Cimec

E dopo i riconoscimenti ai birrifici, quelli alle birre (Guida alle Birre d’Italia 2013)

Come promesso, oggi tocca alle birre. Ovviamente sto parlando dei riconoscimenti assegnati dalla Guida alle Birre d’Italia di Slow Food, in uscita la prossima settimana in tutte le librerie, che Cronache di Birra vi permette di conoscere praticamente in anteprima. Ieri abbiamo svelato i premi ai birrifici, ora tocca a quelli per le singole produzioni, che, verosimilmente, interesseranno ancora di più tutti gli appassionati e gli addetti ai lavori. Ricordo che quest’anno la guida non attribuisce un giudizio a “stelle”, ma dei riconoscimenti generali che consentono di farsi un’idea sulle caratteristiche delle birre considerate più interessanti in tutto il panorama nazionale. Sottolineo infatti che indipendentemente dal riconoscimento ottenuto, una birra si trova in una delle seguenti liste perché buona in partenza. A un livello qualitativo ritenuto già ottimo, si aggiungono delle peculiarità espresse dal premio assegnato.

Così come i riconoscimenti per i birrifici, anche quelli per le birre sono divisi in tre tipologie diverse. Le Birre Slow, oltre all’assoluto valore organolettico, raccontano del carattere del birraio o del birrificio che le ha prodotte o del territorio in cui sono nate. Le Birre Quotidiane uniscono alla qualità organolettica caratteristiche di semplicità, eleganza ed equilibrio che le rendono perfette per ogni momento della giornata. La Grandi Birre, infine, sono la massima espressione gustativa delle capacità del birraio.

Grandi Birre

Oppale (32 Via dei Birrai)
Maxima (Almond ’22)
Cinabro (Amiata)
Drago della Selva (Amiata)
Sant’Irene (B94)
Elixir (Baladin)
Nora (Baladin)
BB 9 (Barley)
Toccadibò (Barley)
Fifteen Years (Beba)
Molto Malto (Beba)
Re Ale Extra (Birra del Borgo)
Rubus (Birra del Borgo)
Sedicigradi (Birra del Borgo)
Boia (Birra Frara)
Filo di Fumo (Birra Pasturana)
L’ultima Luna (Birrificio del Ducato)
Luna Rossa (Birrificio del Ducato)
2 Cilindri (Birrificio del Forte)
Tropicale (Birrificio Emiliano)
Amber Shock (Birrificio Italiano)
Castigamatt (Birrificio Rurale)
Dieci (Bruton)
Lilith (Bruton)
Lùmina (Civale)
Virtute (Civale)
American Amber Ale (Dada)
Gattomao (Dada)
Rrose Sélavy (Dada)
Blond (Extraomnes)
O.G. 1111 (Fermentum)
Barabba (Geco)
Chocarrubica (Grado Plato)
Once Upon a Time (Il Chiostro)
La 9 (L’Olmaia)
Nubia (L’Orso Verde)
Pirinat (La Birra di Meni)
APA (La Gastaldia)
Blondie (La Gastaldia)
Turner (La Piazza)
Matthias (Maiella)
Noscia (Maltovivo)
Brune (Maltus Faber)
Imperial (Maltus Faber)
Fiordalisa (Manerba Brewery)
Birra Madre (Menaresta)
Draco (Montegioco)
Dark Strong Ale (Paul Bricius & Co.)
Tosta Cuveé Acida (Pausa Café)
Scura (Pratorosso)
Jatobà (San Paolo)
Grand Cru (Toccalmatto)
Sibilla (Toccalmatto)
Patela (Troll)
Stella di Natale (Troll)
Sfumatura (Turan)
Duca d’O (Un Terzo)
Camoz (Via Priula)

