Quindi un brewpub che fa solo spine, anche se ha diverse birre eccellenti non potra’ avere nessun premio alle bottiglie ma un meritato riconoscimento “spina” al birrificio. Prendete con beneficio di inventario, ma sono quasi sicuro, e se vedete anche nelle edizioni precedenti solo le birre in bottiglia avevano un voto. I premi alle tre birre Quotidiane del Lambrate (come quelli del Bi-Du) sono relativi alle bottiglie!

    • Max, ma da quando sei il portavoce di Slowfood?
      Non hanno dei curatori ufficiali?

      • stavo per dirlo… se insieme ai risultati, Slowfood avesse dato ad Andrea un po’ di spiegazioni mi risparmiavo un po’ di fatica 😉
        e sarebbero state spiegazioni ufficiali e magari anche piu’ precise.

        Pero’ vedendo i diversi dubbi dovuti alla non conoscenza di alcuni meccanismi e avendo la possibilita’ in parte di chiarirli, mi e’ sembrato utile farlo.

  22. Ieri sera ho visto Farinetti a Matrix che diceva che lui segue la filosofia di slowfood
    ( Buono, Pulito e Giusto. ) http://www.video.mediaset.it/programma/matrix/matrix.html.
    Secondo voi questa azienda segue quella filosofia.
    Eataly NY compra, per fare quotidianamente la mozzarella, dalla Polly-o, una ditta del gruppo Kraft (http://www.kraftbrands.com/pollyo/

    • Beh, acquista da te e ti lamenti pure?

    • Beh se è per questo dicono pure che vogliono investire sul materiale umano a Roma, peccato dimentichino di dire che sono contratti interinali di un mese rinnovabili (“se il lavoratore lavora bene”) fino ad eventuale stabilizzazione (a data da destinarsi). Per fortuna esiste il libero arbitrio e la possibilità di informarsi (come hai fatto tu del resto). Eataly è un’impresa e la sua ratio è fare soldi (lo so riemerge il mio lato cinico) la poesia sta nell’occhio dell’acquirente non nell’impresa in se.

      • Raffaele Battista

        Beh almeno assumono in maniera regolare, seppur non a tempo indeterminato (cosa che in Italia ormai pare diventata una chimera…), non per difenderli, ma almeno non “assumono” in nero creando danno a tutti (leggasi contributi non versati e tasse evase). Certo investire sul materiale umano è un’altra cosa loro lo fanno in maniera “furba” (in pratica una “prova lunga” col contratto interinale che di per sè è precario), ma almeno legale, altri la legalità non sanno nemmeno dove stia di casa.

        • Tra una correttezza formale ed una coerenza etica con ciò che si dichiara ci sono infinite sfumature di grigio. Mi spiego meglio, se uno cerca un responsabile per il beershop/enoteca mi spieghi il senso di fare un contratto interinale??? per valutare il lavoratore esiste il periodo di prova che si applica anche ai contratti a tempo determinato (diversamente dal contratto interinale). Che senso ha cercare personale con questa modalità??? Certo è meglio che stare in nero, ma è peggio di tante altre realtà, sfido chiunque a fare un qualunque progetto di vita con contratti di un mese rinnovabili a imprescindibile ed imperscrutabile giudizio di un bilancio (che prescinde dalla qualità del lavoro del singolo).

          In ogni caso rimanderei la discussione ad un’altro momento dato che rischiamo una deriva OT

          • Raffaele Battista

            Sono daccordo con te Andrea, del resto il mio intervento non voleva “salvare” Eataly dal punto di vista etico, ma solo rimarcare come almeno lì non ci sia il nero a differenza di tante realtà legate al mondo del lavoro connesso con la birra (birrifici, pub, distributori).
            Ovviamente la logica del progetto, al di là delle dichiarazioni, è commerciale e quindi le posizioni di principio ed i principi stessi a volte diventano “elastici”; effettivamente in un progetto del genere maggiore attenzione alla formazione e crescita del personale ce la si dovrebbe attendere, ma sarà il tempo a dirlo (ed il mercato…).
            Comunque è vero rischiamo l’OT quindi mi fermo 😉

    • Farinetti ormai lo vediamo in Televisione quasi costantemente….Matrix, Piazza Pulita, etc….. vuoi vedere che anche lui “entra in campo” ?

      Ma visto che fa tutto Buono, Pulito e Giusto come mai i suoi soci in Eataly New York (Bastianich e Batali) hanno beccato una bella condanna in USA perchè se ne approfittavano dei propri dipendenti ai quali chiedevano la stecca sulle mance?
      http://www.repubblica.it/persone/2012/03/12/foto/la_truffa_dei_grandi_chef_rubavano_le_mance_ai_dipendenti-31399954/1/

      • secondo te ha senso chiedere conto a Farinetti di quello che hanno fatto in passato i suoi soci nei loro ristoranti? mah… Gasparri ti fa una pippa

        io lo voto cmq

        • Stefano è tutto il castello di falsità e ipocrisia che c’è dietro che è impressionante…..
          Se uno è Comunista deve fare il Comunista…se uno fà l’imprenditore e lo fà bene che dica che lo scopo del suo lavoro è il profitto…non altro…..
          Non mi pare che ci siano dei comportamenti virtuosi nella gestione ultima dell’Associazione Slow Food e di quello che ci gira intorno…
          Eataly è una macchina per far soldi che a volte viene venduta come un qualcosa che ha altri scopi di tipo quasi “umanitario”…… mentre le aziende fornitrici o sono di Proprietà dello zelante Comunista o sono destinate a diventarlo…..
          Se poi si gestiscono le aziende controllandole con dei Trust aperti in paradisi fiscali allora questo ti fà riflettere ancora di più….

          • massì, solo i cretini possono pensare che uno riesca a mettere in piedi un gigante dell’elettronica al consumo, si faccia liquidare 200M di euro dagli inglesi un soffio prima della crisi e metta in piedi un piccolo impero della gastronomia giocando di fioretto a fare il filantropo. gli affari sono affari, non necessariamente uno deve essere uno squalo tigre per entrarci, ma l’aureola lasciamola a padre pio

            però le capacità non gli possono essere negate. mica poco in un paese in cui la classe dirigente è appannaggio non dei mediocri, ma dei peggiori, per citarti quanto diceva Zingales. al netto delle idee politiche (ma che vor sì oramai comunista? tipo i cinesi?), per restare sul tuo OT, ben venga delle gente capace. o preferisci Passera che De Benedetti con quella punta di curaro ha definito un ottimo assistente?

            poi, non venirlo a dire a me, dove scorrono profitti, scorre il business (magari anche altro poi). d’altronde, se uno viene da te a dirti che hai i prezzi più alti d’Italia che fai, gli dici che tanto te la comprano uguale e allora tanto vale guadagnarci di più oppure fai anche te come Farinetti e ti inventi qualche balla tipo il luppolo costa caro o similari? suvvia…

          • Trust in paradisi fiscali? Questa non l’avevo ancora sentita. Mi fa un po’ sorridere la cosa, ma anche qui andiamo OT

    • E dove l’hai letto che compra da polly-o?

    • bella, il rispetto per i dipendenti di Eataly precari e malpagati fa parte della filosofia Buono Pulito & Giusto?

  23. Che carino che sei!
    Vorrei sapere quando sono finite le degustazioni per la guida?
    grazie

  24. Che cosa ci sia di territoriale nelle birre Barley e Horo spiegatemelo , ma che qualcuno in Sardegna stia facendo birra con cereali e luppolo coltivati in loco nessuna menzione Birra Lara vi dice qualcosa Documentatevi. Complimenti a chi ha fatto la recensione Davvero complimenti!!

  25. L’exploit della Sardegna non è affatto una sorpresa. Oltre ad avere una grande tradizione birraia, la Sardegna vanta anche il più alto consumo procapite tra tutte le regioni Italiane. Non a caso da noi è anche altissimo il numero dei centenari :)))

  26. Raffaele Battista

    La mancanza di riconoscimenti a Toccalmatto ed Olmaia è semplicemente scandalosa: io li trovo due birrifici fantastici e più che degni di reggere il palco non solo a livello nazionale, bensì a livello internazionale.
    Personalmente mi spiace anche l’assenza di Amiata, Croce di Malto e Geco.
    La scelta di premiare solo in una categoria la trovo, inoltre, alquanto folle e spiazzante: vedo tra le “chiocciole” birrifici che, incontestabilmente, potrebbero avere tranquillamente anche bottiglia e spina.
    Con tutti i limiti che ha una guida, che più che altro deve essere un suggerimento al consumatore e non un esercizio di classificazione (secondo categorie peraltro sempre opinabili), questa scelta la fa diventare assai poco utile per chi consuma birra, almeno per i commenti che ho letto sopra, e non credo proprio che la acquisterò, al massimo potrò sfogliarla per curiosità se la trovo in qualche pub: risparmio i soldi e li “investo” in birre!

