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Ricerca Assobirra: la birra supera il vino nei week-end

AssobirraLa sempre maggiore popolarità della birra ha portato, secondo un’indagine di Assobirra, allo storico sorpasso di questa bevanda sul vino relativamente alle preferenze degli italiani durante i fine settimana. La ricerca, effettuata su un panel di 1.500 consumatori maggiorenni più un campione web di 450 italiani tra i 18 e i 44 anni, ha rilevato che la birra è preferita dal 42% degli intervistati, contro il 39% di coloro che prediligono il vino. Al di là di questo dato, l’indagine ha mostrato altre tendenze nelle opinioni e nelle abitudini dei consumatori che appaiono molto interessanti…

Innanzitutto il 51,5% dei partecipanti ritiene che l’immagine della birra in Italia sia migliorata rispetto a 5 anni fa. In questo senso ha avuto grande influenza il moltiplicarsi di corsi di degustazione, la pubblicazione di libri e riviste di settore e la veicolizzazione di determinate caratteristiche. Inutile sottolineare che è il comparto della birra di qualità ad aver innestato e guidato questo trend, al punto di aver modificato profondamente le aspettative e i gusti degli italiani. Ad esempio, il 65,6% dei giovani si dicono interessati a trovare una carta delle birre quando vanno a cena fuori, mentre il 61% considera la birra ottima per una serata “da buongustai” con gli amici (percentuale che sale al 76,3% nel target 18-44 anni).

Sensazionale è la crescita della percentuale di coloro che ricercano la qualità: dal 2000 a oggi gli italiani che guardano al gusto della birra come motivazione primaria per il consumo sono quasi raddoppiati, passando dal 35,4% al 64%. La classifica dei tipi di birre preferiti vede invece ancora svettare le pils con il 70% (la stragrande maggioranza dei prodotti industriali rientra in questo stile), seguita dalle “lager” (30%), dalle ale (4,8%), delle weizen (2%) e infine dalle birre analcoliche (2%).

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Il formato prediletto per la birra rimane la bottiglia da 33cl (34,2%), seguita dalla somministrazione alla spina (28,4%) e infine dalla bottiglia da 66cl (18,8%).

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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22 Commenti

  1. I tre stili “E sai cosa bevi” pils – lager – weisse (leviamo Ale che potrebbe essere qualunque cosa) e il formato “tutto italico” da 0,66 (in mancanza di 0,75 e 0,375) parlano chiaro su quale sia la birra di riferimento. O è un’impressione? Chissà se il 44enne intervistato,a parte la lager made to entertain che stappa davanti alle partite dell’Italia,conosce anche qualcos’altro. Perchè sarebbe meglio che la percentuale fosse del 15%, ma si riferisse ad un certo tipo di birra. Le sei Buddone del postpartita mica faranno media?

  2. Ma infatti a parte il dato di apertura del post e quelli conclusivi, le statistiche più interessanti sono quelle nel mezzo. E comunque non sottovaluterei il quasi 5% delle ale, che possono essere qualsiasi cosa, ma secondo me rappresentano una buona fetta di prodotti artigianali.

  3. Secondo me il solo discutere di statistiche provienienti dall’associazione delle birre industriali è aberrante.
    Ma ci stiamo veramente mitridatizzando a tutto…

  4. @Schigi
    Non ho capito dov’è il problema se la ricerca è fatta da Assobirra… anzi da Makno per Assobirra, ad essere precisi.