Birre Quotidiane

3+2 (32 Via dei Birrai)
Blanche du Valerie (Almond ’22)
Irie (Almond ’22)
Contessa (Amiata)
Terrarossa (B94)
Lurisia 4 (Baladin)
Friska (Barley)
N.1 (Beba)
Rodersch (Bi-Du)
Mattew (BiRen Birrificio Renazzese)
Renazzenfest (BiRen Birrificio Renazzese)
Duchessa (Birra del Borgo)
Filo di Arianna (Birra Pasturana)
IPA (Birrificio del Ducato)
Gassa d’Amante (Birrificio del Forte)
Forum Gallorum (Birrificio Emiliano)
Indie Ale (Birrificio Indipendente Elav)
Kalè (Birrificio Pinerolese)
Seta (Birrificio Rurale)
24K (Brewfist)
Hauria (Croce di Malto)
O.G. 1056 (Fermentum)
Babèl (Foglie d’Erba)
Pecora Nera (Geco)
Sveva (Grado Plato)
Prima Lux (Kamun)
La 5 (L’Olmaia)
BackDoorBitter (L’Orso Verde)
Gast (La Gastaldia)
Kloster (La Gastaldia)
Renoir (La Piazza)
Domm (Lambrate)
Ligèra (Lambrate)
Ortiga (Lambrate)
Bianca (Maltus Faber)
Pan-Negar (Menaresta)
Runa (Montegioco)
Rurale (Montegioco)
Dafne (Nuovo Birrificio Nicese)
Bianca Piperita (Opperbacco)
slurp! [10 Luppoli] (SorA’laMA’)
Secca (Tempesta)
Birbetta (Troll)
Dorina (Troll)
Panada (Troll)
Perlanera (Trunasse)
Cavallina (Valcavallina)
Sun Flower (Valcavallina)
Loertìs (Via Priula)

Birre Slow

Farrotta (Almond ’22)
Bastarda Doppia (Amiata)
Isaac (Baladin)
Super (Baladin)
Xyauyù Oro 2008 (Baladin)
BB 10 (Barley)
BB Evò (Barley)
Motor Oil (Beba)
ArtigianAle (Bi-Du)
Confine (Bi-Du)
Enkir (Birra del Borgo)
Re Ale (Birra del Borgo)
Arsa (Birranova)
Machete Double Ipa (Birrificio del Ducato)
Viæmilia (Birrificio del Ducato)
Tipopils (Birrificio Italiano)
Hopfelia (Foglie d’Erba)
Strada San Felice (Grado Plato)
Pvk (L’Olmaia)
Wabi (L’Orso Verde)
100% Farro (La Petrognola)
BeerBrugna (LoverBeer)
Madamin (LoverBeer)
Novi Luna (Maiella)
Extra Brune (Maltus Faber)
Mummia 2009 (Montegioco)
Quarta Runa (Montegioco)
Tibir (Montegioco)
10 e Lode (Opperbacco)
Martina (Pausa Café)
Tosta (Pausa Café)
Frakè (San Paolo)
Ipè (San Paolo)
Re Hop (Toccalmatto)
Barriqueè Sour (Torrechiara)
Divina (Torrechiara)
Daü (Troll)

Sommando i riconoscimenti alle birre, scopriamo che i birrifici più rappresentati sono Baladin, Birra del Borgo, Montegioco e Troll con 6, seguiti da Barley e Ducato con 5. Da notare come su 144 birre premiate solo 6 provengano da aziende del Sud: due sono del B94, mentre le altre appartengono a Birranova, Il Chiostro, Maltovivo e Paul Bricius (nella sola Puglia troviamo il 50% di esse).

Visto che a mio parere le produzioni da tutti i giorni solo fondamentali nell’ottica della diffusione della birra artigianale, vediamo qualche statistica relativa solo alle Quotidiane. In questo caso la rappresentatività dei birrifici cambia sensibilmente e al primo posto troviamo affiancati Lambrate e Troll, entrambi con 3 birre. Come facile immaginare, il fatto che entrambi siano brewpub non è un caso.

Per chiarire qualche dubbio emerso ieri tra i commenti, occorre notare come in questi elenchi siano presenti birre di produttori non menzionati nei riconoscimenti ai birrifici. Ieri ad esempio avevo citato l’assenza di Toccalmatto e L’Olmaia, che oggi invece sono regolarmente presenti con 3 birre ciascuno.

Ancora una volta ringrazio Eugenio Signoroni per avermi comunicato in anteprima i risultati. Per un giudizio sulla guida vi rimando alla recensione che pubblicherò a breve, oppure potrete valutarla voi stessi dal prossimo 16 maggio, quando sarà disponibile in tutta Italia. Nel frattempo che commenti avete da fare sui premi alle birre?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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33 Commenti

  1. Lambrate e Troll brewpub: uno lo è con ben due punti a Milano, l’altro tra i monti.
    Personalmente per la “birra quotidiana” avrei preso in considerazione la capacità dei propri birrifici di diffonderla e distribuirla in maniera capillare, nel modo più sostenibile (ambientalmente, socialmente, economicamente) possibile. Mi risulta difficile considerare “quotidiane” birre che posso trovare (difficilmente) solo in bottiglia e che costano dai 7-8 euro a 75 cl in su. A meno che non si voglia essere un po’ radicalchic, ecco.
    Ieri ho notato con estremo piacere che il Lambrate ha un’attenzione particolare ai Gruppi di Acquisto Solidale. Sergio mi ha risposto che anche il Rurale lo è. Sarebbe un altro bell’aspetto da approfondire!