  27. posso dire che qualcuno aveva cercato di sottolineare che non fosse tutto proprio buono, pulito e giusto?

  28. Eugenio Signoroni

    Intervengo con ritardo causato dal Salone del libro per cercare di precisare alcune delle critiche mosse ai riconoscimenti della guida, e ironicamente (visto che la guida non è ancora nemmeno in libreria) anche alla guida stessa.

    Parto da un assunto fondamentale e che deve essere a tutti chiaro nel momento in cui si tratta di Guide in generale: le guide non hanno la pretesa di essere oggettive, sono l’espressione di un punto di vista (che come tale può essere condiviso o meno). Ma ogni guida ha nel suo dna il fare delle scelte. Inoltre la guida non è un elenco di riconoscimenti ma un volume molto più ampio che andrebbe letto nella sua interezza prima di essere giudicato.

    Il secondo assunto è che la Guida alle birre d’Italia di Slow Food, checché se ne dica nei commenti di qualcuno che si dice convinto che non sia così, è fatta nel modo più indipendente possibile. Non si cura delle prese di posizione di chiccessia, non difende gli interessi di nessun birrificio, distributore o catena. Viene fatta innanzitutto per i lettori, non con l’intento di muovere il mercato di qualcuno, ma con quello di raccontare un mondo e di farlo nel miglior modo possibile. Alla guida collaborano 62 persone distribuite su tutto il territorio nazionale, molte delle quali sono ben conosciute nell’ambiente. Questo perché interesse mio, di Luca e della casa editrice è fare un prodotto che possa essere il più preciso e attendibile possibile. Anche per questo quest’anno abbiamo istituito la nuova figura di referente regionale (tutte persone che hanno la nostra stima e la nostra TOTALE fiducia). Con loro abbiamo discusso i riconoscimenti da attribuire alle birre e ai birrifici.

    Su questi, vista anche la confusione generata da un nuovo metro di valutazione che forse (colpa nostra) andava spiegato meglio, è bene fare un po’ di chiarezza. Chiocciola, bottiglia e fusto non sono tre indicazioni tecniche ma sono riconoscimenti attribuiti al birrificio nel suo complesso. Non possono essere sommati. Ci siamo presi la briga (magari secondo qualcuno sbagliando) di dire per quei birrifici che hanno una produzione nel loro complesso eccellente se essa si esprime meglio in fusto o in bottiglia. Mancano nomi importanti si è detto in queste due categorie, è vero. Ma siccome la guida è fatta per i lettori, noi dobbiamo essere onesti con loro e non attribuire riconoscimenti alla storia o alla fama di un birrificio o di una birra (anche se è la più venduta all’estero), ma assegnarli sulla base di quanto emerge dalle degustazioni fatte alla cieca e dagli assaggi dei collaboratori.

    Per quanto riguarda le chiocciole poi non hanno né bottiglia né fusto perché hanno come presupposto l’elevata qualità dell’intera produzione, al quale si agigungono altri valori che saranno chiarissimi leggendo la motivazione per ogni chiocciolato che compare al fondo di ogni scheda e così chi ha perplessità su alcune chiocciole finalmente se li potrà togliere.

    • Eugenio…mi dispiace …ma non condivido una virgola….
      Sia in questo caso che nella guida precedente ci sono valutazioni influenzate troppo dal peso politico che hanno dei birrifici rispetto ad altri birrifici…..
      Oltretutto …Siccome la Guida non dovrebbe essere un concorso non si dovrebbe basare su degustazioni che non si sà che metodo utilizzano e che non sono sicuramente alla cieca…..ma dovrebbe indirizzare un potenziale appassionato a scegliere in funzione della storia del birrifico e del livello della sua produzione dal punto di vista della costanza qualitativa….e della sua reputazione…

      Anche i più pigri appassionati italiani sanno fare una classifica relativa ai migliori birrifici italiani e molti di quelli inseriti non esistono…ed alcuni di quelli più vicini al vostro Ufficio e cuore…si sà che hanno avuto negli ultimi anni grandi problemi di costanza qualitativa…e allora a chi vuoi dare a credere queste fandonie?

      Politica ed Amicizie Personali……questa è la mia considerazione!

      Poi sul responsabile Regionale lasciamo perdere….dopo tre anni e mezzo di attività non sono riuscito mai ad incontrarlo e credo che non sappia nemmeno dell’esistenza del Birrificio…..oltretutto credo che non sappia nemmeno cosa è il luppolo…..facciamogli degustare l’Aceto Balsamico ..che è meglio……

  29. ti cito:

    “Ma siccome la guida è fatta per i lettori, noi dobbiamo essere onesti con loro e non attribuire riconoscimenti alla storia o alla fama di un birrificio o di una birra (anche se è la più venduta all’estero), ma assegnarli sulla base di quanto emerge dalle degustazioni fatte alla cieca e dagli assaggi dei collaboratori.”

    i premi ai birrifici discendono quindi dagli assaggi e non da altre logiche

    porto un esempio numerico, per non perdermi in chiacchiere, basta contare

    Extraomnes: 1 birra premiata su 5 di produzione fissa, stagionali escluse e special, pari al 20%. segnalato fra i birrifici

    Toccalmatto: 3 birre premiate su 13 di produzione fissa e stagionale abbastanza frequente, escludendo le chicche e roba di più difficile reperibilità, pari al 23%. non segnalato fra i birrifici

    come lo spieghi? gli assaggi non premiati di Toccalmatto erano così disastrosi da inficiare l’elezione a birrificio segnalato?

    • c’è un caso ancora più eclatante che mi era sfuggito. sul quale vorrei, io e non solo credo, una risposta

      OLMAIA

      produce di routine 4 birre, ne sono state premiate 3, quindi il 75% (SETTANTACINQUE PER CENTO) della produzione

      se i premi sono assegnati come dici “in base alle degustazione fatte alla cieca” la cosa non trova nessuna spiegazione statistica e numerica. numeri eh, non chiacchiere, opinioni e dietrologie!

      o non sapete contare (mi sia concessa la battuta) o le cose non stanno esattamente come ce le racconti

  30. Dai vertici della kraft e da uno dei responsabili di slow food che scrive anche su cronache di birra.

    • @Pollidb
      A me risultano altri fornitori di latte, e comunque sarei cuorioso di sapere chi è questo “responsabile” di SF ( LG?)

      • @paolo
        Si può sapere chi sei? il responsabile mi ha mandato una mail privata quindi non posso pubblicare il nome.

        • Sono un lettore,come tanti di questo blog, che ha informazioni diverse dalle tue. Immaginavo che era qualcosa di “privato”. Comunque Andrea è autorizzato a darti la mia mail perché qui andiamo OT. bye

          • @ paolo
            Se non hai niente da nascondere lo puoi scrivere il tuo nome.Non mi piace dialogare con i fantasmi.
            Comunque oltre a kraft, ci sono delle aziende come Heniken Lavazza Barilla Novi ed altri. Mi vuoi spiegare cosa c’entrano con ( Buono, Pulito e Giusto. )?

          • Paolo,Paolo Costa
            scusa eh, ma cosa c’entra barilla, novi ecc.. con il latte x mozzarella di polly-o?

  31. C’ho provato a trattenermi, poiché sono certo che il mio commento non sovverta gli equilibri di questa discussione, ma no ce l’ho fatta, per cui …

    Probabilmente sarò pure ingenuo (come ha ironicamente voluto far intendere Schigi su altri lidi telematici) ma ho assistito di persona a buona parte delle fasi di selezione delle birre e dei rispettivi birrifici bresciani e poi lombardi e posso affermare, senza tema di smentita, di non aver notato alcuna volontà, da parte di chicchessia, di stravolgere, deviare o influenzare i giudizi dei collaboratori presenti alla degustazione alla cieca delle birre indicate come meritevoli di premiazione.

    Sono sicuro che se facessi i nomi dei miei “colleghi” sareste anche voi d’accordo con me che si tratta di persone competenti, intellettualmente oneste e difficilmente circuibili.

    Leggendo i commenti noto un’insana fame di polemiche sterili, accostamenti privi di alcun riscontro oggettivo e posizioni prese a prescindere e difese a spada tratta.