  5. a me, da esperto di statistica prima ancora che da appassionato di birra, questo articolo mette la pelle d’oca. se vi fermano in mezzo alla strada e vi chiedono “vi interesserebbe avere una carta di calvados quando andate al ristorante?” che rispondete? no? vi farebbe schifo? se invece vi chiedessero “preferireste una carta di single malt scozzesi [vino] oppure di calvados francesi [birra]?” come finirebbe il test? non sarebbe più serio? oltretutto c’è un termine di paragone precedente con cui fare un confronto? chemmefrega di sapere che il 65% di giovani è “interessata” alla carta della birra o alla birra da buongustaio con domande poste da statistica-frescone senza sapere quanto era 5/10 anni fa? più interessante sarebbe sapere in che frazione il consumatore sceglie vino/birra a cena con variazioni rispetto a precedente analisi. più che statistiche, questa indagini si chiamano spottoni. per sapere che la gente ha più interesse di qualche anni fa alla birra non c’era bisogno di scomodare sondaggi e numeri del lotto…

  6. @SR
    A parte che il confronto con dati passati non è escluso, sulla liceità della formula di alcuni quesiti posso anche essere d’accordo (e neanche su tutti), ma non lo sono sulla tua conclusione. Secondo me invece è importante che ci siano dati e statistiche a confermare i trend, perché possiamo dire tante cose, giuste o meno, ma rimangono impressioni che nascono e muoiono nella nicchia degli appassionati. “La birra è più popolare di 5 anni fa”, ok, però voglio che questa teoria sia dimostrata anche da ricerche di mercato, che sono considerate uno degli strumenti professionali per verificarle.

    @Schigi
    Sì, come lo era SABMiller quando pubblicai un post simile sulle abitudini dei consumatori di birra europei… http://www.cronachedibirra.it/media-libri-e-pubblicazioni/76/le-abitudini-dei-bevitori-europei-secondo-sabmiller/

  7. secondo me va fatta leggere ai micro che decidono di associarsi ad assobirra come chiaro esempio di cosa intenano per marketing.
    tra l’altro un uccellino mi ha detto che hanno già eletto il consigliere in quota microbirrifici! se così fosse la cosa sarebbe indicativa di quale considerazione hanno degli iscrivendi.
    naturalmente il nome dell’eletto neanche lo dico

  8. @Turco
    ovviamente io ho segnalato i quesiti che non stanno in piedi. sugli altri non ho proferito verbo. e ho notato che hai riportato il confronto su alcuni quesiti e non su altri, per me indizio che su altri non fosse disponibile. al di là di questo, ritengo che indagini poco serie (e alcuni quesiti non lo sono, se sono quelli da te riportati) siano MOLTO dannose, perché ammantano numeri che hanno la stessa valenza di una chiacchera da bar di un veridicità scientifica. sai benissimo anche te che quei numeri possono cambiare drasticamente a seconda di come venga posta la domanda… e alcune mi sembrano posto proprio nella maniera giusta per ricavare i numeri che leggi sopra. anzi, ti dirò di più: “il 65,6% dei giovani si dicono interessati a trovare una carta delle birre quando vanno a cena fuori” a me sembra un risultato estremamente deludente (vuol dire che al 35% dei giovani non gliene frega niente di trovare la birra in carta, indipendentemente dall’intenzione di ordinarla o meno) e credo che il vero punto sia interrogarsi sul perché

  9. @SR
    L’obiettivo di questo post è di sottolineare che la birra di qualità sta assumendo sempre più importanza tra i consumatori generali. Dando per scontata la necessità di filtrare personalmente i quesiti posti e le risposte ad essi ricevute, la visione globale è che c’è sempre maggiore attenzione ai prodotti di qualità, cosa che nel nostro ambiente diciamo da tempo, ma per la quale ogni conferma secondo me è importante.

    Stiamo parlando di una ricerca partita da Assobirra, inutile aspettarsi domande che abbiano per noi più senso del resto della comunicazione dell’associazione. Però si tratta pur sempre di una ricerca di mercato realizzata da un’agenzia del settore, perciò tra le righe è possibile scoprire informazioni interessanti anche per noi.