    • Mah, se non abiti a Milano è decisamente più facile reperire le birre del Troll visto che le loro bottiglie sono decisamente ben distribuite

  2. Citabiunda: è stato sì menzionato come birrificio, ma le sue birre no.
    Avevo già scritto nel 2010 di “aver notato che nell’ultima Guida alle birre d’Italia 2011 di Slow Food nessuna birra prodotta dal Citabiunda figura tra le 55 birre a cui sono state conferite 5 stelle, nonostante nella precedente edizione sia la SensuAle sia la Serpica le avessero ottenute, la prima con la particolare menzione di birra di assoluto valore.”
    Per me rimane un mistero.
    E per il Pausa Caffé mi stupisce, che pur avendo un brewpub a Grugliasco e potendo trovare suoi fusti in giro (es. Officine Corsare), non sia stato conferito una menzione di birra quotidiana (es. alla TIPA).
    Di Troll mi dispiace non vedere menzionata la Geisha come lo è stata la Tosta del Pausa Caffé tra le birre Slow.
    Contentissimo di vedere il Barley, strameritato. Fosse stato per me avrei dato una menzione a tutte, in particolar modo anche alla Macca Meda. Spero sia una bella gratificazione per Nicola dopo le polemiche col concorso di UB.

  3. E se i criteri per i premi ai birrifici lasciavano perplessi, questi fanno proprio ridere…

  4. Commento qui il tutto che mi sembra più sguarnito… 😉
    A differenza di Alessio di là…io farò qualche nome.
    Innanzitutto sull’elenco birrifici, non mettere Toccalmatto è come fare una guida sui vini escludendo dalla lista dei migliori vignaioli Arnaldo Caprai (nome non scelto a caso.. 😉 )
    Non assegnare la Chiocciola a Moreno e all’Olmaia è svilire lo stesso riconoscimento…li manderei a filtrare la PVK!
    Sulle birre,credo che ci siamo un po’ di problemi…non ci può essere nella stessa pagina la Luna Rossa e la Scura di Pratorosso, neanche nella stessa frase.
    Vedo un che di scientifico nell’assegnazione delle menzioni alle birre.
    Non ti cito come birrificio, ma non posso completamente ignorarti, allora non ti premio per la Zona Cesarini e la Straydog (migliore Bitter del Mondo secondo Ratebeer) ma per la Re-Hop e la Grand Cru (tra parentesi due birre che Bruno sta limando per migliorarle ;-P )
    Se conosco le dinamiche di SF (se si rifanno a quelle del vino) ampia discrezionalità è lasciata alle commissioni regionali.E credo che l’Emilia con Mirco Marconi sia messa molto male con la conferma di essere totalmente inaffidabile.

    • sono d’accordo, più Toccalmatto e meno… No, non faccio nomi 😀

    • Lo so che non è la sede adatta e sono OT ma non posso trattenermi: “Schigi Ti Amo”

    • Scusa chi è Mirco Marconi? Io l’ho incontrato una volta sola all’Arrogant di Alle….
      ma beve birra o è un esperto di Aceto Balsamico? Mah…..
      Secondo me i pesi non li ha dati lui …..anche se mi risulta strano dare ad un esperto degustatore di non so quali prodotti la responsabilità di giudicare Birra artigianale….apro un sondaggio…quanti di voi lo conoscono? Eppure più o meno ci conosciamo tutti …noi della nicchia birraria….
      Però mi ripeto credo che la colpa non sia sua…..ma le scelte sono assolutamente di natura politica….
      Le birre di successo di alcuni birrifici nuovi probabilmente danno più fastidio ai “capi” …rispetto a birre più o meno valide di birrifici innocenti o birre storiche di birrifici di qualità che ormai hanno trovato la loro maturità…..
      La guida dovrebbe uno strumento di consultazione per persone neofite o turisti enogastronomici che si vogliono approcciare al mondo della birra artigianale italiana…anche stranieri….non deve essere un concorso….ma come si fà a non mettere in evidenza che le birre più famose di Toccalmatto sono le birre Più Luppolate?