    Confermo che ogni possibile menzione particolare (chiocciola, fusto, bottiglia, etc) è stata discussa con il rispettivo collaboratore ed in sede di degustazione finale ciò non toglie che i due curatori si siano riservati una certa discrezionalità di giudizio.

    Che ci possano essere delle falle nel sistema di redazione della guida può anche essere ma leggendo i vostri commenti si fatica a trovare una eventuale soluzione purtroppo.
    Sinceramente non credo che arroccandosi sulle proprie posizioni, sbraitare di possibili collusioni tra aziende ed associazioni aiuti molto il movimento brassicolo italiano a raggiungere traguardi che tutti noi ci auspichiamo.

    Io ho accettato un impegno e l’ho portato a termine senza influenza esterna ma è chiaro che le mie impressioni siano soggettive e probabilmente “da grande” cambieranno…

    • io ho portato un caso cristallino, numeri, non pugnette. è rimasto inevaso. Giancarlo, puoi aiutarmi a capire?

      • Più che esempio cristallino mi pare un elenco di numeri in serie logica …

        Ribadisco che vi è un dose di discrezionalità di giudizio e non ci si affida a calcoli matematici.
        Mi pare abbastanza lapalissiano che una citazione meritoria non sia frutto di un’equazione matematica.

        Tanto per essere chiari la guida si è voluta evolvere in una creatura più analogica e meno digitale (in senso lato ovviamente), meno stelle e più storie e descrizioni ma per scoprirlo dovreste leggerla ….

        Se vuoi una spiegazione sulla modalità di attribuzione di ogni singolo simbolo sono a disposizione.

        • mettiti d’accordo con il tuo curatore che afferma:

          “Ma siccome la guida è fatta per i lettori, noi dobbiamo essere onesti con loro e non attribuire riconoscimenti alla storia o alla fama di un birrificio o di una birra (anche se è la più venduta all’estero), ma assegnarli sulla base di quanto emerge dalle degustazioni fatte alla cieca e dagli assaggi dei collaboratori.”

          esattamente il contrario della discrezionalità che tu sostieni

          • Non mi sento, francamente, in obbligo di mettermi d’accordo con nessuno.

            La guida viene realizzata attraverso diversi passaggi che sono fatti dai collaboratori che prestano i loro fegati alla causa.

            Essendo gli assaggi ripetuti a distanza di tempo può essere che la tal birra o il tal birrificio siano in un trend positivo o meno e penso che tale fenomeno debba essere preso in considerazione.

            Mi pare che tale procedura risulti un valore aggiunto o sbaglio?

          • Giancarlo, non devi vederla come un attacco personale a te, che sei un entusiasta, e che non sei tenuto a conoscere le risposte alle mie domande

            tantomeno devi sentirti in dovere di difendere delle “inconguenze” altrui

            la questione è chiara: la scelta dei primi ai birrifici deriva sia dai risultati dei panel che da logiche arbitrarie. come tali, condivisibili o meno e criticabili. ma legittime cmq

            quello che personalmente trovo inopportuno da parte di un curatore è sostenere una tesi palesemente contraddetta dai numeri stessi. una spiegazione che mi avrebbe più soddisfatto, *tanto per dirne una*, è: “non abbiamo premiato come birrifici Bruno e Moreno perchè anche se fanno ottime birre ci stanno sulle balle”. puoi essere d’accordo o meno sul metro, ma non puoi contestarla. oppure “nonostante le buone birre non li riteniamo ancora dei birrifici top, specie alla luce dei valori di SF”

            se mi si dice che i premi sono frutto dei risultati dei panel, mi si sta prendendo in giro oppure non si sanno fare i conti

            poi non sto dicendo che la Guida va usata per accendere il camino: non ho la minima intenzione di acquistarla, ma sono certo che per il neofita sarà una guida eccellente. con la propria ottica e le proprie strizzate d’occhio, come tutte le guide dell’universo. non facciamo le vergini, please

          • Degustazioni fatte alla cieca?

  32. @Stefano (SR)

    Mi duole contarddirti ma non sono uno che piglia fuoco o si schiera facilmente tra le fila di una o dell’altra fazione quindi non mi definirei “un entusiasta”.

    Torno a contarddirti anche in merito alla contestazione di aver preso le difese dei curatori: sono guidato dall’unico obiettivo di fare chiarezza e ofrirvi un punto di vista diverso dal vostro.

    Constato per l’ennesima volta la tua predilezione per i numeri (ci sarà una ragione) che, ribadisco, a mio parere, sono poco infuenti in un contesto di valutazioni soggettive.

    Vi invito ad una riflessione che non vuole essere per forza di cose il vangelo: se Bruno (a questo punto è Toccalmatto il centro della discussione) una volta visti i risultati avesse inviato una mail ai curatori chiedendo i motivi delle assegnazioni / non assegnazioni di menzioni e solo dopo aver ricevuto una risposta si fosse mosso secondo coscienza, non ne avrebbe ricavato un vantaggio superiore in termini di sviluppo della sua attività brassicola?

    Se qualcuno dei convenuti fosse a Lurago Marinone domenica in occasione del PilsPride vi porto una copia della guida così ci prendiamo a sberle di fronte ad una Tipopils tanto per metterci d’accordo.

    • mi stai inondando di cose che non c’entrano nulla con la questione. Bruno è una bestia, ma non devi giudicare lui, ma le sue birre. non è la Guida ai Birrai Italiani, ma alle Birre

      te lo ripeto per l’ennesima volta: se, come da virgolettato del curatore, i premi ai birrifici derivano dai risultati del panel finale, resta un mistero come un birrificio che vede premiate 3 birre su 4 non possa vincere il premio come birrificio

      vedi, i numeri, al contrario delle chiacchiere, hanno questa capacità di inchiodare l’interlocutore con le spalle al muro costringendolo a fare melina o deviare il discorso. mi pare chiaro che tu non abbia una buona risposta da fornire al quesito, l’avresti già sfoderata. io mi ritengo soddisfatto, se lo sei anche tu, eviterei di smerigliare ulteriormente di zebedei ad Andrea ed ai suoi lettori. io le mie risposte le ho trovate

      • Sono costernato che la mia risposta non abbia soddisfatto il tuo quesito (anche se ti contraddici nel finale) ma ho cercato di fare il possibile per risponderti mi pare:

        “Constato per l’ennesima volta la tua predilezione per i numeri (ci sarà una ragione) che, ribadisco, a mio parere, sono poco infuenti in un contesto di valutazioni soggettive.”

        Purtroppo non conosco la questione da te evidenziata nello specifico e non è emerso una caso simile durante il mio percorso come collaboratore.

        Ti ricordo, inoltre, che stiamo parlando di una pubblicazione che vedrà le librerie solo nella giornata di oggi e trovo un pò superficiale esprimere valutazioni senza averne preso minimamente visione ma solo sulla base delle menzioni di merito.

        • se non conosci il caso Olmaia o Toccalmatto, di cui si sta parlando, cosa diavolo continui ‘sta tiratera? i numeri parlano chiaro, se sai spiegare spiegalo, se non sai cosa continui a vendermi fumo su altre cose? pensi di farmi abboccare? mah…

          • Stavo semplicemente cercando di fare chiarezza sulla metodica utilizzata per le valutazioni delle birre e dei birrifici inseriti nella guida in questione visto che, suppongo, sia stata la stessa utilizzata per i birrifici lombardi.

            Era mia intenzione evidenziare che durante la redazione della guida non ho subito pressioni o influenze come qualcuno ha supposto.

            La mia unica volontà è quella di portare un contributo dall’interno, non ho secondi fini, la tua diffidenza ed il tono astioso delle tue risposte mi stupiscono negativamente.

            Non vendo fumo e non ho intenzione di dilungarmi oltre, se ritieni che le mie risposte non siano all’altezza dei tuoi quesiti.

          • no, non sono all’altezza dei miei quesiti, sono melina

            mi stai chiarendo cose che avevo già chiarissime: non avevo dubbi che né tu né altri selezionatori non avessero subito pressioni. ma non sei tu che hai deciso i birrifici da premiare. credi di avertelo già scritto 5 volte, quello mi interessa, i conti non tornano

    • Giancarlo ancora credi alle favole…? Lettera ai curatori ? Perche’?
      Ormai penso che i curatori siano solo delle pedine ….
      Oltretutto loro sono liberi di fare la Guida come credono più opportuno ed io sono libero di criticare….perchè mi dovrei nascondere?
      Io sono stato l’unico a metterci la faccia! Sai quanti Birrai pensano le stesse cose che sto dicendo io? Solo che non hanno il coraggio di dire quello che pensano …
      Purtroppo anche nel piccolo mondo della Birra Artigianale prevale la classica mentalità Italiana tipicamente mafiosetta….