  10. @Turco
    ovvio che la responsabilità del sondaggio è di AB, mica tua… devo leggere fra le righe che stiamo convergendo sul fatto che è uno spottone con qualche pretesea? 😉

    io molte conferme le trovo parlando con publican e con produttori che non riescono a stare dietro agli ordini. questa ricerca ha alcuni quesiti curiosi, non illuminanti, altri costruiti ad hoc per finalità di marketing. a me pare chiaro e trovo giusto stigmatizzarlo, non amo – mio problema – vedere strumentalizzati strumenti “scientifici”. ovviamente sono felice della diffusione del prodotto birra, anche se ho enormi perplessità sul COME è stata, è, e continuerà ad essere diffusa dai vari attori (primo ma non unico AB). nello specifico della ristorazione a me sarebbe piaciuto sapere, se il dato fosse stato disponibile da qualche parte, qual è il fatturato della birra nella ristorazione, qualche è la percentuale rispetto al vino, se è in crescita o decrescita o stabile e quali le cause del risultato più o meno positivo fra 1) prezzo proposto e relazione col prezzo del vino 2) competenza o meno di chi la propone (credo che oltre a venderla, cruciale sia la presenza di uno che sa anche cosa sta vendendo, soprattutto nella ristorazione). confidando nella frequentazione di qualche rappresentante di AB presso questo forum, spero colga i miei suggerimenti per la prossima pubblicazione di indagini di mercato 🙂

  11. o in pieno questo pensiero del Presidente: “L’obiettivo di questo post è di sottolineare che la birra di qualità sta assumendo sempre più importanza tra i consumatori generali. Dando per scontata la necessità di filtrare personalmente i quesiti posti e le risposte ad essi ricevute, la visione globale è che c’è sempre maggiore attenzione ai prodotti di qualità, cosa che nel nostro ambiente diciamo da tempo, ma per la quale ogni conferma secondo me è importante.”

    Cioè, AB ha scoperto l’acqua calda e lo scenario sarà il seguente: richiesta sempre più massiccia da parte di gestori incompetenti, birre artigianali servite nei peggiori bar di caracas, possibilità di acquistare birre artigianali al supermercato sotto casa (stoccate ovviamente alla meno meglio), pischelli strafatti “ceresdipendenti” che si trincheranno per strada Quarte Rune a canna (mmmh…quello già succede a Roma…) e ancora più rinomati chef che parleranno a Canale5 dei loro nuovi successi con la birra che gli sgancerà più soldi.

    …E noi saremo ancora a scrivere del male minore…Cioè di AB e del suo nuovo consigliere…

  12. Oh Rappresentante di AssoBirra, SR giustamente ti invoca…Invece di chiedermi “doppio malto rosse” al bancone, detta il tuo pensiero!

    Scusami per la provocazione che ti farà incazz molto, ma sarebbe carino coinvolgerti nella discussione (so che leggi il Presidente), aumenterebbe l’interesse e farebbe in modo di dare uno spunto nuovo al tutto, la chiacchierata interessante che abbiamo fatto l’altra sera la vorrei girare a tutti.

    Scusate per il messaggio (invocazione) privato reso pubblico

  13. E’ ovvio che se AB = (AdB -d) commissiona una ricerca statistica vuole che i risultati siano quelli che chiede e quindi è ovvio che dirà che la gente beve più birra, che reputa la birra il drink perfetto per una serata e che la birra è qualita, per sdoganarsi da quella visione retorica in cui la birra costa poco, la birra ti fa sbronzare, la birra è da uligani mentre il mojito è da persone per bene (e pure belle).
    Perchè? Leggendo il Colonna ho partorito questa convinzione: la birra si vende. E chi la vende? Gente che è spesso peggio degli industriali: i rivenditori.Sono quelli che faranno davvero il cash: convinceranno i gestori a vendere le loro “birre di qualità” a prezzi assurdi (qui ho visto listini per il barista con le La Trappe a prezzi osceni… ed era la più economica.), che potranno fare leva sui piccoli produttori italiani per avere “robe nuove” da piazzare.
    E la “cultura” invece la farà AB, con i brand storici (Moretti?) piazzati nei ristoranti stellati, con la Poretti che è una birra “fatta in modo naturale” sponsorizzata da un noto talebano del video, e così via. AB fa la pubblicità, fa girare la voce, piazza qualche ciofechina in bottiglia figa al ristorante e asfalta le freeway ai rivenditori col furgone (col cassone aperto) che gireranno l’Italia coi fusti e le bottiglie sotto il sole, perchè la qalità è qualità.
    Al Macche adesso arriveranno i bocia (pischelli, ndt) a chedere “damme una trippel che è bella pastosa” oppure “Damme n’ambrata coi riflessi dorati che mi ricorda tanto Totti” 😉 o anche “una Pale Ale (detto proprio Pale Ale) che c’ha i luppoli spaccati che spaccano” perchè gli hanno fatto il trova e sostituisci con “doppio malto”.
    In questo contesto il publican diventerà (o gia lo è) più importante del birraio.
    Sarà lui ad aprire il mare di birre rosse per far attraversare i lambic e le zwickel in fila per due… e noi, pochi e incazzosi, dietro.