    • Buonasera, è il vituperato Mirco Marconi che vi scrive. Che di solito non frequenta questi siti, ma il mondo dela birra non inizia e non finisce qui.
      C’è qualche birraio in giro che mi conosce, ma probabilmente non tutti vedo…

      Ne aprofitto per presentarmi brevemente. Ho scritto un paio di libri sulla birra, che hanno anche avuto un discreto successo. Ne ho scritto pure uno sull’analisi sensoriale e la fisiologia del gusto e di degustazione in generale mi occupo. Birra e cioccolato soprattuttto, ma non sono monotematico. Se si conosce il funzionamento dell’assaggio si può assaggiare di tutto. Insegno regolarmente assaggio della birra al Master post laurea dell’Università di Scienze gastronomiche, nei Master di Slow Food ed anche nei corsi di Unionbirrai.
      Non penso di essere esattamente l’ultimo arrivato. Ciò nonostante non penso di essere depositario della “Verità”. Ho le mie opinioni sulla qualità della birra e non assolute e granitiche certezze, come qualcuno quì sopra, mi pare. Soprattutto non parlo male degli altri senza conoscerli, ma solo per sentito dire.

      Proprio perchè nessuno è infallibile e depositario della verità, gli assaggi per la Guida Slow Food vengo SEMPRE fatti da una commissione di assaggio composta da almeno 5 persone, che noi ovviamente riteniamo competetenti. Nella commissione dell’Emilia Romagna c’era qualche personaggio forse a voi noto, come Andrea Ferri, Marco Piraccini, Daniele Fajner (che poi ha interrotto per motivi personali), oltre a un diplomato mastro birraio a Berlino con esperienza di lavoro in birrerie in Inghilterra. Io ho svolto il ruolo di coordinatore organizzativo, ma il mio parere in commissione valeva come quello degli altri. A proposito di “ampia discrezionalità” degli assaggiatori in regione, noi abbiamo fatto il primo screening delle birre, ma quelle oltre un certo punteggio sono state tutte riassaggiate da una commissione interregionale, di cui facevano parte alcuni di noi ed i due curatori della Guida, Luca Giaccone ed Eugenio Signoroni. Tutti gli assaggi sono stati fatti alla cieca, ovvero senza conoscere chi era il produttore della birra. Tutte le attribuzioni a birrifici e birre sono state basate sui punteggi ottenuti in questi assaggi “alla cieca” e sono state discusse e condivise da tutti.
      Questo tante per precisare come funzionano le cose. Questo tanto per essere chiari su chi giudica, che NON SONO IO, ma un gruppo di persone.

      Tutte le guide, senza eccezione alcuna, servono per informare e per dare giudizi. I giudizi hanno sempre una componente soggettiva e sono opinabili. Per i birrifici a volte le cose vanno bene, e allora nessuno si lamenta, a volte no. L’acquisto delle Guide comunque non è obbligatorio. C’è libertà di opinione, nostra e vostra, ma prima di sentenziare bisognerebbe sapere appunto come funzionano le cose.
      Grazie dell’attenzione

  5. Una curiosità: come è possibile che un birrificio con 3 birre premiate non sia premiato come birrificio e un birrificio con una sola (o senza neanche quella, a giudicare dalla lista qui sopra) invece sì?

  6. copio qui quello che ho scritto nell’altro topic (thread? come si dice nei blog?) giusto per aiutare a inquadrare meglio il tutto…

    altre due precisazioni per confrontare i riconoscimenti a birre e birrifici.
    Primo, non contano solo le birre premiate (equivalenti alle vecchie 5 stelle) ma tutta la produzione. Quindi un birrificio che abbia solo una o due birre premiate (o al limite nessuna) ma che abbia tutto il resto della produzione a livello (tanto per intenderci) delle vecchie 4 stelle potrebbe essere premiato.
    Secondo: le birre che affrontano tutto il processo di selezione che ho descritto sono ovviamente solo quelle in bottiglia, e solo quelle ricevono un punteggio e (se ho ben capito) l’eventuale riconoscimento. Quindi un brewpub che fa solo spine, anche se ha diverse birre eccellenti non potra’ avere nessun premio alle bottiglie ma un meritato riconoscimento “spina” al birrificio. Prendete con beneficio di inventario, ma sono quasi sicuro, e se vedete anche nelle edizioni precedenti solo le birre in bottiglia avevano un voto. I premi alle tre birre Quotidiane del Lambrate (come quelli del Bi-Du) sono relativi alle bottiglie!