      • Nelle favole non ci ho mai creduto.

        Ho vissuto l’esperienza di collaboratore della guida in questione in maniera serena e non posso che ritenermi soddisfatto.

        Non ho subito nessuna pressione o influenza come già ripetuto più volte, come potrei pensare che per altre regioni il discorso sia stato diverso.
        Per quel che mi riguarda ho assistito ad una seduta di persone competenti (per quello che le conosco) e seriamente impegnate a voler far emergere i pregi ed i difetti di quanto si trovavano nel bicchiere.

        Sottolineo, inoltre, che le “mie candidature” sono state discusse con i curatori e con gli altri collaboratori e sono state fedelmente riportate sulla guida.

        La mia riflessione precedente sull’invio di una e-mail ai curatori non voleva consigliarti di nasconderti (figuriamoci sei libero di esprimere ciò che pensi) ma semplicemente mi pareva un atteggiamento più costruttivo ma chiaramente ciò non può realizzarsi viste la tua considerazione nei riguardi dei curatori.

        Credi che io stia raccontando fandonie?

  33. Eugenio Signoroni

    Ciao Stefano, domani avrai tutte le risposte alle tue domande spero, altrimenti io sono qui pronto a dartele. Non riesco a seguire i blog in modo costante per questo ti rispondo solo ora. In ogni caso preciso subito una cosa precisando quanto scritto. I riconoscimenti ai birrifici sono dati anche sulla base delle degustazioni alla cieca, ma tenendo conto delle prestazioni delle birre nell’intero percorso di stesura della guida e nell’esperienza per la guida e no dei nostri collaboratori e del livello medio della produzione del birrificio (che non coincide necessariamente con un alto numero di riconoscimenti.

    • ti offendi se ti dico che non ho capito una mazza della tua risposta?

      correggimi se sbaglio. se una birra è una fetecchia alle deguste finali non ci arriva. se ci arriva, si fanno poi alla cieca. resta un mistero come uno che vince 3 premi su 4 birre prodotte non possa essere segnalato come birrificio di punta

      d’altro canto, se nel “percorso di stesura”, cioè alla visita in birrificio del delegato, ha fatto un po’ pena, appunto alle deguste finali non ci arriva. ergo non vince premi

      girala come ti pare, la matassa non si dipana. la lettura alternativa della questione che proponi è questa: in finale erano ottime e hanno vinto, ma siccome sono incostanti non li premio come birrificio

      sicuro di aver migliorato la situazione?

      ripeto: i numeri, per chi li vuole leggere, parlano chiarissimo

      • C’è anche il caso di un birraio che dichiara al curatore:” Queste due birre che mi hai chiesto non sono a posto, non te le mando.”
        “Manda lo stesso non ti preoccupare.”
        E le birre vengono premiate.
        Forse c’è un’altra parte della selezione che verrà chiarita oggi.

        • c’è anche il caso (non ho ben capito se è lo stesso che citi tu) del birraio che invia le birre e dio santo fanno una più schifo dell’altra, anche se lui è un bravo birraio in genere. e poi viene segnalato come birre e soprattutto come birrificio

        • Eugenio Signoroni

          Si da il caso… che infatti le uniche due birre premiate del birraio in questione siano quelle che in degustazione erano a posto… ma a voi questo non interessa perchè la parte della storia che sentite è solo quella che fa sì che le vostre teorie funzionino…

          • mi stai confermando che forse a sorpesa il problema è proprio nella capacità di contare

            io di Olmaia ne vedo 3, una per categoria di birre

            e la tua non mi pare proprio una risposta alla mia domanda

            e vorrei chiederti se risulta anche a te che birre con evidenti problemi alla visita del delegato siano poi cmq arrivate al panel finale e premiate con tanto di alloro al birrificio. fosse vero, converrai con me che il metodo di selezione risulterebbe un tantino, come dire, farraginoso

  34. Eugenio Signoroni

    Ah… se hai la mail o l’intercettazione dove io o luca diciamo “manda lo stesso non ti preoccupare” mi faresti un vero piacere perché noi non l’abbiamo…

    • io mi fido delle persone, soprattuto se sono specchiate.
      Non è un processo.
      La cosa che meno mi spiego perchè se uno non ha voglia di dare spiegazioni o di sostenere una polemica, anche se la ritiene sterile, anche se la ritiene demotivata, anche se è in buona fede…accetti il ruolo di curatore di una guida.
      Arriviamo al patetico commento di Giacu sul blog del Tyrser di questo tenore:
      “Bello, che qualcuno si ricordi ancora di parlare di birra, di cose buone, di un pranzo tra amici… Grazie, Marco.”
      se noi sei capace…statt ‘a casa…

      • Eugenio Signoroni

        Posto Schigi che uno non fa il curatore per essere ostaggio delle polemiche su un blog… io rispondo sui fatti e sulle questioni che esistono… non sulle supposizioni, sugli ipotetici complotti, sull’ipotetico interesse della guida nel sostenere gli interessi di qualcuno… questa è aria fritta. PUNTO poi vogliamo dire che chi assaggia per la guida non capisce una beata ceppa di birra, diciamolo, vogliamo dire che i parametri utilizzati sono idioti, diciamolo, vogliamo dire che il metodo scelto per selezionare prima i birrifici e le birre è sbagliato, benissimo diciamolo. Su questo io rispondo volentieri. Sulle ipotetiche supposizioni di complotti che non esistono no…

  35. Da Signoroni:”I riconoscimenti ai birrifici sono dati anche sulla base delle degustazioni alla cieca, ma tenendo conto delle prestazioni delle birre nell’intero percorso di stesura della guida e nell’esperienza per la guida e no dei nostri collaboratori e del livello medio della produzione del birrificio (che non coincide necessariamente con un alto numero di riconoscimenti.”

    Mi sembra una Corazzata Potemkin paurosa……
    Ora non voglio far nomi di colleghi ed altri birrifici perchè pur essendo una Bestia….ho un minimo di rispetto per il lavoro degli altri…però caro Eugenio io non vivo sulla Luna e così come me tanti altri Birrai ed appassionati penso che tra i primi della classe ci siano Birrifici che hanno avuto serissimi problemi di costanza qualitativa nell’ultimo anno ……..e cosa si fà ? li si premia perchè loro fanno parte della Famiglia…. è molto semplice..è già accaduto nella Edizione precedente….
    Comunque fate come volete…la Vostra Guida venderà moltissimo…tutti saranno molto contenti….ma io non posso non sottolineare tutta l’ipocrisia che c’è dietro…..e continuerò a farlo …

  36. Eugenio Signoroni

    @ Stefano
    Rispondevo a Schigi e non a te… no, birre con evidenti problemi non sono arrivate in finale… se ne sei al corrente segnalamelo e segnalami il nome del collaboratore, sarà nostra premura sentirlo… su olmaia penso di averti già risposto…

    • calacalatrinchetto

      Potrebbe gentilmente rispondere a SR non in politichese ma con un discorso strutturato come 1+1+1=3? Sa com’è, sono un pò duro e la risposta non l’ho capita.
      Grazie

    • secondo te quelli che mi raccontano certe cose lo fanno perché poi io scriva il loro nome su Cronache? dopo qualche anno dovresti aver imparato che nel mondo della birra italiana i segreti durano una manciata di minuti prima di sparpagliarsi nell’iperspazio, meglio non averne e prevenire i problemi

      su Olmaia non hai risposto un bel niente. un birrificio che vince 3 premi su 4 birre vale tanto quanto quello che vince 1 premio su birre, anche se quella non premiata fosse stata radioattiva. non ci vuol molta esperienza nel capire che un birrificio che fa 3 grandi birre e una non a posto è un grande birrificio e quella è solo una boccia sfortunata

      prendo atto della tua non-risposta e ti copio-incollo quanto già scritto a Giancarlo:

      “mi pare chiaro che tu non abbia una buona risposta da fornire al quesito, l’avresti già sfoderata. io mi ritengo soddisfatto, se lo sei anche tu, eviterei di smerigliare ulteriormente di zebedei ad Andrea ed ai suoi lettori. io le mie risposte le ho trovate”

      • Ste,

        Può succedere che n. birre di un produttore, in tutte e 3 le degustazioni, quella in birrificio, quella regionale e quella, se la birra è stata segnalata, in finale, siano andate benissimo, meritando un premio come grande, quotidiana o chiocciola.
        La valutazione e la filosofia che si è scelto di seguire nell’assegnazione di eventuali premi al birrificio, però, è stata quella di tenere conto di tutto ciò che lo stesso ha saputo fare negli ultimi tempi, a livello di affidabilità e quindi costanza qualitativa, capacità di miglioramento ed affinamento delle ricette.
        Questo ovviamente può aver portato a premiare singole, ottime birre, ma non la produzione in generale, ad esempio perchè magari ancora troppo incostante.