  14. @Tyrser
    aò, devi essere un po’ più ottimista! cioè, senza esagerare neh… 🙂 e io che ti ho tirato la volata come consigliere MoBI :-):-) dovrai essere un capo partigiano della resistenza! e dell’unico (per me, noi spero) modo “giusto” di bere birra: berla buona, berla ovunque, al giusto prezzo. i prezzi attuali, nonostante tutte le ragioni del mondo, non saranno ancora osceni, ma un po’ inguardabili lo sono già, tranne rare e meritevoli eccezioni

  15. Quelli di assobirra sono solo dei poveracci con l’acqua (sporca) alla gola.
    Non gli manca solo la cultura birraria, ma anche quella personale.
    Basta leggere i loro siti, non conoscono l’italiano.

  16. Ma se quelli di assobirra sono sono dei poveracci con l’acqua (sporca) alla gola,
    perchè tutto questo livore mio caro schigi?
    Tanto tra un pò finirà tutto o sbaglio?

    + Birra – onanismo mentale

  17. io non conosco presidenti, vicepresidenti, consiglieri e vari ed eventuali personaggi che sparano certe poesie. Io mi faccio la mia birra e sogno di farla assaggiare al mondo… E voi vi spaccate la testa perche AB o UB o CP o FIFI parlano di birra come del calcio? La ale è in zona retrocessione, la pils ha giocato male ma ha vinto… Queste menti geniali, vivono del parlar male! L’importante è che si parli e che ci si scanni un con l’altro!…per i soldi si fà tutto! E la passione? Neanche per la figa non c’è più passione…

  18. @Tyrser: la tua visione sui “bocia” è la nostra realtà già da in paio d’anni…Ormai sempre più pischelli chiedono AIPIEI, e se non c’è se ne vanno…Comunque molti di loro sono anche diventati appassionati homebrewers. Quattro anni fa c’era la sensazione che qualcosa sarebbe cambiato, oggi è una realtà assodata che prospetta un domani massificato.
    Poi ognuno di noi può riflettere qualitativamente (cioè, se sia bene o male soggettivamente) su quasta cosa, io unisco le sensazioni da bottegaro e da appassionato su una corrente negativa. Per me una diffusione incontrollata di birra qualitativamente elevata è ovviamente dannosa, stranamente te lo dice anche la mia versione bottegara, perchè noi abbiamo sempre basato il tutto sulla comunicazione, da ora in poi sovrastare alcune voci “mediaticamente” più forti potrebbe essere molto difficile. Altri bottegari saranno molto contenti, nuova linfa vitale arriverà per attività sull’orlo della tristezza, e tutti potranno mettere il famoso cartello “qui birra cruda” vendendo DAB.

  19. mi pare che tutti siamo d’accordo sul fatto che la soluzione è la crescita ramificata di microbirrifici che abbiano a cuore una filosofia artigianale vera e non solo di facciata ?.

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