    • Rinnovo le perplessità su metodo e sui nomi inseriti. Tra l’altro qualche birrificio della categoria spina di fusti ne fa pochini e sono anche difficili da reperire alla spina persino nella loro zona. Come si è arrivati all’inserimento in lista spine?

  7. Domanda: ma l’ordine è giusto?
    Mi spiego, da come ho capito la cosa io le Birre Slow sono “migliori” delle Grandi Birre e delle Quotidiane (dovrebbero venire prime nelle liste ed essere evidenziate)
    Da come le metti tu Andrea si è portati a pensare diverso.
    Ma forse sbaglio

    PS
    E non lo dico perchè ne abbiamo due…

    • Oddio, non ci avevo minimamente pensato. Non credo esista una classifica tra i riconoscimenti, ma magari sbaglio

      • Non c’è nessuna “classifica” dei riconoscimenti. Sono tre cose completamente distinte. Non c’è in Guida un premio che individui le birre “migliori in assoluto”. Quello che gli si avvicina di più forse è il “Grandi birre”, ma magari qualche birraio che punta a fare ottime session preferisce ricevere riconoscimenti in “Quotidiane”

  8. Eppure una volta col semplice sistema a stelle era tutto semplice, manco agli oscar.

  9. Mi ripeto …ma qualcuno di voi conosce Mirco Marconi?

    • Ho letto il suo nome un po’ dappertutto , ma non l’ho mai visto in tre anni piuttosto intensi di eventi.

      • Di eventi birrari ne frequento, da un pò di tempo a questa parte, non certo solo da tre anni: non sono un neofita. Ma non sono nemmeno monomaniaco, faccio anche altre cose. Quando ci sono, comunque, non giro con un cartello con su scritto il mio nome e tendo a farmi gli affari miei.

  10. Alcuni profili trovati su Internet:

    Mirco Marconi è laureato in Biologia con indirizzo ecologico e insegna all’Istituto tecnico agrario “Antonio Zanelli” di Reggio Emilia, all’avanguardia nella formazione di tecnici alimentari, ambientali, zootecnici e biologici (www.itazanelli.it). Appassionato cultore della tradizione enogastronomica emiliana, vive a Cella di Reggio Emilia ed è fiduciario di Slow Food per la sua città.

    Mirco Marconi: laureato in Biologia, si occupa da diversi anni di assaggio e di analisi sensoriale. Si è diplomato Sommelier con l’AIMS, assaggiatore di vino con l’ONAV, è assaggiatore i Aceto Balsamico Tradizionale ed è socio e collaboratore di Slow Food, per cui svolge il ruolo di docente nei corsi sulla birra di “Master of food”.

    Marconi invece è un insegnante di chimica agraria, assaggiatore Onav, collaboratore di Slow Food e un sacco di altre cose.

    E’ interessante andare a vedere la recenzione fatta da Maurizio Maestrelli al suo libro fatto in collaborazione con Fajner…… con relativo commento di Schigi….
    http://birragenda.blogspot.it/2011/03/birra-fare-gustare.html

    E’ divertente notare come per i due chimici il profilo aromatico prevalente dei luppoli americani è il Ribes Nero ……ma dove????? io di luppoli americani ne conosco ma il Ribes Nero non l’ho mai sentito ….l’unico che ha questo profilo è il Bramling Cross con una nota di Mirtillo….se questa gente è quella che degusta le birre “moderne” allora andiamo bene……..preferisco mille volte Franco Re anche se è rimasto la Mondo della Birra di 20 anni fa…..qui siamo ancora più indietro…..
    Aivoglia farsi le Mast..ni mentali sulle molecole chimiche …qui ci vogliono persone che amano la birra e sanno degustarla….

    • Il ribes…
      Sembra l’approccio di chi provenendo da altri ambienti vuole applicare lo stesso metodo o cultura al “giocattolo” nuovo che ha appena trovato.

      • Fare congetture su chi non si conosce sembra lo sport più popolare quì. Il mio primo libro sulla birra è uscito 10 anni fa ed ho visto nascere il movimento birrario artigianale in Italia. Tu di cosa ti occupavi all’epoca?