        • quindi, come dicevo io all’inizio, e come è stato negato salvo successivamente ritrattare, la decisione è arbitraria, non oggettiva e frutto esclusivo dei panel

          arbitraria non vuol dire “ad minchiam”, ma che segue logiche e valori (qualcuno direbbe interessi) soggettivi. se questa fosse stata la risposta iniziale, ci saremmo risparmiati 150 commenti, quantomeno i miei. a me piace la chiarezza

          ora, tu che non sei un ipocrita e non metti la testa sotto la sabbia, che non hai nessuno da difendere, tu che conosci Moreno non meno del delegato SF, rispondimi: secondo te un birrificio come Olmaia, con la sua storia, con TRE BIRRE PREMIATE SU QUATTRO, meritava la segnalazione meno di altri, meno premiati? a me pare un modo per smentire la qualità del proprio lavoro, che sicuramente è alta. sai che avrei risposto io? urca SR, hai ragione, abbiamo fatto una toppata incredibile

          • Eugenio Signoroni

            Stefano, non ho mai ritrattato. Già nella mia prima spiegazione ho indicato che la valutazione è stata fatta “sulla base di quanto emerge dalle degustazioni fatte alla cieca e dagli assaggi dei collaboratori”. Tu ti sei sempre concentrato a parere mio sulla prima parte della frase, mentre va considerata nella sua interezza: panel + parere collaboratori (chi ha fatto le visite e gli assaggi)… ovviamente a ciò segue un lavoro di sintesi. Come poi ho detto sin dall’inizio la guida NON è, NON può essere e NON vuole essere oggettiva

          • io intendevo, e mi pareva di aver inteso da quanto scrivevi, che i premi fossero frutto delle deguste cieche al round finale. di conseguenza i premi ai birrifici

            ora mi pare chiaro che non sia così. vale il resto delle considerazione che non ripeto per l’ennesima volta

        • Incostante ?
          Di quale incostanza o costanza si parla…..ma ragazzi..un pò di serietà…..
          Affinamento ricette ? Mah….

        • Come avete fatto a misurare la costanza qualitativa? Lo sai che ancora non l’ho capita?

          • Bruno, si presume che 62+2 persone che bevono tutto l’anno siano in grado di valutare le “prestazioni” di un birrificio di zona nell’ultimo periodo..
            Io che bevo in continuazione le tue birre nei pub qui a Roma, ad esempio, avrei la presunzione di poter dire la mia.
            Ma giustamente si è preferito affidare una prima valutazione, da discutere tutti insieme in finale, ai delegati delle singole zone, che si presume conoscano le realtà locali meglio di chi abita a 500 km di distanza.

          • @Boss Toccalmatto può essere valutato in costanza qualitativa meglio dagli abitanti di Bruxelles che da quelli di Parma…

          • @Schigi Verissimo. Per questo il risultato derivava da due fattori: il giudizio del delegato di zona + la discussione tra tutti i partecipanti alle finali e la relativa decisione di Giacu ed Eugenio. Sia il calabrese che il toscano, quindi, potevano confermare la qualità delle birre. Non so dirti cosa sia successo di preciso, però, perchè non ho partecipato alle finali dell’Emilia Romagna.

          • E’ vero …io a Parma e a Reggio sono praticamente inesistente…..
            Mirco Marconi non sò chi sia……e viceversa…..

  37. @Signoroni

    mi rassegno a non avere una spiegazione plausibile sui numeri di Olmaia

    guardando con più attenzione i premi un’altra cosa mi balza all’occhio, la scarsità di premi in Liguria ristretta al solo (ottimo) Maltus Faber. non che sia il paradiso dei birrofili, ma qualcosa in più ci si poteva aspettare, chessò, io ho fatto qualche assaggio degno di menzione del Piccolo Birrificio Clandestino a Rimini. magari sono stato fortunato

    non contesto, ma chiedo: è stata davvero una debacle così pensante per i Liguri? cosa è uscito in commissione dei vari Coti Nere, Napoleon, ecc.

    grazie

  38. ehm, lapsus geografico… Toscana… restano gli interrogativi

      • forse se si devono eliminare le ipocrisie, andrebbero eliminate da entrambe le parti. Le critiche alla guida mi sembrano alquanto sensate e a volte pure troppo misurate. Dall’altro lato e’ piuttosto seccante leggere che i birrai dicono che non gli frega dei premi ecc ma il loro premio sono i consumatori. Balle. Le medaglie e le stellette fanno piacere e come, ammettetelo che vi rode vedere gli altri e non i vostri nell’elenco. PS: trovo che fare “gli inviati” senza essere pagati e rimarcare che “non abbiamo preso una lira” sia una cosa piuttosto svilente e non una nota di merito anche per giudicare il valore della guida

  39. Maddai!!!!
    Sempre più allibito.

    Mettiamo che vi sbagliate, e che la guida pur con le sue imperfezioni sia stata redatta in buona fede…
    Con che spirito e tranquillità i collaboratori di SF potranno giudicare le birre l’anno prossimo?

    Perchè chi si è lamentato è sicuramente INFLUENTE.
    E non si è lamentato perchè in generale i giudizi sono stati partigiani.
    Si è lamentato perchè LE SUE BIRRE, O IL BIRRIFICIO NON HANNO RICEVUTO IL GIUSTO RICONOSCIMENTO.

    In mancanza di prove sull’operato in malafede di SF direi che QUESTI SONO I VERI COMPORTAMENTI MAFIOSI.

    State cercando di intimidire chi deve giudicarvi e che ha tutto il diritto di preferire altri a voi e le vostre birre, cazzo!!!

    Ma vi rendete conto della gravità di quello che state facendo??????

    Mi dissocio e condanno ‘sto comportamento becero e INFANTILE.

    Uscite dal vostro guscio, cazzo e prendete esempio dai birrai di altri luoghi,
    Ne avete di strada da fare per arrivare a passare l’uscio della vostra bottega,

    Se non per altro questo mi sembra un ottimo motivo per non assegnarvi premi.

    • Livingstone…mi sa che ti sei giocato la melonera…..
      oppure che sei passato al lato oscuro della forza….. 🙂

      • Ok, ho esagerato.
        Lasciamo perdere la mafia e i giudizi morali che son CAZZATE.

        Ho ancora in mente come potremmo essere – modello americano – essendo appena rientrato dagli USA. E queste polemiche, giuste o sbaagliate, mettono tristezza e fanno un po’ incazzare.

        Mi sono però riletto la lista dei premiati.
        Che si riesca a tenere Toccalmatto e Olmaia fuori dai primi cinquanta birrifici italiani è ovviamente incredibile. E non fa onore a chi ha commesso l’errore la negazione dell’evidenza.
        Anche se credo, come detto, che i tempi per una guida senza sfilacciature sono ancora prematuri, le spiegazioni date sui meccanismi di giudizio sono poco soddisfacenti. E’ un errore e basta.

        Inoltre, pur riconoscendo che un privato adotta i regolamenti che vuole, Slow Food è un privato che viene percepito come autorevole da un grande pubblico e certi errori hanno grosse conseguenze. Il che in parte legittima le reazioni.

        • premesso che

          non me ne frega un tubo di polemizzare con te su questo

          ergo non lo farò

          come concili

          queste polemiche, giuste o sbagliate, ma che ti fanno un po’ incazzare

          con l’incredibile esclusione di Toccalmatto e Olmaia? (non dimentichiamoci i vari desaparecidos toscani pliz, non è che se uno mette la testa sotto la sabbia tutto finisce nel dimeticatoio)

          botte piena e moglie ubriaca? quante cose hai imparato a San Diego…

          • Stefano Ricci, come concili la volontà di non far polemica con una domanda dai toni sarcastici?

            Non capisco cosa tu intenda con mettere la testa sotto la sabbia.
            Quello che penso l’ho detto chiaramente. Ho commesso l’errore di criticare troppo duramente chi era in realtà parte lesa e l’ho ammesso.

            A San Diego non ti ho visto. E credo che la tua sia stata una giusta scelta. Non avresti comunque recepito le stesse cose. Sì, avresti potuto criticare chi ha delle palle molto più grosse delle tue. Ma in fondo è quello che già fai comodamente seduto davanti al computer senza spendere una lira…

            Oh, e neanche io voglio far polemica, sia beninteso!!!

  40. non sei tu quello che ha messo la testa sotto la sabbia, ma Eugenio Signoroni. d’altronde la mia domanda sui birrifici toscani non poteva avere che una sola risposta plausibile: il silenzio. tu limitati ad interrogarti sul motivo di questo silenzio, sono cose che non sai, e non sei tenuto a sapere, prendine atto

    a San Diego, bello mio, ci sono stato un paio di volte, solo qualche annetto prima di te. ed anche in qualche altro posto degli USA a bere birra, in entrambe le coste. non ho bisogno di prendere appuntamento con Fratoni per andarci, tantomeno con altri amici tuoi che soffrono di gigantismo alle gonadi. non ho bisogno di bullarmi su Cronache per questo. e ho la ragionevole certezza di aver speso qualche soldo in più di te in birra, fidati. fra le vagonate di idiozie di cui mi ammorbi, credo che accusarmi di stare seduto dietro a un pc senza spendere una lira in birra sia la migliore di tutti, resterà negli annali

    sono abbastanza soddisfatto delle mie gonadi senza aver bisogno di placare le mie fragilità con l’inutile gara di cielolunghismo che tu proponi. dedicatici tu, se ne senti il bisogno. io preferisco viaggiare, bere, osservare e – ovviamente – giudicare

  41. Meno male che hai esordito dichiarando di non voler polemizzare.
    Polemica, retorica e delegittimazione attraverso la violenza verbale. Non sai fare altro. Le tue domande e l’apparente tua logica lasciano infatti sensi di vacuità spinta. Che cerchi di mascherare con il vigore verbale. Invano.

    Voglio far notare che rispondi a me e poi dici che ti riferivi ad un altro.
    Che dici di non voler fare a chi ce l’ha più lungo e poi racconti dei tuoi inutili spostamenti. E così via contraddicendoti continuamente. Ma se va bene a te va bene a tutti, immagino.

    Per quello che ho letto dei tuoi interventi con domande a Signoroni, non so a che ora li hai scritti, ma mi sembravano piuttosto confusi. Ricordo in particolare uno dove parlavi della liguria nominando birrifici toscani…non so come si potesse rispondere. Sicuramente non si capiva la domanda.

    Mah, sicuramente a volte hai anche ragione. Statisticamente sarebbe quasi impossibile il contrario. Ti garantisco che però ti poni come un elefante in un negozio di cristalli. E la gente si chiede ma chi cazzo sei tu che non hai mai fatto niente più che “giudicare” l’operato degli altri per trattare a pesci in faccia persone che qualche risultato nella vita lo possono vantare.

    Ti lascio l’ultima parola…visto che nessuno è mai riuscito a strappartela.
    Per decenza verso i lettori e il nostro ospite io mi fermo qua.

    Ah, mi raccomando. Scrivi molto che evidentemente la correttezza delle opinioni si giudica dal numero di noiose parole profuse.

    • Fratoni, ormai hai la sindrome del moscone nel bicchiere.
      Accusi alcuni produttori di essere dei mafiosi, poi ti scusi e attacci Ricci, poi attacchi slowfood ma li giustifichi.
      Io alzerei il bicchiere e ti farei volare via, aprendo la finestra per essere sicuro che tu esca di casa.
      Odio la violenza, anche contro i mosconi.

  42. Eugenio Signoroni

    Stefano ti offendi se ti dico che io a te non devo nessuna spiegazione… uno dei birrifici dei quali tu chiedi ha già avuto le nostre spiegazioni e gli altri due le avranno oggi. Se non sono presenti in guida ci sono dei motivi diversi tra loro che in questa sede non ritengo di dover spiegare a te ma semplicemente ai birrifici. Una volta che la questione sarà risolta internamente risponderò anche a livello pubblico, visto che lo ritieni così fondamentale. Non c’è nessuna testa sotto la sabbia, solo che io a differenza tua, non passo le mie giornate a seguire i commenti di un blog e parlo sui fatti che conosco e non sulle supposizioni o sulle mie convinzioni pensando che esse siano il vangelo.

    • ma figurati se mi offendo. domandare (retorico) è lecito, rispondere è cortesia. poi sei tu che devi vendere la guida, mica io

      solo, ti faccio notare che siamo nel 2012, siamo sul web, la risposta non la dai solo a me, ma a tutti quelli che ci leggono (che son sempre quelli che poi comprano la guida eh)

      e proprio perché siamo nel 2012, e non nel 1984, rispondere al web dovrebbe essere una delle tue prime preoccupazioni, non una delle ultima. ma ognuno è libero di decidere. ti dico, a me di ricevere una risposta dopo che hai discusso e parlato con i vari padreterni e birrifici mi interessa poco, l’avevo archiviata già da un pezzo

      fosse solo che, come avrai compreso, non avevo bisogno di risposte. perché già le ho. e come avrai intuito, non sono supposizioni, ma fatti narrati dai protagonisti, purtroppo per te

  43. Paolo Galbiati

    Scusate se disturbo.
    Ho comprato la guida Slow Food. Racconta storie (di persone, aziende e birre) che io non consoscevo. E mi è piaciuto leggerle.
    Dà dei riconoscimenti (a birre e birrifici). Di alcuni io non mi capacito (uno su tutti tra quelli delle mie parti: il Lariano di cui bevo sempre cose poco a posto). Di altri sottoscrivo in pieno (sempre in Brianza cito il Doppio Malto). Ma molti la penseranno diversamente da me… che problema c’è! è finita lì.
    La vostra prosopopea ucciderà anche il mondo della birra.

    • Altrettanto si può dire della dabbenaggine di alcuni….il tuo intervento nulla aggiunge e nulla leva a quanto è stato detto sin ora, ti è piaciuto leggerla? Guarda che non è un romanzo, è una guida….le guide hanno una finalità recensire e promuovere produttori di un determinato settore (sfido chiunque a trovare una stroncatura in una qualunque guida), i premi assegnate dalle medesime guide (questa come tante altre) orientano e “fanno” il mercato nella misura in cui il pubblico si forma attraverso di esse un opinione e dunque andrà a cercare determinati prodotti piuttosto che altri nei negozi specializzati. Credo che ciascun birraio desideri veder riconosciuto il proprio lavoro (per esempio con una recensione positiva), se poi si riesce a beccare qualche premio tanto meglio (dato che i prodotti che si vanno poi a cercare non sono certo quelli che hanno ricevuto valutazioni discrete). Credo inoltre che l’esclusione di Olmaia sia ancora più grave di quella di Toccalmatto (che pure fa scalpore), in primis perché Moreno vede 3 delle sue 4 birre premiate nelle diverse categorie, secondo poi perché c’è un’evidente contraddizione in termini tra i premi riconosciuti alle birre e il riconoscimento al birrificio. Poi a SF sta bene così? Benissimo, chi vorrà si comprerà la guida come tu hai fatto, chi come me ha un giudizio piuttosto critico nei loro confronti si risparmierà quei soldi e li investirà diversamente; ciò non leva che Bruno e Moreno possano essere (legittimamente) amareggiati.

      • Paolo Galbiati

        Sì, leggerla mi è piaciuto perchè presenta birre, birrai e birrifici in maniera completa ed originale, e mi ha dato l’occasione di approcciare anche birre, birrai e birrifici lontani da me. Una guida non “fa” il mercato e tantomeno l’orienta. Fa solo una fotografia. Il popolo non è bue e non compra solo i prodotti premiati. Birrifici ottimi come Troll e Montegioco non venderanno più birra per la chiocciola ricevuta: non possono farne di più di quella che producono! Se un birrificio come Toccalmatto cambia i birrai al ritmo con cui Liz Taylor cambiava mariti, magari la produzione ne può risentire su qualche birra, non credi? Se Olmaia aumenta il ritmo di produzione per accontentare il mercato (Interbrau) magari ci mette un attimo a trovare il ritmo e la costanza, no? Ma essendo bravi professionisti portano a casa lo stesso dei bellissimi riconoscimenti. Leggendo la guida (tutta e non solo le classifiche) Moreno e Bruno fanno bella figura, secondo me.
        Ultima osservazione: tra poco Baladin e Borgo non saranno più dei micro perchè supereranno la soglia di produzione (ovviamente solo grazie alla guida!non certo per meriti dei loro fondatori). Spero possa bastare a placare l’invidia nei loro confronti.