    • Beh non vorrei passare tutta la sera a scrivere risposte ai vostri interventi, però da questa non mi posso trattenere.
      Mi sono già autopresentato prima. Se vuoi ti mando informazioni più precise, che sò un curriculum vitae, perchè le ricerche su internet non sono necessariamente molto aggiornate o corrette.

      Ancora una volta bisognerebbe parlare avendo letto l’originale e non per sentito dire. Ho grande rispetto per la recensione che scrisse Maurizio Maestrelli, che conosco da anni e che esprime opiniuoni personali, moderate e ragionevoli. Il commento di Schigi fu come al solito fatto senza conoscere di chi si sta parlando. Non frequento laboratori di chimica. Ma amo leggere le ricerche scientifiche sull’aroma della birra, fatte con il gascromatografo abbinato all’insostituibile naso umano, tanto per essere precisi.
      Se tu (Bruno, giusto?) avessi letto l’originale e la frase per intero, tratta dal libro di cui ti farei volentieri omaggio, avresti capito che non si parlava dei luppoli americani in generale, ma solo di uno di essi. So bene quali descrittori aromatici si usano per la maggior parte di essi: citrus fruits, pine, earthy, ecc. Nella frase citata da Maestrelli ci si citava semplicemente una ricerca scientifica, che ci colpì e incuriosì, dove si dimostrava come le due componenti aromatiche principali del CASCADE fossero una molecola che odora di ribes nero ed una che profuma di ananas. Strano? Può essere, ha sorpreso appunto anche me. E si concludeva infatti dicendo (cito letteralmente): “Quindi, per ora, tra quello che è il comune pensare circa l’aroma caratteristico delle diverse varietà di luppolo e le indagini scientifiche, c’è una certa distanza; l’argomento merita senz’altro di essere ulteriormente approfondito in futuro”.

      Non è un pò diverso da come l’hai interpretato tu leggendo una citazione di una citazione?
      Hai anche tu paura di confrontarti con degli studi scientifici fatti sul luppolo o sulla birra e ragionarne?
      Ci sono dei Guru di questi siti birrari che sanno tutto e hanno capito tutto (non mi riferisco necessariamente a te) e tutti gli altri sono dei coglioni?

      • Caro Vituperato (Mirco Marconi?) …è chiaro che in questi Blog ci si diverte a provocare….e mi fà molto piacere che tu abbia reagito ……
        Oserei dire ..era ora….
        Qui non stiamo parlando di Guru contro Coglioni o viceversa…io mi sono arrabbiato per come è stata gestita la brutta fazenda Guida alle Birre d’Italia 2013…. e mi lamentavo del fatto che le mie birre fossero giudicate da non so chi…..e che ci fossero delle incongruenze tra quanto le mie birre siano apprezzate sia da esperti internazionali che dal pubblico e quanto invece valutate dal fantomatico panel di esperti….di cui Tu dovresti essere il capofila….
        La mia nota sulla chimica dei luppoli e sull’approccio scientifico per definire una sorta di screening molecolare/aromatico deriva dalla mia esperienza sull’argomento in questione …..e ti assicuro che la cosa in passato mi faceva diventare pazzo perchè non riuscivo a trovare mai delle corrispondenze…
        Io faccio Birra Artigianale, uso Luppoli in varia forma e con disparate tecniche ….alla fine quello che conta per me è solamente (per la componente aromatica) l’analisi sensoriale e l’esperienza…….
        Il mondo della Birra Artigianale è diverso a quello dell’industria…..
        Poi oltre questo c’è il gusto personale per diverse tipologie birrarie….
        Io contesto la scarsa trasparenza sulle metodologie di valutazione sensoriale effettuati per la Guida e la Gestione (purtroppo) di tipo politico che per me è stata fatta delle più o meno dichiarate classifiche (alla fine anche se non ci sono le stelle sempre di classifiche stiamo parlando…)…
        Comunque se mi vieni a trovare in Birrificio ne parliamo di persona…..