        • Caro Paolo ma che per caso sei socio SF? Perché in questo caso la tua opinione sarebbe da leggere in un’altra prospettiva. Nelle tue recenti affermazioni ce ne sono alcune rispettabili ma che non condivido (quelle su Moreno e Bruno, di cui peraltro ho assaggiato spesso la produzione durante l’anno e credo che non sfigurino dinanzi alla produzione di La Petrognola, birrificio premiato ma a mio avviso di un livello qualitativo non eccezionale e di una costanza tutt’altro che soddisfacente) ed altre che sembrano animate da pura partigianeria (che le guide non orientino il mercato a cui si rivolgono è una cavolata pazzesca, non so in che ambito operi tu, io lavoro a contatto con il pubblico e i vini o le birre che ricevono un qualunque riconoscimento su qualunque guida di quelle cui è riconosciuto un qualche grado di autorità sono sempre tra i più ricercati). Per quanto riguarda Borgo e Baladin visto che producono parecchie migliaia di ettolitri/anno e che sono i birrifici artigianali più grandi che ci siano in Italia era nella logica delle cose che prima o poi avrebbero smesso di essere micro, auspicherei che anche i prezzi delle loro birre vista la nuova dimensione raggiunta subissero una limatina a ribasso (la Super di Baladin a più di 11 euro o la Reale Extra a 12, se trovi un rincaro onesto visto che sta a 7,5€ + iva da Interbrau, mi sembrano un pochino strapagate) ma non ci credo molto. Inoltre non comprendo di quale invidia tu stia parlando, io parlo di fatti (non di ipotesi). Leonardo lo conosco ed abbiamo un rapporto abbastanza franco, credo di non dire qualcosa di nuovo se affermo che negli ultimi 3 anni raramente ha brassato lui le birre di Borgo, tuttavia non ti ho sentito muovergli le stesse reprimende fatte a Moreno o Bruno. Non mi interessano le tesi complottistiche ma i fatti e quest’ultimi per ora non confortano ne tue ipotesi.

  44. Paolo Galbiati

    In passato sono stato socio SF, ho fatto dei corsi con loro, è pregiudiziale? Devo parlar male di SF? ci metto poco: mi fa pena che qui al nord molte condotte di SF organizzino il master sulla birra affidandolo a Schigi (indiscutibile come docente) che fa assaggiare le sue birre dicendo che “le fa un piccolo birrifcio di Marnate in provincia di Varese” e tacendo il suo coinvolgimento in Extraomnes (e insieme a me c’erano circa altre 20 persone).
    Le tesi complottistiche sono quelle di chi si sente perseguitato/escluso/castigato/penalizzato dalla guida e addita Borgo e Baladin come “culo e camicia” con SF e tira dentro farinetti, eataly, gli interessi, ecc (=Bruno, che si diverte a fare il davide contro golia oggi, ma che non vede l’ora di crescere in produzione e un domani vedremo…) (=Moreno che si incazza da buon toscano e spara a zero su tutto).
    Mi piacerebbe sapere quali teoremi dietrologici sareste in grado di elaborare per giustificare la scelta del compianto Michael Jackson di inserire Baladin tra le produzioni più significative del pianeta terra. Facile sparare contro due giovinotti come Giaccone e Signoroni. Sparate sul Beer Hunter più autorevole del mondo, please!
    Io non ho fatto nessuna reprimenda a Bruno e Moreno, anzi ribadisco che le loro birre, dalla guida, ne escono valorizzate (ma tu non l’hai letta quindi…accontentati della classifichina su cronache di birra per fare i tuoi ragionamenti)
    L’invidia di cui parlo è quella dei birrai/birrifici di taglia medio-piccola che vorrebbero essere grandi nella quantità e nei guadagni (o nei premi delle guide, ma che però scopri che non partecipano più ai concorsi, ma alle guide sì, ma poi non gli va bene quel che scrivono su di loro e fanno polemicuccia solo per far parlare di sè). Fossi in loro io mi accontenterei di essere orgoglioso di quel che sono e di quel che faccio.
    Einstein fu bocciato in matematica perchè non aveva studiato per quell’esame. Ma era un genio e, ovviamente, ha raccolto i frutti del suo lavoro.
    Nessuna guida/concorso/sito (ratebeer) può tarpare le ali a nessuno. Così come non può creare falsi miti che il “mercato”(o i blogger) distruggerebbero in poco tempo.

    • Intervengo sulla parte iniziale per bloccare subito eventuali polemiche. A parte che mi sembra un’accusa senza senso, perché OT, ammesso che sia così non ci vedrei niente di male, proprio perché in quei casi Schigi ricopre il ruolo di docente e non di birraio.

      • Paolo Galbiati

        E se, con buona fede e senza dietrologie o interessi alcuni (a parte il “gettone”), schigi ha il diritto di scindersi in docente e/o birraio secondo le occasioni, lasciamo, con altrettanta buona fede e senza dietrologie o interessi, che l’editore Slow Food, per mezzo dei due curatori, possa fare una guida.

        • Mi fai un assist che neppure Pirlo…ti ringrazio.(anche per i complimenti come docente 😉 )
          E’ giusto che, se si svolge qualcosa pubblicamente, si diano spiegazioni quando qualcuno intravede l’ombra di un conflitti di interessi.
          Nello specifico,nei Master di Slowfood birra. nella quarta lezione, oltre alle birre selezionate da SF c’è in programma una birra scelta dal docente.
          Solitamente scelgo una birra, anzi, uno stile birrario, importante, di cui ho parlato durante il corso, ma del quale non era previsto l’assaggio.
          90 su 100 , chiedo al delegato di procurare una Rodenbach Grand Cru.
          Andò così anche in quel caso ,ma il delegato all’ultimo momento mi disse che non aveva fatto in tempo a procurarla.
          Mi pregò, in sostituzione , di portare una birra Extraomnes, l’unica che potessi reperire un’ora prima della lezione.
          Così feci, a patto che lui stesso avesse mantenuto il mio anonimato e capito il mio imbarazzo.
          Non ricordo, ma probabilmente la degustazione durò tre minuti di orologio…
          Aggiungo che spesso i corsisti , a fine Master, chiedono di poter visitare un birrificio e che (gratuitamente) effettuo una visita dagli amici di Menaresta che sono sempre molto accoglienti e gentili, mai da Extraomnes, che , come già detto, mi imbarazzerebbe.

          • Paolo Galbiati

            Sono io a ringraziarti per avermi dato del Pirlo 🙂 e della spiga.
            E scusa se ti ho tirato in ballo ma era solo per dimostrare che è possibile avere interessi “partigiani” e svolgere un lavoro correttamente.
            A parte che non credo che tu possa veramente provare imbarazzo, la prossima volta che ti dovesse capitare, pensa che qualcuno che hai davanti comunque può sapere chi sei e che la trasparenza può stare anche nel dire le cose come stanno senza problemi. Io avrei preferito.

    • Galbiati, secondo me dovresti leggerti un po’ degli ultimi 10 anni del mondo del vino prima di dire che le guide non smuovono niente. conosci la guida del Gambero vero? Wine Spectatore? ecc.

      la settimana scorsa all’Esselunga su un Metodo Classico Ferrari capeggiava in bella mostra l’adesivo con i Cinque Grappoli Duemilavini. secondo te perché lo hanno appiccicato? avevano del tempo e della colla da spendere?

      mi sono premurato di confrontare con altre guide del vino: segnalazioni ben più modeste, o manco segnalato

      poi ci sono cascato e l’ho acquistato: onesto e poco più. CINQUEGRAPPOLI

      eppure li ha presi anche il Monfortino e le Pergole Torte, che meritano il premio

      confido nella tua capacità di adattare il ragionamento al mondo della birra

    • No non è pregiudiziale ma ti qualifica, dimentichi che Schigi non è il solo birraio ad essere docente SF. Quando MJ fece quella classifica i birrifici artigianali in Italia non erano tanti quanto oggi, probabilmente se riassaggiasse oggi quelle stesse birre rivedrebbe il suo giudizio o ne inserirebbe altre. Purtroppo non essendo più tra noi non potremo saperlo, peraltro sui punti che ti ho posto non hai dato alcuna risposta soddifaciente puntando su una polemica con me che non ha ragione di esistere (chi ti ha detto che non l’abbia letta? ho detto che non l’avrei comprata, a maggior ragione per i giudizi mediamente buoni espressi sulle loro birre stona la loro assenza nei riconoscimenti ai birrifici), tanto mi basta. Sparare su Moreno e Bruno (sopratutto su quest’ultimo) è estremamente facile un pochino di meno risulta fare altrettanto su chi (pur presente tra i birrifici premiati) non riesce a mantenere uno standard medio per più di 3 mesi, ma forse non sai neanche di chi ti stia parlando.

  45. Paolo Galbiati

    @ SR
    Vuoi adattare il mondo del vino a quello della birra? ok accetto…
    Se contestualizzi i due mondi ammetterai che:
    – il mondo del vino-soprattutto quello di fascia media- è in grande difficoltà. Hanno le cantine piene: hanno già bruciato tutti gli incentivi alle vendite (scontistica-omaggi-ecc), i canali di vendita (Horeca e GD) e messo alla frusta gli agenti con target sempre più alti. In un mondo di cantine piene la gara è a svuotarle e i grappolini, i bicchieri, ecc sono determinanti. Hai ragione. A te stonano i 5 grappoli a un ferrari…anche a me… e infatti io nemmeno lo compro… preferisco un Anna Maria Clementi alla cieca al di là dei grappoli.
    – il mondo della birra artigianale è fatto di birrifici (mediamente piccoli) che non stanno dietro alla produzione; di birrai che rimbalzano distributori; che non usano (a parte pochissimi) la GD. Se provi ad organizzare una festa della birra di paese ti rimbalzano quasi tutti di questo periodo perchè sono senza birra. In un mondo (per ora) di cantine vuote cosa vuoi che conti la bottiglia, il fusto, la chioccia? A vendere di più? Il menaresta a Rimini ha vinto il primo premio delle birre acide… e come molti altri non lo fa campeggiare sulla bottiglia. E non è che si è messo a fare solo birra Madre da febbraio a oggi. Mi spiego? Credo che nel “pianeta birra” di oggi in italia, una guida cosifatta possa orientare e dare dritte. Per il solo fatto che non siano stati inseriti tutti i birrifici (alcuni selezionati e altri esclusi) io la apprezzo.
    Sui giudizi/riconoscimenti poi sono un discepolo Boskoviano: “RIGORE E’ QUANDO ARBITRO FISCHIA”. Non finisce tutto in una partita.

    • guarda, io non sono un esperto di vini, da un Ferrari che costa un quinto non mi aspetto un AMC, però se mi dai un 5 grappoli… devi essere credibile. e non lo sei. alla fine ne convieni con me: strumento di promozione e poco più in alcuni casi e sorvoliamo su quello che potrebbe celarsi dietro. in altri attendibile, è tutta lì la pericolosità. nessuno qua ha sostenuto che la Guida SF sia un’accozzaglia di amenità, tutt’altro. qualcuno ci ha visto un occhio di riguardo. io peraltro ho fatto una domanda e ho fatto notare l’assoluta incoerenza di certi premi rispetto ad altri

      cmq, dimmi tu: Baladin e Borgo viaggiano a pieno potenziale? perché di questi nomi si sta parlando. e intendo sala cottura, se il mercato tira ti fai il maturatore nuovo e via, ci vuol poco

      qua il punto è altro: si sta lavorando e preparando il terreno per il futuro. quello che dici è vero in alcuni casi, non tutti peraltro. ma l’eccesso di domanda è quello che ti spinge a crescere, e la crescita è quello che ti permetterà di stare stabilmente sul mercato, magari a scapito di altri, che in questo momento hanno impiantino ridicolo e eccesso di domanda

    • @ Paolo Galbiati
      Quoto alla grande.
      E chi conosce almeno un po le dinamiche attuali di un birrificio medio-piccolo, sa che è così

  46. @ Paolo Galbiati
    Per il solo fatto che non siano stati inseriti tutti i birrifici (alcuni selezionati e altri esclusi) io la apprezzo.

    Ti sei dimenticato di scrivere che oltre ai selezionati ed agli esclusi ci sono stati dei birrifici che non hanno voluto dare le birre per la giuda (Birrificio Bauscia)

    • Paolo Galbiati

      Grande Polli! è vero! e mi sembra che l’avevi già detto…
      Se non vuoi essere giudicato dalla giuria di Birra dell’anno non ti iscrivi al concorso (e risparmi anche un po’ di soldi).
      Se non vuoi essere giudicato dalla Guida Slow Food non fai venire in casa tua il collaboratore territoriale e non gli dai le birre.
      Ma scusa… e se uno non volesse essere giudicato da ADB che compra le birre di nascosto? come deve fare?

      • @Paolo Galbiati

        Ma scusa… e se uno non volesse essere giudicato da ADB che compra le birre di nascosto? come deve fare?
        Non può fare niente visto che le birre le compriamo.
        Nella guida di SF le birre non vengono pagate, quindi basta non dare le birre.

  47. Paolo Galbiati ….il sottoscritto se ne frega dei premietti….
    Il fatto è che invece mi fanno incazzare le ipocrisie di Slow Food che è in pieno conflitto di interessi con i Birrifici di famiglia e con lo scaffale birre di Eataly…..
    Guardati le chioccioline a vai a vedere lo scaffale di Eataly….è praticamente la stessa cosa…..l’unica cosa che stona è la mancanza delle birre dell’Olmaia..per il resto è coincidente….
    La mia domanda è : è possibile tutto ciò?
    La Guida Slow Food è uno strumento commerciale…sia di Slow Food che dei Birrifici di Famiglia…altrimenti non si capirebbero certi risultati …..
    E’ come Berlusconi che diceva che le Televisioni non erano importanti ai fini della vittoria elettorale…..
    Ma per favore!!!!

    • “”Guardati le chioccioline a vai a vedere lo scaffale di Eataly….è praticamente la stessa cosa…””
      Ho visto le chioccioline, con la guida in mano sotto gli scaffali di eataly, non mi pare proprio la stessa cosa, non mi pare

  48. Paolo Galbiati

    Caro catalizzatore… Non frequento eataly per rifornirmi di birre, quindi potrei sbagliarmi, ma Carrobiolo, Chiostro, Horo, Lambrate e molte altre per me là non le trovi!
    A me sembri Berlusconi: come a lui piaceva metterci in guardia da i pericoli dei comunisti e dai complotti de le toghe rosse, a te piace dare addosso a Slow food, eataly, farinetti, Baladin e la guida. Ma così facendo screditi tutto. Ti serve?

    • Vai a vedere le chiocciole…..il resto serve a tenersi cari gli amici…..
      Io non scredito nulla…si screditano da soli…..Poi che ve la prendete a fare? Visto che la cosa non ha una grande importanza?

      Tutto il resto è noia……

  49. La vera noia sono quelli che cazzaggiano, ( me compreso) sui blog. Tanto per capirci, non vedo un “chiocciolato” trascorrere 8 ore al giorno davanti ad una tastiera. Buon lavoro!

    • Ma per favore..non facciamo gli snob….i più potenti dei chiocciolati hanno gli scagnozzi che vanno su webbbb……. intanto io oggi mi sono tirato un culo pazzesco e devo dire che scrivere sul web …mi gratifica….
      Mi sembri Bersani con Grillo…..anche il Bersa non và sui Blog….poi dopo i risultati si vedono….
      Oggi è giusto parlare su web..è il mezzo più libero dove tutti possiamo dire la nostra e non è gestito come la Guida Slow Food o i giornali del menga che fanno i soliti noti….che a volte si tramandano di padre in figlio….
      Per concludere se non hanno tempo di andare su web….hanno molto tempo per leccare……

      • Bruno ti prego di utilizzare espressioni non offensive. Grazie

        • Ma stiamo parlando dello sport nazionale….!!!
          Leccare di per se non è un termine offensivo…. 🙂
          Comunque stiamo parlando di birra e non dei massimi sistemi (ci sono problemi ben più gravi…)…
          Purtroppo non si ha la “umiltà” per accettare le critiche e quando uno esprime pubblicamente quello che pensa diventa automaticamente qualcuno che fà polemiche sterili…..non si dovrebbe dire nulla e accettare supinamente ogni meschinata che lorsignori mettono in atto….
          Come disse un illustre personaggio qualche anno fà: io non ci stò…
          Per certe persone che Ben Pensano….l’ipocrisia è il pane quotidiano….

  50. alcuni non li vedi neanche fare birra….e da diversi anni….

  51. Si hai ragione, va bene, hai ragione te. Mi fermo, non vorrei mai che ti gratificassi troppo.
    PS a dire il vero, se questi hanno gli scagnozzi del web, forse sarebbe ora di “addestrarli” un po’ meglio. Sempre che li abbiano. Ah, dimenticavo, io sono un cane sciolto. Ops, ops…

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