        • Si, chiaramente sono Mirco Marconi, forse non hai letto la risposta appena sopra in cui mi materializzo e auto-presento. Nella risposta sopra spiego appunto come funzionano le cose nella Guida, ti consiglio di leggerla. Lì spiego che io sono il coordinatore organizzativo della Guida in Emilia Romagna, ovvero quello che si occupa della logistica e di distribuire le birrerie ai collaboratori per le visite. Nel “fantomatico” panel di assaggio il mio voto vale tanto come quello degli altri e lo stesso discorso vale per il voto di Signoroni e Giaccone presenti alle degustazioni “finali”. Quello che conta è la media dei giudizi, perché nessuno ha la verità in tasca. E quel che conta è assaggiare alla cieca. Molti giudizi che ho letto qui sono basati sulla reputazione di una birra, sul mito che si è creato attorno a lei; quando degusti alla cieca tutte queste cose non contano più. Sarei curioso di vederti/vi (i blogger) degustare birre alla cieca: ci sarebbero molte sorprese.
          Noi non valutiamo nella Guida la storia di una birra, ma la birra che c’è nella bottiglia (più bottiglie assaggiate se c’è qualche problema). Se la birra non è “in forma” o peggio se non è “a posto”, viene penalizzata. Ciò è accaduto spesso, con le birre di tutti, ed è frequente in genere coi prodotti artigianali: dai salami, ai formaggi, ai vini. Se non vi piace essere valutati in base al tipo di birre che ci mandate, potete scegliere di non inviare i campioni. Posso aggiungere che le tue birre sono state riassaggiate tutte in finale, anche quelle che avevano un punteggio non adeguato, perché nella precedente Guida erano andate bene, e quindi volevamo essere sicuri del giudizio. Massima attenzione quindi. Ma il responso della bottiglia è uno, inequivocabile e quello rimane. Del resto ti abbiamo molto valutato 3 birre, quindi le tue birre ci piacciono, non ci sono pregiudizi di sorta, ma la produzione assaggiata non era omogenea in qualità, condizione per avere la “bottiglia” al birrificio.
          Dire che è stato un responso “politico”, significa dire che io starei raccontando delle balle, che le cose non sono andate così, che c’è stato un “overruling” da parte di qualcuno. Ciò e falso ed anche lesivo della nostra buona fede. Gli assaggi li abbiamo fatti all’Arrogant Pub, Alessandro Belli ci serviva le birre “alla cieca”, seguiva le degustazioni senza proferire parola, perché era l’unico a sapere che birre c’erano nei bicchieri e può testimoniare di come si siano svolte le cose. Gli assaggi per le finali sono avvenuti al Bier Keller di Sant’Ilario da Ibrano, e idem come sopra. Se non vi fidate di nessuno, allora viva il complottismo, ma coerentemente scegliete di non inviarci più le birre (parlo al plurale perché il discorso vale per tutti).
          Il prossimo anno, comunque, chi vuole venire ad assistere può. Non c’è nessun segreto.

          La stessa scelta di non dare i campioni può essere fatta se pensate che il fantomatico panel di assaggio sia costituito da incompetenti. I nomi sono comunque tutti citati sulla Guida, di nuovo nessun segreto. Qualcuno degli assaggiatori lo conosci, qualcuno no, ma non è che se uno non bazzica i blog o certi eventi birrari, e voi non sapete chi sia, questo è necessariamente un incompetente. Il mondo della birra, anche quello artigianale, va un po’ oltre al vostro orticello ed alla vostra schiera di amici.
          Personalmente di birra qualcosa penso di capirne e ci sono anni di attività, docenze e pubblicazioni a dimostrarlo, però non mi permetto MAI di dire che i giudizi giusti sono quelli miei. L’unico giudizio che ha un senso per me è quello che risulta da un gruppo di persone, un panel appunto. Poi ognuno è libero di dissentire dai nostri giudizi. E’ normale e sano, e in Italia siamo tutti commissari tecnici. Non mi da fastidio chi ha pareri diversi (anche se sarei curioso di vederlo giudicare una birra senza sapere quale è), mi da fastidio chi mette in dubbio l’onestà di chi ha lavorato nella Guida, senza sapere come sono andate le cose.

          • Ma per favore…..le birre le conosco bene…..e ovviamente non credo che le cose siano nei termini da Te descritti…..
            Poi se la Guida vuole premiare i Birrifici che dimostrano costanza qualitativa nel tempo …quando avete fatto altri prelievi di birra in giro?
            Mah …a me la cosa non convince….
            Ci sono troppi conflitti di interesse in questo piccolo mondo….
            Sopravviveremo anche senza Guida….perchè se poi la guida Ti manda fuori strada forse è meglio farne a meno…..

  11. Salve
    cioè fatemi capire in questo libro non è presente Toccalmatto????

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